Juventus Football Club
| Juventus F.C. Calcio | |
|---|---|
| La vecchia Signora; Madama La fidanzata d'Italia; Le Zebre I bianconeri; La Goeba [La] Signora Omicidi | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | File:600px Bianconera con stelle e stemma di Torino.png Strisce bianche e nere |
| Simboli | Zebra |
| Inno | Juve, storia di un grande amore Paolo Belli |
| Dati societari | |
| Città | |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Serie A |
| Fondazione | 1897 |
| Presidente | |
| Allenatore | |
| Stadio | Stadio Olimpico di Torino (27.994 posti) |
| Sito web | www.juventus.com |
| Palmarès | |
| Scudetti | 27 |
| Trofei nazionali | 9 Coppe Italia 4 Supercoppe italiane |
| Trofei internazionali | 2 Coppe dei Campioni/Champions League 1 Coppe delle Coppe 3 Coppe UEFA/Europa League 2 Supercoppe UEFA 1 Coppa Intertoto UEFA 2 Coppe Intercontinentali |
| Si invita a seguire il modello di voce | |
Una leggenda che esalta il cielo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all'estero con un nome, una maglia di colori conosciuti in tutto il mondo»
La Juventus Football Club S.p.A. (dal lat. iuventus, gioventù[2]), nota anche come Juventus o, più semplicemente, Juve, è una società calcistica italiana per azioni con sede a Torino. Fondata nel 1897 come Sport Club Juventus da un gruppo di studenti liceali torinesi[3], ha sempre militato nella massima categoria del campionato italiano di calcio (dal 1929 denominata Serie A) sin dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006-07; insieme all'Internazionale è l'unica squadra del Paese a non essere mai retrocessa sul campo.
La Juventus è uno dei due club che rappresentano nel calcio professionistico il capoluogo piemontese, l'altro essendo il Torino, formatosi nel 1906 anche a opera di soci dissidenti della formazione bianconera.
Le origini della Juventus non sono ben attestate, in ragione del fatto che al termine del XIX secolo lo sport in Italia non era talmente diffuso da giustificarne l'interesse da parte della stampa. L'unico documento scritto con caratteristiche di "ufficialità" attestante con sufficiente certezza la nascita della Juventus fu redatto da uno dei suoi fondatori, Enrico Canfari, e pubblicato sulla rivista istituzionale del club sul finire del 1915[3].
Terzo club calcistico italiano per anzianità tra quelli tuttora attivi - dopo Genoa (1893) e Udinese (1896)[4] - la Juventus, vincitrice del suo primo campionato nel 1905, vanta 27 titoli di campione d'Italia (record nazionale), 9 Coppe Italia (anch'esso record nazionale, condiviso con la Roma) e 4 Supercoppe d'Italia, per un totale di 40 vittorie in competizioni nazionali, cui vanno sommate 11 vittorie in tornei internazionali, tra le quali due titoli di campione d'Europa (1985 e 1996) e due di campione del mondo per club (idem)[5], che ne fanno complessivamente il club italiano con il maggior numero di titoli ufficiali vinti, 51[6]; limitatamente ai titoli internazionali, inoltre, è il secondo club italiano per vittorie dopo il Milan (18), il terzo in Europa insieme al Liverpool e dietro del citato Milan e il Real Madrid (15) nonché il sesto nel mondo ex æquo con il citato Liverpool e il San Paolo e alle spalle, oltre ai già nominati, di Boca Juniors (18), Independiente (15) e gli egiziani dell'Al-Ahly (14).
Vincitrice del suo primo trofeo internazionale ufficiale nel 1977 (Coppa UEFA, nella circostanza vinta per la prima volta da un club italiano e sudeuropeo)[7], nel 1987 la Juventus fu insignita della Targa UEFA come prima squadra ad avere vinto tutte e tre le maggiori competizioni europee dell'epoca, la Coppa dei Campioni (oggi Champions League), la Coppa delle Coppe (soppressa dal 1999) e la Coppa UEFA[8], traguardo in seguito eguagliato solo dall'Ajax nel 1992 e dal Bayern Monaco nel 1996. Con la vittoria nella Coppa Intercontinentale 1985, infine, la Juventus divenne il primo - e rimane tuttora l'unico - club al mondo ad avere conquistato almeno una volta tutti i titoli ufficiali a livello internazionale[5].
Secondo l'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, organizzazione riconosciuta dalla FIFA, la Juventus è il miglior club italiano del XX secolo e il secondo a livello europeo durante il periodo 1901-2000[9].
In base a quanto emerge da un sondaggio della società Demos (agosto 2008), la Juventus risulta essere la squadra con il più alto numero di sostenitori in Italia, avendo riscosso la preferenza del 32,5% del campione[10], a fronte di un 14% di sostenitori dell'Internazionale e del 13,6% del Milan, rispettivamente seconda e terza nella graduatoria di preferenze. Da un'indagine del 2002 risulta che, analogamente a quelli dell'Internazionale, i sostenitori della Juventus sono distribuiti in maniera pressoché uniforme su tutto il territorio nazionale. In 12 regioni su 20 la Juventus è il club con il più grosso seguito di sostenitori. Nelle altre 8, in 7 di esse è il secondo club per seguito, e in una, la Liguria, è il terzo club dopo Genoa e Sampdoria[11].
A livello internazionale, inoltre, la società dichiara di vantare un seguito di circa 170 milioni di sostenitori, di cui circa 43 in Europa e 100 in Asia in base a un rapporto della società tedesca di indagini sul mercato sportivo Sport+Markt AG dell'agosto 2005, citato nel prospetto informativo che la Juventus presentò nel 2007 alla Consob in occasione dell'OPV agli azionisti di circa 90 milioni di titoli della società[12][13]. Secondo un rapporto della stessa società del 2008, la Juventus potrebbe altresì contare su un bacino potenziale di circa 17,7 milioni di sostenitori in Europa[14] e di 9,6 milioni di simpatizzanti in Sudamerica[15].
Legata fin dagli anni venti alla famiglia Agnelli, la Juventus è anche uno dei membri fondatori dell'ECA - Associazione dei Club Europei, organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA. Attualmente il centro di allenamento delle squadre di ogni categoria del club è lo Juventus Center di Vinovo, località poco distante da Torino[16].
Cenni storici
Il 1º novembre 1897 vide la luce a Torino lo Sport Club Juventus per iniziativa di un gruppo di studenti del liceo classico “Massimo d'Azeglio”, usi ritrovarsi in corso Re Umberto su una panchina oggi custodita nell'attuale sede del club[17]; la prima maglia della squadra fu rosa, con cravatta o papillon nero. Nel 1903 divenne bianconera[18].
Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus[19], la società si iscrisse al suo primo campionato nazionale, ma fu eliminata dal Foot-Ball Club Torinese[20]. Il primo titolo nazionale arrivò nel 1905, all'epoca in cui la squadra giocava allo Stadio Velodromo Umberto I[3]. Nel 1906 il presidente della società, lo svizzero Alfred Dick, a seguito di accese discussioni di spogliatoio lasciò la Juventus e si unì, assieme a un gruppo di soci dissidenti, al Football Club Torinese dando vita al Foot-Ball Club Torino[21], segnando così l'origine della più antica rivalità del calcio italiano e l'inizio di una serie di problemi finanziari e sportivi che condussero la squadra bianconera alle soglie della retrocessione in Promozione nel 1913[22].
Dopo la Grande Guerra la Juventus, risollevatasi con la presidenza di Giuseppe Hess e Corrado Corradini, riuscì a migliorare il suo piazzamento in campionato e a fornire alcuni giocatori, tra cui il portiere Giovanni Giacone[23], alla Nazionale.
Il proprietario della FIAT Edoardo Agnelli assunse il controllo della società nel 1923; nello stesso anno fece costruire un nuovo stadio, in Corso Marsiglia, primo impianto sportivo italiano realizzato interamente in cemento armato[3]. Con l'arrivo del primo allenatore professionista, l'ungherese Jenő Károly, giunse anche la vittoria del secondo tricolore nella stagione 1925-26[3]. Il primo grande ciclo vincente della Juventus, grazie all'apporto di elementi come Giovanni Ferrari, Raimundo Orsi, Luis Monti e il celebre trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris[24], giunse tra il 1930-31 e il 1934-35, epoca dei cinque scudetti consecutivi (primato nazionale), uniti al raggiungimento delle semifinali di Coppa dell'Europa Centrale per quattro anni consecutivi. Allenatore della squadra in quattro delle cinque vittoriose stagioni fu Carlo Carcano[25], uno dei precursori del Metodo[3]; molti giocatori di quella Juventus formarono il nucleo della Nazionale italiana che si aggiudicò le vittorie nella Coppa Internazionale, progenitrice dell'attuale campionato d'Europa[26] e, soprattutto, nel campionato del mondo 1934 (cui la Juventus contribuì con 9 giocatori[27]).
