Medaglia miracolosa

medaglia coniata su richiesta della Madonna apparsa a Caterina Labouré (Parigi 1830)

Medaglia miracolosa (o Medaglia della Madonna delle Grazie, o Medaglia dell'Immacolata) è il nome che la tradizione devozionale cattolica ha dato alla medaglia realizzata in seguito ai fatti del 1830 in rue du Bac, a Parigi, che ebbero per protagonista santa Caterina Labouré, novizia nel convento delle Figlie della Carità, la quale riferì di aver avuto delle apparizioni della Madonna. Tali apparizioni non sono ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, poiché la veggente rifiutò di testimoniare, ma sono favorevolmente accettate; i pontefici Gregorio XVI e Pio IX hanno fatto uso dell'effigie (Laurentin, 1996). Secondo quanto riferito da Caterina Labouré, questa medaglia sarebbe stata coniata dietro ordine esplicito della Madonna, dato durante la seconda apparizione (27 novembre 1830), come segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie.

La Medaglia miracolosa

Analisi dei simboli

La forma della medaglia è ovale. Essa rappresenta in modo esatto la visione che Caterina Labouré ebbe in cappella verso le 17.30, durante la preghiera che seguiva la meditazione. Stando al racconto, la Madonna apparve accanto all'altare di san Giuseppe, alla destra della veggente.

Iconografia del recto

  • Il serpente: Maria è raffigurata nell'atto di schiacciargli la testa. L'immagine era stata preannunciata nella Genesi, con le parole: «Io porrò inimicizia tra te e la donna [...] Lei ti schiaccerà la testa e tu tenterai invano di morderle il tallone» (Gen Genesi 3,15[1]). In tal modo, Dio dichiarò iniziata la lotta tra il bene e il male (simboleggiato dal serpente, cioè il diavolo). Questa lotta è vinta da Gesù Cristo, il nuovo Adamo, insieme a Maria, la corredentrice, la nuova Eva. È in Maria che si realizza questa profezia: «Una donna schiaccerà definitivamente la testa del serpente, in modo che mai più la morte possa ridurre in schiavitù gli uomini».
  • I raggi di luce: simboleggiando le grazie, dalla Chiesa sono definiti la Tesoriera di Dio.
  • La giaculatoria: queste immagini sono incorniciate dall'invocazione «o Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi», materializzatasi durante l'apparizione (in originale: «O Marie, conçue sans péché, priez pour nous qui avons recours à vous»).

Iconografia del verso

  • Le 12 stelle: sono le 12 tribù d'Israele, i 12 segni zodiacali riconosciuti dal mondo antico e i 12 apostoli. La Vergine Maria è anche salutata come Stella del mare nella preghiera Ave Maris Stella.
  • Il cuore coronato di spine: è il Sacro Cuore di Gesù. Fu Maria che lo formò nel suo grembo. Gesù ha promesso a santa Margherita Maria Alacoque la grazia della vita eterna per i devoti del suo Sacro Cuore, che simboleggia il suo amore infinito e senza limiti.
  • Il cuore trafitto da una spada: è il Cuore Immacolato di Maria, inseparabile da quello di Gesù, secondo quanto profetizzato da Simeone in Lc Luca 2,33-35[2]. Anche nei momenti più tragici della sua passione e morte in croce, Maria era lì, condividendo il suo dolore, quale corredentrice.
  • M: ovvero Maria. La M sostiene una traversa che regge la Croce, che rappresenta la prova. Questo simbolismo indica lo stretto rapporto di Maria e di Gesù nella storia della salvezza.
  • La traversa e la Croce: simboleggiano la prova. Essendo la messa, per la dottrina cattolica, una ripetizione del sacrificio del Calvario, qui è sottolineata l'importanza del sacrificio eucaristico nella vita cristiana.

Interpretazione teologica

La Madonna è effigiata come la donna vestita di sole (Ap 12,1) con le braccia tese, mentre distribuisce grazie ai fedeli, rappresentate dalla luce che irradia. Sull'altra faccia figurano la lettera M (cioè Maria) sormontata dalla Croce, e sotto i fiammeggianti cuori di Gesù e di Maria; quest'insieme è circondato da dodici stelle, come descritto in Ap Apocalisse 12,1[3]. Tale iconografia è tradizionalmente interpretata come simbolo di redenzione, attraverso la passione di Gesù e di Maria, e di corredenzione di quest'ultima, mentre le stelle rappresentano le virtù mariane. Una più recente lettura, di carattere strettamente teologico, vede invece nella croce, nella lineetta e nella M tre lettere dell'alfabeto greco (X, J, M), iniziali della frase che campeggia nelle composizioni artistiche di carattere religioso del mondo classico, ovvero di Cristo Gesù Madre (Chierotti, 1979).

