Nuoto
Il nuoto è il metodo con cui gli esseri umani (o altri animali) si muovono nell'acqua. Il nuoto è una popolare attività ricreativa, in special modo nei paesi caldi e in aree dotate di corsi d'acqua naturali. È anche uno sport competitivo, e porta diversi benefici per la salute. L'assenza di carichi e di pressioni elevate previene i danni alle ossa e alle articolazioni. La resistenza opposta dall'acqua al movimento costringe i muscoli a un maggiore impegno, permettendo di ottenere un miglior tono muscolare. Se l'attività viene svolta in acqua fredda, si ha un effetto di vasocostrizione ed un maggior consumo di calorie. Contribuisce a curare l'ipertensione di lieve entità. La pratica del nuoto è fondamentale per i portatori di handicap.
Storia
Il nuoto è conosciuto sin dai tempi preistorici. Disegni risalenti all'Età della Pietra sono stati trovati nella "caverna dei nuotatori", nei pressi di Wadi Sora (o Sura) nell'Egitto sud-occidentale. Le notizie scritte risalgono fino al II millennio a.C., e comprendono il Gilgamesh, l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia (Ezechiele 47:5, Atti 27:42, Isaia 25:11), Beowulf, e altre saghe. Nel 1538 Nicolas Wynman, un professore di lingue tedesco, scrisse il primo libro sul nuoto: "Colymbetes".
Il nuoto competitivo in Europa iniziò attorno al 1800, principalmente con il dorso. Il crawl venne introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, che lo copiò dallo stile degli amerindi. Il nuoto era già nel programma delle prime olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. Nel 1902 il crawl venne migliorato da Richard Cavill.
Nel 1908, venne fondata la Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA).
La farfalla era inizialmente una variante della rana, e venne accettata come stile distinto nel 1952.
Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1' nei 100m stile libero fu Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer: più precisamente con il tempo 59.50 nel lontano 1950, a Salsomaggiore in vasca da 25 m.
Cesar Cielo Filho è attualmente (2009) il campione del mondo dei 100m stile libero, la più rinomata specialità del nuoto.
Scopi del nuoto
Il nuoto, e gli sport acquatici ad esso correlati, vengono praticati per diversi scopi. Spesso questi scopi si sovrappongono e un nuotatore amatoriale, ad esempio, può nuotare anche per motivi di salute e benessere fisico.
Svago
Il motivo più comune per nuotare è probabilmente lo svago. Molti stili di nuoto sono adatti a questo scopo. La maggior parte dei nuotatori e delle nuotatrici per svago preferisce uno stile che gli consenta di tenere la testa fuori dall'acqua (ad esempio: dorso o cagnolino).
La piscina è un luogo popolare per il nuoto a livello ricreativo, così come il mare, il lago, il fiume e talvolta i canali.
In quasi tutte le piscine vengono organizzati corsi di nuoto a cui possono partecipare sia le persone che hanno una buona tecnica, sia le persone che la vogliono migliorare e persino chi ha paura dell'acqua. Anche i neonati possono andare in acqua nei loro primi 6 mesi.
Soccorso
Il nuoto viene usato anche per soccorso e per evitare affogamenti. Molto spesso si tratta di autosoccorso, quando una persona, che è caduta involontariamente in acqua, nuota per restare a galla e per raggiungere la riva.
In aggiunta il nuoto viene usato per soccorrere altri nuotatori in difficoltà. Esistono diversi stili di nuoto adatti a questo scopo. Tali tecniche sono studiate ad esempio dagli Assistenti bagnanti, o da membri della Guardia costiera. La prima nozione da tener presente è che non si deve mai perdere il contatto visivo con la persona in difficoltà, e quindi le nuotate vanno eseguite con la testa fuori dall'acqua. Dopo aver avvicinato la persona in difficoltà, per trarla in salvo si possono usare varie tecniche. Come regola generale, possiamo dire che durante l'azione di salvataggio è necessario tenere ben salda e fuori dall'acqua la testa del bagnante, per evitare che beva e si creino situazioni di panico. Il soccorso in acqua, dapprima praticato solo per recare aiuto a nuotatori in difficoltà, è oggi diventato un vero e proprio sport detto nuoto per salvamento. Le competizioni di salvamento prevedono gare in acqua effettuate trasportando manichini, immergendosi in acqua sotto degli ostacoli per simulare il soccorso di persone già mezze affondate o simili.
Esercizio fisico
Il nuoto è una buona forma di esercizio. Poiché la densità del corpo umano è all'incirca simile a quella dell'acqua, il corpo viene sostenuto da questa e quindi meno stress viene posto su giunture e ossa. Inoltre, la resistenza al movimento dipende pesantemente dalla velocità del movimento, permettendo una calibrazione degli esercizi in base alle capacità di ciascuno. Per questo, il nuoto viene frequentemente usato come esercizio nella riabilitazione a seguito di incidenti o per i disabili.
Altro
Diverse persone praticano il nuoto come parte del proprio lavoro. Ad esempio i pescatori di perle o di molluschi, nuotano e si tuffano per ottenere un guadagno economico.
