Template:Comune Diso è un comune italiano di 3.163[1] abitanti del Salento in provincia di Lecce. Comprende la frazione di Marittima e la località balneare di Marina di Marittima.

Geografia

Il territorio del comune di Diso, che si estende per 11 km², si affaccia sul litorale ionico[2] per circa 4 km con la località balneare di Marina di Marittima. È situato a 99 m s.l.m. e dista 45 km dal capoluogo in direzione sud-est.

Confina a nord con il comune di Ortelle, ad ovest con il comune di Spongano, a sud con il comune di Andrano, ad est con il comune di Castro e con il mar Ionio.

Territorio

Dall'ottobre 2006 parte del territorio comunale rientra nel Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.

Toponimo

L'origine del nome potrebbe derivare dalla parola messapica Dizo, che significa città fortificata. Si suppone anche che l'etimologia derivi da Disìo, cioè desiderio di abitarci.

Storia

Per certo si può affermare che il centro di Diso esisteva già prima dell'anno mille, certezza confortata dall'epigrafe, esistente sull'attuale Chiesa Matrice, la quale sottolinea come l'edificazione della odierna costruzione, sia avvenuta sulle rovine della vecchia chiesa edificata certamente nell'anno 1003.

Si possono comunque portare più indietro le origini del borgo, in quanto sono stati diversi i reperti archeologici scoperti di recente e che testimoniano la presenza in queste zone di popolazioni molto antiche come i Messapi.

 
Menhir Vardare

Diso intorno all'anno mille lega per molti secoli le sue vicissitudini a quelle della vicina Castro essendone dapprima casale, dal 1085 epoca della elevazione di Castro a Contea sino all'epoca delle scorrerie turche (1537), e poi divenendone comune dal 1806 sino al 1977, anno in cui Castro riottenuta l'autonomia, divenne comune autonomo.

Dopo la rovina di Castro a causa delle invasioni saracene, Diso nel 1600 divenne il centro più importante della Contea essendo lo stesso il più popolato ed anche il meglio disposto topograficamente. Per tutto il Seicento il centro ebbe una grande espansione edilizia ed un accentuato aumento demografico. La popolazione era dedita esclusivamente all'agricoltura, ma vi era anche la pratica di numerosi professionisti quali notai e medici. Da menzionare è il fatto che esisteva in quel periodo un ospedale.

Il 1700 iniziò per Diso con una grave crisi economica dovuta sia all'avvento del governo austriaco sia alla magra produzione agricola avutasi per alcune annate consecutive, la quale determinò oltre all'arresto di qualsiasi forma di attività (soprattutto quella edilizia) anche un enorme flusso migratorio verso casali più fertili.

Tuttavia i pochi rimasti acquistarono nel 1715 le due statue in legno dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, ancora oggi venerate. Nel 1758 venne eretta una nuova chiesa ad Essi dedicata dando vita ad una rinascita sotto tutti gli aspetti economici. Questo fu anche il periodo di maggior splendore per il locale Convento dei Frati Cappuccini.

L'inizio dell'Ottocento, segnò l'inizio di una nuova epoca per Diso, che grazie alle leggi napoleoniche del 1806, si vide elevare a capoluogo di comune con le frazioni di Marittima e Castro.

Per oltre un secolo, i tre centri hanno fatto vita in comune con le maggiori attività convogliate a Diso sino a quando ,caso molto raro, le frazioni sono divenute più grandi del capoluogo che ha dovuto, nel corso degli anni, concedere ai due centri diversi uffici e servizi (scuola media, ufficio anagrafe, le farmacie).

Diverse nel corso dei decenni sono state le battaglie, molto spesso campanilistiche, tra i tre centri, che sono state quasi sempre risolte anche se con molti compromessi sino al 1977, anno in cui Castro, ottenuta l'autonomia, è divenuto comune autonomo.

Da quell'anno Diso continua la sua storia comunale con la sola frazione di Marittima.

Araldica civica

 

Descrizione araldica dello stemma:

«Arma d'azzurro all'agnello pasquale d'argento, con la testa in maestà sostenente una bandiera bifida dello stesso, crociata di rosso, l'asta di nero terminante a croce, sviluppata prima a sinistra poi terminante con le punte a destra. L'agnello è passante su una pianura erbosa di verde.»


Monumenti

Chiesa Matrice

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Chiesa Madre dei Santi Filippo e Giacomo

La Chiesa Matrice dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo iniziata nel 1758, sorge sul luogo dell'antica parrocchiale del 1003, come risulta dall'epigrafe sulla facciata. Si tramanda che sia stata opera degli stessi costruttori della chiesa matrice di Tricase; questo è confermato dai molteplici tratti architettonici e decorativi in comune. Nei primi del 1900 furono ampliate le due sacrestie; la settecentesca torre campanaria, lesionata dall'uragano del 1832, venne sostituita da quella attuale nel 1903.

