Fiat Tempra
La Fiat Tempra è una berlina media prodotta dalla FIAT Automobili S.p.A tra il 1990 e il 1997. Debuttò in Italia nel febbraio del 1990 come erede della Fiat Regata.[1] Il progetto è identificato come "tipo tre", per indicare una collocazione intermedia tra la "tipo due" (Fiat Tipo) e la "tipo quattro" (Fiat Croma). Il numero del modello è 159.
Fiat Tempra | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | ![]() |
Tipo principale | Berlina 3 volumi |
Altre versioni | Station wagon Van |
Produzione | dal 1990 al 1996 |
Sostituisce la | Fiat Regata |
Sostituita da | Fiat Marea |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4.354 (Berlina) mm 4.470 (Station Wagon) mm |
Larghezza | 1.695 mm |
Altezza | 1.440 (Berlina)mm 1.500 (Station Wagon) mm |
Passo | 2.540 mm |
Massa | 1.170 (Berlina)kg 1.250 (Station Wagon) kg |
Altro | |
Stile | I.DE.A Institute |
Altre antenate | Fiat 131 |
Altre eredi | Fiat Linea |
Stessa famiglia | Fiat Tipo e Marengo II Alfa Romeo 155, 145 e 146 Lancia Dedra e Delta II |
Auto simili | Austin Montego Citroën BX Ford Sierra Opel Vectra Peugeot 405 Renault 19 Chamade Rover 414/420 Volkswagen Passat |
Note | cx di 0,29 per la berlina |
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Con meccanica, telaio e alcune parti estetiche in comune con la Fiat Tipo e facente parte di un progetto comune del gruppo Fiat che comprendeva anche la Alfa Romeo 155 e la Lancia Dedra, la Tempra venne proposta come una classica berlina per l'italiano medio. Oltre alla versione a 4 porte venne presentata anche la versione station wagon che ottenne subito un buon successo commerciale di vendita.
In tre anni, dal 1990 al 1993, ne sono state vendute circa 400mila unità di cui circa la metà in versione Station Wagon.[1]
Contesto
Caratteristiche generali
Nel quadro d'insieme, la Tempra era per l'epoca una vettura facilmente acquistabile (il modello base costava poco meno di 20 milioni di lire) con le dotazioni, il comfort e la comodità di una berlina di classe superiore. Essendo quello delle berline medie il settore più agguerrito per i produttori di automobili nei primi anni novanta, era d'obbligo per la FIAT riuscire a rendere il più appetibile possibile al pubblico il nuovo modello. Il design (sviluppato dall'IDEA Institute) era molto classico, sobrio ed elegante, senza eccessi o stravaganze, e questo venne apprezzato dal pubblico che l'accolse positivamente.
Di certo, le sue doti migliori erano comunque a livello pratico più che estetico, dato che la Tempra offriva uno spazio abitabile al top della categoria (era superiore a tutte le rivali più acclamate) e una capacità di carico eccezionale, in particolar modo nella versione Station Wagon. Per la berlina, la capacità di carico era di circa 500 dm3, ampliabili abbattendo il sedile posteriore (optional a richiesta) e questo la rendeva molto sfruttabile. Per la versione SW, si partiva da un minimo di 550 dm3 fino ad un massimo di 1600 dm3 con sedili abbattuti, particolare di primaria importanza nel successo della versione giardinetta rispetto alla versione 3 volumi. Nel 1992, al Salone di Ginevra, è stata inoltre presentata la versione 4x4 della Tempra SW, commercializzata dallo stesso anno[2][3] che ha vinto l'Oscar del Traino nel 1993, succedendo alla SEAT Toledo.[4]
La dotazione era molto ricca, e in tutte le versioni dal 1.6 in su comprendeva di serie già dal 1990 servosterzo e alzacristalli elettrici anteriori, il primo, optional sulle versioni base 1.4. Per il resto, la lista degli optional era davvero lunga; alzacristalli elettrici posteriori, fendinebbia, tergi-lava-lunotto, cerchi in lega, aria condizionata, computer di bordo e per la prima volta a disposizione su una berlina media FIAT airbag lato guida e ABS sulle ruote anteriori. La dotazione più "snob" era tuttavia la Suite, riservata a una clientela femminile che puntava soprattutto sulla qualità degli interni.[5]