Il nuoto viene anche praticato per il progresso scientifico. Naturalmente, il nuoto viene studiato per migliorare le prestazioni dei nuotatori agonistici. Ma nuoto e tuffi vengono spesso usati nella biologia marina per osservare piante e animali nel loro habitat naturale. Altre scienze possono impiegare il nuoto. Konrad Lorenz ad esempio nuotava con le oche come parte dei suoi studi sul comportamento animale.
Spesso il nuoto viene usato semplicemente come mezzo per spostarsi da un luogo all'altro. Oggigiorno ponti e traghetti vengono usati nella stragrande maggioranza dei casi, ma esistono occasioni in cui si nuota, ad esempio per attraversare fiumi o accedere a isole. Dei carichi possono essere trasportati dal nuotatore o spinti tenendoli su appositi apparati galleggianti. Le truppe militari utilizzano il nuoto per attraversare corsi d'acqua.
Il nuoto ha utilizzi militari che vanno oltre l'attraversamento di corsi d'acqua. Un nuotatore, in acqua o sott'acqua, può essere difficile da individuare, specialmente di notte. Questo tipo di operazioni vengono svolte di solito da corpi speciali, come ad esempio gli Arditi Incursori italiani o i Navy SEALS americani. Il nuoto viene utilizzato per avvicinarsi a una postazione, raccogliere informazioni, per sabotaggio o combattimento, e per lasciare una posizione. Questo può comportare il venire paracadutati in acqua o il lasciare un sottomarino in immersione attraverso una boccaporto o dai tubi dei siluri. Equipaggiamenti e tecniche speciali vengono impiegate per ingaggiare ostilità in e sott'acqua.
Fisiologia del nuoto
Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel nuoto agonistico, un'eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in quanto esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia. Comunque, questo dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con le gambe, il crawl propelle il corpo principalmente con le braccia.
Nuotare è un esercizio aerobico, a causa dei tempi di esercizio relativamente lunghi che richiedono un costante apporto di ossigeno ai muscoli, con l'eccezione degli sprint brevi, dove i muscoli lavorano in maniera anaerobica. Come per molti altri esercizi aerobici, si ritiene che il nuoto riduca gli effetti dannosi dello stress. Mentre gli esercizi aerobici tipicamente bruciano grassi ed aiutano a perdere peso, questo effetto è limitato nel nuoto, anche se stando nell'acqua fredda si bruciano più calorie per mantenere la temperatura corporea. Il motivo per cui nuotare non riduce significativamente il peso è ancora poco compreso, ma sembra legato alla migliore conduzione del calore dell'acqua. Si ipotizzano diverse ragioni.
- Prima: l'acqua raffredda il corpo più rapidamente dell'aria, e molti ricercatori credono che di conseguenza il corpo tenda a mantenere uno strato di grasso sotto la pelle come isolante.
- Seconda: si ritiene che l'appetito diminuisca con il salire della temperatura corporea, come ad esempio durante l'esercizio fisico. Comunque, durante il nuoto il corpo viene raffreddato quasi istantaneamente, poiché la temperatura dell'acqua circostante è di solito più bassa di quella del corpo. Alcuni ricercatori ritengono che questo possa aumentare l'appetito. Questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.
- Terzo: alcuni ricercatori credono inoltre che il metabolismo del corpo aumenti a temperature corporee più alte, bruciando più calorie. Ancora una volta, durante il nuoto, il corpo viene raffreddato dall'acqua circostante, riducendo il metabolismo, e conseguentemente il numero di calorie bruciate. Anche questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.
Nuoto e salute
Il nuoto è considerato uno sport a basso rischio di infortuni; la maggior parte degli incidenti letali in ambiente acquatico, di fatto, riguardano persone incapaci di nuotare[senza fonte]. Cionondimeno, è raccomandabile nuotare in aree sorvegliate da bagnini e di prestare attenzione alle condizioni dell'acqua.
Di seguito vengono elencati i rischi in ordine decrescente di pericolosità.
- Affogamento; può causare lesioni o morte.
- Affogamento a causa di avverse condizioni dell'acqua che possono costringere il corpo sott'acqua o forzare l'immissione di acqua nel corpo.
- Affogamento dovuto a galleggiamento negativo, ad esempio causato dall'essere attaccati a corpi più pesanti dell'acqua, (l'essere intrappolati in un corpo più pesante dell'acqua, come una barca che affonda).
- Affogamento dovuto a influenze esterne, come ad esempio venire spinti sott'acqua da un'altra persona, accidentalmente o intenzionalmente.
- Affogamento causato dall'incapacità di nuotare, per esaurimento delle forze o mancanza di conoscenza o una combinazione delle due. A parte altri rischi per la salute elencati di seguito, questo può essere causato da effetti non correlati al nuoto, come per esempio un infarto.
- Rischi dovuti agli effetti dell'acqua sul corpo umano.
- Affogamento secondario, nel quale l'acqua salata inalata dopo un quasi affogamento, inizia a creare una schiuma nei polmoni che limita la respirazione.
- Lo shock termico dopo essere saltati in acqua può causare un arresto cardiaco.
- Passare del tempo in acqua fa raggrinzire la pelle delle dita, del palmo delle mani e della pianta dei piedi. Questo effetto sparisce rapidamente senza conseguenze negative.
