Moniego
{{{1}}}⁄{{{2}}} Moniego è una frazione del comune di Noale in provincia di Venezia
Storia
Moniego sorge sull'antico tracciato del decumano massimo dell'agro Altinate, corrispondente all'attuale Strada Statale "Noalese". Come per altre località vicine si puo ipotizzare però che le origni non siano Romane ma ma si spingano più in la nel tempo. Numerose sono le testimonianze della presenaza di un villaggio durante il Medioevo, con una pieve e un centro fortificato. Il villaggio era inoltre suddiviso in diverse località minori, delle quali solo alcune sono ancora identificabili. La zona settentrionale del villaggio ai confini con la comunità di Scorzè era chiamata dei "Ronchi", toponomo che identifica ampie aree boschive ridotte ad agricoltura o pascolo. Più a sud, in direzzione di Robegano si trovava il "Boscarone" toponimo che ricorda la presenza di una folta selva. Ad est seguendo l'antico tracciato del decumano romano, si incontra la località delle "Fosse" amministrata però in epoca medievale dalla comunità di Scorzè. Moniego similmente ad altri centri della zona era dotata di un recinto difensivo, del quale gli abitanti si servivano in caso di pericolo. Le cronache del tempo non regalono olte informazioni, ma si conosce esattamente l'anno di disruzione della fortificazione avvenuta per mano di Ezzelino da Romano nel 1234. Caduto il castello che non fu più ricostruito centro della vita del villaggio divenne la Pieve di Santa Maria Assunta menzionata già nel 1297 nelle Reationes Decimarum Italiae.
Urbanistica e vie di Comunicazione
Moniego sorge sulla SR 515 "Noalese" che collega Treviso a Padova. La frazione è servita dai mezzi dell'ATVO ed ha fermate lungo la linea Scorzè - Noale.
Luoghi di interesse culturale
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Annunziata
Della parrocchia di Moniego si hanno notizie dal XII secolo. Fece parte del Patriarcato di Aquileia e poi dell'Arcidiocesi di Udine, cosa sorprendente, in quanto la zona era da sempre sotto la diocesi di Treviso. Solo nel 1818, su richiesta di Sebastiano Soldati, arciprete di Noale e poi vescovo di Treviso, a papa Pio VII, la parrocchia fu assegnata a definitivamente a Treviso. Per la sua antica e singolare storia, la chiesa è insignita del titolo di arcipretale.
La prima consacrazione di cui si ha notizia è quella del 25 marzo 1321 compiuta dal patriarca Pagano della Torre. Fu restaurata alla fine del XV secolo dal parroco di allora, il francescano Gregorio da Scutari e per l'occasione fu costruita la cupola e ampliata l'area presbiterale. Tuttavia, la chiesa è stata più volte rimaneggiata anche nei secoli successivi.
Ogni secolo ha lasciato all'interno della Chiesa la sua traccia: per esempio i due altari laterali tuttora dedicati al Crocifisso e alla "Madonna del Pan" sono di fattura tardo XVI secolo (inizio XVII). Splendido è il coro ligneo che si trova nelle pareti del presbiterio, commissionato verso il 1450, come la porta che immette nella cappella Grimani, che al suo interno è decorata con affreschi di qualità non così scadente. In detta cappella (usata per le Celebrazioni feriali invernali) si trova una lapide marmorea datata al XIII secolo che insieme alla porta della cosidetta cassaforte (XIV secolo) e ai su citati affreschi fa di questa piccola cappella una piccola gemma della magnifica corona che è la Parrocchiale. L'altare maggiore, dove vi è il Tabernacolo con la riserva Eucaristica, è sormontato da una pala raffigurante l'evento dell'Annunciazione con due appendici a destra e a sinistra raffiguranti i due santi patroni di Aquileia: Ermagora vescovo e Fortunato diacono, entrambi martiri (dall'anno 2000 si è ripresa l'usanza di celebrare, con il grado di solennità per la Parrocchia, l'annua ricorrenza di questi due santi, il 12 luglio). Il gruppo marmoreo costituente il corpo dell'altare è di attribuzione cinquecentesca. Altra gemma del presbiterio è la sede (la "sedia" usata dal Parroco o dal Vescovo per le Celebrazioni) che è attaccata al muro e sta alla base dell'ornamento dell'arco che immette nel presbiterio. Sopra la sede vi è la nicchia di custodia per gli Olii Santi. Per quanto concerne le pale degli altari laterari, rivestono di importanza storica le pale dell'altare della Madonna e di Sant'Urbano (quello di San Valentino è una pittura molto recente (1960) eseguita a causa di un incendio che ha distrutto la precedente). La pala di S. Urbano raffigura il Santo Pontefice seduto e rivestito dei paramenti e della tiara in conversazione con altri santi. Sopra vi è raffigurata la Chiesa trionfante con in primissimo piano la Vergine santa. La pala della Madonna è un adattamento di una pala altrove collocata a questo altare: infatti la pala raffigura un gruppo di angeli che sembrano portare in alto la statua marmorea della Madonna del Pan ivi collocata in una nicchia, con alcuni santi sottostanti in preghiera. Ma la mancanza di alcune mani di angeli fanno pensare appunto ad un adattamento. Forse originariamente la pala raffigurava gli angeli che portavano altro (forse la S. Casa di Loreto) ed è stata adattata a questa nuova collocazione. L'organo, del 1995, è stato costruito dalla ditta padovana "Pizzo e Brasson".
Motta - Centro Fortificato
Parco Naturale del Draganiziolo
Moniego è attraversato ai confini da un canale di nome Draganziolo lungo il quale è stata costituita una riserva e parco naturale protetto dal WWF. Qui vi abitano varie specie di piante e di animali che rendono la flora del parco Draganziolo una zona molto frequentata per tranquillità e naturalità.