Gagliano del Capo

comune italiano

Template:Comune Gagliano del Capo è un comune italiano di 5.487[1] abitanti del Salento meridionale, in provincia di Lecce.

Geografia

Il centro, distante 62 km dal capoluogo in direzione sud, sorge a 144 m s.l.m. arroccato su uno sperone roccioso degradante verso il mare.

 
Il territorio del comune nella provincia

Il territorio comunale, che si affaccia per 9 km sulla costa, comprende le frazioni di Arigliano e San Dana e la località costiera del Ciolo, la cui insenatura rocciosa è ricoperta da arbusti e dalla vegetazione sempreverde della macchia mediterranea. Confina a nord con il comune di Alessano, a est con il Mar Ionio[2], a sud e a ovest con il comune di Castrignano del Capo.

Territorio

Dall'ottobre 2006, parte del suo territorio rientra nel Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali.

Toponomastica

Contrariamente a quanto farebbe credere il gonfalone comunale, su cui è presente, per improbabile assonanza, un gallo, il nome ha probabilmente una derivazione bizantina. Il prefisso kal nella sua variante gal equivale a: 1) luoghi abitati, recintati o, comunque, adibiti a custodia umana, di animali o di altri beni; 2) pietra, zona pietrosa, radice pre-indoeuropea[3].

Per estensione il termine si riferirebbe anche ad anfratto, luogo riparato, sul modello, per esempio, di Calimera, Gallipoli, Galugnano, Alliste (originariamente Calliste).

Storia

Anche questa terra, come tanti altri casali di Terra d'Otranto, è stata protagonista di varie vicende feudali. Durante il dominio angioino (tra il XIII e il XV secolo) divenne feudo di Isolda De Nocera, del milite francese Guglielmo Brunel e di Mariotto Corso. Nel 1495, Gagliano fu concessa da Ferdinando d'Aragona alla famiglia Castriota-Scanderbeg, i cui discendenti abitarono nel castello di Gagliano, situato accanto alla Chiesa parrocchiale.

Il borgo antico, impostato nel primo medioevo, era circondato da mura, edificate tra il 1413 e il 1421. Divenne rifugio degli abitanti dei casali vicini (Valiano, Misciano, Prusano, Santu Dimitri, San Nicola e Vinciguerra).

Nel XVII secolo il feudo passò ai Conti di Alessano e solo nel 1806 il paese fu sciolto da ogni vincolo feudale. Nel corso dei secoli, il paese, pur essendo munito delle torri costiere come quelle di Montilongo e Novaglie, ha subito i continui attacchi dei Saraceni. Nel 1547 il pirata algerino Dragut sbarcava a Salve e attaccava Gagliano facendo ogni sorta di razzia.[4]

I Gaglianesi, come gran parte degli abitanti dei comuni salentini, hanno un soprannome accreditatogli per avvenimenti e fatti avvenuti nel passato. Il soprannome è "capivacanti". Nella diceria popolare si racconta che in tempi remoti un mulo venne portato sulla terrazza della chiesa sollevandolo con una carrucola per fargli mangiare l´erba che vi era cresciuta. Il mulo arrivó in cima morto essendo stato legato per la testa. Da qui capivacanti (testa vuota).

Stemma

 

Descrizione araldica dello stemma:

«Gallo fermo su di un serpe dalla testa rivoltata alla campagna montuosa all’orizzonte, il tutto a colori naturali, ornamenti esteriori da Comune.»


Monumenti e luoghi d'interesse

 
Palazzo Ciardo
 
Chiesa Madre
 
Chiesa e Colonna dell'Immacolata
 
Chiesa e Convento di San Francesco da Paola

Palazzo Ciardo

Palazzo Ciardo, casa natale del famoso pittore salentino Vincenzo Ciardo, attualmente ospita l'oratorio parrocchiale, trovandosi accanto alla chiesa Matrice.

