Template:Comune Palagiano (Pala'scen o Pola'scen in dialetto) è un comune di 15.918 abitanti nella Terra delle Gravine Joniche in provincia di Taranto denominata anche "Città delle Clementine", per i suoi agrumi.

Il comune di Palagiano fa parte attualmente del Gruppo di azione locale GAL "I luoghi del Mito" e dal 2005 rientra tra i comuni che fanno parte del Parco delle Gravine Joniche.

Lungo tutto il litorale jonico tarantino, vi è un'area protetta la Riserva naturale Stornara più conosciuta come la "Pineta dell'Appia

Nell'Aprile del 1967 il poeta guardando "de visu" Palagiano e i suoi paesaggi in modo particolare Pino di Lenne ebbe a dire:

«Questo, è un paesaggio omerico della natura, incastonata lungo il corso del fiume Lato e la pineta dell'Appia, esso da sfondi a ricchi racconti d'Odissea. »

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Puglia.

Palagiano è sempre stata considerata una cittadina con una collocazione geografica strategica, situata com'è, all'inizio della piena penetrazione verso l'area urbana del capoluogo e al crocevia di smistamento delle direttrici stradali verso la Basilicata,Calabria e il nord Italia. Proprio come sviluppo storico dell'antica presenza romana della via Appia, tanto da rimanere coinvolto a tutto quello che accadeva intorno.

Basti ricordare le scorrerie piratesche dei saraceni, che dovevano per forza attraversare il territorio Palagianese come è avvenuto durante la distruzione di Mottola. Nel 1002 in una altra occasione dovette subire l'assedio di De Comiticchia che voleva conquistare Taranto in nome dell'imperatore Ottone III. Per non parlare di passaggi di molti eserciti quali: quello longobardo, greco, bizantino e romano che per conquistare diversi territori limitrofi erano obbligati a passare da Palagiano.

Nel 1023 secondo una cronistoria dopo l'assedio a Bari di un tale Royca si diresse verso la fortezza di Palagiano, espugnandola e ritirandosi sul colle di Mottola. Probabilmente il toponimo di via le mura potrebbe riferirsi a questo episodio raccontato in questo documemento. Il territorio di Palagiano appartiene ad un polo di insediamento rupestre nella zona occidentale confinante con in comuni di Massafra e Mottola e chiese rupestri.

In Palagiano vi è la Chiesa rupestre Santa Maria di Lenne.

In questa zona intorno all'anno 1100 circa doveva essere molto intensa la produzione di sale, in quanto ben trenta saline del fiume Lato furono donate ad una abbazia bizantina. Ancora oggi passando dalla SS 106 si può notare a ridosso del Fiume Lato in prossimità del bosco Romanazzi l'area denominata la Salina di Lato.

Nel 1081 Palagiano era stato infeudato da parte di Roberto il Guiscardo e successivamente nel 1250 le terre palagianesi furono acquisite dai Casamassima. Nel 1300 Palagiano si trova sotto i Giordano che lo cedette a Ugo Bilotta e successivamente nel 1332 a Maria Caterina Valois con cui inizierà un periodo travagliato a causa di alcune diatribe baronali.

Con Raimondello Orsini Del Balzo Palagiano si trovò inseritò nel Principato di Taranto insieme a Massafra, Mottola, Nardò e Otranto. In successione passò al figlio Antonio del Balzo Orsini e la città venne infeudata al barone Gabriele Capitignano per, poi, passare ai napoletani Protonobilissimo. Si ha notizia, infatti, che il 15 settembre 1464 Giacomo Faccipecora utile signore di Palagiano e Stefano Domini Roberti utile signore di Palagianello sottoscrissero un concordato sulla fida degli animali nei territori dei due Casali. Giacomo Protonobilissimo, alias Faccipecora, fu consigliere poi traditore di Antonio del Balzo Orsini, per questo forse premiato da Ferrante I, con l'investitura del feudo di Palagiano.Il feudo passò ai Lubelli ai Minutola sino al 1600 con i Caracciolo.