La prematura morte di Edoardo Agnelli, avvenuta nel 1935, coincise con la fine del c.d. Quinquennio d'oro. Per il resto degli anni trenta e quasi tutti i quaranta la squadra bianconera non riuscì più a riconquistare lo scudetto, che giunse solo in fine di decennio, nel 1949-50.
Tra il 1943 e il 1945 la società, che già aveva dovuto rinunciare alla ragione sociale Foot-Ball Club a seguito dell'italianizzazione imposta dal fascismo, assunse il nome di Juventus-Cisitalia, in abbinamento con la Casa automobilistica omonima, la Cisitalia appunto, il cui proprietario era Pietro Dusio, all'epoca presidente del club bianconero[28] (laddove, singolarmente, il marchio FIAT, di proprietà della famiglia Agnelli, fu abbinato al Torino[28]).
Alla fine della guerra la società torinese mutò la denominazione in Juventus Football Club. Sotto la presidenza di Gianni Agnelli e, in seguito, di suo fratello Umberto, la Juventus conobbe un secondo ciclo di vittorie, grazie anche all'arrivo di elementi come l'argentino Omar Sivori e il gallese John Charles che, insieme al talento casalingo, e capitano della squadra, Giampiero Boniperti, formarono quello che la stampa non tardò a denominare Trio Magico[29][30]: tre scudetti tra il 1958 e il 1961, il primo dei quali, il 10º, quello che le valse il diritto a poter esporre sulle maglie la stella[31]. Omar Sivori divenne nel 1961 il primo calciatore proveniente dalla Serie A a vincere il Pallone d'oro. A tale ciclo fece seguito un decennio scarso di vittorie, con la sola eccezione del titolo 1966-67, vinto superando all'ultima giornata l'Internazionale sconfitta sul campo del Mantova.
Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti diventò presidente del club e il suo primo scudetto in tale nuova veste giunse subito alla sua prima stagione, nel 1971-72, bissato da quello successivo del 1972-73: furono i primi di un nuovo ciclo, che in quindici anni, sotto la conduzione tecnica dapprima di Carlo Parola e poi di Giovanni Trapattoni, portarono a Torino nove scudetti (l'ultimo nel 1986), due Coppe Italia e vittorie internazionali che fecero diventare la Juventus il club primo d'Europa a vincere tutte le competizioni dell'UEFA e, a seguire, il primo del mondo a vincere tutte le competizioni ufficiali per club.
In tale quindicennio fu stabilito anche il record di punti per campionati a 16 squadre (51, contro il Torino fermo a 50, nel 1976-77) alla fine di un torneo definito allora da La Gazzetta dello Sport «un lungo e affascinante duello»[32] e, contemporaneamente ad esso, anche la vittoria in Coppa UEFA, al termine di una durissima doppia finale disputata contro gli spagnoli dell'Athletic di Bilbao, con un organico composto esclusivamente da giocatori italiani[33]: di essi, quelli schierati in campo nella circostanza furono Zoff, Cuccureddu, Gentile; Furino, F. Morini, Scirea; Causio, Tardelli, Boninsegna (sostituito al 59' dell'incontro da Spinosi), Benetti e Bettega.
A macchiare la conquista del titolo di campione d'Europa, conseguito a Bruxelles il 29 maggio 1985 sul Liverpool, vi furono gravissimi incidenti pre-gara tra la tifoseria italiana e quella inglese, che portarono alla morte di 39 spettatori.
Lo scudetto vinto nel 1986 chiuse il decennio di Trapattoni: durante la sua gestione, complessivamente 9 elementi della Juventus giocarono nella Nazionale italiana al Campionato del mondo 1978 in Argentina (dove gli Azzurri giunsero quarti) e 6 in quella che si laureò campione del mondo 1982 in Spagna. Inoltre Antonio Cabrini, Gaetano Scirea e Marco Tardelli divennero i primi giocatori al mondo ad avere vinto sia tutte le competizioni per club cui presero parte sia la Coppa FIFA.
Tramontata la generazione di calciatori che avevano costituito l'asse portante della squadra la Juventus affrontò nove anni privo di risultati in campo nazionale, anche se giunsero una Coppa Italia (1990) e due Coppe UEFA (1990 e 1993[34]).
Nel 1994 un cambio ai vertici della società fu il preludio all'arrivo di Marcello Lippi, che corrispose all'ennesimo ciclo vincente in Italia e a livello internazionale: in dieci stagioni, con un intervallo di un biennio di interregno di Carlo Ancelotti, che vinse la Coppa Intertoto (ultimo trofeo internazionale vinto dal club, fino ad oggi), la Juventus vinse cinque scudetti, raggiunse quattro finali di Champions League vincendo quella del 1996 allo Stadio Olimpico di Roma, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa UEFA.
Nel 2004 giunse sulla panchina bianconera Fabio Capello, fino ad allora allenatore della Roma: nei due anni di gestione del tecnico friulano la Juventus vinse due campionati consecutivi, nel 2004-05 e 2005-06, che nel computo generale del club sarebbero stati rispettivamente il 28º e il 29º; tuttavia, a causa del caso giudiziario giornalisticamente definito Calciopoli a seguito del quale alcuni club di serie A vennero penalizzati, lo scudetto del 2005 fu revocato e non assegnato; quanto a quello del 2006, la Juventus fu retrocessa per illeciti sportivi all'ultimo posto della classifica e penalizzata di 17 punti (successivamente ridotti a 9[35]) nel successivo torneo di serie B; stante la contemporanea penalizzazione in punti del Milan giunto secondo alle sue spalle, il titolo fu assegnato all'Internazionale, terza prima delle sentenze della magistratura sportiva. Sotto la nuova dirigenza (Giovanni Cobolli Gigli, presidente, e Jean-Claude Blanc, amministratore delegato) la Juventus, con 28 vittorie e 10 pareggi su 42 incontri (pari a 85 punti al netto delle penalità), fu promossa in serie A un anno più tardi vincendo il campionato di serie B con sei punti di vantaggio sulla seconda, il Napoli. Il tecnico cui fu affidata la squadra, Didier Deschamps, si dimise prima della fine del campionato, dopo la promozione matematica: nell'estate del 2007 fu scelto di affidare la conduzione tecnica all'allenatore romano Claudio Ranieri.
Nella stagione 2007-08 la Juventus si è classificata al terzo posto finale in campionato guadagnando così l'accesso alla successiva edizione di Champions League, nella quale è giunta fino al turno di ottavi di finale.
Il 18 maggio 2009 Ranieri viene esonerato e la conduzione tecnica viene affidata a Ciro Ferrara, responsabile del settore giovanile del club[36].
Cronologia
| Cronistoria della Juventus Football Club | ||
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Colori e simboli
Colori
Dal 1903 l'uniforme di gioco della Juventus è una maglia a strisce verticali bianche e nere. I pantaloncini sono normalmente bianchi, talora neri[18].
La maglia originale era di colore rosa con cravatta nera: tale scelta cromatica fu dovuta a un errore nella spedizione nei corredi ordinati per il club. In seguito, a causa dei frequenti lavaggi, la maglie si scolorirono in maniera talmente evidente che il club ne decise un cambio[3].
Fu così chiesto all'inglese John Savage, uno dei membri della società, di cercare nel suo Paese un kit da gioco più consono e resistente all'usura; Savage aveva un amico di Nottingham tifoso del Notts County, la cui maglia è a strisce bianconere; per tale ragione fu spedito a Torino un set di uniformi analogo a quello usato dal Notts County[52].
Simboli
Lo stemma
Eccezion fatta per un logo in uso a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, una silhouette di una zebra rampante con due stelle a simboleggiare i venti scudetti raggiunti, fin dagli anni venti l'emblema della Juventus è rimasto sostanzialmente invariato[53], essendo stato soggetto solamente a moderati restyling, il più recente dei quali risalente al 2004[54].
Esso raffigura uno scudo ovale a strisce verticali bianche e nere, che nella versione più recente sono sette, quattro bianche e tre nere[54]. Il nome del club è impresso in caratteri neri e sottolineato in oro su di un'area bianca convessa. Il gioco di ombreggiature del logo ha lo scopo di conferire ad esso un'apparenza di tridimensionalità[54]. Nella parte inferiore dello stemma, in bianco su sfondo nero, è rappresentato il toro, simbolo civico di Torino.