- Le ferite si rimarginano più lentamente se vengono bagnate.
- Rischi correlati a sostanze chimiche disciolte in acqua.
- Nelle piscine il cloro può far bruciare gli occhi. Il bruciore può smettere subito dopo aver lasciato l'acqua. In casi di persone più sensibili il bruciore può protrarsi anche per una o due ore. Effetti di visione offuscata, opalescenze e arcobaleni intorno alle sorgenti luminose sono riconducibili sempre al cloro. Altre tecniche di disinfezione, che usano, ad esempio, l'ozono, evitano questo effetto.
- Respirare piccole quantità di cloro dalla superficie dell'acqua, ripetutamente e per lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere effetti avversi sui polmoni. Non si tratta di sintomi preoccupanti, ma per lo più temporanei, il più diffuso è una tosse secca e insistente che può durare fino a 20-30 min, a volte anche dei lievi giramenti di testa.
- Il cloro ha anche un effetto cosmetico negativo sui capelli, dopo lunghe e ripetute esposizioni.
- Rischi dovuti a batteri, funghi e virus presenti nell'acqua. L'acqua è un ambiente eccellente per molti batteri che possono affliggere gli esseri umani. I rischi e la severità dell'infezione variano con la qualità dell'acqua. Tuttavia al giorno d'oggi le tecniche di disinfezione sono largamente diffuse. Una selezione delle infezioni più comuni correlate al nuoto sono:
- Nuotare o farsi la doccia può causare il piede dell'atleta. Il modo più semplice di evitarlo e di asciugare rapidamente la pelle tra le dita dei piedi dopo aver nuotato.
- Il nuoto può causare infezioni alle orecchie e al canale uditivo (Otitis externa).
- Casi di malattia del legionario sono stati trasmessi a causa di docce mal sterilizzate. Gli impianti sportivi di qualità riscaldano l'acqua delle docce a 60 °C durante i periodi di chiusura per disinfettare le tubature.
- Non esistono casi noti di trasmissione dell'AIDS tramite l'acqua, né casi di gravidanza provocata da sperma trasportato dall'acqua.
- Rischi dovuti all'attività fisica in acqua, specifici del nuoto.
- I nuotatori agonistici possono avere dei danni alla salute causati dal sovrautilizzo. I farfallisti ad esempio possono sviluppare dolori alla schiena dopo lunghi anni di allenamenti, i ranisti possono avere dolori alle ginocchia, mentre dorsisti e liberisti possono sviluppare dolori alle spalle.
- Chi nuota da molto tempo può sviluppare delle escrescenze anormali nel canale uditivo, a causa dell'ingresso dell'acqua nelle orecchie.
- Il blackout da acqua poco profonda è una condizione in cui trattenere il respiro causa una improvvisa perdita di conoscenza causata dalla mancanza di ossigeno (asfissia).
- La spossatezza causata da lunghe nuotate o una cattiva condizione fisica possono causare l'annegamento.
- Rischi dovuti alle condizioni dell'acqua e del tempo atmosferico.
- Nuotando all'aperto si può essere colpiti da un fulmine durante un temporale. I fulmini solitamente colpiscono il punto più elevato di una data area, come può essere la testa di un nuotatore che emerge dalla superficie dell'acqua.
- Un forte vento può produrre delle onde che possono spingere il nuotatore lontano dalla riva.
- L'ipotermia dovuta all'acqua fredda può portare rapidamente alla spossatezza o alla perdita di conoscenza, a seconda della temperatura dell'acqua e alle condizioni fisiche.
- La corrente, le maree, vortici e mulinelli, possono provocare spossatezza, allontanare il nuotatore da una zona sicura o trascinarlo sott'acqua.
- A causa della riflessione sull'acqua, l'effetto della luce solare sulla pelle è più forte che sulla terra, e può provocare scottature. Inoltre, quando si nuota si espone al sole gran parte del corpo, specialmente zone che normalmente restano coperte (attorno ai bordi del costume) o in ombra (come dietro alle ginocchia). A lungo termine questo può incrementare i rischi di cancro alla pelle.
- Rischi dovuti a oggetti presenti in acqua.
- Una collisione con un altro nuotatore, o altri oggetti, come il bordo della piscina, uno scoglio, un'imbarcazione (specialmente le eliche del motore), possono produrre ferite più o meno gravi. Queste sono possibili anche quando si colpiscono oggetti mentre ci si tuffa in acqua o camminando sopra oggetti taglienti presenti sul fondo (ad esempio vetri rotti).
- forme di vita marina pericolose possono attaccare l'uomo per autodifesa o per scopi predatori, spesso usando un veleno.
Abbigliamento
Il desiderio o la richiesta culturale di pudore, unito alla scomodità o all'inadeguatezza in acqua dell'abbigliamento tradizionale, hanno portato allo sviluppo del costume da bagno (e in epoca vittoriana, della "macchina per i bagni").
I costumi da bagno degli uomini tendono ad essere a forma di mutanda, pantaloncino o bermuda. I costumi da bagno femminili sono in genere o interi o bikini. Esiste anche il monokini, in caso la copertura del seno non sia richiesta o desiderata.