Le proprietà passarono dai Carmignano e subito ai Pappacoda e quindi ai De Marco nel 1720 fino a principi Cicinelli di Cursi (una diramazione della famiglia Caracciolo) che vi resto fino agli anni dell'800 e dovette affrontare le controversie derivanti dalle leggi contro la soppressione feudale.

Nel frattempo Palagiano divenne comune nel 1806 con il primo sindaco Francesco Paolo Calò. All'epoca la cittadina apparteneva alla Terra d'Otranto una delle dodici circoscrizioni sotto il Regno di Napoli e solo nel 1923, quando divenne capoluogo Taranto, passò dalla provincia di Lecce a quella jonica di Taranto.

Ad essa, per motivi demografici (art. 2 della Legge 8.12.1806, n. 272) venne aggregato Palagianello che prima aveva autonomia amministrativa quale "Universitas". Dopo lunga battaglia separatista, con legge 6.6.1907, n. 318, Palagianello ritornò Comune autonomo.

Intanto l'epoca feudale non era terminata e buona parte della proprietà passò alla famiglia Palomba e poi a quest'ultimo Principe di Palagiano, Gugliemo Romanazzi-Carducci fino a quando nel 1952 venne attuata la riforma fondiaria.

I Palagianesi hanno sempre vissuto i momenti di storia politica e sociale nella speranza di affermare i loro valori e i loro diritti.

Nel 1952 vennero scorporati grossi appezzamenti dell'ultimo feudatario il Principe Romanazzi e veniva ripartito per quelle famiglie numerose e povere del paese.

Iniziò cosi una epoca nuova non fatta di povertà ma inizio di crescita economica e culturale.

La gente iniziava a piantare nei propri terreni agrumeti e vigneti che sono stati la fortuna dei proprietari e la preziosità di un territorio che ha dato grandi vantaggi per le qualità del terreno.

Palagiano è stata una città con una grande vocazione agricola. Negli ultimi decenni ha visto anche un leggero sviluppo industriale nel territorio con la Zona Industriale nella parte Nord della città e l'attuale costruzione della Zona P.I.P

Il centro storico

Il centro storico di Palagiano è costituito da due rioni: La Terra, che comprende le vie: Pagano, le Mura, Roma, piazza Vittorio Veneto e via De Gasperi.

Il secondo rione è il Convento delimitato dalle vie: Carmignano, Sforza, Mafalda, Petrarca, Duca'd'Aosta, XX Settembre. Sebbene molti palazzi signorili sono stati demoliti, ricostruiti o ristrutturati, i segni della loro origine è ancora presente nella memoria dei più anzini.

Tra gli altri il Palazzo Baronale (detto castello), situato nella zona centrale della città, nei pressi del Municipio. Si presenta con forma quadrangolare in stile barocco pugliese poggiato su fondazioni molto antiche.

Il palazzo Sannella risale al XVII e presenta ancora qualche particolare architettonico neorinascimentale. Poco distante dalla Chiesa dell'Immacolata si vede l'antico palazzo della cancelleria, una volta sede del Decurionato e proseguendo dalla Chiesa dell'Immacolata su Corso Lenne vi sono case appartenenti ai primi anni del 1900. Sulla medesima via la ex caserma dei carabinieri ora adibita ad Auditorium comunale risalente alla fine dell'800.

Decentrati rispetto a questo primo nucleo, troviamo i palazzi delle Famiglie Carano in via dei Mille dei Toria in via Trento, dello scrittore Giovanni Maria Sforza.