Nella seconda generazione del veicolo, rinnovata nel 1993,[1] alcuni di questi optional diventarono di serie su alcune delle versioni di punta della gamma, e sulle versioni più lussuose (come la 1.8 SLX e la 2.0 Suite) furono proposti dei full-optional piuttosto interessanti. Inoltre, nei dettagli tecnici/estetici, spiccava il quadrante digitale che era disponibile sulle versioni SX, che risultò tra gli elementi più apprezzati della Tempra. Già proposto sulla Tipo, sulla Tempra questo elemento fu molto più apprezzato, e una percentuale molto elevata di modelli uscivano dotati di quadrante digitale piuttosto che analogico. Si fece anche un passo avanti nelle dotazioni di sicurezza, venendo rafforzata la scocca, inserite barriere laterali anti-intrusione e voltante ad assorbimento d'urto, airbag e cinture di sicurezza con pretensionatori.[1][6] Nel 1994, la sicurezza passiva fu ancor più presa in considerazione dalla Fiat che introdusse l'allestimento HSD (High Safety Drive) che comprendeva ABS a quattro canali, airbag lato guida, pretensionatori per le cinture di sicurezza anteriori, poggiatesta sia anteriori che posteriori e correttore dell'assetto dei fari.[7]
La produzione del modello cessò nel 1997; in quel periodo fu presentato un nuovo modello, la Fiat Marea, che si insediò nella sua fascia di mercato.
Caratteristiche tecniche
I propulsori proposti nella gamma erano in parte gli stessi della Tipo (ad eccezione di quelli sportivi) e della Dedra ma, al contrario della cugina Lancia, la Tempra montò anche propulsori a carburatore (il 1372 cc e il 1581 cc) che uscirono di scena nel 1993 con l'entrata in vigore della nuova normativa anti-inquinamento. Nei primi 2 anni, i motori a carburatore furono comunque affiancati dalle versioni a iniezione elettronica Singlepoint, ma i primi godevano di una potenza più elevata rispetto ai secondi; il 1581 cc a carburatore erogava 86 cv, quello a iniezione elettronica ne erogava 75. La trasmissione era un cambio manuale a 5 marce, di serie su tutte le versioni. Ad ogni modo, tra le varie offerte della gamma Tempra, era disponibile la Tempra Selecta 1.6, che per la prima volta proponeva il cambio automatico a variazione continua già sperimentato sulle Uno, Panda, Ritmo e Fiat Tipo. La novità era nella sua adozione su di una berlina media, poiché mai prima era stato proposto su di una vettura di quella categoria. Per le versioni 2.0, fu adottato un cambio automatico di tipo tradizionale.
Nel corso dei 7 anni di produzione la gamma Tempra, fatta eccezione l'adozione dei motori a iniezione elettronica e catalizzati su tutti i modelli, non subì mai modifiche sostanziali. Solo il motore da 1581 cc (quello più venduto) subì una sostanziale modifica, con l'adozione di un nuovo sistema d'iniezione Multipoint in luogo del precedente Singlepoint, che permise anche attraverso ad alcune modifiche, d'incrementare la potenza da 75 cavalli a 90.
La scocca e l'intelaiatura derivavano per buona parte dalla Tipo. Il pianale era comune anche alla Lancia Dedra, Lancia Delta (nuova versione), Alfa Romeo 155, Alfa Romeo 145 e Alfa Romeo 146, che vennero prodotte negli stessi periodi della Tempra.
Fine della produzione
A partire dal 1995, anno in cui l'auto vendette 7.561 unità a gasolio in Italia,[8] si pensò alla sostituzione della Tempra con un modello più attuale e inizialmente si sentì parlare di una “Futura Tempra”.[9] Come in altri precedenti, le anticipazioni sui nuovi progetti prevedevano spesso fantasiose elaborazioni dei disegnatori e supposizioni basate su voci di corridoio che trapelavano attraverso le sedi dell'azienda torinese. Se oggi vengono presentati concept, anticipazioni o prototipi che vengono sbandierati come fossero già in produzione, all'epoca si cercava un certo riserbo per creare attesa nel pubblico e negli acquirenti.