Nuotare nudi è possibile:
- nelle aree per nudisti
- in Danimarca, su tutte le spiagge l'abbigliamento è opzionale, a meno che non sia indicato altrimenti.
- durante le ore per nudisti in alcune piscine.
- in (solitamente piccole) piscine e saune.
- senza permesso esplicito, in luoghi e ore tranquille.
- in piscine e spiagge private, non visibili dai passanti.
Esistono poi degli speciali costumi da bagno per il nuoto agonistico, progettati per ridurre l'attrito della pelle, che ricordano il costume intero ma vengono spesso usati in foggia simile anche dagli uomini nelle gare di nuoto. Tale costume a seconda dei modelli ricopre interamente una o più parti del corpo, nei casi più estremi lasciando scoperte solamente mani, piedi e capo. L'utilizzo di questi costumi, iniziato negli anni Novanta, ha riscosso un successo enorme, tanto che oggi sono utilizzati nell'ambiente agonistico, ma ne è permesso l'utilizzo solo nelle categorie agonistiche più grandi, secondo il nuovo decreto della FIN (federazione italiana nuoto). Questo perché, tali costumi, sono fatti di materiali speciali come ad esempio il poliuretano che migliora sensibilmente la prestazione cosa poco didattica per i bambini delle categorie giovanili. Inoltre, i costumi di nuova generazione, hanno un costo superiore ai 300 €.
Il successo è giustificato dagli oggettivi benefici che l'utilizzo di questo costume da all'atleta. I vantaggi sono dovuti essenzialmente al miglioramento del galleggiamento in acqua, al minor attrito che il costume ha con l'acqua rispetto alla pelle, e alla maggiore irrorazione sanguigna dei muscoli quando su di essi preme un costume molto attillato. Tutti questi fattori contribuiscono a migliorare la prestazione dell'atleta.
Da gennaio 2010, ci sarà un parziale passo indietro in quanto, la FINA (la federazione internazionale delle discipline acquatiche) ha stabilito che i maschi potranno nuotare con il cosiddetto "Jammer" (braghetta aderente che parte dalla vita e arriva appena sopra al ginocchio) mentre le femmine il costume "Olimpionico" classico con l'aggiunta della braghetta come per i maschi.
Tecniche
Il corpo umano, essendo composto in gran parte d'acqua, possiede all'incirca la stessa densità. Quindi, rimanere a galla richiede solo la spinta verso il basso di una piccola quantità d'acqua, rispetto alla massa complessiva del corpo, e il moto trasversale solo una leggera spinta dell'acqua in direzione opposta alla direzione del moto, a causa di una generalmente bassa resistenza idrodinamica.
Tutti gli stili si compongono per la bracciata di due fasi alterne: la fase attiva e la fase passiva. La fase attiva dà propulsione, solitamente usando le mani come se fossero delle pale e sbattendo le gambe in modo da spingere l'acqua lontano dal corpo; la fase passiva serve a recuperare gli arti. La fase attiva si divide a sua volta in tre fasi:
- L'appoggio o presa, dal momento in cui la mano entra in acqua fino a quando entra nella fase successiva;
- La trazione, ovvero la fase in cui la forza esercitata dal nuotatore è prevalentemente orientata parallelamente al suo corpo;
- La spinta, ossia la fase in cui si lascia indietro la massa d'acqua. La rana fa eccezione a questa suddivisione, in quanto è l'unico stile che non presenta la fase di spinta.
Nella nuotata eseguita dagli agonisti, cosiddetta "nuotata tecnica", tali fasi sono ben individuabili, in quanto in trazione avviene una flessione del braccio per orientare la forza parallelamente al corpo, mentre in fase di spinta il braccio viene ridisteso completamente. Ottenere la massima efficacia propulsiva richiede un notevole impegno muscolare e sviluppate capacità coordinative. L'impiego delle tecniche agonistiche da parte dei principianti risulta pertanto controproducente: il più delle volte si manifesta una diminuzione dell'ampiezza della bracciata (minor propulsione), scoordinazione e movimenti inefficaci. Inoltre la forza richiesta dai gesti tecnici la rende inappropriata quando l'apparato locomotore è in via di sviluppo (ad esempio per i bambini).
Per ovviare a queste problematiche si insegna ai principianti una nuotata elementare che consente di nuotare in modo efficace pur non massimizzando le masse d'acqua spostate.
Qualunque genere di allenamento tuttavia può tramutare un nuotatore lento o normale in uno moderatamente veloce; inoltre, poiché la velocità si tramuta direttamente in distanza, le stesse tecniche che migliorano la velocità possono essere di aiuto per percorrere una distanza maggiore a parità di sforzo. In particolare:
- il torso e le gambe devono essere tenute il più possibile parallele alla superficie dell'acqua. Gambe afflosciate e torso inclinato possono aumentare notevolmente la resistenza dell'acqua.
- è bene cercare di avere sempre un braccio steso in avanti, oltre la testa, e cercare di estenderlo il più possibile. Questo accorgimento incrementa la lunghezza media alla linea di galleggiamento e, in sostanza, fa aumentare la velocità. Questo è un effetto da tempo sfruttato dai progettisti di barche, nonché utilizzato inconsciamente dai nuotatori naturalmente dotati.