In passato lo sfondo del nome del club fu anche di colore blu Savoia, omaggio alla tradizione sabauda di Torino, e di forma concava[53]. Anche lo sfondo dello stemma civico fu blu Savoia, mentre il toro e il nome del club erano di colore giallo-oro[53].
Dal logo attuale sono state eliminate le due stelle, presenti fin dal 1982, in quanto considerate un riconoscimento sportivo (variabile nel tempo) e non un elemento d'identità del club[54].
Inno ufficiale
L'inno ufficiale della Juventus è Juve, storia di un grande amore, composto dal cantante e musicista emiliano Paolo Belli nel 2006. Vi sono altre canzoni scritte in omaggio alla squadra come Il cielo è bianconero, Vecchia Signora, Juve facci sognare e Magica Juve, tutte a opera del compositore Francesco De Felice[55]. Tra quelle composte dagli artisti più noti, figura Juvecentus, opera di Pierangelo Bertoli nel 1997, in occasione del centesimo anniversario della fondazione del club[56].
Stadi
Dalla stagione 2006-07 la Juventus disputa i suoi incontri interni nello Stadio Olimpico, impianto in passato noto come Stadio Comunale, e già terreno casalingo della squadra dal 1933 al 1990. Lo Stadio Olimpico ha una capacità massima di 27.994 posti a sedere[57], dopo la ristrutturazione avvenuta in occasione dei Giochi Olimpici invernali che Torino ospitò nel 2006. Nato come Stadio “Benito Mussolini” per dotare la città di un impianto che potesse ospitare le gare del campionato del mondo 1934, ribattezzato dopo la guerra Stadio Comunale e, in seguito, Stadio Comunale “Vittorio Pozzo”, esso ospitò 890 incontri di campionato della Juventus[57] e, dal 1963, dopo la definitiva dismissione del “Filadelfia”, fu condiviso con il Torino; capace di circa 65.000 posti in piedi, fu utilizzato fino al 1990, anno in cui le due compagini cittadine si trasferirono al “delle Alpi”, riservando il Comunale solo agli allenamenti della Juventus.
Il 18 giugno 2002 il Comune cedette l'impianto a titolo gratuito al Torino in cambio dell'impegno del club granata a ristrutturarlo in tempo per i Giochi Olimpici (tale impegno non fu rispettato per sopravvenuto fallimento societario nel 2005 a seguito del quale il Comune riacquisì la titolarità della concessione dell'impianto) e, nel contempo, concesse lo sfruttamento dell'area dello Stadio delle Alpi alla Juventus per 99 anni[58]. Lo Stadio Olimpico è destinato a rimanere l'impianto interno della Juventus fino al completamento dei lavori del nuovo stadio di proprietà, che sorgerà sull'area dell'attuale “delle Alpi”.
Il citato Stadio delle Alpi, costruito dal consorzio Acqua Marcia di Roma in occasione del campionato del mondo 1990, fu l'impianto interno dal campionato 1990-91 a tutto il 2005-06; situato nel quartiere di Vallette, nella periferia nord-occidentale di Torino, era capace di poco più di 69.000 posti ed era dotato di un impianto di diffusione acustica che lo rendeva idoneo anche all'esecuzione di concerti. Nel periodo di utilizzo del delle Alpi, comunque, la Juventus scelse di disputare le proprie gare interne in stadi di altre città, quali ad esempio il Manuzzi di Cesena (Coppa Italia, Coppa Intertoto), il Meazza di Milano (semifinale e finale di Coppa UEFA 1994-95) oppure la Favorita di Palermo (Supercoppa UEFA 1996)[58].
In assoluto, i primi impianti utilizzati dal club furono il Parco del Valentino e il Cittadella, nel biennio 1897-1898. Dal 1898 al 1908 fu utilizzato lo Stadio Piazza d'Armi, tranne il biennio 1905-1906, durante il quale il terreno di casa fu il velodromo Umberto I[59].
Dal 1909 al 1922 l'impianto utilizzato fu quello di Corso Sebastopoli e, dal 1922 al 1933, quello di Corso Marsiglia, che fu teatro della conquista di 4 campionati, tre dei quali consecutivi[60].
Il nuovo stadio
È del 18 marzo 2008 la decisione del consiglio di amministrazione della Juventus F.C. SpA di approvare il progetto per il nuovo stadio, destinato a sorgere sull'area dell'attuale “delle Alpi”[61]; l'investimento complessivo per la realizzazione del nuovo impianto ammonta a 105 milioni di euro[62].
L'opera, progettata dagli studi GAU e Shesa sotto il coordinamento degli architetti Gino Zavanella ed Eloy Suarez e dell'ingegnere Massimo Majowecki, è stata ufficialmente presentata il 20 novembre 2008 al Lingotto[63]: prevista su un'area totale di 355.000 m² (di cui 45.000 destinati allo stadio, 155.000 ai servizi, 34.000 alle attività commerciali e 30.000 ad aree verdi e piazze[61]), tutta la costruzione è a pianta rettangolare, circondata da due strutture semi-ellittiche destinate a ospitare le attività commerciali, i ristoranti e i bar: l'accesso alle tribune sarà garantito da specifiche passerelle inserite nei diversi settori dello stadio. Sono previsti anche palchi c.d. VIP, affacciati direttamente sul prato[61].
Lo stadio, definito all'avanguardia nei criteri di sicurezza per esso previsti[61] e nell'abbattimento delle barriere architettoniche, prevede 41.000 spettatori seduti[61], ed è concepito solo per il calcio, non avendo pista d'atletica intorno al campo; il terreno di gioco sarà ribassato di circa un metro e mezzo rispetto alle gradinate più basse, e non sono previste barriere né separazioni fisiche tra spalti e terreno[64].
Esternamente allo stadio, e tutto intorno ad esso, è prevista una struttura realizzata da una rete microforata idonea a fare da schermo per videoproiezioni e assumere colorazioni diverse durante le varie ore del giorno; la copertura delle gradinate verrà effettuata in teflon trasparente e lascerà filtrare la luce all'interno dello stadio. L'inaugurazione è prevista per luglio 2011, in concomitanza con il 150º anniversario dell'Unità d'Italia[65] e il pieno utilizzo per la stagione 2011-12.
La Juventus nella cultura popolare
Nel corso degli anni la Juventus, oltre a imporsi come realtà sportiva nazionale e internazionale, ha acquisito un posto di rilievo nella cultura del suo Paese. Essa fu la prima, al pari del Genoa, ad avere al seguito un “treno speciale” di tifosi: accadde il 1º aprile 1906 in occasione dell'incontro di campionato tra dette due squadre in campo neutro a Milano, ripetizione di quello, disputato a Torino, interrotto il 18 marzo precedente a causa della prima invasione di campo della storia del calcio italiano[66].
Il 29º derby della Mole disputatosi allo stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932 fu il primo evento calcistico trasmesso in diretta radiofonica nazionale dall'EIAR, con la voce di Nicolò Carosio[67]. Inoltre, nel quadro delle trasmissioni sperimentali della RAI (quelle ufficiali, anche sportive, ebbero inizio il 3 gennaio 1954[68]) l'incontro di serie A Juventus - Milan del 5 febbraio 1950 fu oggetto della prima diretta televisiva nazionale, per la voce di Carlo Balilla Bacarelli[69].
A uno storico 0-5, subìto il 15 marzo 1931 al Campo Testaccio della Capitale a opera della Roma di Fulvio Bernardini, sono ispirati sia il primo fonofilm italiano relativo al calcio: Cinque a zero (1932), per la regia di Mario Bonnard[70] che il romanzo di Mario Soldati Le due città (1964)[71]. Il club è stato anche punto di riferimento in altre opere di Soldati, quali America primo amore (1935)[72], Un prato di papaveri. Diario 1947-1964 (1973)[73] e Lo specchio inclinato. Diario 1965-1971 (1975)[74].
