Cerreto Sannita

comune italiano

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«[...] il Settecento, che altrove rimodellò il volto di paesi e città, regalando dove una chiesa, dove un palazzo, a Cerreto realizzò un'opera completa, capace di sorprendere anche il più esigente dei visitatori.»

Cerreto Sannita è un comune italiano di 4.254 abitanti della provincia di Benevento in Campania

Geografia fisica

Territorio

È situato su di un colle nell'alta valle del Titerno, circondato dai torrenti Turio e Cappuccino, alle porte del Parco regionale del Matese. Fa parte della comunità montana del Titerno. Il comune di Cerreto Sannita si estende su una superficie di 33,3 km². Sino all'Unità d'Italia tale estensione era molto più ampia e comprendeva anche i due casali (frazioni) di Civitella Licinio e San Lorenzello, il primo divenuto frazione di Cusano Mutri ed il secondo comune autonomo.

Il territorio comunale, prevalentemente collinare, è cinto da ovest a est da alcuni rilievi siti alle pendici del massiccio del Matese. A ovest vi è Monte Erbano, la cui quota massima arriva a 1.385 m ed a nord-ovest Monte Cigno con un'altitudine di 675 m, separati dal corso del Titerno. A nord vi è Mont'Alto ed a nord-est Monte Coppe con circa 1.200 m di altezza.

Idrografia

I corsi d'acqua che attraversano il comune sono prevalentemente di carattere torrentizio. Essi, chiamati anche valloni, sono:

  • il fiume Titerno che nasce a Pietraroja e giunge a Cerreto Sannita dopo aver attraversato la gola esistente fra i monti Erbano e Cigno. Sulle sue sponde un tempo si ricavava l'argilla usata dai ceramisti locali per le loro manifatture;
  • il torrente Turio che sorge nei pressi della località Madonna della Libera e dopo un breve tratto sotterraneo bagna il centro abitato a ovest per poi confluire nel Titerno;
  • il torrente Cappuccini che nasce nei pressi di monte Coppe. Il suo nome deiva dal fatto che il suo corso lambisce il convento della Madonna delle Grazie, dei Padri Cappuccini;
  • il torrente Selvatico così chiamato perché con le troppe piogge straripava ed inondava i terreni circostanti. In alcuni documenti del XVII secolo è chiamato "torrente Vagno".

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cerreto Sannita.

Il territorio comunale di Cerreto Sannita fu abitato sin dalla preistoria come testimoniano alcuni ritrovamenti d'età neolitica avvenuti alla fine del XIX secolo nei pressi di Morgia Sant'Angelo[2]. Lo storico romano Tito Livio nei suoi scritti citò il villaggio sannita di Cominium Ocritum, toccato da Annone, generale di Annibale, durante la seconda guerra punica.[3] Successivamente il nome Cominium Ocritum fu volgarizzato in Cominium Cerritum.[4][5]

La vecchia Cerreto, edificata a seguito delle invasioni saracene, divenne un fiorente centro commerciale tanto da ricevere nel 1480 il titolo di città, concesso dal Re di Napoli perché:

«[...] residenza dei vescovi da più secoli, capo della contea, illustre per la nobiltà dei cittadini possessori di feudi, dovizioso per le ricchezze, ameno per l'aria, fertile per li terreni. Riguardevole per la magnificenza delle chiese e conventi, ornato di case palaziali [...][6]»

Feudo dei Sanframondo prima (1151-1460) e dei Carafa poi (1483-1806), nel XVII secolo divenne sede stabile della Diocesi Telesina oggi Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti.

 
Edicola in ceramica cerretese del 1777 (ex casa Fappiano, via Telesina).

Il vecchio abitato venne distrutto dal terremoto del 5 giugno 1688. Di fronte a tale sciagura il conte Marzio Carafa, suo fratello Marino ed il vescovo De Bellis decisero di ricostruire l'abitato più a valle seguendo un progetto redatto dal regio ingegnere Giovanni Battista Manni[7].

La ceramica cerretese

  Lo stesso argomento in dettaglio: Museo civico e della ceramica cerretese.

L'attività di lavorazione della ceramica a Cerreto ha antiche origini: il primo pezzo di cui si ha notizia è un Ecce Homo appartenuto alla prima badessa del Monastero delle Clarisse, Francesca Sanframondi, nel XV secolo[8].

