La Nebulosa Gabbiano (nota anche con la sigla IC 2177) è una nebulosa diffusa visibile al confine fra le costellazioni dell'Unicorno e del Cane Maggiore.

Nebulosa Gabbiano
Regione H II
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneUnicorno
Ascensione retta07h 05m :
Declinazione-10° 42′ :
Distanza3260 a.l.
(1000 pc)
Dimensione apparente (V)120'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Dimensioni100 a.l.
(31 pc)
Caratteristiche rilevantiNebulosa ad emissione
Altre designazioni
Gum 2, RCW 1, LBN 1027, Sh2-296
Mappa di localizzazione
Nebulosa Gabbiano
Categoria di regioni H II

La nebulosa si individua circa 9 gradi a nord-est della stella Sirio e si estende per due gradi in senso NNE-SSW, in un'area molto ricca di stelle calde e blu, di recente generazione, facenti parte dell'associazione stellare Canis Major OB1 a cui era stata assegnata inizialmente la sigla Canis Major R1 a causa della presenza di numerose nebulose a riflessione.[1] Si può individuare anche con un buon binocolo, in cui appare, specie con la visione distolta, come un leggero alone allungato; la sua forma ben evidente in grandi telescopi suggerisce la forma di un gabbiano in volo, da cui il suo nome proprio.

Da un punto di vista astronomico l'oggetto è una nebulosa ad emissione, una vasta regione H II in cui può anche avvenire la formazione stellare; nei suoi dintorni si possono osservare un gran numero di altre piccole nebulose, alcune delle quali a riflessione, riconoscibili spesso per il loro colore tendente al bluastro. Nell'area sono anche presenti alcuni ammassi aperti, come NGC 2353.

Ad est di questo complesso nebuloso se ne osserva un altro, meno esteso, noto come LBN 1036; entrambi sono parte dello stesso complesso nebuloso molecolare, comprendente l'associazione OB CMa OB1. L'estensione del complesso è di circa 100 anni luce.

Osservazione

 
Mappa della regione della Nebulosa Gabbiano, con evidenziate tutte le strutture; la stella luminosa in basso a destra è θ Canis Majoris.

La Nebulosa Gabbiano si individua nella parte settentrionale del Cane Maggiore, al confine con l'Unicorno, sul bordo sudoccidentale della scia luminosa della Via Lattea; la sua posizione è facilmente individuabile grazie alla presenza di θ Canis Majoris, una gigante arancione di magnitudine 4,08, visibile a sua volta a NNE della brillante Sirio. Da questa stella ci si sposta di circa 3° in direzione ENE, fino a raggiungere un'area di cielo ricca di piccoli ammassi aperti, ben distinguibili anche con un buon binocolo. La nebulosa appare come una lunga striscia chiara e molto debole, visibile anche con un telescopio amatoriale di media potenza, come un 140mm; alcuni tratti della nube sono leggermenbte più luminosi, come la sezione nordoccidentale, catalogata come vdB 93 e rappresentante la "testa" del gabbiano. Nelle fotografie astronomiche appare come una struttura estesa per oltre 2° prevalentemente in senso nord-sud, circondata da diverse altre piccole nebulose, in particolare a riflessione, e dal complesso di LBN 1036, più piccole e visibile verso est, facente parte della stessa regione.[2][3]

La nebulosa è visibile nel cielo della sera in particolare nei mesi compresi fra dicembre e aprile; dalle regioni dell'emisfero boreale appare non molto alta sull'orizzonte meridionale, in particolare nelle regioni più settentrionali e a ridosso del circolo polare artico, dove appare rasente l'orizzonte. dall'emisfero australe appare leggermente più alta, a parità di latitudine, mostrandosi allo zenit nella fascia tropicale australe e circumpolare alle latitudini antartiche.

A causa del fenomeno conosciuto come precessione degli equinozi, le coordinate celesti di stelle e costellazioni possono variare sensibilmente, a seconda della loro distanza dal polo nord e sud dell'eclittica;[4][5] in particolare, questa nebulosa si troverà entro 12.000 anni ad una declinazione fortemente australe e sarà invisibile da gran parte dei cieli dell'emisfero boreale.

Ambiente galattico

 
Mappa della regione galattica fra il Sole (in basso a destra rispetto al centro) e il complesso della Nebulosa Gabbiano (in alto a sinistra rispetto al centro).