- è bene cercare di massimizzare il tempo passato sul fianco, poiché il torso è più stretto tra petto e schiena che tra i due lati. Questo accorgimento riduce la sezione frontale e, di conseguenza, la resistenza dell'acqua; inoltre incrementa il rapporto tra lunghezza e larghezza sulla linea di galleggiamento. Simili miglioramenti sono possibili orientando in modo corretto la parte più stretta di testa, braccia e gambe nell'acqua. Il dorso è comunque la parte più importante.
- il movimento in avanti di mani, braccia e gambe, deve avvenire il più possibile fuori dall'acqua, mentre quando sono in acqua devono essere orientate nel miglior modo possibile. Questo perché gli arti devono muoversi ad una velocità due volte superiore a quella del nuotatore e, in acqua, generano una resistenza otto volte superiore a quella della sezione frontale del torso (la resistenza incrementa con il quadrato della velocità).
La "presa" base dell'acqua non è critica come gli accorgimenti innanzi descritti, nemmeno lontanamente. La gran parte dei nuotatori "afferra" l'acqua con la mano piatta, o con le dita leggermente divaricate, e la spinge dolcemente sotto il proprio corpo.
Si noti che nessuna delle tecniche sopra citate richiede un aumento della forza fisica. Con un allenamento sulla forza, le mani e i piedi possono essere estesi maggiormente in acqua, guadagnando più velocità. Per i principianti, una maggiore forza porta solo a piccoli miglioramenti se le strategie riportate (minimizzare la resistenza ed allungare la linea di galleggiamento) non sono attuate.
Stili ufficiali
Diversi stili natatori sono stati sviluppati basandosi sull'implementazione di alcuni o tutti i principi sopra elencati, al fine di ottimizzare la velocità e le prestazioni a livello agonistico. Al giorno d'oggi esistono quattro stili ufficiali con cui si disputano le gare regolati dalla F.I.N. (Federazione Italiana Nuoto):
- Stile libero: non pone restrizioni sull'azione che possono intraprendere i nuotatori, ad eccezione della porzione a stile libero delle gare miste. In pratica, la stragrande maggioranza delle gare viene disputata usando il cosiddetto crawl che è lo stile più veloce, effettuato spingendo all'indietro le braccia una alla volta e battendo le gambe dall'alto al basso non contemporaneamente, senza restrizioni di simmetria.
- Delfino: in queste gare al nuotatore è richiesto di mantenere un movimento simultaneo con simmetria bilaterale (la metà sinistra del corpo fa gli stessi movimenti della destra, allo stesso tempo). Inizialmente veniva eseguito raggruppando le gambe e scalciandole indietro come nella rana. Tale nuotata veniva definita a Farfalla. Più avanti fu introdotto un colpo di gambe dall'alto verso il basso simmetrico e simultaneo. L'innovazione, non contraria al regolamento FINA, è stata largamente impiegata tanto da sviluppare un nuovo modo di nuotare a farfalla detto delfino. Al giorno d'oggi nella totalità (o quasi) dei casi nelle gare a farfalla viene utilizzata la nuotata a delfino, molto più veloce e efficace, tanto che le due denominazioni "farfalla" e "delfino" hanno finito per diventare sinonimi. Qualche anno fa nella gara a farfalla, è stato vietato il colpo di gambe a rana ed è quindi ormai consentito solo nuotare a delfino (tale regola non vale per la categoria Master). Tuttavia la competizione continua a chiamarsi "farfalla".
- Rana: è lo stile dal quale si è evoluta la "farfalla", pone l'ulteriore restrizione che le mani del nuotatore devono essere spinte in avanti dal petto, che le mani durante il movimento non superino mai la linea dei fianchi, a parte nella prima bracciata subacquea dopo partenza e virate, e che i gomiti devono rimanere sott'acqua. In seguito ad una modifica della normativa non è più necessario che la testa rompa la superficie dell'acqua ad ogni ciclo di bracciata è quindi possibile andare interamente in immersione con quest'ultima. È lo stile più lento.
- Dorso: non pone restrizioni di simmetria, ma i nuotatori devono stare girati sul loro dorso per tutto il tempo, ad eccezione delle virate. È consentito il movimento di rollio delle spalle, basta che non si raggiungano i 90 gradi. Il dorso viene eseguito in pratica, come un'inversione del crawl - i nuotatori portano le braccia sopra le loro spalle, alternativamente, e le respingono lungo i fianchi sott'acqua per fornire la propulsione.
Non essendo il nuoto una disciplina in cui viene premiata la tecnica di esecuzione, ma la velocità con cui vengono coperte le distanze, il perfetto metodo di esecuzione dei quattro stili è spesso oggetto di controversie. A livello internazionale, infatti, è riconosciuto solamente il regolamento che dà indicazioni generali nel rispetto del quale saranno possibili interpretazioni pressoché infinite. Il modello tecnico dev’essere quindi individuato nella nuotata di coloro che ottengono le migliori prestazioni mondiali. Grazie a questo tipo di ricerca la tecnica del nuoto è in continua evoluzione e spesso persino il regolamento promuove iniziative interessanti (esempio: dal 2005 è stato concesso di effettuare una gambata a delfino nella subacquea a rana). Questi apporti non devono tuttavia essere considerati marginali, basti pensare alla recente evoluzione del dorso: circa vent’anni fa gli allenatori chiedevano di flettere le braccia nel recupero e mantenerle distese nella fase subacquea, oggi avviene l’esatto opposto.