Altri riferimenti alla Juventus si trovano in Vacanze in America di Carlo Vanzina (1984), dove si assiste a una partita tra studenti juventini e romanisti a Zabriskie Point, nella Valle della Morte[75] e in Santa Maradona di Marco Ponti (2001), nel quale si trova una scena ambientata allo Stadio delle Alpi durante l'incontro di campionato tra i bianconeri e l'Atalanta[76]. Per quanto riguarda i film di argomento più legato al calcio e al tifo, sul versante della satira di costume figura Il presidente del Borgorosso Football Club di Luigi Filippo D'Amico (1970), in cui il personaggio eponimo, interpretato da Alberto Sordi, ingaggia l'ex juventino Omar Sivori, presente nel film nella parte di se stesso[77]; nei primi anni ottanta, in Eccezzziunale… veramente, del citato Vanzina (1982), Diego Abatantuono rappresenta, nei tre episodi di cui si compone il film, rispettivamente un tifoso milanista, uno interista e uno juventino[78]; stesso ruolo interpretò nel sequel, un quarto di secolo più tardi, in Eccezzziunale… veramente - Capitolo secondo… me (2006), ancora di Vanzina[79]. Infine, sul fronte dell'analisi del disagio sociale e del tifo come valvola di sfogo dell'aggressività, figura il film Ultrà di Ricky Tognazzi (1990), che parla delle vicende di un capotifoso della Roma (interpretato da Claudio Amendola) e del gruppo organizzato da lui guidato che si reca in trasferta a Torino, dove ingaggia violenti scontri con i Drughi, frangia di ultras bianconeri[80].
La poesia-tributo Madama Juve, scritta in piemontese dallo scrittore e giornalista Giovanni Arpino, fu inclusa nel libro Opere (1992), antologia a cura dei poeti Giorgio Bàrberi Squarotti e Massimo Romano[81]. Tale poesia, insieme ad altri omaggi alla Juventus composti da Arpino, è stata tradotta in italiano dal critico letterario torinese Bruno Quaranta e pubblicata nella sua opera Stile e stiletto (1997)[82]. Sempre a opera di Arpino sono altri riferimenti alla Juventus, citati in Racconti di vent'anni (1974)[83] e in Opere scelte (2005), antologia letteraria, narrativa e giornalistica a cura dell'italianista veneziano Rolando Damiani[84]. Ancora in ambito letterario la Juventus fa da sfondo, come punto di riferimento della vita del protagonista, nel romanzo di Aldo Nove Puerto Plata Market[85] e, nel romanzo del giornalista Aldo Cazzullo I ragazzi di via Po, è parte del contesto storico-culturale della società torinese degli anni cinquanta[86]. Entrambi i lavori citati sono del 1997. Al anno successivo è stato pubblicato il libro La Juve sulla Luna, un'autobiografia del giornalista e scrittore Maurizio Crosetti nella quale son messe in luce le sue vivenze con il calcio degli ultimi trenta anni e più in particolare con la squadra bianconera[87]. Più recentemente, nel 2003, i giornalisti Mario e Andrea Parodi hanno citato la Juventus di Trapattoni campione d'Italia nel 1977 e 1978 all'interno del contesto storico e sociale della crisi politico-istituzionale dell'Italia di quegli anni, nel loro libro In bianco e nero[88].
Fuori dall'Italia la Juventus è citata come F.C. Piemonte nell'anime giapponese Captain Tsubasa Road to 2002 (2001) e con il suo nome vero nel manga omonimo[89]. In Inghilterra i tifosi del Notts County sono usi intonare il loro coro da stadio It's just like watching Juve (È proprio come guardare la Juve), in riferimento alla comunanza cromatica delle uniformi dei due club, ogni volta che la loro squadra realizza una grande prestazione[90].
Tra gli eventi culturali più recenti aventi come oggetto il club bianconero, figura la mostra Juventus: 110 anni a opera di arte, organizzata in occasione del centodecimo anniversario della fondazione della società[91] e tenutasi a Palazzo Bricherasio a cura della fondazione omonima dal 26 ottobre al 2 dicembre 2007. Tale esposizione, curata dal critico d'arte Luca Beatrice, ha illustrato lo sviluppo della storia, dei personaggi e dei successi della Juventus e il suo rapporto con la città di Torino attraverso un'analisi artistica e culturale sul calcio[92]:
L'impegno in campo sociale
La Juventus è attiva nel campo sociale e umanitario. Tra i programmi sociali intrapresi, figurano Fatti e Progetti per i Giovani, orientato al miglioramento della qualità di vita e a favorire l'accesso all'istruzione ai giovani extracomunitari minorenni[94] tramite un centro di accoglienza, e la realizzazione – in collaborazione con la facoltà di Economia dell'Università di Torino – di un corso di formazione allo studio del management sportivo[94].
In ambito sanitario, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna di Torino partecipa al progetto Crescere insieme al Sant'Anna[95], programma di ristrutturazione del reparto di Neonatologia Ospedaliera dell'ospedale “Sant'Anna”[95] e sostiene le attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro[94].
Altro progetto comunitario della società bianconera è il “Centro di accoglienza” intitolato a Edoardo Agnelli e realizzato in collaborazione con l'Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano al fine di dare ospitalità a madri in condizioni disagiate[94].
Nel 2000, inoltre, la Juventus intraprese il progetto Un sogno per il Gaslini, allo scopo di dotare l'istituto pediatrico “G. Gaslini” di Genova di una dépendance da adibire a luogo di studio e svago per i bambini ivi ricoverati, da realizzarsi tramite il recupero edilizio dell'abbazia di san Gerolamo, che si trova all'interno della struttura dell'ospedale. Per il raggiungimento dello scopo furono necessari 4,5 milioni di euro, dei quali 2 donati dalla famiglia Gaslini, e i rimanenti raccolti dalla Juventus attraverso donazioni e iniziative di beneficenza organizzate dai propri giocatori, come la partecipazione in qualità di ospiti al festival di Sanremo 2003[96], la realizzazione e vendita di libri libri fotografici e CD, il più famoso dei quali fu, nel 2003, una versione del successo di Lucio Battisti Il mio canto libero[97].
Rosa 2009-2010
Rosa e numerazione sono aggiornati al 31 agosto 2009[98].
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Staff tecnico
- Allenatore: Ciro Ferrara.
- Allenatore in 2ª: Massimiliano Maddaloni.
- Preparatore portieri: Michelangelo Rampulla.
- Preparatori atletici: Massimo Neri, Claudio Gaudino e Andrea Scanavino.
- Assistente di campo: Adolfo Sormani.
- Responsabile settore medico: dr. Bartolomeo Goitre.
- Medico sociale: dr. Luca Stefanini.
- Fisioterapisti: Aldo Esposito e Luigi Pochettino.
- Massofisioterapisti: Mauro Caudana, Dario Garbiero e Franco Giacometto.
- Allenatore squadra Primavera: Luciano Bruni.
- Team manager: Daniele Boaglio.
- Responsabili settore giovanile: Renzo Castagnini e Gianluca Pessotto.
- Area tecnica settore giovanile: Massimo Carrera.
- Responsabili osservatori: Renzo Castagnini e Mauro Sandreani.
- Responsabile Juventus Soccer Schools: Marco Marchi.
Rose delle stagioni precedenti
Settore giovanile
Il settore giovanile della Juventus Football Club è composto di 17 squadre maschili che competono a livello nazionale ed eventualmente internazionale nei vari tornei di categoria. Per tutte, il proprio campo di allenamento è lo Juventus Center, centro sportivo di proprietà della società bianconera con sede a Vinovo (TO)[16].
Analogamente a quanto già intrapreso dagli olandesi dell'Ajax, la Juventus ha istituito alcune scuole calcio sotto forma di club-satellite[100] e campi (Summer Camps) in tutta Italia (riservati ai giovani dagli 8 ai 16 anni) e all'estero, precisamente negli Stati Uniti, in Messico e in Inghilterra (dagli 11 ai 16 anni)[101].
Porta inoltre avanti progetti come Juventus University, la prima università del calcio al mondo (con il supporto dell'Università di Torino)[102], Juventus National Academy che si rivolge, attraverso la creazione di una rete di scuole calcio dislocate sul territorio nazionale, ai ragazzi dai 6 ai 12 anni[103] e il programma Juventus Soccer Schools International attraverso la gestione di scuole di calcio negli Stati Uniti, Canada, Grecia ed Arabia Saudita[104].
Storicamente la Juventus ha sempre avuto una rete di osservatori giovanili su tutto il territorio nazionale, e anche all'estero[100]. A titolo di esempio, limitatamente ai giocatori che hanno iniziato a militare in giovane età nella Juventus a partire dagli anni sessanta, figurano Pietro Anastasi (classe 1948, giunto a 20 anni da Catania), Franco Causio (1949, nel 1966 giunto alla Juventus da Lecce), Giuseppe Furino (1946, proveniente da Palermo e alla Juventus dal 1965), Roberto Bettega (1950, torinese e cresciuto nella società), Paolo Rossi (1956, da Prato, che dal 1972 al 1975 militò nelle giovanili della società prima di tornarvi da professionista nel 1981).