Le chiese

Chiesa Matrice Maria Santissima Annunziata

Risalente al XVIII secolo, presenta una semplice facciata, opera di transizione dal barocco al neoclassico. All'interno, ad una navata, una tela dell'Annunciazione, di autore ignoto del XVIII secolo, tela ad olio "Madonna dei Miracoli", attribuita a Domenico Carella, sempre del XVIII secolo, la tela "Crocifissione tra le anime purganti", della prima metà del XIX secolo attribuita a Gioacchino Toma il coro ligneo e uno splendido organo, pure settecentesco, e una pregevole statua lignea raffigurante San Francesco vestito da conventuale, della prima metà del XVI sec., appartenente al soppresso convento di Santa Maria della Nova. Nella medesima Chiesa, entrando, a destra, vi è l'altare dedicato al Santo Patrono, San Rocco, su cui è posta la nicchia che custodisce la venerata immagine del Santo. Sulla nicchia un'epigrafe recita: “Et eris in peste patronus” (“E sarai nella peste il protettore”). Per antica tradizione i solenni festeggiamenti in onore di San Rocco si svolgono il sabato, la domenica e il lunedì successivi al 16 agosto, solennità liturgica del Santo. La sera del sabato ha luogo la processione della cavalcata, che dà inizio ai festeggiamenti, con la sfilata di cavalli riccamente bardati e montati da bambini vestiti come il Santo Pellegrino.

Chiesa dell'Immacolata

La Chiesa dell'Immacolata è certamente la più antica del paese. Consacrata nel 1582 fu sconsacrata agli inizi del XIX secolo, con la soppressione del convento dei francescani conventuali sotto il titolo di Santa Maria della Nova; fu di nuovo consacrata nel 1938 e con l'occasione ci furono ristrutturazioni ma anche alcuni danni alle decorazioni del rosone. Fu danneggiato anche il campanile soprastante il presbiterio. Si presenta con una semplice facciata ingentilita da un rosone (oggi in non buone condizioni); e all'interno conserva una tela dell'Immacolata della prima metà del XVIII secolo, e una statua lignea (in pessime condizioni) della seconda metà del XVII secolo raffigurante San Gaetano, attribuita all'ischitano Gaetano Patalano. Un tempo l'edificio apparteneva all'ex convento dei francescani conventuali, soppresso agli inizi del XIX secolo.

Chiesa di San Nicola

La Chiesa di San Nicola è la parrocchia più recente: nasce inizialmente in un luogo di culto con un piccolo salone in viale chiatona(nell'attuale negozio di materiale elettrico)poi nel 1964 nel salone adiacente all'attuale chiesa. Negli anni seguenti nasce cosi la Chiesa di San Nicola la più capiente in quanto possiede più di 400 posti a sedere durante le celebrazioni. Essa si presenta in stile Romanico semplice; all'esterno ci sono tre mosaici raffiguranti, da sinistra: l'incontro di Maria con Elisabetta, al centro la Sacra Famiglia, a destra il battesimo di Gesù. In alto un grande rosone raffigura l'immagine del Santo Nicola di Bari. Al suo interno vi è un grande mosaico di Gesù e del Padre con la scritta del vangelo di Giovanni: Io, sono la vita, la verità e la via.

Le Sorelle Madonne

Si racconta, che nei tempi remoti le campagne di Palagiano furono invase dall'acqua a causa di una catastrofica alluvione. In quel momento nella zona si trovavano due sorelle chiamate Lenne e Stella. La seconda riuscì ad attraversare la lama aiutata da un contadino e Lenne impaurita e timorosa rimase sola pensando di aver perso la sorella annegata. Stella restò in attesa di Lenne e stanca si addormentò sognando la Madonna.

Quando l'alluvione cessò il Vescovo e le autorità rimasero sbalorditi dal racconto di Stella, che chiese ed ottene che in quel posto fosse edificata una cappella dedicata alla Madonna della Stella.

Per ricordare la sorella, i fedeli vollero costruire un'altra cappella intitolata alla Madonna di Lenne.

A Palagiano si è sviluppata una intensa tradizione religiosa popolare di grande fede intorno alla Madonna della Stella.

  • Chiesa benedettina di Santa Maria di Lenne

Essa è menzionata la prima volta nel 1110, presenta all'interno tracce di affreschi che una volta dovevano ricoprirla interamente. Si nota, nella nicchia absidale una Madonna con Bambino, in stile bizantino alquanto rovinata, che il Dalena accosta come tipo iconografico alla Platytera.