La chiesa conserva un patrimonio artistico di notevole pregio. L'interno a croce latina presenta diversi altari sormontati da tele ad olio, fra cui: l'altare dedicato alla Madonna del Carmine, quello dedicato alla Vergine Immacolata, l'altare dedicato a San Francesco di Paola, quello di Sant'Agata e Santa Lucia, l'altare dedicato alla Madonna del Rosario e l'altare delle Anime Sante o di Sant'Anna.

Al centro dell'abside vi è l'altare maggiore dedicato ai Santi Filippo e Giacomo alle spalle del quale vi è un coro ligneo di pregevole fattura sormontato da cinque tele raffiguranti il sacrificio dei Santi Filippo e Giacomo, l'uccisione di Abele, San Paolo, il sacrificio di Abramo e San Pietro.

Particolare menzione meritano le due enormi tele presenti sui due muri a lato del grande arco che racchiude l'abside e che rappresentano l'Ultima Cena e le Nozze di Cana.

Sono presenti molte statue come quelle dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, di Sant'Anna, di Sant'Oronzo, di San Giuseppe, di San Luigi Gonzaga e del Sacro Cuore.

La chiesa possiede inoltre un settecentesco organo a canne e un pulpito in legno.

Chiesa dell'Immacolata

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Chiesa dell'Immacolata

La chiesa dell'Immacolata, edificata nel 1664, quando era Vescovo di Castro Mons. Annibale Sillano da Crotone, come indica lo stemma sulla facciata tra il finestrone e il portale, è un edificio di pregevole valore architettonico e artistico. Possiede due ingressi dei quali il principale, in stile barocco, è sormontato da foglie d'acanto disposte a pigna e dalla croce. La chiesa è sede della Confraternita dell'Immacolata fin dalla costruzione ed è tutt'ora officiata a cura della stessa.

All'interno è possibile ammirare un altare in pietra leccese e alcune statue fra cui quella della Madonna dell'Uragano, che qui come a Cocumola, secondo la tradizione, risparmiò gli abitanti dall'uragano scatenatosi il 10 settembre 1832.

Convento dei Cappuccini

Il convento di Diso fu edificato nel 1619. La costruzione ha inizio però nel 1614, ed è completata secondo il Tasselli nel 1619; la chiesa venne consacrata nel 1658, come risulta da due epigrafi.

Il convento ospitò una comunità numerosa di frati Cappuccini e fu anche sede di studi teologici. Nel 1866 il convento venne soppresso e due anni dopo l'Amministrazione Comunale lo acquistò ed ottenne in uso la chiesa, riaperta al culto solo un secolo dopo, il 10 ottobre 1961 dopo un accurato restauro. Presenta all'interno alcuni altari anche se la maggior parte degli arredi sono stati perduti nel tempo.

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Chiesetta di Sant'Oronzo

Chiesetta di Sant'Oronzo

La Chiesetta di Sant'Oronzo fu edificata nel 1658 per devozione di Francesco Costantini in onore non solo di Sant'Oronzo, ma anche della Vergine Maria, di San Giuseppe e di San Gaetano.

Ciò si evince sia dall'iscrizione ancora oggi leggibile sul portale, sia dagli affreschi ben conservati all'interno e che raffigurano le figure sacre menzionate. È presente un solo altare.

La chiesa, di piccole dimensioni, è annessa al seicentesco palazzo De Blasi. E' proprietà privata, ma dopo un lungo periodo, durante il quale veniva aperta al culto solo il 26 agosto di ogni anno, giorno di Sant'Oronzo, le funzioni religiose sono riprese a pieno regime, permettendo l'apertura della stessa per vari giorni al mese.

Di fronte alla chiesetta, al centro della piazza omonima, si erge una colonna sormontata dalla statua del Santo scolpita in pietra leccese.

Il Menhir

Il menhir di Diso fu rinvenuto nel 1980 ed è denominato Vardare, dal nome del fondo in cui è situato. È una pietrafitta alta circa un metro e 20 centimetri.

Eventi

Tra gli eventi più importanti di Diso si ricorda principalmente la grande festa organizzata ogni anno in onore dei Santi Protettori, San Filippo e San Giacomo. I festeggiamenti si svolgono dal 29 aprile al 3 maggio e prevedono una gara pirotecnica la mattina del primo maggio, concerti bandistici e musicali e grandissime luminarie che addobbano le piazze e le vie principali del paese.

Altre manifestazioni che si susseguono durante il corso dell'anno si ricordano la festa in onore di Sant'Oronzo, della Madonna dell'Uragano che si festeggia il 10 settembre e la manifestazione culturale "Etnica...Diso Folk Festival" in cui si esibiscono gruppi musicali provenienti da diverse parti d'Italia ma anche dell'Europa e del continente africano.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[3]

Amministrazione comunale

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Voci correlate

Note

  1. ^ Dato Istat all'1/1/2008.
  2. ^ Litorale adriatico secondo alcune convenzioni nautiche.
  3. ^ Dati tratti da:

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