Di essi, Furino fu convocato per il campionato del mondo 1970 (unico giocatore della Juventus a prendere parte a tale edizione del torneo), Anastasi per quello del 1974, Causio per quelli del 1974 e 1978 (nonché quello del 1982, quando già tuttavia militava nell'Udinese) così come Bettega (che non prese parte al campionato del 1982 causa infortunio), nonché Rossi, presente nel 1982 (e che nel 1978 partecipò da giocatore in comproprietà con il Lanerossi Vicenza e con la maglia di quest'ultimo)[105][106]. Il citato Rossi, inoltre, grazie alla vittoria nel campionato del mondo 1982, oltre a laurearsi campione del mondo, vinse anche il Pallone d'oro di quell'anno nonché la Scarpa d'oro quale miglior marcatore di quell'edizione del torneo, con 6 goal, di cui 3 nel girone sostitutivo dei quarti di finale contro il Brasile, sconfitto 3-2.
Tra gli altri calciatori di prestigio cresciuti nel vivaio della Juventus si segnalano Carlo Bigatto I, Gianpiero Combi (campione del mondo nel 1934), Pietro Rava (campione del mondo nel 1938), Carlo Parola, Giovanni Viola e, soprattutto, Giampiero Boniperti, tuttora recordman di presenze bianconere in campionato (444), da sempre legato alla Juventus, dalle giovanili alla carica di presidente e, attualmente, a quella di presidente onorario del club.
Più recentemente, dal settore giovanile della Juventus si sono messi in evidenza giocatori come Raffaele Palladino, Antonio Nocerino, Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio, Paolo De Ceglie, Antonio Mirante, Domenico Criscito e Matteo Paro, tutti militanti in Serie A. Di essi, i citati Giovinco, Nocerino, Marchisio, De Ceglie e Criscito sono stati membri della Nazionale che ha partecipato al torneo olimpico di calcio 2008 a Pechino[107] e della Nazionale U-21 che ha raggiunto le semifinali del torneo continentale disputato in Svezia nel 2009[108].
Giocatori celebri
In più di 110 anni di storia hanno vestito la maglia della Juventus oltre 700 calciatori, in gran parte italiani[109]; alcuni di questi ultimi hanno anche militato nella Nazionale italiana.
Tra i calciatori italiani di rilievo che hanno militato nella Juventus figurano i già citati Carlo Bigatto I, considerato il primo calciatore-simbolo della Juventus[110], Giampiero Boniperti, riconosciuto come il calciatore più rappresentativo della storia della società[111], Carlo Parola (autore della più famosa rovesciata del calcio italiano, il cui gesto atletico ha ispirato l'inconfondibile marchio dell'album Panini dei calciatori[112]), Dino Zoff (vincitore, tra altri, di sei scudetti e una Coppa UEFA con la Juventus, della quale difese la porta per 330 partite consecutive di campionato tra il 1972 e il 1983 e a tutt'oggi unico calciatore italiano ad avere vinto sia il campionato d'Europa che quello del mondo con l'Italia, nominato dalla FIGC nel 2004 UEFA Golden Player italiano[113]), Gaetano Scirea, Sergio Brio, Antonio Cabrini e Stefano Tacconi, quattro dei cinque soli calciatori ad aver vinto tutte le competizioni ufficiali UEFA per club (il quinto essendo l'olandese Danny Blind[114]), Roberto Baggio, Pallone d'oro 1993 e Alessandro Del Piero, attuale capitano e giocatore simbolo della squadra[115], cinque volte campione d'Italia e, nel 1996, campione d'Europa e del mondo con la Juventus, nonché campione del mondo 2006 con la Nazionale.
Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia della Juventus, inoltre, si segnalano negli anni cinquanta e sessanta l'argentino Omar Sivori (che, oriundo, in seguito militò anche in Nazionale italiana), il gallese John Charles, soprannominato per la sua stazza il gigante buono, centravanti di sicuro rendimento, che insieme al citato Sivori e a Boniperti formò un trio d'attacco che portò alla Juventus 3 scudetti; negli anni settanta il tedesco Helmut Haller, già campione d'Italia con il Bologna, che alla Juventus vinse due titoli; fino al 1980 non fu più possibile ingaggiare calciatori non italiani; tra i più rappresentativi giunti in Italia dagli anni ottanta in avanti, figurano i francesi Michel Platini, soprannominato in patria le Roi (il re), campione d'Europa nel 1984 con la sua Nazionale e nel 1985 con la Juventus, e Zinédine Zidane, campione del mondo nel 1998 e d'Europa nel 2000 con la Francia, campione del mondo di club con la Juventus e, con essa, vincitrice di due scudetti.
Presidenti e allenatori
Presidenti
In più di 110 anni di storia societaria, alla guida della Juventus si sono avvicendati 22 presidenti e 2 comitati di gestione[116]. Il primo presidente della società bianconera fu Eugenio Canfari, uno dei soci fondatori[3].
Il periodo più lungo in carica è appannaggio di Giampiero Boniperti, alla guida della Juventus per 19 anni dal 1971 al 1990[116]; Boniperti, al pari del suo successore Vittorio Chiusano, presidente dal 1990 al 2003, vanta il palmarès più ampio della storia del club[117].
L'imprenditore Umberto Agnelli, divenuto presidente a meno di 21 anni d'età, nel 1955, fu il più giovane a ricoprire tale carica[3]. Da citare anche le presidenze degli svizzeri Alfred Dick e Giuseppe Hess, gli unici non italiani a divenire presidenti del club[3]. In particolare, Dick fu il presidente del primo scudetto bianconero (1905).
Attualmente in carica è l'imprenditore francese Jean-Claude Blanc, eletto presidente il 27 ottobre 2009 dall'assemblea degli azionisti del club e primo presidente non italiano in 94 anni di storia societaria[118].
Allenatori
Sono 40 gli allenatori ad avere avuto a tutt'oggi la conduzione tecnica della Juventus; 10 di essi hanno ricoperto l'incarico ad interim[119].
Fino a tutto il secondo decennio del XX secolo non esisteva un sistema dettagliato di allenamento in preparazione degli incontri di campionato. In pratica i giocatori - studenti e lavoratori – avevano l'abitudine di ritrovarsi un paio di volte alla settimana al velodromo di Corso Re Umberto per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, sempre sotto il coordinamento del capitano della squadra[120].
Il primo allenatore della storia bianconera fu l'ungherese Jenő Károly, scelto dal presidente Edoardo Agnelli nel 1923 al fine di introdurre innovazioni dal punto di vista tattico e strategico nel gioco della squadra[3]. Károly allenò la squadra per 70 incontri fino alla morte, avvenuta nel 1926[3].
A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora Giovanni Trapattoni, detto il Trap, rimasto alla guida della squadra per tredici stagioni, di cui dieci consecutive, dal 1976-77 al 1985-86 e poi dal 1991-92 al 1993-94. Sia il numero di stagioni consecutive che quello totale sono record per tecnici di club italiani[119]. Il Trap vanta anche il primato complessivo di panchine (596) e di trofei vinti con il club (14, record tra gli allenatori italiani)[119].
Da menzionare anche Carlo Carcano, tecnico negli anni trenta e unico allenatore in Italia ad avere vinto quattro scudetti consecutivi, tra il 1931 e il 1934[25].
L'attuale allenatore della prima squadra è l'ex calciatore Ciro Ferrara, napoletano, nato nel 1967, che ricopre l'incarico dal maggio del 2009 (dopo l'esonero di Claudio Ranieri)[36].
Palmarès
La Juventus è la squadra di calcio più blasonata d'Italia[121], nonché una tra le più vittoriose d'Europa e del mondo[6][122][123]. Il club torinese ha vinto il torneo della massima serie del campionato italiano per 27 volte (record), compresa una striscia di cinque titoli consecutivi dal 1931 al 1935 (record a pari merito con il Torino). I bianconeri detengono il record per vittorie nella Coppa Italia, principale competizione di coppa nazionale del Paese (9 volte, a pari merito con la Roma), tra esse due consecutive (1959 e 1960, primato nazionale).