Una maggiore produzione figulina si ebbe nei secoli XVI e XVII, grazie anche agli scambi commerciali dovuti alla presenza del vicino tratturo regio (ricordato anche come l'"autostrada delle pecore").

È pero solo dopo il terribile terremoto del 5 giugno 1688 - e con la successiva ricostruzione - che le più importanti maestranze napoletane (i "faenzari") giunsero a Cerreto Sannita rivoluzionando la decorazione ceramica in modo da associarla al più vivace stile tardo barocco. Oltre ai "faenzari" c'erano i "pignatari", tornianti specializzati nella modellazione delle pignate (usate per cuocere i legumi o nelle feste popolari), ed i "cocciolari" che creavano i manufatti di uso comune.

I più importanti ceramisti sono stati Nicola Giustiniani, cui è intitolato l'Istituto Statale d'Arte di Cerreto Sannita, Nicolò Russo e le famiglie Festa, Marchitto e Cinquegrani.

I colori della ceramica cerretese sono il giallo, il verde, il blu e l'arancio, filettati con il manganese, mentre i manufatti più conosciuti sono le acquasantiere.

Monumenti e luoghi di interesse

Il centro storico

 
Panorama di Cerreto Sannita (parte meridionale).

Il centro storico di Cerreto Sannita si presenta in tardo stile barocco, ricco di scorci suggestivi, e con una regolare pianta urbana a scacchiera. Esso, infatti, è il risultato della ricostruzione all'indomani del terribile sisma del 5 giugno 1688, che distrusse il vecchio centro medievale; per questo motivo, è detto la "città di fondazione".

La ricostruzione in un sito diverso dal precedente, più a valle, venne decisa dal feudatario Marzio Carafa, appoggiato dal fratello Marino Carafa e dal Vescovo di Cerreto De Bellis, nonostante le vive proteste di alcuni cittadini[9].

Il progetto, o meglio, la "squadratura" delle aree e degli isolati della nuova cittadina fu affidato al regio ingegnere Giovanni Battista Manni di Napoli, che tenne presente la pianta di un rione di Torino[10]. Questi successivamente progettò anche alcuni degli edifici più significativi, come le carceri feudali e la Collegiata di San Martino.

Tre furono gli isolati base che il Manni tenne presente, destinati ad altrettante tipologie abitative:

  • isolati a corte, nati per ospitare i palazzi dei signori;
  • isolati a spina, lunghi e stretti, per gli artigiani, gli operai ed il ceto meno abbiente;
  • isolati a blocco, per ospitare gli edifici di culto e del clero.

Alcuni ritengono che la ricostruzione di Cerreto Sannita sia avvenuta osservando dei criteri antisismici. L'arch. Nicola Ciaburri, studioso di urbanistica, preferisce parlare, più in generale, di "cultura della protezione civile"[11].

 
Piazza San Martino con la Collegiata e la Fontana dei delfini.

Si notano, infatti, diversi accorgimenti antisismici nella costruzione della nuova Cerreto: murature molto spesse, larghe fino a circa un metro, capaci di resistere agli spostamenti di tipo orizzontale di una scossa sismica; cantine con copertura a volta, le cui mura interrate sono in grado di reggere qualsiasi carico venga dall'alto; una particolare distribuzione degli ambienti interni delle case, con la cucina al piano superiore e le camere da letto al pianoterra, in modo che fosse più agevolata l'uscita in caso di sisma notturno; infine, le strade larghe, e la dislocazione di tre grandi piazze nelle parti centrali, meridionale e settentrionale della cittadina.

Tuttavia, un elemento negativo che testimonia l'assenza di una vera e propria cultura antisismica è la costruzione delle abitazioni lungo i pendii, oggettivamente instabili, dei due torrenti Turio e Cappuccini.

Architetture religiose

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Cerreto Sannita.

Altri edifici di culto sono la Chiesa di Sant'Anna, edificata nel 1460, la Chiesa della Madonna del Carmine, risalente al Medioevo ma ampliata nel XVII secolo, la Cappella della Madonna del Soccorso, citata per la prima volta nel 1638, la Chiesa di San Giovanni, del 1630 e la Confraternita della Madonna del Pianto.