La Virgo Potens

Secondo il racconto di Caterina Labouré, all'inizio dell'apparizione del 27 novembre 1830 la Madonna, ritta su una semisfera, reggeva fra le mani, all'altezza del cuore, un globo dorato, offrendolo a Dio con atteggiamento materno, mentre una voce interna diceva alla veggente: «Questo globicino simboleggia il mondo intero ed ogni anima in particolare!» (Chierotti, 1979). Qui è l'immagine missionaria di Maria, la Virgo Potens, nel suo ruolo regale di mediatrice fra Dio e gli uomini, con l'intento di fare del regnum hominis il regnum Dei (Masciarelli, 1996).

Funzione materna

Il globo mostrato da Maria fa riferimento alla sua maternità spirituale per gli uomini, in funzione d'una mediazione ascendente (Chierotti, 1979) di cooperazione umana dipendente dal Cristo. «Nell'intero arco della storia della salvezza, Maria [...] diventa realtà operante ed efficiente dal momento del suo consenso espresso nell'evento salvifico dell'annunciazione» (Meo, 1996). Tale ruolo non è rappresentato nella medaglia, ma ne costituisce il presupposto.

Socia del Redentore

Nella seconda fase della visione di Caterina Labouré il globo scompare «forse in alto, forse soffuso dalla luce». A quel punto, le braccia della Madonna si abbassano e dagli anelli alle dita dipartono raggi luminosi che avvolgono il mondo sotto i suoi piedi: la mediazione di Maria si fa discendente (Chierotti, 1979), s'indirizza agli uomini, perché «nessuna sua cooperazione può essere indicata in quel settore della salvezza che va dal momento della creazione a quello dell'incarnazione, e niente ci può far pensare ad un suo specifico influsso diretto sulla salvezza del cosmo». La sua cooperazione è singolarmente associata a quella del Redentore «perché gli uomini fossero liberati dalla schiavitù del peccato ed avessero aperta la via della salvezza» (Meo, 1996).

Realizzazione e diffusione

Non poche furono le difficoltà per giungere alla realizzazione della medaglia: le autorità religiose erano infatti caute di fronte alle rivelazioni di Caterina. Il suo confessore, padre Jean-Marie Aladel, a tutta prima giudicò severamente il racconto delle apparizioni: «Pura illusione! [...] Se volete onorare Notre-Dame, imitate le sue virtù, e guardatevi dall'immaginazione!» (Laurentin, 1980). Dei ritardi a cui andò incontro il progetto, narrò la veggente, se ne sarebbe dispiaciuta la Madonna stessa. Il 30 giugno 1832 tuttavia, i primi 1.500 esemplari furono coniati e Caterina Labouré li approvò. La diffusione fu rapidissima: nel 1835 è testimoniata a Roma da un sonetto di Gioacchino Belli; nel primo decennio, solo in Francia ne circolarono oltre cento milioni di copie (Chierotti, 1979). Oggi è di gran lunga la medaglia più diffusa di tutti i tempi, per un totale di parecchi miliardi in ogni parte del mondo (Laurentin, 1996).

Messaggio mariano

Sarebbe stata la Madonna a dire: «Fa' coniare una medaglia su questo modello; le persone che la porteranno con fiducia e che con devozione reciteranno questa breve preghiera, godranno d'una protezione speciale della Madre di Dio» (Laurentin, 1980). Maria avrebbe inoltre chiarito il senso ultimo della richiesta con queste parole, che la veggente riportò in forma autografa: «Io spando [queste grazie] su coloro che me le domandano [ha inteso Caterina. Lei mi ha fatto] comprendere quant'è piacevole pregare la Santa Vergine e quanto ella è stata generosa con coloro che la pregano. Che grazie ella concede a coloro che gliele domandano, e quale gioia prova nell'accordarle» (Laurentin, 1980). Sia nella seconda, che nella terza e ultima apparizione (dicembre 1830, data non specificata), la Madonna avrebbe aggiunto: «Questi raggi simboleggiano le grazie che la Santa Vergine ottiene per coloro che gliele domandano» (Laurentin, 1980).

Contesto storico

Il messaggio mariano insito nell'apparizione di rue du Bac emergerebbe anche su un piano traslato, ricordando «la vicinanza del cielo al mondo desolato, dal quale sembrerebbe escluso, un mondo che la Rivoluzione [francese] aveva scristianizzato, secolarizzato, reso orfano». Tramite la Medaglia miracolosa, Maria intendeva così risvegliare «la preghiera, l'iniziativa, lo zelo missionario di quel secolo, che fu esemplare» (Laurentin, 2001).

Influenze dogmatiche

La straordinaria diffusione della medaglia rinvigorì la pietà mariana immacolista, che fin dall'Alto Medioevo riconosceva tale prerogativa alla Madonna. L'invocazione sul recto era, di per sé, una chiara affermazione di carattere dottrinario, circostanza che indusse molti vescovi a chiedere che nel prefazio della festa della Concezione della Vergine fosse introdotto il termine Immacolata e nelle litanie fosse aggiunta un'invocazione che rammentasse tale privilegio (Aubert, 1964). Dopo il 1840, un gruppo di 51 prelati francesi propose la definizione dell'Immacolata Concezione come dogma di fede, ma papa Gregorio XVI non acconsentì a questa e a successive richieste, nel timore di reazioni degli ambienti giansenisti e per le reticenze dei vescovi inglesi, irlandesi e, soprattutto, tedeschi, dove le facoltà di teologia giudicavano con sfavore una dottrina troppo poco scientificamente stabilita (Aubert, 1964). Fu Pio IX che, l'8 dicembre 1854, con la bolla Ineffabilis Deus, introdusse il dogma per «soddisfare ai piissimi desideri del mondo cattolico» (De Fiores, 1996). Questo passaggio intese superare le riserve dei teologi, che non avendo appigli di carattere biblico, si erano sempre opposti al riconoscimento; l'argomento principe invocato dalla Ineffabilis Deus infatti, fu il factum ecclesiae, la fede viva della Chiesa universale (Serra, 1996).

Il segno dell'Europa

Le 12 stelle compaiono pure nella bandiera europea, adottata ufficialmente dopo un concorso dal Consiglio d'Europa l’8 dicembre 1955, festa dell'Immacolata Concezione. Il bozzetto vincitore fu opera del francese Arsène Heitz il quale, interrogato dalla commissione giudicatrice (presieduta da un belga di religione ebraica, Paul Michel Gabriel Lévy) sul motivo per cui avesse rappresentato 12 stelle, malgrado all'epoca i Paesi pronti all'adesione alla Cee fossero soltanto sei, spiegò che il numero era, per la sapienza antica, un simbolo di pienezza, da non mutare anche se i membri lo avessero superato. Successivamente Heitz, che nel frangente non aveva voluto urtare suscettibilità religiose, chiarì la scelta in chiave biblica, facendo riferimento all'immagine devozionale della Madonna derivante da Ap Apocalisse 12,1[4], oltre che dalla medaglia, di cui era un fervente (Messori, 2003).

Calendario liturgico

La Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa si festeggia, al termine d'una novena, il 27 novembre alle ore 17, ovvero, come recita la supplica «proprio nel giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia» (Chierotti, 1979).

Bibliografia

  • R. Aubert, Il pontificato di Pio IX, in A. Fliche, V. Martin (a cura di) e J.B. Duroselle, E. Jarry (continuatori), Storia della Chiesa, vol. XXI, Torino, 1964 (edizione italiana diretta da G. Pelliccia).
  • L. Chierotti, Il dono di Maria, ossia la Medaglia Miracolosa, Sarzana, 1979.
  • S. De Fiores, Immacolata/I, in S. De Fiores, S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Torino, 1996, pp. 611-619 (IV edizione).
  • R. Laurentin, Vie de Catherine Labouré, Parigi, 1980.
  • R. Laurentin, Apparizioni, in S. De Fiores, S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Torino, 1996, pp. 113-124 (IV edizione).
  • R. Laurentin, Le apparizioni della Vergine, Casale Monferrato, 2001.
  • M.G. Masciarelli, Laici, in S. De Fiores, S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Torino, 1996, pp. 644-661 (IV edizione).
  • S. Meo, Mediatrice, in S. De Fiores, S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Torino, 1996, pp. 827-841 (IV edizione).
  • V. Messori, Dall'aureola dell'Immacolata le dodici stelle dell'Europa, Corriere della Sera, 14 luglio 2003.
  • A. Serra, Immacolata/II, in S. De Fiores, S. Meo (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Torino, 1996, pp. 619-625 (IV edizione).

Voci correlate

Collegamenti esterni

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  1. ^ Gen 3,15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Lc 2,33-35, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Ap 12,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Ap 12,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.