Le due stelle dorate presenti sulla divisa bianconera, le Stelle d'oro al Merito Sportivo, rappresentano venti dei 27 campionati nazionali vinti dalla società, il decimo raggiunto nella stagione 1957-58 (primo club italiano a poter esporre sulle maglie tale riconoscimento[31]) ed il ventesimo nella stagione 1981-82. La formazione juventina detiene altresì il record italiano di double, ovvero la vittoria del campionato di massima serie e della coppa nazionale nella stessa stagione (due, accadute nelle stagioni 1959-60 e 1994-95).
I suoi 11 trofei vinti e riconosciuti dalla FIFA in ambito internazionale la rendono attualmente la seconda squadra italiana, la terza in Europa e la sesta al mondo con il maggior numero di tornei conquistati. La Juventus vanta, ex æquo con il Liverpool e l'Inter, il primato per titoli vinti in Coppa UEFA (3); nel 1977, inoltre, è divenuta il primo club italiano e dell'Europa meridionale ad aver vinto tale competizione[7]. È anche la società calcistica italiana che vanta complessivamente il maggior numero di vittorie in competizioni ufficiali: 51[6].
Il club torinese venne inserito al primo posto fra le società calcistiche italiane, e al settimo in assoluto, nella classifica dei migliori club del XX secolo (en. The FIFA Clubs of the 20th Century) stilata dalla federazione calcistica mondiale il 23 dicembre 2000[124].
La Juventus, scelta Squadra italiana dell'anno dall'Associazione Italiana Calciatori nel 1997 e 1998[125] e Squadra mondiale dell'anno (en. IFFHS The World's Club Team of the Year) nel 1993 e 1996 dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, organizzazione riconosciuta dalla FIFA[126], occupa il primo posto tra i club italiani e il terzo a livello mondiale nel ranking stilato dalla citata organizzazione relativamente al periodo che va dal 1991 al 2008 (en. IFFHS All-Time Club World Ranking)[127].
Competizioni nazionali
- 1905; 1925-26; 1930-31; 1931-32; 1932-33; 1933-34; 1934-35; 1949-50; 1951-52; 1957-58
1959-60; 1960-61; 1966-67; 1971-72; 1972-73; 1974-75; 1976-77; 1977-78; 1980-81; 1981-82
1983-84; 1985-86; 1994-95; 1996-97; 1997-98; 2001-02; 2002-03
- Coppa Italia: 9
- 1995; 1997; 2002; 2003
Competizioni internazionali
- 1985; 1996
- Coppa UEFA: 3
- 1984; 1996
Competizioni giovanili
La sezione giovanile della Juventus è una delle più vittoriose della sua categoria sia a livello nazionale, potendo vantare 9 titoli di campione d'Italia, sia internazionale, con più di 70 trofei ufficiali, tra i quali alcuni relativi alle competizioni più importanti al mondo nella categoria come per esempio il torneo di Viareggio, vinto 6 volte, la più recente delle quali nel 2009.
Nell'agosto 2007 la squadra Under-19 della Juventus partecipò all'edizione inaugurale della Champions Youth Cup in Malesia, sorta di campionato mondiale per club giovanili organizzato dal G-14, classificandosi al secondo posto finale con la miglior difesa del torneo[128].
Statistiche
Statistiche di squadra
La Juventus esordì nel campionato federale l'11 marzo 1900. Quella attuale (2009-10) è dunque la sua 106ª stagione sportiva; nelle 105 precedenti, ha partecipato a 97 campionati di massima serie (11 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima Divisione, 4 di Divisione Nazionale e 77 di serie A propriamente detta) e uno di serie B (nel 2006-07), mentre in altre 7 occasioni non superò le eliminatorie del Comitato Regionale Piemontese. Nel corso delle 104 stagioni in massima serie la Juventus ha vinto 27 volte il campionato (record italiano), giungendo seconda in 20 tornei e terza in 14 (58,65% di piazzamenti nelle prime tre rispetto alle partecipazioni).
La vittoria in gara ufficiale con il maggior scarto fu un 15-0 a casa del Cento, secondo turno di Coppa Italia 1926-27[129]. Limitatamente al campionato, il record fu invece un 11-0 realizzato due volte, nel torneo 1928-29, contro Fiorentina e Fiumana, rispettivamente nella 2ª e 6ª giornata[129].
La sconfitta con il maggior scarto fu invece uno 0-8 subìto dal Torino nel campionato federale 1912-13[130].
A fronte delle 9 vittorie in Coppa Italia (record, detenuto a pari merito della Roma) la Juventus ha disputato 13 finali di tale torneo[131]. Singolarmente, pur essendo i due club che vantano il maggior numero di trofei vinti, Juventus e Roma non si sono mai affrontate direttamente in finale di tale competizione[131].
La Juventus vanta anche, tra tutti i club italiani, il maggior numero di stagioni disputate nelle coppe europee, 47 (inclusa la stagione 2009-10). Di esse, 41 sono relative a partecipazioni a tornei ufficiali dell'UEFA (26 Coppe dei Campioni / Champions League, 4 Coppe delle Coppe e 11 Coppe UEFA) e 6 alla Coppa delle Fiere[132]; è anche l'unico club italiano ad aver vinto una manifestazione internazionale ufficiale con una rosa composta esclusivamente da calciatori provenienti da un solo Paese (Coppa UEFA 1976-77)[133].
La formazione bianconera ha disputato un totale di 18 finali in competizioni ufficiali a livello internazionale[7], sesta al mondo, quarta in Europa e seconda tra i club italiani in questa graduatoria[134]. Delle 18 finali citate, 7 sono state giocate in Coppa dei Campioni-UEFA Champions League (2 vittorie complessive), una in Coppa delle Coppe (una vittoria), 4 in Coppa UEFA (3 vittorie)[7], una in Coppa Intertoto (una vittoria)[135], 2 in Supercoppa UEFA (2 vittorie)[136] e 3 in Coppa Intercontinentale (2 vittorie)[45].
Sempre in ambito internazionale, la Juventus è l'unico club del mondo ad avere vinto tutte le competizioni internazionali per club[137] e uno dei tre club europei ad avere vinto tutte le tre principali competizioni dell'UEFA. La Juventus fu la prima a raggiungere tale traguardo nel 1985, seguita dall'Ajax nel 1992 e dal Bayern Monaco nel 1996 e, per tale ragione, le fu riconosciuta la Targa UEFA (en. The UEFA Plaque)[8].
Statistiche individuali
Il giocatore che detiene il record di presenze in campionato, a tutto il 2 ottobre 2009, è Giampiero Boniperti che, dal 1946 al 1961, scese in campo in serie A 444 volte[138].
Dietro di lui Alessandro Del Piero con 435 (di cui 400 in serie A e 35 in serie B[139]); Del Piero detiene, tuttavia, il record assoluto di presenze ufficiali con la maglia bianconera, 604, nonché quello di goal, 262 (altro record), così ripartiti: 168 in serie A, 20 in serie B, 24 nelle Coppe nazionali, 50 nelle competizioni europee e 1 in Coppa Intercontinentale[140][141]. Il precedente record di goal, superato nel gennaio 2006, apparteneva al citato Boniperti con 182[141][138].
Il miglior marcatore della Juventus in un campionato a girone unico fu Borel II, con 32 goal in 34 gare nel campionato 1933-34[142].
L'ungherese Ferenc Hirzer, invece, detiene il record di goal segnati in un campionato di prima divisione, 35 in 26 incontri nel Campionato Federale 1925-26. Analogo numero di reti segnò lo svedese Gunnar Nordahl del Milan, ma in un campionato a girone unico[143].
Infine, Omar Sivori detiene, insieme a Silvio Piola, il record di marcature in una singola partita: 6 goal, segnati all'Internazionale nella 28ª giornata del campionato 1960-61.
Campionati nazionali
| Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
|---|---|---|---|
A |
97 | 1900-1901 | 2009-2010 |
B |
1 | 2006-2007 | 2006-2007 |
In 98 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 14 aprile 1901, inclusi 20 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono escluse le stagioni 1899-1900, 1901-1902, 1906-1907, 1907-1908, 1908-1909, 1912-1913 e 1920-1921, nelle quali la Juventus non superò le eliminatorie regionali; la Coppa Federale 1915-1916 e il Campionato Alta Italia 1944.
La Juventus e la Nazionale italiana
Al 9 settembre 2009 la Juventus è il club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale italiana: a tale data, infatti, 123 elementi hanno vestito la maglia azzurra all'epoca della loro militanza juventina (a fronte dei 101 dell'Internazionale e degli 86 del Milan[145][146]).