La Nebulosa Gabbiano e gli ammassi ad essa associati sono situati sul bordo esterno del Braccio di Orione a una distanza di circa 1000 parsec (3260 anni luce) dal sistema solare; ad appena 500-600 parsec di distanza in direzione oposta al centro della Via Lattea si trova il bordo interno del Braccio di Perseo, con la Nebulosa Rosetta e l'associazione Monoceros OB2. Lo spazio compreso fra questi due complessi nebulosi è occupato dalla zona inter-braccio, una regione povera di gas interstellare e dunque anche di fenomeni di formazione stellare, da cui deriva l'assenza di stelle di grande massa e la bassa luminosità di tutti gli spazi inter-braccio in generale, che contengono in prevalenza stelle di piccola massa.[6]

A circa 150-200  di distanza in direzione del sistema solare si trovano altri due grandi complessi nebulosi molecolari, il più vicino dei quali è quello di Monoceros R2, noto per le sue nebulose a riflessione, mentre quello più lontano è il complesso di Monoceros OB1, che comprende l'ammasso albero di Natale e la celebre Nebulosa Cono; in entrambi i complessi sono in atto fenomeni di formazione stellare a più cicli, il più antico dei quali ha dato origine alle stelle massicce osservabili attorno ai due complessi stessi.[7]

A circa 600 parsec in direzione del Sole, ad una latitudine galattica più meridionale, si trova la regione nebulosa di Orione, dominata dai due complessi nebulosi di Orion A e Orion B e dalla Nebulosa di Orione, in cui è compresa anche la Regione di Lambda Orionis e alcune delle regioni periferiche del complesso, come filamenti di gas e piccole regioni in cui è attiva la formazione stellare.[8][9]

A circa 400-500 parsec in direzione opposta rispetto al Sole, seguendo il bordo esterno del Braccio di Orione, si situa la grande nebulosa Sh2-310, una regione di idrogeno ionizzato molto evoluta in cui i maggiori fenomeni di formazione stellare hanno già avuto luogo, generando il grande ammasso NGC 2362.[10]

Struttura

 
La bolla sul cui lato occidentale si staglia la Nebulosa Gabbiano; la nube a sinistra è invece LBN 1036.

La Nebulosa Gabbiano presenta una forma arcuata con la cavità aperta verso est; si tratta di una regione di idrogeno ionizzato molto allungata in senso nord-sud e costituisce la parte più brillante di un complesso nebuloso molecolare non illuminato che comprende le regioni oscure LDN 1657 e LDN 1658, poste rispettivamente ad ovest e ad est della nube luminosa. Associate a questa nube vi sono un gran numero di nebulose a riflessione, legate fisicamente al complesso e illuminate dalle stelle calde e blu dell'associazione CMa OB1; queste nebulose a riflessione presentano delle forti emissioni del lontano infrarosso, in particolare nei pressi di alcune delle stelle più massicce dell'associazione, come HD 53367, Z CMa e HD 53623.[11] Alcune delle stelle avvolte nelle nebulose a riflessione presentano dei dischi protoplanetari.[12]

La nebulosa è composta da due addensamenti nebulosi maggiori: il più esteso corrisponde alla lunga scia chiara estesa per circa 2° ed è catalogata come Sh2-296, mentre la seconda, più piccola ma più brillante, coincide con Sh2-292, ossia la "testa" della Nebulosa Gabbiano; le due regioni nebulose presentano anche delle emissioni distinte nel CO. La massa totale della nube molecolare è di circa 30.000 M, mentre l'estensione fisica è di circa 100 parsec, equivalenti a 326 anni luce circa.[13] La struttura principale, Sh2-296, possiede una forma arcuata, corrispondente ad una bolla in cui è racchiusa l'associazione CMa OB1; le fonti principali della ionizzazione dei gas sarebbero quattro delle stelle più brillanti dell'associazione, fra le quali la stella blu HD 54662.[14] Sh2-292 invece appare come una nube di circa 16.000 M, posta ad ovest della precedente; il gas che contiene è in parte ionizzato e in parte illuminato per riflessione a causa della radiazione proveniente in particolare da HD 53367, una gigante blu con forti emissioni estremamente giovane e massiccia, che fa coppia con una stella più piccola circondata da un disco protoplanetario, la quale compie attorno ad essa un'orbita molto eccentrica.[15]

Perpendicolarmente al piano galattico, in corrispondenza della Nebulosa Gabbiano, si trova un lunghissimo e debole filamento di , che si estende per circa 80° di lunghezza (equivalenti a diverse centinaia di anni luce) e 20° di spessore, non rilevabile ad altre lunghezze d'onda diverse dall'Hα. La forma e la velocità radiale della struttura farebbero pensare che si sia originata dall'associazione CMa OB1; tuttavia, per giustificare il permanere della ionizzazione di questi gas espulsi sottoforma di getto, la sua stessa espulsione sarebbe dovuta avvenire ad una velocità ben superiore di quella osservata, che avrebbe a sua volta significato un'età più recente del getto. La discrepanza può essere spiegata se a mantenere la ionizzazione dei gas fosse un'altra stella posta nei paraggi; tuttavia non è nota nessuna stella ionizzatrice per questa struttura. L'origine di questa struttura resta pertanto non pienamente identificata.[16]

Tramite lo studio del modulo di distanza di 44 stelle appartenenti all'associazione, si è potuto fare una stima della distanza del complesso nebuloso; da questo studio emerse un valore di 1050±170 parsec.[17] Attraverso lo studio fotometrico di un campione doppio di stelle, si è ridotto il valore di incertezza sulla precedente stima, indicando una distanza di 1050±150 parsec;[18] altri studi invece tendono a ridurne leggermente la distanza, indicando come valore 990±50 parsec.[19] In generale, una stima media accettabile sulla distanza della nebulosa e delle stelle ad essa associata equivale a un valore di 1000 parsec.[11]