  • Santuario Madonna della Stella

Il Santuario della Madonna della Stella è stata costruita recentemente in sostituzione di un’altra riedificata e benedetta nel 1954. Il Santuario è situato a 3 km fuori dal paese in aperta campagna. Prima di essa si suppone che ne esistesse un’altra primitiva, ma non si hanno notizie certe. Il Santuario è molto semplice, non presenta arricchimenti artistici, vi è un rosone molto semplice ed alcuni quadri disegnati da un'artista palagianese.

I beni archeologici

Il territorio ha rivelato una capillare presenza di ville rustiche di età romana e preromana che testimoniano la fertilità del suolo in epoca antica. Luogo di sosta sul tracciato della via Appia (statio ad Canales), decadde nell'Alto Medioevo per l'impaludamento della pianura. Riprese a vivere pienamente, come centro demico, alla fine del Medioevo. Molti rinvenimenti di necropoli, con tombe, corredi funerari, vasi, ceramiche e dipinti del IV-III sec. a.C.

  • Villa romana detta "Parete Pinto"

La struttura, risalente al I sec. a.C. conserva i resti di un recinto in opus reticolatum che presenta tre ingressi, due ai vertici del lato nord, ed uno, più stretto, al centro del lato sud. Qualche centinaio di metri più a ovest è visibile, nascosta da vigneti, un cisterna coeva e che probabilmente rientrava nel pars rustica della villa.

Nella città di Palagiano lungo Corso Lenne, vi è un frantoio del 1805 dove si nota ancora la grande ruota di pietra viva che macina l'olio con gli attacchi per i cavalli che servivano a far girare la ruota di pietra su un asse ligneo. Se si eccettua l'attuale meccanizzazione insita nella lavorazione di tipo industriale, la molitura dell'olio avveniva a quei tempi proprio come oggi.

Diverse Necropoli e tombe sono state rinvenute in varie contrade le più significative sono:

  • Fontana del Fico

Tomba a fossa scavata nel tufo con qualche frammento di pietra tenera Naistros, che sormontava la sepoltura e oggetti da corredo, tra cui uno specchio bronzeo,monile di argilla dorata, fibule di bronzo e ceramica apula.

  • Ponte di Lenne

Nella lama di Lenne all'altezza del ponte vi è un piccolo insediamento medievale dove sono state ritrovate tombe corredi e manufatti di argilla del V sec. a.C.

  • Cozzo Marziotta

Nelle campagne di questa contrada gli scavi hanno portato a riconoscere sul lieve rialzo di Cozzo Marziotta un centro preistorico fortificato nell'età del ferro con un insediamento capannicolo.

  • Sorgente di Calzo

Necropoli ed alcuni arredamenti funebri, vasi e utensili. In oltre la sorgente negli anni più antichi fu l'unica fonte da cui i palagianesi potevano attingere acqua potabile.

Il Megalito ritrovato agli inizi del '60 adiacente ad una cisterna gallo romana che, scondo alcuni studiosi occultebbe quella della cripta di S.Marco.

Lame e fiumi

Il comune jonico di Palagiano presenta nel suo aspetto morfologico molte lame. Le lame si identificano come ampi e profondi solchi carsici, vie fluviali naturali.

Alcune lame si conservano ancora con un buono stato vegetativo, altre lame sono state bonificate e con la riforma agraria dove ora si possono vedere distese di agrumeti.

Le lame da sempre sono servite per far scorrere le acque e non per edificare case o terreni, cosi l'8 settembre 2003 per via dell'alluvione molti di questi ha subito ingenti danni, case distrutte e molti alberi divelti.

Le lame palagianesi sono:

  • lama di Vite
  • lama d'Uva
  • lama di Chiàtone
  • lama di Calzo
  • lama di Lenne

I fiumi sono il Lato ed il Lenne.

Il fiume Lato nasce tra le murge laertine e sfocia nel mar jonio nella località chiamata: "Ventidue", numero del casello ferrioviario Taranto - Metaponto. Alla foce vi è la Torre Lato, appoggiata sulla riva del fiume che serviva per non subire attacchi dai pirati.

