Diocesi di Gubbio

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Gubbio (in latino: Dioecesis Eugubina) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2006 contava 47.200 battezzati su 48.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Mario Ceccobelli.

Diocesi di Gubbio
Dioecesis Eugubina
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve
Regione ecclesiasticaUmbria
 
VescovoMario Ceccobelli
Vescovi emeritiPietro Bottaccioli
Presbiteri47, di cui 28 secolari e 19 regolari
1.004 battezzati per presbitero
Religiosi21 uomini, 86 donne
Diaconi12 permanenti
 
Abitanti48.000
Battezzati47.200 (98,3% del totale)
StatoItalia
Superficie900 km²
Parrocchie39
 
ErezioneV secolo
Ritoromano
IndirizzoLargo Vescovado 1, 06024 Gubbio (Perugia), Italia
Sito webhttp:
Dati dall'Annuario pontificio 2007 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia

Territorio

La diocesi comprende il territorio di alcuni comuni delle province di Perugia e Pesaro-Urbino: Cantiano, Costacciaro, Gubbio, Scheggia e Pascelupo, Umbertide, Valfabbrica.

Confina con le diocesi di Città di Castello (a nord), Perugia e Assisi (a sud), Arezzo (a est) e Fano (a ovest).

Sede vescovile è la città di Gubbio, dove si trova la basilica-cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo martiri; sul Monte Ingino, il colle che sovrasta Gubbio, si trova la basilica minore di Sant'Ubaldo.

Il territorio è suddiviso in 39 parrocchie.

Storia

Attraverso gli scritti di san Girolamo, abbiamo la certezza dell'esistenza di una diocesi Eugubina almeno fin dal IV secolo.

Attorno alla metà del V secolo è da collocare il martirio del soldato Verecondo, sulla cui tomba sorse in seguito un'abbazia benedettina. Verso la fine del V secolo, i resti di sette martiri africani (Secondo, Secondino, Agapito, Mariano, Giacomo, Emiliano, Antonio, Tertulla) vennero traslati a Gubbio: di due di quei martiri (Giacomo e Mariano) sant'Agostino aveva redatto la passio. Attorno al culto per questi santi si consolidò l'identità ecclesiale della città umbra e molti vescovi eugubini del tempo vengono citati come Episcopus S.cti Mariani.

In epoca tardo-antica ed alto medievale la diocesi fece parte dell'area di influenza ravennate.

L'invasione degli Ungari e degli Avari del 917 arrecò danni irreparabili a città e territorio e cancellò quel che rimaneva dell'antico splendore. La rinascita ecclesiale e territoriale si deve principalmente all'insediarsi di numerosi monasteri tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo (San Donato di Pulpiano, fondato da monaci irlandesi, la camaldolese Santa Maria di Sitria e Fonte Avellana, notevole centro culturale grazie a Pier Damiani).

Al vescovo Ubaldo Baldassini (1129-1160) si devono la ricostruzione urbana e della cattedrale (distrutta da un incendio nel 1126), la riforma e rinascita spirituale del clero, dei canonici cattedrali (ai quali venne fatta adottare la regola Portuense) e del popolo, la riorganizzazione delle parrocchie rurali e la difesa delle libertà civili. Sant'Ubaldo è patrono della città.

Dalla prima metà del quattrocento, per quasi un secolo, Gubbio assurse al rango di prima città del ducato dei Montefeltro e dei Della Rovere e la sua diocesi venne nobilitata da tutta una serie di vescovi cardinali di prima levatura nella storia della Chiesa (Girolamo e Francesco Della Rovere, Antonio Ferrero, Federico Fregoso, Pietro Bembo, Giacomo Savelli, Marcello Cervini, poi papa Marcello II).

Gli episcopati di Cervini (1544-1555) e del suo successore Savelli (1555-1560) segnarono un periodo di rinascita per la vita ecclesiale: vennero riformati il capitolo cattedrale e la curia vescovile, creati l'archivio e il seminario, riorganizzata la rete parrocchiale, applicate le nuove discipline liturgiche, riformata la disciplina del clero, ebbero inizio le visite pastorali.

Con l'estinzione della dinastia dei della Rovere e il ritorno di Gubbio alle dirette dipendenze da Roma, iniziò il declino della città che divenne un piccolo centro di provincia: la diocesi passò dall'immediata soggezione alla Santa Sede a essere suffraganea dell'arcidiocesi metropolita di Urbino (4 giugno 1563); con l'erezione della diocesi di Cagli e Pergola perse anche una larga parte di territorio (compresa l'abbazia di Fonte Avellana).

Nei secoli successivi si segnalarono i vescovi Alesandro Sperelli (1644-1671), che fece restaurare la cattedrale (da lui riconsacrata il 22 settembre 1652) ed erigere la cappella della Madonna, lasciò del primo ricco nucleo della biblioteca Sperelliana e celebrò un importante Sinodo, e Giuseppe Pecci (1841-1855), insignito anche della porpora cardinalizia, che ebbe parte notevole nella stesura del documento con il quale papa Pio IX proclamava il dogma dell'Immacolata Concezione e nell'elaborazione del Sillabo.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2006 su una popolazione di 48.000 persone contava 47.200 battezzati, corrispondenti al 98,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 55.000 55.000 100,0 82 53 29 670 32 154 65
1970 48.000 48.000 100,0 73 54 19 657 21 130 67
1980 47.150 47.200 99,9 68 47 21 693 23 96 67
1990 47.950 48.000 99,9 62 41 21 773 1 21 65 40
1999 47.900 48.000 99,8 58 38 20 825 7 23 112 40
2000 47.800 48.000 99,6 56 36 20 853 7 21 111 40
2001 47.800 48.000 99,6 58 38 20 824 7 22 113 40
2002 47.800 48.000 99,6 52 32 20 919 7 22 83 40
2003 47.200 48.000 98,3 51 31 20 925 7 20 87 40
2004 47.200 48.000 98,3 50 31 19 944 8 19 87 39
2006 47.200 48.000 98,3 47 28 19 1.004 12 21 86 39

Collegamenti esterni

Fonti

(LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Verlag Karl W. Hiersemann, Leipzig 1931, pp. 699-700.

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