Architetture civili

  • Palazzo Sant'Antonio: nato come monastero dei Padri conventuali di Sant'Antonio fu abbandonato dai frati a seguito dei decreti eversivi di Gioacchino Murat fu poi smembrato per ospitare nel corso degli anni un orfanotrofio, un educandato e delle scuole. Attualmente ospita la sede comunale e gli uffici distrettuali dell'Agenzia delle Entrate. Al piano terra è sito il Museo civico e della ceramica cerretese.
  • Palazzo del Genio: originariamente sede dell'Universitas ospitò dal 1737 degli spettacoli teatrali sino alla costruzione di vero e proprio teatro in stile neoclassico agli inizi del XIX secolo, negli anni 1930 distrutto dai fascisti. Oggi l'edificio è utilizzato come centro culturale e di promozione della cultura e del genio cerretese.
  • Ex Carceri feudali: terminate nel 1712 al piano terra erano reclusi i condannati per reati penali ed al piano superiore le donne ed i condannati per illeciti civili. Le massicce mura sono spesse oltre 2 metri. Vi è ancora una cella con alle pareti le scritte dei detenuti.
  • Episcopio: palazzo vescovile sede anche degli uffici della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, terminato nel 1696. Nella sala degli stemmi vescovili vi è una tela di Luca Giordano raffigurante la Crocifissione ed un pavimento in ceramica cerretese del XIX secolo con decoro a rosa dei venti.
  • Seminario diocesano: grande edificio edificato nel 1700 ed ingrandito più volte sino alla fine dell'800. Attualmente ospita il Liceo Classico paritario Luigi Sodo ed una Biblioteca completa di oltre 10.000 volumi fra cui diverse cinquecentine.
  • Ex Palazzo Ducale: la sua costruzione iniziò verso la metà del '700 e fu concepito come residenza di villeggiatura, in una zona allora semi periferica della cittadina. Non fu mai completato e nel XIX secolo era in stato di abbandono. Divenuta proprietà ecclesiastica fu venduto alla provincia che lo ristrutturò per adibirvi un Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri, ancora attivo.
     
    Un mascherone nel centro storico.
  • Ex Palazzo Ungaro: edificato subito dopo il 1688 dai Mazzacane e dai Valletta, venne donato da questi ultimi ai conti Carafa che a loro volta lo donarono a Giulio Ungaro, governatore della contea. Sotto questa potente dinastia venne decorato da affreschi di Francesco Celebrano divenendo il fulcro della ricca borghesia cerretese. Oggi è smembrato in più unità;
  • Vecchia fucina: antica bottega di fabbri, originariamente opificio per la lavorazione dei panni lana cerretesi.

Altre architetture civili degne di nota sono Villa Langer, palazzo Mastrobuoni, l'unico edificio che agli inizi XVIII secolo era costituito da tre piani, palazzo Ciaburri di sotto successivamente orfanotrofio, palazzo Mazzarelli oggi Ventrone, costruito sulle prime baracche nate dopo il terremoto del 1688 e di cui si vedono ancora tracce, palazzo Mastracchio, palazzo del viceconte, palazzo Giuseppe Ciaburro (sede della Comunità Montana), palazzo Gizzi, Palazzo Ciaburro (sede dell'Ambito B3), palazzo Giordani, palazzo Nardella, con curiosi monogrammi sotto il cornicione e palazzo D'Adona.

Fontane e monumenti

Altre fontane degne di importanza sono la fontana cap da for, nei pressi della casa abitata dal brigante Cosimo Giordano, rifatta nel 1767, la fontana di San Giuseppe su largo San Rocco, con un mascherone in pietra, la fontana della tinta anch'essa con due mascheroni in pietra, la fontana di piazza Roma, la fontana di Sant'Anna e la fontanna della Madonna della Libera, costituita da blocchi di pietra provenienti dai resti di un tempio sannita che sorgeva in loco.

 
Basamento del Tempio di Flora.

All'ingresso della cittadina, in piazza luigi Sodo, è il monumento ai caduti di tutte le guerre raffigurante la vittoria alata ed eretto nel 1960 dopo che il precedente, raffigurante un soldato, venne fuso durante la seconda guerra mondiale per ricavarne munizioni. Al termine del corso principale ed antistante l'Istituto Leone XIII (Ex Monastero delle Clarisse) è un monumento eretto nella metà del XX secolo in onore della Madonna delle Grazie, protettrice della Diocesi.