Il fiume Lenne, è più ricco di storia è di fascino naturalistico.

Esso sin dai tempi antichi fu nominato in un racconto di Tito Livio. Questo fiume si presenta con più flora soprattutto quando attravesa la pineta dell'Appia, la foce è stata ripristinata e allargata, prima era incastonata fra i due moli dove vi era una piccola spiaggia e il fiume, ormai distrutti dopo l'alluvione del 2003.

All'inizio della spiaggia vi è un ponte fatto costruire da Mussolini ove lì, nel 1967 Salvatore Quasimodo si fermò ad ammirare il paesaggio.

Le masserie

  • Lamaderchia
  • Frassino Colombo
  • Conca D'Oro
  • Marziotta
  • Latorrata
  • Magliari
  • Alfonsetti
  • Simeone
  • Martellotta
  • Petrosa
  • Torrione
  • Lama d'Uva
  • Lupoli
  • Iazzo
  • Rotolo
  • De Sinni

Le feste religiose

I palagianesi festeggiano molte ricorrenze, fin dai tempi antichi. Si racconta che quando qualcuno metteva fuori un'immaginetta di qualche santo, tutto il vicinato festeggiava, si festeggiava sempre in grande ogni ricorrenza, se pur le ristrettezze economiche non lo consentivano ma si accontentavano di poco, un bicchiere di vino e balli popolari.

La più suggestiva è la festa della Madonna della Stella, La Tagghiarin

  • La Tagghiarin

Ad ottobre viene festeggiata questa festa molto scenografica ma viva anche religiosamente. Nella seconda settimana del mese, nel primo mattino del sabato alle ore 6 viene celebrata la messa e portata l'immagine di Maria dal Paese al Santuario in campagna, accompagnati da una banda chiamata lu fisc'arule un banda di bassa musica, che si fa accompagnare da una gran cassa, piatti, rullante e un ottavino. All'arrivo in campagna poi inizia il pellegrinaggio per tutto il mattino dei fedeli. Il maggior afflusso comincia nel pomeriggio quando c'è l'uscita della pasta, la famosa Tagghiarin. La pasta è fatta dalle tripoline e cucinate con salsa e tanto peperoncino in calderoni di acciaio.

La tradizione vuole che la pasta si distribuisca davanti il sagrato del Santuario, e che venga mangiato nella spatola del fico d'india e per forchetta un ramoscello di ulivo che ne assuma le sue sembianze. La pasta anticamente veniva portata dal luogo in cui si cucinava su un carretto del tempo, adesso a quei carretti hanno preso il loro posto i trattore con i rimorchi ad alte sponde, perché la cosa più suggestiva è l'assalto della folla per la distribuzione della pasta.

Processioni

  • Marzo
  • Aprile
  • Maggio
  • Madonna dei Fiori
  • San Nicola
  • Il 31 pellegrinaggio al Santuario Madonna della Stella
  • Giugno
  • Luglio
  • Agosto
  • Ottobre
  • Novembre
  • 1-2-3 Dalla Chiesa Madre al Cimitero

Detti palagianesi

  • Alla cannlor ci no nevc e no chiov la v'rnet no jè for (Alla candelora se non nevica e non piove, l'inverno non è finito)
  • A San Catall pass u fridd e tres u call (A San Catado passa il freddo ed arriva il caldo)
  • Scut n'giel cà m'bacc t'ven (Non sputare in cielo perché in faccia ritornerà)
  • No jè semb fest a Palascen (Non è sempre festa a Palagiano)
  • Cì vuò fè na gross appccdett, natèl assut e pasq ammudèt (Se vuoi fare una grande campagnata, natale asciutto e pasqua bagnata)
  • Cì scennèr no sc'nnaresc, fbbrer mal a penz (Se gennaio non gela, febbraio pensa male)
  • Cì fbbrer jer tutt, fascev dvendè ghiacc lu mijr jindr a li vutt (Se febbraio fosse tutto, feceva diventare di ghiaccio il vino nelle botti)
  • Cì marz vol, fesc saltè l'ogn a lù vòvj (Se marzo vuole, fa saltare l'unghia al bue)
  • Rott a capes, ogniun alla ches (Rotta la "capasa" (o "capasone" grosso vaso di terracotta che conservava alcuni alimenti) , tutti a casa)
  • Pass u sand e pass a fest (Passa il santo e passa la festa)
  • Li jirt alli fic li vasc alli zit (Gli alti ai fichi i bassi ai fidanzati)
  • L'arc d la matin o iacqu o vndrrin (L'arco della mattina o acqua o vento forte)