Sono 22 in totale i giocatori della Juventus militanti nelle selezioni nazionali italiane campioni del mondo: 9 nel 1934 (Bertolini, Borel II, Caligaris, Combi, Ferrari, Monti, Orsi, Rosetta e Varglien I), 2 nel 1938 (Foni e Rava), 6 nel 1982 (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e P. Rossi) e 5 nel 2006 (Buffon, F. Cannavaro, Camoranesi, Zambrotta e Del Piero)[147]. Tre sono, invece, i calciatori della Juventus laureatisi campioni d'Europa con la Nazionale, nel 1968 (Bercellino, Càstano e Salvadore).
Il contributo maggiore in elementi prestati alla Nazionale in una competizione a livello UEFA/FIFA risale al campionato del mondo 1978, edizione in cui il club bianconero schierò in maglia azzurra nove uomini, dei quali otto titolari; in un'occasione, l'incontro di prima fase contro i padroni di casa dell'Argentina del 10 giugno, tutti i nove giocatori juventini furono schierati in campo: Zoff, Gentile, Cabrini, Benetti, Scirea, Causio, Tardelli e Bettega dal primo minuto, poi dal 6' Cuccureddu subentrato al bolognese Bellugi[148][149].
La Juventus guida la particolare classifica dei club che vantano giocatori campioni del mondo con la propria Nazionale, con 24: ai 22 citati vanno infatti aggiunti Didier Deschamps e Zinédine Zidane, campioni nel 1998 con la Francia: precede in tale graduatoria Internazionale (21), Bayern Monaco (15) e la coppia Santos - San Paolo (12 a testa)[150].
Quanto al campionato d'Europa, oltre ai tre citati, altri tre giocatori sono vincitori del torneo con Nazionali diverse da quella italiana: Luis del Sol (Spagna, 1964), Michel Platini (Francia, 1984) e il già menzionato Zinédine Zidane (idem, 2000).
Ancora, in occasione della finale del citato campionato del mondo 2006, la Juventus ha stabilito un ulteriore record internazionale in quanto, oltre ai cinque Nazionali italiani dei quali si è fatta menzione, scesero in campo tre bianconeri con la maglia francese: Lilian Thuram, Patrick Vieira e David Trézéguet[151], per un totale di otto finalisti di uno stesso club sul terreno di gioco.
Struttura societaria
La Juventus Football Club è, dal 27 giugno 1967, una società per azioni[12] a capitale interamente privato. Dal 1º marzo 2009 la società che controlla la maggioranza del capitale azionario della Juventus è la finanziaria Exor, nata dalla fusione di IFIL Investment S.p.A e Istituto Finanziario Industriale, entrambe holding controllate dalla Giovanni Agnelli e C. S.a.p.a[152], che attualmente detiene il 55,016% della citata Exor e, tramite quest'ultima, il 60,001% del capitale azionario della Juventus[153][152]. Il rimanente capitale azionario è detenuto dalla Libyan Arab Foreign Investment Company (LAFICO) al 7,5% e da azionisti diffusi al 32,5%[154].
Il campo d'allenamento della Juventus è di proprietà dell'azienda Campi di Vinovo S.p.A, controllata al 71,3% dal club[12].
Secondo l'attuale organigramma societario, la Juventus è articolata su 7 aree interne: Amministrazione e Finanza, Risorse umane, Informazione tecnologica, Area commerciale, Pianificazione, Controllo e progetti speciali, Area comunicazione e Area sportiva[155]. La società è guidata da un consiglio di amministrazione composto da sette membri eletti dalla proprietà tra cui il presidente, amministratore delegato e direttore generale Jean-Claude Blanc[156].
Dal 3 dicembre 2001 la Juventus è quotata alla Borsa italiana[157] nel segmento STAR[158].
Dal 1º luglio 2008 la società bianconera ha implementato un sistema di gestione della sicurezza per i lavoratori e gli atleti in conformità ai requisiti previsti dalla norma internazionale OHSAS 18001:2007[13] e un sistema di gestione della qualità del settore medico secondo la norma internazionale ISO 9001:2000[159].
Organigramma della società
- Proprietà: Famiglia Agnelli.
- Presidente, Amministratore delegato e direttore generale: Jean-Claude Blanc.
- Presidenti onorari: Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens.
- Consiglio di amministrazione: Carlo Barel di Sant'Albano, Jean-Claude Blanc, Aldo Mazzia, Riccardo Montanaro, Marzio Saà, Camillo Venesio e Khaled Fareg Zentuti.
- Controllo interno: Marzio Saà (presidente), Riccardo Montanaro, Camillo Venesio.
- Comitato remunerazioni e nomine: Carlo Barel Di Sant'Albano (presidente), Riccardo Montanaro, Camillo Venesio.
- Collegio sindacale: Paolo Piccatti (presidente), Roberto Petrignani e Roberto Longo (sindaci effettivi).
- Direttore sportivo: Alessio Secco.
- Direttore commerciale: Marco Fassone.
- Direttore amministrazione e finanza: Michele Bergero.
- Direttore pianificazione, controllo e progetti speciali: Stefano Bertola.
- Direttore risorse umane: Alessandro Sorbone.
- Direttore comunicazione e Juventus Channel: Giuseppe Gattino.
- Responsabile Information Technology: Claudio Leonardi.
- Responsabile gestione e controllo investimenti immobiliari: Riccardo Abrate.
- Responsabile marketing: Alessandro Sandiano.
- Direttore Juventus Center: Vittorio Ferrino.
- Responsabile segreteria sportiva: Francesco Gianello.
- Addetti stampa senior: Marco Girotto.
- Addetti stampa e editoria: Fabio Ellena e Gabriella Ravizzotti.
- Responsabile contenuti editoriali: Enrica Tarchi.
- Comunicazione corporate: Stefano Coscia.
Sponsor tecnici e ufficiali
- dal 1981-82 al 1988-89: Ariston
- dal 1989-90 al 1991-92: UPIM
- dal 1992-93 al 1994-95: Danone
- dal 1995-96 al 1997-98: Sony
- dal 1998-99 al 1999-2000: D+ Libertà digitale / Tele+
- 1999-2000 (solo Coppe): Sony
- 2000-01: Sportal.com / Tele+
- 2001-02: Fastweb (campionato) / Tu Mobile (Coppe)
- dal 2002-03 al 2004-05 (solo Coppe): Tamoil
- dal 2002-03 al 2003-04: Fastweb
- 2004-05: SKY Sport
- Dal 2005-06 al 2006-07: Tamoil
- Dal 2007: Gruppo FIAT (New Holland)
Tifoseria
I sostenitori della Juventus sono quantificabili in circa 12 milioni in Italia[13] secondo il più recente sondaggio di settore condotto dall'istituto Demos e pubblicato nell'agosto 2008 sul quotidiano la Repubblica: con il 32,5% di preferenze da parte del campione esaminato, il club torinese risulta essere il più sostenuto in Italia[10]. La società dichiara inoltre, nel suo profilo, 170 milioni di simpatizzanti in tutto il mondo, di cui 43 nella sola Europa[13]. Numerosi sono anche i fan club sparsi per tutto il mondo[160], in particolare nei Paesi a forte emigrazione italiana[161].
Il tifo per la Juventus, tradizionalmente eterogeneo dal punto di vista sociologico e geograficamente uniforme in tutto il Paese[10], è molto marcato anche nel Mezzogiorno d'Italia e nelle isole[11], il che garantisce un seguito rilevante alla squadra anche durante gli incontri esterni. Tale caratteristica di diffusione del tifo fa della Juventus, dal punto di vista sociologico, una squadra «nazionale»[162]. Frequente è anche il caso di tifosi organizzati che, anche da luoghi geograficamente lontani del Paese, raggiungono con regolarità Torino per gli incontri interni della squadra[162].
Per quanto riguarda gli orientamenti politici delle tifoserie organizzate, in base a un rapporto della Polizia di Stato del 2003 quello della Juventus risultava prevalentemente attestato su posizioni di destra[163][164]; tuttavia, fuori dalle frange organizzate, l'orientamento politico della tifoseria, in ragione della sua eterogeneità sociale e territoriale, risulta non discostarsi in misura significativa da quelli più diffusi genericamente a livello di popolazione nazionale: è quanto emerse da un sondaggio condotto da ACNielsen citato nel 2004 dalla rivista Diario, in cui si stabilì che quella della Juventus è una tra le poche tifoserie a esprimersi elettoralmente in maniera pressoché equanime tra destra e sinistra[165].