Siti archeologici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tempio di Flora (Cerreto Sannita).

In località Madonna della Libera sono siti i resti di un tempio sannita che in età romana venne dedicato alla dea Flora e che era sito in prossimità del luogo dove sorgeva Cominium Cerritum. Del tempio restano un tratto del basamento sistemato nel luogo originario a seguito dei recenti restauri, alcuni blocchi squadrati dai quali è stata ricavata la vasca di una vicina fontana, alcuni pezzi di colonne a tutto tondo e dei capitelli di ordine corinzio. Fra i monti Erbano e Cigno lungo il corso del fiume Titerno è invece sito un ponte con arco a tutto sesto chiamato Ponte di Annibale perché secondo una leggenda vi passò il celebre condottiero cartaginese durante le vicende della seconda guerra punica.

Della Cerreto medievale restano alcuni tratti delle mura sporgenti su via san Giovanni ed i massicci ruderi del torrione della porta orientale che aveva funzioni carcerarie.

Diversi sono i siti di archeologia industriale connessi all'antica industria dei panni lana cerretesi che ebbe la massima floridezza dal XVI al XVIII secolo e di cui il simbolo più emblematico sono i resti della Tintoria ducale dove venivano tinti i panni lana. L'attuale Tintoria, ricostruita dopo il sisma del 5 giugno 1688 e terminata nel 1712 sul sito della precedente, è costituita da diversi grandi vani aventi nel pavimento delle vasche dove venivano immersi i capi. Attualmente il sito è in ristrutturazione. Sparse nel territorio comunale erano i ruderi di altri opifici collegati alla lavorazione dei panni lana come alcune gualchiere. Alcuni resti di una di essa si notano ancora fra la fitta vegetazione esistente su una riva del torrente Turi', nei pressi della Cappella di San Giovanni.

 
Particolare di Morgia Sant'Angelo o "leonessa".

Nel 2007 in alcune foto satellitari sono stati individuati i resti di un probabile insediamento sannita in località monte Coppe.

Siti naturalistici

  • Morgia Sant'Angelo o Leonessa: masso calcareo avente le sembianze di un felino che si erge su monte Coppe, rivolta verso la valle Telesina. Nel suo ventre è una grotta adibita a chiesa per diversi secoli e in cui fu sepolto mons. Biagio Caropipe, vescovo nel XVI secolo. Nella zona antistante la leonessa alla fine dell'800 furono trovati un sepolcro tufaceo, i resti di un forno primitivo ed altri reperti archeologici oggi dispersi.
  • Forre del Titerno: piccoli canyon scavati dall'erosione dell'acqua del torrente omonimo, avvenuta nel corso dei millenni. Le forre sono profonde sino a 30-35 metri e sono presenti in un tratto corrispondente alla gola esistente fra i monti Erbano e Cigno.
  • Grotta dei Briganti o grotta chiusa, esplorata il 6 agosto 1935 da un gruppo di speleologi capitanati dai proff. Umberto Franco e Silvestro Mastrobuoni. L'ingresso difficoltoso dà accesso ad una serie di ambienti ricchi di stalattiti e stalagmiti che terminano nella "cattedrale", maestoso locale alto circa 20 metri. Sul costone roccioso si aprono inoltre numerose altre grotte minori, tra cui la "grotta delle fate" e quella "della strega", che testimoniano anche di un passato minerario della zona.

Geografia antropica

Contrade e rioni

Il nuovo statuto comunale, entrato in vigore nel 2005, prevede la ripartizione del territorio rurale in cinque consigli di contrada:

  • Madonna della Libera - Raone - Trocchia - Madonna del Carmine - San Giovanni;
  • Sant'Anna - Pontecolonna - Madonna del Soccorso;
  • Montrino - Cerquelle - Madonna delle Grazie - Pezzalonga;
  • Cesine di sopra;
  • Cesine di sotto - Dodici Angeli - Acquara.

Il centro storico è invece tradizionalmente diviso in rioni:

  • Capo da fuori (in dialetto Cap da for, al termine dell'abitato);
  • San Rocco;
  • Sopra le monache;
  • Spineto;
  • Conceria;
  • Tinta;
  • Cartoniera;
  • Congregazione;
  • San Martino;
  • Cattedrale.

