Metope (ninfa)
Metope (in greco Μετώπη) era una ninfa fluviale, figlia del fiume Ladone.
Pindaro la cita in una delle sue odi Olimpiche[1] come "Metope Stinfalia" e la riferisce alla sua patria, la città di Tebe dove avrebbe avuto una fonte. Il nome la collega alla città di Stinfalo, situata sulle rive dell'omonimo lago in Arcadia, nel Peloponneso.
Sposò Asopo, variamente identificato come re mortale o come dio fluviale, dal quale ebbe forse due figli e numerose figlie, diversamente riportate dai diversi autori. Lo Pseudo Apollodoro[2] ne parla come moglie di Asopo di Beozia, al quale avrebbe dato due figli maschi, Ismeno e Pelagone, e venti figlie femmine, tra le quali Egina, rapita da Zeus. Diodoro Siculo[3] cita Metope come moglie del dio fluviale Asopo, figlio di Oceano e di Teti, che avrebbe avuto la sua residenza a Fliunte. Dalla coppia sarebbero nati due figli, Pelago e Ismeno (che avrebbe dato il suo nome ad un fiume della Beozia) e dodici figlie, tra cui menziona Sinope (rapita dal dio Apollo, eponima della città omonima in Asia Minore e madre di Siro, re del popolo dei Siri), Corcyra, rapita dal dio Poseidone, eponima dell'isola di Corfù e madre di Feace, da cui presero il nome i Feaci, Salamina, anch'essa rapita da Poseidone, eponima dell'isola omonima e madre di Cicreo, Egina, rapita dal dio Zeus, eponima dell'isola omonima e madre di Eaco, e Harpina, che ebbe dal dio Ares Enomao.
Si conosce anche il nome di un'altra figlia, Tebe.
Note
- ^ Pindaro, Olimpica VI Per Agesia di Siracusa vincitore con il carro mulare, 84.
- ^ Pseudo Apollodoro, Biblioteca, 3.12.6 (testo on-line in traduzione inglese sul sito Theoi.com).
- ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, IV 72-73 (http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Diodorus_Siculus/4D*.html testo on-line in traduzione inglese] sul sito Lacus Curtius).