Virata
Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di Virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta tocchi il muro, pena la squalifica, cosa che avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente al bordo della vasca.
La virata stile-stile prevede un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo; solitamente, essa è effettuata sfruttando l’ultima bracciata per la spinta verso il basso per eseguire una sorta di capriola che termina quando i piedi sono rivolti verso il muro; la rotazione del busto per ritornare in posizione "prona" può avvenire sia durante l'esecuzione della capriola, sia durante la fase di spinta.
La virata dorso-dorso prevede anch'essa semplicemente un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo. È consentito, prima della virata, l'esecuzione di una bracciata a stile: il nuotatore si deve girare sulla pancia una bracciata prima della fine della vasca per poter effettuare il cambio di direzione. L'innovazione però è recente, in precedenza si usava toccare il bordo con una mano rimanendo sul dorso e effettuare una "capriola all'indietro", ruotando poi il busto quando i piedi erano ancora a contatto con il muro per ritornare in posizione supina.
Per quanto riguarda la virata dorso-rana si finisce la vasca a dorso e si tocca obbligatoriamente il bordo con una mano; una volta toccato il muro ci si gira semplicemente dalla posizione supina a quella prona; una variante della suddetta virata contempla la capriola all'indietro, affine alla vecchia virata a dorso: dopo aver toccato il bordo con una mano si effettua una capriola all’indietro che termina con una spinta dal bordo quando i piedi sono accostati al muro, questo per facilitare la parte subacquea (nella rana il primo movimento, ovvero bracciata, gambata e scivolamento, può essere effettuato completamente sott’acqua).
Le virate rana-rana, rana-stile, e delfino-delfino, delfino-dorso, sono meno complesse, o meglio, differenti. In esse vale il "tocco e riparto" ovvero si tocca obbligatoriamente il bordo in modo simultaneo con entrambe le mani e si riparte nello stile prefissato.
Stili per il salvamento
Esistono altri stili di nuotata utilizzati per lo più dagli assistenti bagnanti di salvamento F.I.N. o O.P.S.A..
- Trudgeon: stile utilizzabile per avvicinare un bagnante in difficoltà. Le braccia e le gambe si muovono in modo alternato esattamente come nel crawl ma tenendo la testa fuori dall'acqua, senza farla ruotare, fissa e con lo sguardo puntato sul soggetto da soccorrere. La bracciata è più corta e rapida.[senza fonte]. Un'alternativa del Trudgeon consiste nel effettuare la spinta di gambe con la gambata a rana.
- Over: si usa per trarre in salvo un bagnante in difficoltà dopo averlo raggiunto. Il soccorritore nuota su un fianco utilizzando il braccio inferiore per la bracciata e muovendo le gambe a sforbiciata frontale. Il braccio superiore serve a tenere sollevato il capo del soggetto da soccorrere.
- Dorso gambe rana: si usa per lo stesso scopo dell'over ma qui il soccorritore nuota sul dorso senza l'ausilio delle braccia e con gambata rana. Le mani serviranno a reggere il capo del soggetto da soccorrere fuori dall'acqua in iperestensione.
- Rana subacquea: stile utilizzato nell'apnea a corpo libero. Si tratta di una rana in cui la bracciata viene effettuata in modo meno ampio che nella rana di superficie, e completata arrivando a sfiorare le cosce, ciò per avere maggior spinta sott'acqua.
Altri stili
È andato inoltre sviluppandosi, a livello didattico e amatoriale, un altro modo di nuotare molto diffuso detto "a cagnolino". Esso non è assolutamente uno stile agonistico in quanto il suo unico scopo è il galleggiamento e l'avanzamento senza alcuna attenzione alla velocità. Consiste nel mantenersi a galla spingendo l'acqua lontano dal corpo muovendo a cerchi ristretti le braccia. È tuttavia impossibile definirlo chiaramente non essendo regolato da normative agonistiche.
Il nuoto agonistico
Il nuoto è una disciplina sportiva che è andata diffondendosi nell'Ottocento ed è una disciplina olimpica. Esistono due tipi di gare agonistiche: le gare disputate in piscina, più corte (massimo 1500m), e le gare di fondo, disputate in mare, molto più lunghe (si può arrivare a 25km).
Le gare da piscina (25 metri, "vasca corta"; 50 metri, "vasca lunga") sono le più conosciute e si disputano in uno dei quattro stili, a seconda della gara, più le gare miste in cui ogni quarto della gara viene nuotato in uno stile diverso (nell'ordine delfino, dorso, rana, stile libero). Oltre alle gare singole esistono anche delle staffette in cui una squadra di quattro nuotatori gareggia uno dopo l'altro: quando uno dei nuotatori tocca il bordo l'altro si può staccare dal trampolino e tuffarsi in acqua. Le staffette possono essere a stile libero o miste, nel qual caso ogni nuotatore nuota in uno stile differente (nell'ordine dorso, rana, delfino, crawl).