La “Futura Tempra” era quella che oggi è comunemente conosciuta come Marea,[10] che debuttò nella seconda metà del 1996, con la Tempra ancora in produzione. Basata sullo stesso pianale della Tempra, e con buona parte della meccanica in comune, la Marea entusiasmò il pubblico, prevalentemente nella versione station wagon denominata Weekend. Ad ogni modo, la FIAT rese evidente la volontà di troncare con il modello precedente scegliendo un nome completamente nuovo. Tutt'ora una media molto elevata di Tempra è ancora circolante, a conferma della riuscita operazione commerciale degli anni novanta.
Difetti
Sulla rivista Quattroruote venivano regolarmente riportate segnalazioni di guasti o difetti di serie sulle auto in commercio. Per la Tempra, risultarono pochi guasti generali, ma alcuni difetti che seguirono il veicolo in alcuni periodi della sua vita. Tra i primi segnalati da alcuni lettori, si presentò il problema di una infiltrazione d'acqua attraverso le guarnizioni del parabrezza, piaga che aveva in passato riguardato altri veicoli del gruppo FIAT, in particolar modo l'Alfa Romeo 33 che imbarcava una quantità davvero notevole di acqua in condizione di pioggia. Per la Tempra, questo problema fu segnalato dal 1990 al 1992, quando, in seguito alle numerose segnalazioni, si risolse la questione con un quantitativo di collante superiore per ogni guarnizione, e difatti l'inconveniente scomparve definitivamente.
Altro difetto segnalato era l'eccessivo consumo di olio, in particolar modo nelle versioni 1.6, che era comune anche alla cugina Tipo (con lo stesso motore) e alla Panda (motore 1.0 Fire). Questo particolare difetto fu segnalato su parecchi modelli FIAT dell'epoca, e parve scomparire sulla Tempra con il nuovo motore 1.6 da 90 cv.
Su quelle stesse versioni, comunque, a partire dal 1994, si manifestarono parecchi problemi di elettronica (come la centralina, la chiave con codice e il sistema elettrico), dovuti probabilmente ad alcuni componenti non sufficientemente testati che non erano completamente compatibili con un modello progettato alla fine degli anni ottanta. Piccolo difetto, ma non a livello tecnico, solo pratico, sulle berlina il lunotto posteriore, molto basso e inclinato, e la coda molto alta, rendevano la visibilità scarsa e l'ingombro difficilmente calcolabile in manovra. Questo particolare era comune anche alle cugine 155 e Dedra e fu tra i motivi del successo della Station Wagon rispetto alla berlina.
Pregi
La Tempra si presentò subito come un'auto molto economica e affidabile. Il 1372 cc e il 1581 cc erano capaci di lunghe percorrenze con un consumo davvero ridotto, favorito anche da un serbatoio record da 65 litri per la berlina e 70 litri per la Station Wagon. L'autonomia media di una berlina 1.6 da 75 cavalli si aggirava intorno ai 920 km (circa 14 km/l) e il consumo a velocità costante di 16,5 km/l a 90 km/h e di 11,6 km/l a 130 km/h. Questo consumo ridotto era agevolato anche da un'aerodinamica favorevole (Cx di 0,297) e quindi una potenza assorbita di soli 17,2 cv a 100 km/h, che tra le berline concorrenti dell'epoca era in assoluto il miglior risultato raggiunto.
Altri pregi erano la robustezza e l'affidabilità, dato che il motore si adattava perfettamente ad utilizzi urbani, extra-urbani e autostradali senza remora alcuna, rendendo la Tempra un'auto vicina alle esigenze di una famiglia che partiva per le vacanze piena di bagagli come a chi girava il centro urbano affrontando code e colonne al semaforo. Per la sua straordinaria capacità di carico, era anche tra le preferite dalle aziende (con il motore 1929 a gasolio) che potevano sfruttare in ogni situazione lavorativa. Inoltre, esisteva la versione Marengo (sigla usata anche per la Regata prima e la Marea dopo) che rappresentava la vera versione commerciale della Tempra, senza sedili posteriori e immatricolata autocarro.[11] In ultimo luogo, l'economicità del veicolo era dovuta alla facile reperibilità dei pezzi di ricambio e ad una struttura abbastanza semplice, che rendeva riparazioni e lavori di manutenzione molto comodi e poco onerosi.