Località turistiche

Il comune di Palagiano si estende su 7 km di litorale lungo la costa jonico tarantina.

  • Pino di Lenne

Il nome di Pino di Lenne deriva dai suoi boschi di Pino d'Aleppo e dal fiume Lenne. A Pino di Lenne vi è il Pino d'Aleppo più antico d'Europa, oltre 300 anni.

Pino di Lenne è nominata in un episodio di Tito Livio nel capitolo 39 della sua opera storica Ab Urbe condita nel quale si parla di uno scontro di due navi: una Tarantina che procedeva cabotando in direzione di Metaponto e l'altra romana le si scontrarono in un breve combattimento che terminò con l'incendio e l'affondamento delle due navi a 15 miglia dalla da Taranto. Tito Livio dice: ...quindecim milia ferme ad urbe ad Sapriportem obvius fuit... (a Sapriporte circa 15 miglia da Taranto). Calcolando il miglio in itinerario romano di 1471 metri risulta che la località da identificare ricade nel territorio di Palagiano e precisamente nella zona costiera denominata Palude Fetida. La zona di Pino di Lenne anticamente era una zona putrida paludosa.

In questa località marina sfocia il fiume Lenne, incastonato tra i due moli. Esso presenta i segni dell'alluvione del 8 settembre 2003. A Pino di Lenne vi è anche un alaggio per scafi. Lungo il fiume Lenne è possibile sostare perché attrezzato di area pic nic e godere di un paesaggio che riporta indietro nel tempo.

Sagre ed eventi

  • Stra Palagiano
  • Palagiano in Fiera
  • Festa di San Nicola
  • Ciclo passeggiata
  • Tindarè
  • Palagiano Music Festival
  • Water Games
  • Palagiano sotto le stelle
  • Palagiano in Volley
  • Cioco Festival
  • Festa Patronale di San Rocco
  • Note di Gusto
  • Festival della Conca d'oro
  • Raid della Magna Grecia
  • La Tagghiarijn
  • Festa Madonna della Stella
  • Trofeo Madonna della Stella e delle Clementine
  • Sagra del mandarino
  • Trofeo Mandarin Bowl

Clementine del Golfo di Taranto

La Clementina del Golfo di Taranto sono un incrocio tra il mandarino e l'arancio, caratterizzato dalla forma sferoidale, leggermente schiacciata ai poli, con una buccia liscia o leggermente rugosa, di colore arancio e con una lieve sfumatura verde. La polpa, anch'essa di colore arancio e molto succosa, ha un sapore dolce ed aromatico e contiene al massimo tre semi. Oltre a possedere un elevato contenuto di vitamina C, è rinfrescante e diuretica, e può essere consumata al naturale o impiegata per preparare succhi, sciroppi, sorbetti, marmellate.

Il clima caldo, soleggiato e poco umido del territorio che si affaccia sul Golfo di Taranto, influenza benevolmente la crescita e la maturazione del frutto, conferendogli caratteristiche qualitative eccellenti. L'irrigazione viene praticata quasi tutto dell'anno, e avviene a goccia o a zampillo, in modo diretto ma lontano dalla chioma, per evitare marciume nella zona del colletto della pianta. La raccolta viene effettuata rigorosamente a mano, onde evitare che i frutti si deteriorino.

La Clementina del Golfo di Taranto è coltivata esclusivamente nei comuni della zona occidentale della Provincia di Taranto. Tra le città che coltivano la clementina c'è anche Palagiano, chiamata anche la città delle clementine, nella quale ogni anno nel periodo di dicembre avviene la sagra del mandarino facendolo diventare il simbolo del paese. Ad esso è stato riconosciuto il marchio IGP.