Le distanze su cui si disputano le gare sono:
- gare singole:
- Delfino/Farfalla: 50m, 100m, 200m
- Dorso: 50m, 100m, 200m
- Rana: 50m, 100m, 200m
- Stile libero: 50m, 100m, 200m, 400m, 800m, 1500m
- Misti: 100m (solo vasca corta), 200m, 400m
- staffette
- 4x50m stile libero (solo in vasca corta), 4x100m stile libero e 4x200m stile libero.
- 4x50m mista (solo in vasca corta) e 4x100m mista.
Poiché le Olimpiadi si svolgono in vasca lunga, non comprendono le staffette 4x50m e i 100m misti. Inoltre attualmente (2009) nel programma olimpico non sono inserite le gare sui 50m (con l'eccezione dei 50m stile libero), i 1500m stile libero femminili, gli 800m stile libero maschili.
Le gare di fondo si tengono in vasca e per la gran parte nelle acque libere (open water swimming in inglese). Le gare in vasca sono sulla distanza di 3000 e 5000 metri, mentre quelle nelle acque libere si svolgno in mare e nei laghi su distanze diverse in base alla specialità
- Mezzofondo, gare inferiori a 5000 metri (la FIN riconosce la distanza minima di 1 miglio marino (NM) ed in particolari casi 1500 metri
- Fondo, gare dai 5000 sino ad una distanza inferiore ai 15000 metri
- Granfondo, gare dai 15000 metri sino ad un massimo di 25000 metri
- Maratone, gare superiori ai 25000 metri
Alcune gare di fondo molto conosciute sono: la traversata della Manica o la circumnavigazione dell'Isola di Manhattan. Rientrano in questa categoria anche i primati di distanza percorsa come il record del mondo per la più lunga nuotata senza sosta che è detenuto da Martin Strel che nuotò per 504 km nel 2001 il Danubio. Egli nuotò anche lungo il Mississippi nel 2002 coprendo un totale di 3.885 km in 66+2 giorni.
In Italia vi sono diverse famose gare di acque libere come: la Traversta dello Stretto di Messina, la Nutata Longa, la Coppa Byron, la Coppa Sachner, la Traversata Capri - Napoli, il Trofeo Maratona degli Etruschi, il Torfeo Baratti ed altre ancora. *Qui il Calendario FIN 2009
Le categorie
La F.I.N., adeguandosi alla disposizioni della FINA, prevede che gli atleti siano suddivisi in categorie maschili e femminili:
- Esordienti B: 9-10 anni maschili ; 8-9 anni femminili
- Esordienti A: 11-12 m. ; 10-11 f.
- Ragazzi: 13-14-15 m. ; 12-13 f.
- Juniores: 16-17 m ; 14-15 f.
- Cadetti: 18-19 m. ; 16-17 f.
- Seniores: >20 m.; >18 f.
Per tutte le prove in cui non si fa riferimento alle categorie, la gare sono dette a "Categoria Assoluta".
Il nuoto master
Dato il gran numero di praticanti a tutte le età, già negli anni ottanta si iniziò a codificare una categoria a parte per tutti quei nuotatori, sia ex-agonisti, sia nuovi adepti, che desideravano continuare l'attività senza però privarsi del brivido agonistico. Nacque così il Circuito dei Master, ovvero di atleti che dopo i 25 anni possono tesserarsi con un gruppo sportivo affiliato alla FIN e gareggiare. Le categorie in questo caso vanno di cinque anni in cinque anni, ovvero gli M25, dai 25 ai 29 anni; gli M30, dai 30 ai 34 e così via. Diffusosi soprattutto negli ultimi dieci anni, questo circuito ha raggruppato sia ex-atleti di buon livello, sia atleti che magari da giovani erano stati agonisti e che desideravano ritornare in vasca, ma anche nuotatori che per la prima volta si cimentavano nelle gare. Ogni due anni si svolgono i campionati mondiali, che propongono dei risultati di tutto rispetto.
Le nazionali più importanti
Nel nuoto agonistico l'unica nazione che si è sempre mantenuta ai vertici sono gli Stati Uniti che annoverano tra i loro atleti Mark Spitz, che ottenne alle Olimpiadi di Monaco di Baviera 1972 il record di sette ori su sette gare disputate, e Michael Phelps che alle Olimpiadi di Atene 2004 ottenne lo strabiliante risultato di sei ori e due bronzi su otto gare disputate, raggiungendo il record di Spitz nel 2007 ai mondiali di Melbourne in vasca lunga. Nelle recenti Olimpiadi di Pechino 2008, Michael Phelps è riuscito a superare l'ultratrentennale record di Spitz, aggiudicandosi 8 medaglie d'oro su 8 gare disputate, divenendo così l'atleta vincitore del maggior numero di medaglie d'oro (14) nella storia dei Giochi Olimpci moderni. Entrambi sono considerati i più grandi di sempre. Seconda storicamente agli Stati Uniti ma nell'ultimo decennio capace di battersi alla pari è l'Australia, che vanta tra le sue fila alcuni dei migliori nuotatori di sempre come Grant Hackett e soprattutto Ian "Thorpedo" Thorpe, doppio oro ad Atene 2004 nei 400 e 200 stile libero. Altra nazione che è riuscita ad ottenere molti successi in questo sport, anche se non con la stessa continuità è l'Olanda con Pieter Van Den Hoogenband primatista mondiale dei 100 stile libero che vinse due ori a Sidney 2000 nei 100m e 200m stile libero e un oro e un argento a Atene 2004 nelle stesse gare, insieme alla Germania (soprattutto con la Germania Est nel nuoto femminile).