Tempra brasiliana
Sebbene in Italia il successo della Tempra (particolar modo Station Wagon) fu dovuto ai pregi sopra citati, peccò nelle vendite l'assenza di una versione sportiva simile alla Tipo 1.8 16v o GT, visto che all'epoca quasi tutte le proposte di mercato avevano nella gamma almeno una ad alte prestazioni. In Europa, il motore più potente era il 1995 cc da 113 cv che, per quanto si adattasse al tipo di modello, non era possibile definire sportivo.
Ad ogni modo, in Brasile, la Tempra fu proposta in maniera differente dagli altri paesi in cui era in commercio, e fu anche prodotta alcuni anni in più (fino al 2000) con motori e allestimenti mai visti in Europa. Esisteva la Tempra HLX, motore 2.0 16v da 136 cv (lo stesso della Croma) e una Tempra Turbo Suite con motore 2.0 Turbo 8v da 165 cv. Ad ogni modo, la vera differenza e forse anche quella più interessante, era l'esistenza di una berlina 2 porte (quasi una coupé) d'indubbio fascino, che non comparve mai oltre-oceano, benché qualcuno ne avesse paventato l'uscita. Le differenze visibili a colpo d'occhio con il modello europeo erano poche; gli specchietti retrovisori esterni erano di un tipo diverso, come il paraurti anteriore con due fendinebbia più vicini e gli spigoli più bombati(quasi impercettibile a prima vista), la mascherina anteriore meno squadrata, simile a quella della Tipo 2° serie, e infine la serratura del cofano bagagli posta sopra la targa, anziché sotto e l'assenza del portarga posteriore incollato. Come detto, particolari quasi impercettibili, che rendono però il modello diverso da quello europeo anche a livello estetico.
Adottava una diversa sospensione posteriore, simile a quella della Lancia Prisma.
In Brasile, la Tempra ottenne un buon successo[12] e veniva assemblata dello stabilitamento di Belo Horizonte.[13]
Note
- ^ a b c d Paolo Artemi, È sempre più familiare il successo di Tempra, in Corriere della Sera, 17 aprile 1993, p. 3. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Nestore Morosini, Auto: tutti in trincea, la ripresa verrà, in Corriere della Sera, 4 marzo 1992, p. 17. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Paolo Artemi, Cinquecento e Tempra 4x4 al ballo delle debuttanti, in Corriere della Sera, 6 marzo 1992, p. 2. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Fiat Tempra vince l'Oscar del traino, in Corriere della Sera, 19 giugno 1993, p. 9. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Paolo Artemi, Tante novità per tentare "l'altra metà del mercato", in Corriere della Sera, 25 aprile 1992, p. 17. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Nestore Morosini, Nascono dalla ricerca benessere e sicurezza, in Corriere della Sera, 29 maggio 1993, p. 3. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Punto, Tipo, Tempra ancora più sicure, in Corriere della Sera, 19 marzo 1994, p. 45. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Fiat Punto e 500 auto più vendute in Italia del 1995, in Corriere della Sera, 14 marzo 1995, p. 43. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Tutte le novità del prossimo anno, in Corriere della Sera, 28 dicembre 1995, p. 36. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Arriva Marea, auto europea, in Corriere della Sera, 10 luglio 1996, p. 15. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Novità Fiat fra i veicoli commerciali, in Corriere della Sera, 24 aprile 1993, p. 11. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Nestore Morosini, E da noi arrivano 8 mila Elba familiari, in Corriere della Sera, 2 aprile 1994, p. 37. URL consultato il 03-12-2009.
- ^ Paolo Artemi, Fiat, l'America è in Brasile, in Corriere della Sera, 2 aprile 1994, p. 37. URL consultato il 03-12-2009.
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