Il Palazzo fu edificato nel 1900 sui ruderi del vecchio castello baronale, del quale è rimasto solo un torrione con una grande cisterna alla base. L'interno di questo torrione ospita da alcuni anni una piccola cappellina. Il fossato del castello, oggi è uno spiazzo dedicato alle manifestazioni della parrocchia.

Il palazzo, a due piani, presenta varie stanze: al piano terra, la stanza che nella prima metà del XX secolo era adibita a farmacia comunale, attualmente è usata come biblioteca della parrocchia, mantenendo la sua forma semi-ovale con stuccature dorate. Tutte le stanze del piano superiore sono state adattate per attività della parrocchia (catechismo, sala musica, sala convegni, ecc..). Due stanze del piano superiore e una del piano inferiore, sono pavimentate a mosaico e recano la data 1900. Sono presenti inoltre le stalle, con pile per la raccolta di derrate alimentari, ed un torchio in legno del tipo “alla genovese”.

Nel 2002, l'atrio è stato coperto da un'intelaiatura in legno e plaxiglas. Sul lastricato solare sono presenti mattonelle in maiolica, provenienti dallo smantellamento, nel 1956, del piano di calpestio della Chiesa di San Rocco.

Chiesa Madre

La Chiesa Madre, dedicata a San Rocco, fu edificata nel 1574. In origine, la chiesa era dedicata alla Madonna Assunta. In seguito all'epidemia di peste diffusasi nel 1800, avendo la popolazione chiesto l'intercessione di San Rocco, questo venne in seguito nominato patrono del paese.

La facciata, in carparo, presenta un portale con timpano spezzato poggiante su colonne scanalate con capitelli di stile jonico, una finestra centrale ben decorata e una statua in bassorilievo di San Nicola appartenente alla vecchia parrocchiale di rito greco.

L'interno, a navata unica, conserva altari in stile barocco di pregevole fattura. Gli altari sono dedicati a Sant'Antonio da Padova (XVIII secolo), alle Anime Sante (fine del XVII secolo), a San Rocco (1749), alla Madonna del Rosario (1628), a Santa Teresa del Bambin Gesù (XVII secolo) - originariamente dedicato a Sant'Oronzo, alla Madonna del Carmine, alla Passione e a San Luigi. L'Altare maggiore è dedicato al Sacramento.

L'edificio è una vera e propria pinacoteca per la presenza di numerosee tele di vari pittori salentini. Fra le più importanti: Tela della Vergine con le Anime Purganti (1771) opera di Oronzo Tiso; Tela della Vergine del Rosario (1614) della Scuola di Giandomenico Catalano; Tela di Sant'Oronzo (XVIII secolo); Tela di San Domenico in Gloria (1778) opera di Saverio Lillo, Tela della Vergine del Carmine con i Santi Carlo Borromeo e Giacinto (1778) di Saverio Lillo; Tela dell'Eterno Padre (1771) opera di Oronzo Tiso.

Cappella dell'Immacolata

La Cappella della Madonna Immacolata, fu edificata nel 1860 sulle rovine dell'antica Cappella dedicata a Sant'Angelo. I tufi necessari alla costruzione furono prelevati dalle cave di Giuliano di Lecce dette "Vascie", mentre la pietra per i capitelli fu scelta dalle cave di Sant'Elia presso la masseria di Cardigliano.

La facciata, scandita da tre piani, presenta nella parte inferiore quattro lesene doriche che sostengono la trabeazione e che incorniciano la parte centrale su cui insiste il portale d'ingresso. Nella parte mediana si apre un finestrone semicircolare.

L'interno, a navata unica rettangolare, è suddiviso in tre ambienti, aula, presbiterio e coro. Le pareti della navata ospitano gli altari della Trinità (1964), di San Francesco d'Assisi (1861), di Santa Lucia (1950) e di Santa Filomena (1870). L'altare maggiore (1862), in pietra leccese, è sormontato dalla statua della Vergine Immacolata.