Cenni storici
Il pensiero comune d'inizio XX secolo voleva che il tifo per la Juventus fosse appannaggio delle classi borghesi, laddove quello per la sua rivale cittadina, il Torino, traesse linfa dalle classi popolari e proletarie[166]. Qualche decennio dopo, con l'ingresso degli Agnelli nel capitale societario della c.d. Vecchia Signora (1923), il tifo per la squadra si diffuse anche tra gli operai meccanici dell'industria di proprietà della famiglia, la FIAT. Essendo iniziato un fenomeno migratorio - poi divenuto massiccio nel secondo dopoguerra - verso Torino e gli altri grandi poli industriali del Settentrione da parte dei lavoratori meridionali in cerca di impiego, la Juventus, già dagli anni trenta, divenne il primo club italiano ad avere una tifoseria non più connotata campanilisticamente o, al più, regionalmente, ma a carattere nazionale[167][168][169].
Con il consolidamento dei flussi migratori interni avvenuti tra gli anni cinquanta e i primi settanta la Juventus sembrò rappresentare, attraverso i suoi tifosi, lo spirito del nuovo lavoratore immigrato piemontese, mentre la tifoseria del Torino rimase legata all'ambiente culturale di marca prettamente torinese e cittadina[167]. In anni più recenti, comunque, le differenze sociali e culturali fra le due opposte tifoserie si sono sempre più affievolite fino ad essere oramai, di fatto, nulle.
Gemellaggi e rivalità
Non risultano ufficialmente gemellaggi di tifoserie italiane con quelle della Juventus: per circa un ventennio a partire dagli anni ottanta, coincidenti con la presenza in serie A della compagine irpina, vi fu un gemellaggio con la tifoseria dell'Avellino, poi sciolto per iniziativa di alcune frange di tifosi biancoverdi a fine anni novanta[170][171]. Fuori dal Paese esistono accordi di gemellaggio con i tifosi organizzati dell'ADO Den Haag, compagine olandese dell'Aia, e con quelli del Legia Varsavia, polacca[172].
La tifoseria rivale d'elezione è, come per tutti i casi di avversarie della stessa città, quella del Torino. A seguire, quella dell'Internazionale, fin dagli anni sessanta[173], e quella del Milan, nonostante per lungo tempo le due società abbiano tenuto buoni rapporti sportivo-commerciali con reciproci scambi di giocatori[174].
Più recenti, e legate all'imporsi alla ribalta negli anni ottanta delle loro squadre con conseguente lotta sportiva per la conquista del primato nazionale, le rivalità con la tifoseria della Fiorentina, legata principalmente alla lotta-scudetto del campionato 1981-82[175], e con quella della Roma, che fino alla metà di quel decennio fu la più valida contendente dei bianconeri al titolo[176].
La Curva Scirea allo Stadio delle Alpi è sempre stata il settore occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata. Attualmente, allo stadio Olimpico, i tifosi occupano la Curva Filadelfia[177].
Note
- ^ Grande Storia della Juventus, 2007, cit.
- ^ Il nome “Juventus” è una licenza letterale in piemontese del sostantivo latino iuventus. Cfr. Casimiro Zalli, Dizionario piemontese-italiano, latino e francese (vol. 1), edizione seconda e di nuovi vocaboli arricchita, Carmagnola, Tipografia di Pietro Barbiè 1830, pag. 403
- ^ a b c d e f g h i j k l m Juventus - Storia
- ^ Sono tuttora attive in Italia sei società sportive fondate prima del 1897 ma le cui sezioni calcistiche sono nate dopo la fondazione della Juventus oppure, anche qualora nate prima, non sono più esistenti. Esse sono la Ginnastica Torino (fondata nel 1844, sezione calcio esistita dal 1897 al 1902); l'Internazionale Torino (1891-1899), la Ginnastica Sampierdarenese di Genova (fondata nel 1891, sezione calcio nata nel 1911, nel 1946 confluita nella Sampdoria), la Pro Vercelli (nata come società di ginnastica nel 1892 e calcistica nel 1903), il Football Club Torinese (nato nel 1894 e confluito nel 1906 nel Torino) e infine l'Andrea Doria, genovese (fondato come club di ginnastica nel 1895, e la cui sezione calcistica, nata nel 1900, fu un'altra delle squadre che diede origine alla citata Sampdoria).
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- ^ a b Dai dati elaborati da Carat Sport su indagine AC Nielsen del dicembre 2002, le regioni in cui la Juventus è il club più sostenuto sono, oltre al Piemonte, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, l'Emilia-Romagna, il Trentino-Alto Adige, la Toscana, l'Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia.
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- ^ Per delibera della FIF avendo rinunciato a disputare la finale di spareggio contro il Milan Foot-Ball Club.
- ^ L'edizione del campionato federale stagione 1914-15 fu sospesa per gli eventi bellici.
- ^ a b c d e f Per quoziente reti.
- ^ Torneo successivamente interrotto per decisione della FIGC per mancanza di date disponibili per lo svolgimento degli incontri.
- ^ Le prime 9 classificate dei due gironi di Div. Naz. 1928-29 andarono a formare la serie A 1929-30; le squadre dal 10º posto a scendere formarono il campionato di serie B.
- ^ A causa di illeciti compiuti da alcuni giocatori della squadra cecoslovacca dello Slavia Praga, avversario della Juventus in semifinale, l'incontro fu annullato ed entrambe le squadre furono escluse dalla competizione. Il comitato organizzatore assegnò la vittoria finale al Bologna.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatoreJuve Cisitalia - ^ (EN) Paulo Martins, Copa Rio de Janeiro 1951, in The Record Sport Soccer Statistics Foundation, 3 gennaio 2008. URL consultato il 26/9/2008.
- ^ a b La Juventus partecipò alla Coppa Intercontinentale del 1973 contro l'Independiente in luogo dell'Ajax campione d'Europa. La partita fu disputata in gara unica allo stadio Olimpico di Roma il 28 novembre 1973 e fu vinta dagli argentini con un autogoal di Gentile su tiro di Bochini.
- ^ a b Per differenza reti.
- ^ Incontro disputato, per accordo con il Liverpool campione d'Europa 1984, in gara unica a Torino il 16 gennaio 1985 e vinto dalla Juventus 2-0 (Boniek 2).
- ^ A seguito di spareggio vinto contro il Torino 4-2 dopo i calci di rigore (0-0).
- ^ A seguito di spareggio perso contro l'Udinese 0-0 e 1-1 per la regola dei goal fuori casa.
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Pubblicazioni varie
- Il campionato a girone unico, in Microsoft Encarta, 2008.
- La nascita del tifo calcistico in Italia, in Microsoft Encarta, 2008.
- Carlo Durante, Spalti di guerra: La storia del campionato di calcio 1943-1944, in RAI - La Storia siamo noi, 15 giugno 2004.
- Giacomo Papi, Il ragazzo che portava il pallone, in Diario della settimana n.13/14, 8 aprile 2004.
- Enrica Tarchi, Finalmente nostro, in Hurrà Juventus n.7, luglio 2002.
Risorse informative in rete
- Magica Juventus: La storia della Juventus Football Club, dal 1897 ad oggi, su magicajuventus.com, Magica Juventus. URL consultato il 01-03-2009.
- Juventus: la storia, su juventus.com, Juventus - Storia. URL consultato il 26-09-2008.
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- Juventus: Staff tecnico, su juventus.com. URL consultato il 16-01-2009. Testo "Juventus - Staff tecnico" ignorato (aiuto)
- Juventus: Obiettivi e strategie, su juventus.com, Juventus - Obiettivi. URL consultato il 01-03-2009.
- (PDF) Juventus: Verso la nuova era con Interbrand (PDF), su juventus.com, Nuovo logo Juventus 2004. URL consultato il 26-09-2008 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2004).
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- Juventus: Media Center Vinovo, su juventus.com, Juventus - Vinovo. URL consultato il 01-03-2009.
- Cuore Juve: Juventus e solidarietà, su juventus.com, Cuore Juventus - Solidarietà. URL consultato il 01-03-2009.
- Cuore Juve: Crescere insieme al Sant'Anna, su juventus.com, Cuore Juventus - Sant'Anna. URL consultato il 01-03-2009.
- (DE) FC Juventus Torino, su weltfussballarchiv.com, Weltfußballarchiv. URL consultato il 01-03-2009.
- (PDF) Rapporto della Polizia di Stato sulla connotazione politica delle tifoserie (2003) (PDF), su poliziastato.it, Rapporto Polizia di Stato. URL consultato il 01-03-2009.
Videografia
- Documentario Grande Storia della Juventus, Rai Trade, Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, 2007, EAN 8032807021621.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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