Circondario

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Il circondario costituisce l'ambito territoriale di gravitazione di una città o di competenza di un ufficio.

Circondario amministrativo

Il circondario amministrativo è stato un ente intermedio tra la provincia e il comune, istituito nel Regno d'Italia nel 1859 con la legge Rattazzi[1], come nuova denominazione della "provincia" del Regno di Sardegna e corrispondente all'arrondissement francese. Venne soppresso come istituzione nel 1927[2].

Le città capoluogo dei circondari erano sede di sottoprefettura, di tribunale, di catasto e uffici finanaziari. Il circondario era a sua volta suddiviso in mandamenti.

Circondari italiani storici

La suddivisione amministrativa del territorio nazionale italiano in 69 province e circondari all'inizio della prima guerra mondiale (1915), era la seguente:

Dal 1859 al 1860 esistette anche il circondario di Nizza, nella omonima provincia che comprendeva anche i circondari di Sanremo e di Porto Maurizio, nonché la provincia di Savoia, con sette circondari, poi ceduti alla Francia.

Circondario giudiziario

Ambito territoriale di competenza di un tribunale. Originariamente coincidente con i circondari amministrativi, a seguito delle modifiche intervenute sulle circoscrizioni provinciali dal 1927 a oggi e della riforma dell'ordinamento giudiziario, numerosi circondari comprendono oggi comuni appartenenti a differenti province. Nelle leggi e negli atti dello Stato ancor'oggi il termine "circondario" si riferisce implicitamente al territorio e alle città sede di tribunale. Nei capoluoghi di circondario hanno ancora oggi sede commissioni tributarie, ordini professionali e associazioni di categoria. Per l'elenco dei circondari giudiziari si veda l'Ordinamento della giustizia in Italia.

Circondario di decentramento amministrativo

Il circondario amministrativo è stato introdotto al fine di istituire un ente intermedio tra provincia e comune, sotto forma di unioni di comuni, di decentramento delle funzioni regionali e provinciali e di accentramento di funzioni sovracomunali.

Numerose Regioni hanno istituito circondari di decentramento tra gli anni '70 e gli anni '90, spesso grosso modo coincidenti con i circondari giudiziari o con l'ambito di presenza di uffici pubblici statali, tra cui il Piemonte (Alba-Bra, Ivrea, Pinerolo, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Mondovì, Casale Monferrato, Saluzzo-Savigliano-Fossano), la Lombardia (Lodi, Lecco), Emilia-Romagna (Rimini), la Toscana (Prato) e la Basilicata (Lagonegro, Melfi), anche sotto la spinta di rivendicazioni di autonomia provinciale dei relativi territori. I circondari erano solitamente sede anche di sezioni dei comitati regionali di controllo degli atti degli enti locali e di uffici di decentramento regionale, come anche nel caso della Sardegna (Tempio Pausania, Lanusei, Iglesias). Diversi di questi territori hanno infatti successivamente acquisito l'autonomia provinciale.

Con la riforma del 2000[12] la provincia, "...in relazione all'ampiezza e peculiarità del territorio, alle esigenze della popolazione ed alla funzionalità dei servizi, può disciplinare nello statuto la suddivisione del proprio territorio in circondari e sulla base di essi organizzare gli uffici, i servizi e la partecipazione dei cittadini". Il circondario è divenuto pertanto circoscrizione di decentramento amministrativo sub-provinciale e di aggregazione facoltativa di funzioni comunali e viene istituito direttamente dalla provincia di appartenenza, divenendo di fatto un comprensorio dalle funzioni e dimensioni ridotte, la cui costituzione non comporta alcuna modificazione nell'organizzazione e nella distribuzione degli uffici pubblici non provinciali. Sono stati così istituiti circondari nelle province di Torino (Ivrea, Pinerolo, Susa, Lanzo), Venezia (Veneto Orientale), Bologna (Imola), Forlì-Cesena (Cesena), Firenze (Empolese-Valdelsa), Livorno (Val di Cornia), Siena (Val d'Elsa, Chianti Senese, Crete Senesi, Val di Chiana, Val d'Orcia-Amiata, Val di Merse), Reggio Calabria (dello Stretto, della Piana, della Locride).

Circondario marittimo

Il circondario marittimo è una suddivisione amministrativa del litorale italiano. È l'ambito di competenza dell'Ufficio circondariale marittimo e ha normalmente sede in un porto minore. Secondo quanto previsto dal "Codice della navigazione del 1942[13] e dal suo regolamento di attuazione del 1952[14], è gerarchicamente assoggettato al compartimento marittimo (capitaneria di porto) e quindi alla zona marittima (direzione marittima), mentre esercita la propria competenza sugli uffici locali marittimi e sulle delegazioni di spiaggia, aventi sede negli approdi minori.

Note

  1. ^ Regio decreto n. 3702 del 23 ottobre 1859.
  2. ^ Regio Decreto n. 1 del 02 gennaio 1927.
  3. ^ Attuale Imperia
  4. ^ Attuale provincia di Udine
  5. ^ Attuale Fidenza
  6. ^ Attuale Borgo Val di Taro
  7. ^ Attuale Ariano Irpino
  8. ^ Attuale Piedimonte Matese
  9. ^ Attuale Crotone
  10. ^ Attuale Vibo Valentia
  11. ^ Attuale Lamezia Terme
  12. ^ Articolo 21 del "Testo unico degli enti locali", decreto legislativo n.267 del 18 agosto 2000.
  13. ^ Regio decreto n. 327 del 30 marzo 942.
  14. ^ Decreto della Presidenza de Consiglio n. 328 del 15 febbraio 1952.

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