Fenomeni di formazione stellare

Componenti stellari

Note

  1. ^ van den Bergh, S., A study of reflection nebulae., in Astronomical Journal, vol. 71, dicembre 1966, pp. 990-998, DOI:10.1086/109995. URL consultato il 18 dicembre 2009.
  2. ^ Come si evince da: Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge University Press, ISBN 0-933396-15-8.
  3. ^ Una declinazione di 11°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 79°; il che equivale a dire che a sud del 79°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 79°N l'oggetto non sorge mai.
  4. ^ La precessione, su www-istp.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 30 aprile 2008.
  5. ^ Corso di astronomia teorica - La precessione, su astroarte.it. URL consultato il 2 maggio 2008.
  6. ^ Carpenter, J. M.; Hodapp, K. W., The Monoceros R2 Molecular Cloud, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 899, ISBN 978-1-58381-670-7. URL consultato il 18 dicembre 2009.
  7. ^ S. E. Dahm, The Young Cluster and Star Forming Region NGC 2264, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 966, ISBN 978-1-58381-670-7. URL consultato il 18 dicembre 2009.
  8. ^ Bally, J., Overview of the Orion Complex, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 1.
  9. ^ Mac Low, Mordecai-Mark; McCray, Richard, Superbubbles in disk galaxies, in Astrophysical Journal, vol. 324, gennaio 1988, pp. 776-785, DOI:10.1086/165936. URL consultato il 19 dicembre 2009.
  10. ^ Dahm, S. E., NGC 2362: The Terminus of Star Formation, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 26.
  11. ^ a b Gregorio-Hetem, J., The Canis Major Star Forming Region, in Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, vol. 4, dicembre 2008, p. 899, ISBN 978-1-58381-670-7.
  12. ^ Herbst, W.; Warner, J. W.; Miller, D. P.; Herzog, A., R associations. VI - The reddening law in dust clouds and the nature of early-type emission stars in nebulosity from a study of five associations, in Astronomical Journal, vol. 87, gennaio 1982, pp. 98-121, DOI:10.1086/113085. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  13. ^ Blitz, L. (1980), in Giant molecular Clouds in the Galaxy, eds. M. G. Edmunds and P.M. Solomon, p. 211
  14. ^ Avedisova, V. S.; Kondratenko, G. I., Exciting stars and the distances of the diffuse nebula, in Nauchnye Informatsii, vol. 56, 1984, p. 59. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  15. ^ Pogodin, M. A.; Malanushenko, V. P.; Kozlova, O. V.; Tarasova, T. N.; Franco, G. A. P., The Herbig B0e star HD 53367: circumstellar activity and evidence of binarity, in Astronomy and Astrophysics, vol. 452, n. 2, giugno 2006, pp. 551-559, DOI:10.1051/0004-6361:20053704. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  16. ^ Haffner, L. M.; Reynolds, R. J.; Tufte, S. L., Faint, Large-Scale H alpha Filaments in the Milky Way, in Astrophysical Journal Letters, vol. 501, luglio 1998, pp. L83, DOI:10.1086/311449. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  17. ^ Clariá, J. J., A study of the stellar association Canis Major OB 1, in Astronomy and Astrophysics, vol. 37, dicembre 1974, pp. 229-236. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  18. ^ Shevchenko, V. S.; Ezhkova, O. V.; Ibrahimov, M. A.; van den Ancker, M. E.; Tjin A Djie, H. R. E., The stellar composition of the star formation region CMa R1 - I. Results from new photometric and spectroscopic classifications, in Monthly Notices, vol. 310, n. 1, novembre 1999, pp. 210-222, DOI:10.1046/j.1365-8711.1999.02937.x. URL consultato il 20 dicembre 2009.
  19. ^ Kaltcheva, N. T.; Hilditch, R. W., The distribution of bright OB stars in the Canis Major-Puppis-Vela region of the Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 312, n. 4, marzo 2000, pp. 753-768, DOI:10.1046/j.1365-8711.2000.03170.x. URL consultato il 20 dicembre 2009.

Bibliografia

Testi generali

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: Hidden Treasures, Cambridge University Press, 2007, ISBN 0-521-83704-9.
  • (EN) Robert Burnham, Jr, Burnham's Celestial Handbook: Volume Two, New York, Dover Publications, Inc., 1978.
  • (EN) Thomas T. Arny, Explorations: An Introduction to Astronomy, 3 updatedª ed., Boston, McGraw-Hill, 2007, ISBN 0-07-321369-1.
  • AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
  • J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
  • W. Owen, et al, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.

Testi specifici

Sull'evoluzione stellare

  • (EN) C. J. Lada, N. D. Kylafits, The Origin of Stars and Planetary Systems, Kluwer Academic Publishers, 1999, ISBN 0-7923-5909-7.
  • A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002, ISBN 88-491-1832-5.
  • C. Abbondi, Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle, Sandit, 2007, ISBN 88-89150-32-7.

Sulla Nebulosa Gabbiano

Carte celesti

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
  • Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.

Voci correlate

Collegamenti esterni


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