Comuni confinanti

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Economia

L'economia locale è basata principalmente sull'agricoltura e sulle piccole aziende di trasformazione dei prodotti agricoli. Il comune ha una superficie agricola utilizzata di 2260,26 ettari (2000)[12].

Negli ultimi anni ha avuto luogo un significativo aumento del turismo e del settore dei servizi.

Nel paese è importante la produzione di ceramica artistica, tradizione che risale al Settecento. Nel settembre 2004 il Touring Club Italiano l'ha insignito della Bandiera arancione, marchio di qualità turistico ed ambientale per l'entroterra.

Servizi

Il comune ospita diversi uffici distrettuali e decentrati, ed è sede della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ospedale Maria delle Grazie.
 
Il Ponte di Annibale.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[13]

Dialetto

La parlata cerretese rappresenta una alterazione o una varietà del dialetto campano. Essa risente di influenza tardo-latina con la presenza di numerosi termini spagnoli, francesi, greci, germanici e perfino arabi e turchi[14].

Cultura

 
Particolare della facciata della scuola elementare.

Istruzione

A Cerreto Sannita hanno sede tre scuole secondarie superiori:

Sino agli anni novanta del XIX secolo erano pure attivi un Istituto ed una Scuola magistrale, ed un Liceo linguistico paritario tenuto dalle Suore di Carità di Nostra Signora del Buono e Perpetuo Soccorso.

Gastronomia

Il "Virno", o fungo di San Giorgio, è definito il re della cucina cerretese essendo presente in molti piatti di questa, dalle tagliatelle fatte in casa alla stracciatella con i virni, dalla frittata alle bruschette. Altre specialità cerretesi sono gli "abbuoti" (budelline di agnello da latte) al sugo; le "quagliatelle cu i cicr" (tagliatelle fatte in casa con i ceci); la trippa con i fagioli; le "scagnuzzell" (bruschette) con pomodoro, aglio ed olio extravergine di oliva.

Film

A Cerreto Sannita si sono tenute le riprese di tre importanti film: Maddalena (con Gino Cervi e Marta Toren); La bella mugnaia (con Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica); I briganti italiani (con Vittorio Gassman ed Ernest Borgnine).

Infrastrutture e trasporti

Dista circa 35 km dal capoluogo di provincia.

Eventi e manifestazioni

  • Carnevale cerretese;
  • L'priatorie, asta di beneficenza (marzo);
  • Sagra degli asparagi selvatici (maggio);
  • Sagra del virno o fungo di San Giorgio (maggio);
  • Festa della Santa Croce (2 maggio);
  • Solennità di Sant'Antonio di Padova, patrono (10-14 giugno);
  • Festa dello sport (giugno);
  • Notte delle Janare (giugno);
  • Festa della Madonna delle Grazie (2 luglio);
  • Festa della Madonna del Carmine (16 luglio);
  • Festa di Sant'Anna (26 luglio);
  • Festa di Gesù Redentore (31 luglio);
  • Festa dell'Assunzione (15 agosto);
  • Festa di San Rocco (16-17 agosto);
  • Immagini, parole e note (agosto);
  • Mostra bovina (agosto);
  • La movida: la notte bianca (settembre);
  • Pane e olio in frantoio (novembre);
  • Presepiarte (dicembre-gennaio);
  • Biennale di arte ceramica contemporanea (dal 1998 ad anni pari).
 
CapaRezza in concerto durante la Notte Bianca edizione 2009.

Personalità legate a Cerreto Sannita

Amministrazione

Politica

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Interno di Palazzo del Genio.

Cerreto Sannita è stata sin dal dopoguerra amministrata da liste civiche di centro e centro destra, egemonia interrotta nel 1999 quando ha vinto le elezioni una coalizione prevalentemente di centro sinistra, pur avendo al suo interno alcuni esponenti del centro destra.

Alle ultime elezioni politiche del 2008 la coalizione del Popolo delle Libertà è risultata essere la più votata con il 52,8% dei consensi; a seguire la coalizione PD - IDV con il 32,6% dei voti, l'UDC con il 6% e Sinistra Arcobaleno con il 4,8%[15].