Chiesa e Convento di San Francesco di Paola

La Chiesa di San Francesco di Paola, venne costruita nel 1613 sulle rovine di una chiesa di rito greco del 1405, dedicata a Sant'Elia. Nel corso del XVIII secolo l'edificio fu arricchito da stucchi e decorazioni. Dal 1809 al 1871, il convento fu abbandonato e la Chiesa fu utilizzata come pubblico cimitero, in sostituzione delle fosse carnarie della Chiesa Matrice di San Rocco. Fu riaperta al culto solo nel 1871, dopo un'opera di recupero e restauro.

Il Convento fu realizzato nel 1640 e in origine comprendeva solo alcune stanze, un piccolo atrio d'ingresso con volta lunettata affrescata e una stanza riservata al padre guardiano. Successivamente e gradualmente vennero aggiunti il chiostro, il piano superiore e una cappellina interna.

Altri Monumenti

Colonne

In Piazza San Rocco è presente la colonna omonima (1825), che presenta sulla sommità la statua del santo. A poche centinaia di metri, seguendo Corso Umberto I, si erge la colonna dell'Immacolata, contigua all'omonima cappella.

Altre Chiese

  • Cappella di Santa Maria di Costantinopoli del XVII secolo;
  • Chiesa dei Santi Medici del 1966;
  • Cappella delle Figlie della Carità del 1891.

Il Ciolo

Il Ciolo è un profondo canyon scavato nel corso dei millenni dalle acque meteoritiche. Il nome deriva dalle gazze ladre, dette Giole o Ciole nel dialetto salentino, che abitavano la zona fino a pochi anni fa.

L'alto costone roccioso è ricoperto dalla vegetazione sempreverde della macchia mediterranea e da piante autoctone come il Fiordaliso del Capo di Leuca e alcune specie di orchidee selvatiche. La presenza di numerose grotte, protagoniste di ritrovamenti fossili e ceramici, fanno dedurre che la località fu abitata sin dal Neolitico e dal Paleolitico. La Grotta delle Prazziche, cavità lunga 42 metri e larga circa 6, ne è un esempio. In essa, i numerosi rinvenimenti hanno riportato alla luce pezzi di ceramica, di manufatti del periodo litico e resti di fauna comprendente anche rinoceronti.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Personaggi illustri

  • Vincenzo Ciardo - Pittore italiano (Gagliano del Capo, 23 ottobre 1894 – 26 settembre 1970)
  • Francesco Saverio Mercaldi - Pittore, poeta e scrittore italiano (Gagliano del Capo, 16 novembre 1844 – 19 giugno 1923)

Eventi

  • Festa Patronale di San Rocco - 19, 20, 21 agosto
  • Fiera di San Francesco - seconda domenica dopo Pasqua

Trasporti

Strade

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali interne SP81 Gagliano del Capo-Tricase-Vaste, SP195 Gagliano del Capo-Litoranea Otranto-Leuca.

Ferrovie

La cittadina è servita dalla stazione ferroviaria Gagliano-Leuca, capolinea delle linee Novoli-Gagliano del Capo e Zollino-Gagliano del Capo delle Ferrovie del Sud Est.

Aeroporti

Gli aeroporti civili più vicini sono:

Amministrazione

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Galleria fotografica

Note

  1. ^ Dato Istat al 31/07/2009.
  2. ^ Mare Adriatico secondo alcune convenzioni nautiche.
  3. ^ Comune di Saint Vincent - Valle d'Aosta
  4. ^ [1] Comune di Gagliano del Capo.
  5. ^ Dati tratti da:

Bibliografia

  • Mauro Ciardo, LA STORIA DI GAGLIANO DEL CAPO. Il Cinquecento tutti i documenti-tutte le testimonianze, Tipografia Maisto Franco, Tricase, (2005)

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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