Papa Eusebio
Template:Papa della chiesa cattolica Eusebio (... – 17 agosto 309) fu il trentunesimo papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Regnò solo pochi mesi, dal 18 aprile 309 alla sua morte.
Biografia
I dettagli del suo pontificato possono essere dedotti dall'epitaffio di otto esametri composto da Papa Damaso I per la sua tomba.
È solo grazie ad antiche trascrizioni che questo epitaffio è giunto fino a noi. Alcuni frammenti dell'originale, insieme ad una copia di marmo del VI secolo costruita per sostituire l'originale distrutto, fu trovata da Giovanni Battista De Rossi nella Cappella Papale, delle catacombe di Callisto. Da questo scritto si evince che i gravi dissensi interni alla Chiesa romana sulla riammissione degli apostati (i lapsi) nati durante la persecuzione di Diocleziano, che avevano creato problemi già sotto Marcello, continuarono sotto Eusebio. Questi confermò l'atteggiamento adottato dalla Chiesa romana dopo le persecuzioni di Decio (250-251): gli apostati non sarebbero stati esclusi per sempre dalla comunione ecclesiastica, ma avrebbero potuto essere riammessi solamente dopo avere scontato la giusta penitenza (Eusebius miseros docuit sua crimina flere).
Questo punto di vista fu osteggiato da una fazione di Cristiani capeggiata da un certo Eraclio. Non si sa se quest'ultimo ed i suoi sostenitori appoggiassero un punto di vista più rigido (Novazianisti) o un'interpretazione più clemente della legge. Comunque la seconda ipotesi è di gran lunga la più probabile: Eraclio doveva essere il capo di una fazione di apostati che esigeva la reintegrazione immediata nel corpo della Chiesa. Damaso tratteggiò con termini molto forti il conflitto che ne conseguì (seditcio, cœdes bellum, discordia, lites). È probabile che Eraclio ed i suoi sostenitori cercassero di agevolare con la forza la loro riammissione ai sacri riti e che i fedeli raggruppati intorno ad Eusebio se ne risentissero. A causa di questi contrasti sia Eusebio che Eraclio, furono esiliati dall'Imperatore Massenzio. Eusebio, in particolare, fu deportato in Sicilia, dove morì poco dopo. Il suo corpo fu riportato in seguito a Roma, probabilmente il 26 settembre del 311 (secondo il Depositio Episcoporum contenuto nella "Cronografia" del 354), e deposto in un cubicolo nelle Catacombe di Callisto, vicino al sepolcro di papa Caio.
Culto
La sua ferma difesa della disciplina ecclesiastica e l'esilio a cui fu condannato lo fecero venerare come martire. Secondo il Panciroli, il suo corpo dovrebbe trovarsi nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura, mentre secondo il Piazza alcune reliquie sarebbero conservate nella Chiesa di San Lorenzo in Panisperna.
Dal Martirologio Romano:
Bibliografia
- Catholic Encyclopedia, Volume V. New York 1909, Robert Appleton Company. Nihil obstat, 1 maggio 1909. Remy Lafort, S.T.D., Censor. Imprimatur +Cardinale John Murphy Farley, Arcivescovo di New York;
- Liber pontificalis, ed. Duchesne, I, 167;
- Giovanni Battista De Rossi, "Roma sotterranea", II (Roma 1867), 191-210:
- James Spencer Northcote e Brouwnlow, "Roma sotterranea", seconda edizione (London, 1879);
- Lightfoot, Apostolic Fathers, seconda edizione I, I, 297-299;
- IHM, Damasi Epigrammata (Leipzig, 1895), 25, num. 18;
- Carini, "I lapsi e la deportazione in Sicilia del Papa S. Eusebio" (Roma, 1886);
- Rudolph von Langen, Geschichte der römischen Kirche, I (Bonn, 1881), 380-382;
- Giovanni Sicari, «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma», 1998, collana Monografie Romane a cura dell'Alma Roma.