Raccolta differenziata

Cerreto Sannita si è distinta in sede nazionale per la percentuale di raccolta differenziata (74,9%) ottenendo nel luglio 2009 l'annuale premio dei "Comuni ricicloni"[16].

Sindaci dall'Unità d'Italia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Cerreto Sannita.

Sport

A Cerreto Sannita sono presenti due società sportive calcistiche: La Cerretese e il Real Cerreto.

Bibliografia

  • AA.VV., Cerreto Sannita: Testimonianze d'arte tra Settecento e Ottocento, E.S.I., 1991.
  • ANCeSCAO Sez. di Cerreto Sannita, Guida di Cerreto Sannita 2009, ANCESCAO, 2008.
  • Mario Rotili, L'Arte nel Sannio, Ente Provinciale per il Turismo, 1952.
  • Nicola Ciaburri, La ricostruzione di Cerreto Sannita dopo il terremoto del 1688 in: Illuminismo meridionale e Comunità locali, ed. Guida, 1987.
  • Nicola Ciaburri, Di Città cadute per tremuoti... in: Cerreto Sannita - laboratorio di progettazione 1988 a cura di F. Moschini, Kappa ed., 1989.
  • Vincenzo Mazzacane, Memorie storiche di Cerreto Sannita, Liguori Editore, 1990.
  • Renato Pescitelli, Chiesa Telesina: luoghi di culto, di educazione e di assistenza nel XVI e XVII secolo, Auxiliatrix, 1977.
  • Renato Pescitelli, La Chiesa Cattedrale, il Seminario e l'Episcopio in Cerreto Sannita, Laurenziana, 1989.
  • Renato Pescitelli, La Chiesa Collegiata di San Martino Vescovo in Cerreto Sannita, Don Bosco, 1990.
  • Renato Pescitelli, Palazzi, Case e famiglie cerretesi del XVIII secolo: la rinascita, l'urbanistica e la società di Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688, Don Bosco, 2001.
  • Pro Loco Cerreto Sannita, Una passeggiata nella storia, Di Lauro, 2003.
  • Nicola Rotondi, Memorie storiche di Cerreto Sannita, manoscritto inedito conservato nell'Archivio Comunale, 1870.
  • Nicola Vigliotti, I Giustiniani e la ceramica cerretese, LER, 1970.

Note

  1. ^ Guido Piovene, Viaggio in Italia, Mondadori, 1957.
  2. ^ Vigliotti Nicola, Il Culto Micaelico nella Grotta della Leonessa, Nuova Impronta, 2000, pag. 11.
  3. ^ Livio, Ab urbe condita, XXV.14
  4. ^ Nicola Rotondi, Memorie storiche di Cerreto Sannita, ms. inedito conservato presso l'Archivio comunale, 1870.
  5. ^ Vincenzo Mazzacane, Memorie storiche di Cerreto Sannita, Liguori Editore, 1990.
  6. ^ Pro Loco Cerreto Sannita, Una passeggiata nella storia, Di Lauro, 2003.
  7. ^ Renato Pescitelli, Palazzi, Case e famiglie cerretesi del XVIII secolo: la rinascita, l'urbanistica e la società di Cerreto Sannita dopo il sisma del 1688, Don Bosco, 2001.
  8. ^ S. Biondi, Storia delle antichissime ceramiche di Cerreto Sannita, Benevento, 1970.
  9. ^ Nicola Rotondi, Memorie storiche di Cerreto Sannita, manoscritto inedito conservato nell'Archivio Comunale, 1870.
  10. ^ Idem.
  11. ^ Billy Nuzzolillo, Cerreto Sannita: un esempio di ricostruzione post sismica, Sanniopress, 2003.
  12. ^ Camera di Commercio di Benevento, dati e cifre, maggio 2007.
  13. ^ Dati tratti da:
  14. ^ Elena Cofrancesco, La Parlata Cerretese: L' C'rratèn, A.S.C.C., giugno 2002.
  15. ^ Dati relativi alla Camera dei Deputati, su politiche.interno.it. URL consultato il 23-08-08.
  16. ^ Bene la raccolta differenziata, premiato l'impegno: articolo de "Il Sannio Quotidiano", anno XIV n. 194 del 15-07-2009 pag.12.

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Collegamenti esterni

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