Sagra del mandarino

Per celebrare il frutto tipico e simbolo della città di Palagiano, tra la fine di novembre e i primi di dicembre viene celebrata la Sagra del Mandarino.

Sagra che dura 3 giorni iniziando dal venerdì pomeriggio con stand, spettacoli ed eventi.

L'ultimo giorno della Sagra viene consegnato il premio "Mandarino d'oro" all'azienda agricola che ha il clementino più buono del comune.

Il 22 novembre 2009 Palagiano durante la 20^ Sagra del Mandarino entra far parte del Guinnes world Record con la Spremuta più lunga del mondo[senza fonte], il vecchio record era di 101 litri, Palagiano ha totalizzato 692,5 litri.

Alluvione del 8 settembre 2003

Per i cittadini di Palagiano la data è memoria di un disastro inaspettato. La mattina dell'8 settembre 2003 il cielo gonfio di nuvole iniziò a mandare acqua in abbondanza sul paese. Alle ore 10 la città era già bloccata per la forte pioggia. Da premettere che Palagiano trovandosi in una conca offre occasioni per repentini allagamenti. Verso le ore 14 l'acqua entrava nelle case dei Palagianesi iniziando ad allagare tutto sino a raggiungere il metro d'acqua nelle case a piano terra, sommergendo scantinati in più punti della città. Alle ore 17 la pioggia terminò, lasciando Palagiano sotto un mucchio di fango e acqua. Dovettero intervenire il genio civile, i soccorsi militari con ausilio di elicotteri, in quanto alcune persone erano in pericolo. Nelle immediate vicinanze morirono 3 persone e ci fu un disperso.

Radio

  • RSA, Emittente Ecclesiastica della Parrocchia Maria SS. Annunziata, che prevede una programmazione di musica leggera e di musica cristiana.

Compagnie teatrali

  • Luce & Sale
  • Menhir
  • Heateria
  • San Nicola

Nativi di Palagiano

  • Kinnamos il Calligrafo, primo palagianese a essere menzionato in un documento del 1016, conservato nell'Abazia di Montecassino
  • Eunofrius Sabellus, storico, che descrisse, insieme a due cronisti tarantini, la distruzione di Mottola nel 1112 ad opera dei Normanni di Muarcaldo
  • Padre Giovanni Maria Sforza, filosofo e teologo, vissuto nel XVII sec., figura di spicco del suo tempo. Tra le sue opere, Scotus corroboratus, Aphorismi pro Confessariurum, Meteorologicae lucubrationes ex Aristotelis mentem desumptae, l'Apostolo di Japigia, la Sofronia Romana, Il Pellegrino amante.

Personalità legate a Palagiano

  • Domenico Latagliata, giocatore di Basket A.S.Dream Team Taranto campione Italiano 2008
  • Giovanni Laterza, Campione del Mondo WAKO-pro di Kickboxing cat.85.100 kg nel 2008.
  • Michele Mottolese, pugile e campione italiano nel 2007
  • Paolo Mappa, batterista jazz in America e Italia
  • Rocco Buttiglione, deputato dell'UDC, nato a Gallipoli ma da Padre Palagianese,
  • Pasquale Buttiglione, ex Questore nato a Palagiano nel 1922

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Trasporti

 
Collegamenti della Provincia di Taranto

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

L'aeroporto di Taranto-Grottaglie "Marcello Arlotta" effettua servizi di linea per il traffico passeggeri con voli charter. Gli aeroporti più vicini sono:

Amministrazione

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Voci correlate

Bibliografia

  • Fernando Ladiana - Palagiano - Scorpione editore.
  • Vincenzo Cetera - S'arrcord li vign d'mizz la chiazz - Associazione Pro Loco, Comune di Palagiano.
  • Roberto Marchione - La città delle Clementine - Dellisanti editore.

Collegamenti esterni

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  1. ^ Dati tratti da: