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Buon lavoro. Marco Antonio Federici, Conte di Arcola (La Spezia, 4 gennaio 1746Arcola, 11 gennaio 1824), è stato un rivoluzionario e politico italiano.


Gioventù e formazione

Figlio di Stefano Federici e Maria Cipollini, apparteneva ad una famiglia di antica tradizione aristocratica avendo un suo antenato ottenuto il titolo comitale da Alfonso il Magnanimo[1] Re di Napoli nel 1444. Sin da molto giovane si dimostrò portato per gli studi che compì inizialmente a La Spezia dove imparò le lingue classiche. Il padre avrebbe voluto che si recasse all'Università di Genova, gestita dai Gesuiti, ma il giovane Marco preferì Pisa, dove Pietro Leopoldo di Lorena[2] lasciava una maggiore libertà all'insegnamento nel tentativo di ridare importanza allo Storico Studio. Le opere degli Enciclopedisti, di D'Alembert, Diderot, Voltaire e Rousseau, che nella città toscana circolavano anche clandestinamente, lasciarono un solco profondo nell'animo del giovane. Laureatosi in Giurisprudenza fece ritorno alla Spezia dove condusse vita da rentier per alcuni anni, dedicandosi alla lettura nella già fornita biblioteca paterna e arricchendola di diverse opere che faceva appositamente arrivare dalla Francia[3].

Nel 1779 sposava Maria Fidelina Battini Ponzò di Fivizzano figlia di un'abbiente famiglia della Lunigiana.

I giacobini della Spezia

Nei dieci anni successivi al matrimonio giunse a definitiva maturazione la sua adesione alle idee che provenivano da Oltralpe e, sicuramente già nei primi anni Novanta, egli aveva stretto rapporti con elementi rivoluzionari e con emissari del Governo di Francia, come dimostra la visita resagli da La Flotte[4] nel febbraio del 1793[5] durante il suo viaggio di ritorno in Francia per riferire sull'omicidio di Ugo di Basseville[6]. Egli era dunque il punto di riferimento del club giacobino della Spezia, che annoverava tra i suoi animatori altre personalità destinate a ricoprire ruoli di rilievo negli anni a venire fra i quali Carlo Comparetti, Luigi D'Isengard, Giovan Battista Bertuccelli, Luigi Torreto e Sebastiano Biagini. Fuori dalla Spezia, Marco si teneva in contatto con il farmacista genovese Felice Morando, a capo del movimento democratico della capitale, e con Ivone Gravier, editore di libri di propaganda democratica.

La sua attività e le sue frequentazioni avevano già messo in allerta l'allora Governatore della Spezia Giacomo Giustiniani, fortemente conservatore e rigido difensore del potere dell'aristocrazia e del clero[7].

Onorificenze

Nel giugno del 1805, in seguito all'annessione della Repubblica Ligure all'Impero Francese, Marco Antonio Federici fu insignito della Legion D'Onore col grado di Ufficiale e della relativa pensione.


Note

  1. ^ Alfonso di Trastamara, detto Alfonso il magnanimo, detenne la corona del Regno di Napoli dal 1441 al 1458.
  2. ^ Leopoldo II d'Asburgo-Lorena fu Granduca di Toscana dal 1765 al 1790.
  3. ^ Lettera di Marco Federici a Giacomo Luigi Da Pozzo del 29 novembre 1791: "[...] a chi sa esser Filosofo puole essere un vantaggio, vi riflette e troverà che dice il vero, quante ombre si vedono di meno; io attualmente mi passo con le Lettere Persiane, il Trattato dei Tre Impostori e l'Histoire du Papisme [...]", cit. in Ducci Luigi, op.cit. p.32.
  4. ^ Monsieur de La Flotte era allora rappresentante di Francia nel Granducato di Toscana, dal quale fu scacciato nel 1793.
  5. ^ Lettera di Marco Federici alla moglie del 22 febbraio 1793:"Oggi ho avuto il piacere di abbracciare Monsieur La Flotte che è passato di qui di volo e va a portare i reclami e la relazione di Roma mi ha imposto di salutare tutta la Spezia.[...]", cit. in Ducci Luigi, op.cit. p.32.
  6. ^ Nicolas Jean Hugon de Basseville era Segretario alla Legazione di Francia presso il Regno delle Due Sicilie. Venne ucciso a Roma il 13 gennaio 1793 dalla folla mentre percorreva le strade della città.
  7. ^ L'ordinamento giuridico di stampo feudale su cui si reggeva la Repubblica risaliva al 1576 e limitava il potere ad una ristretta cerchia di nobili e di ricchi borghesi.

Bibliografia

  • Luigi e Daniella Ducci, Marco Antonio Federici e il giacobinismo alla Spezia, Sarzana, Zappa, 2002.
  • Antonino Ronco, Storia della Repubblica Ligure 1797-1799, Genova, Frilli Editore, 2005.

Voci correlate

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