L'Italia in passato non è mai stata in grado di distinguersi se non con l'atleta Novella Calligaris, che alle Olimpiadi di Monaco di Baviera 1972 fu la prima italiana a salire sul podio olimpico nel nuoto con un argento nei 400m stile libero e due bronzi negli 800m stile libero e 400m misti, e con il primo primatista mondiale italiano, Giorgio Lamberti, il cui record nei 200m stile libero resse dai campionati europei del 1989 fino al 1999 (battuto da Hackett). A partire dalle Olimpiadi di Sydney 2000 tuttavia gli atleti italiani hanno ottenuto diversi successi, cominciando dai due primi posti di Domenico Fioravanti nei 100m e 200m rana e dalle tre medaglie (un oro) di Massimiliano Rosolino. Tra i successi ottenuti più recentemente si ricordano l'oro olimpico del 2004 e dei Campionati mondiali 2009 (200m stile) e i quattro record mondiali (nei 200m e nei 400m stile) di Federica Pellegrini, i due ori di Alessia Filippi ottenuti ai Campionati Europei 2008 ed ai Campionati Mondiali 2009 e i successi della staffetta 4x200 italiana, imbattuta ormai da cinque edizioni ai campionati europei (2000, 2002, 2004, 2006 e 2008).
Altri sport acquatici
Il nuoto è anche una parte fondamentale di altri sport, come la pallanuoto, il nuoto sincronizzato, il nuoto per salvamento, il nuoto pinnato e il triathlon. In passato, quando il nuoto era meno considerato che oggi, accadeva che molti atleti specialisti di uno di questi sport si dedicassero, e con risultato, anche agli altri. Al giorno d'oggi però il nuoto è molto più praticato e, con il sorgere di atleti sempre migliori e la conseguente necessità di allenamenti sempre più specifici e intensi, questa tendenza è completamente sparita.
Terminologia del nuoto
- vasca lunga: vasca da 50 metri
- vasca corta: vasca da 25 metri
- gli svedesi: tipici occhialini da competizione
- occhialini a specchio: occhialini impiegati per non essere abbagliati dal sole quando si nuota all'esterno
- rollio: torsione del busto che avviene nel crawl e nel dorso ad ogni bracciata (muscoli obliquo interno ed esterno)
- retroversione del bacino: posizione che garantisce il galleggiamento a dorso (il sacro risulta arretrato rispetto alle creste iliache)
- gambata propulsiva: è la gambata meno ampia rispetto alle 2 per ciclo di braccia nel delfino
- gambata stabilizzante: è la gambata più ampia rispetto alle 2 per ciclo di braccia del delfino
- scivolo (agonismo): capacità di lasciarsi scivolare sul fianco ad ogni bracciata (quasi sempre si tratta del crawl)
- scivolo (scuola nuoto): fondamentale esercizio di ambientamento
- ampiezza (agonismo): propulsione che scaturisce da ogni ciclo di bracciata
- ampiezza (scuola nuoto): la distensione delle braccia
- beccheggio: effetto di leggero rimbalzo sull'acqua tipico del dorsista di livello
- track start: posizione di partenza con i piedi sfalsati
- grab start: posizione di partenza con i piedi in parallelo
- virata: capovolta (crawl, dorso) o metodo per spingersi con i piedi sul muretto velocizzando il più possibile il passaggio da una vasca all'altra
- gomito alto: nuotata tecnica del crawl in cui si recupera le braccia flettendole e con il gomito alto sull'acqua: rilassa maggiormente l'arto ma richiede anche sviluppate capacità coordinative per mantenere l'ampiezza in fase d'appoggio, risulta quindi controproducente per i non agonisti
- piede a martello: postura del piede nella rana (il tarso è adotto verso la tibia)
- pool-buoy: galleggiante che consente di ottenere propulsione solo dalle braccia mantenendo le gambe in stato di galleggiamento
- palette: oggetti di plastica dura, da legare alle mani, per ottenere maggiore propulsione in avanti
- ciambellone: oggetto circolare spugnoso (a forma di ciambella) da collocare all'altezza delle caviglie. Il suo uso è adatto nell'allenamento degli atleti agonisti per il rafforzamento delle braccia e della schiena.
- elastico: elastico che viene posizionato intorno alle caviglie per eliminare la propulsione delle gambe e diminuirne il galleggiamento, l'atleta svilupperà quindi maggior forza a livello addominale(galleggiamento) e negli arti superiori
- tavoletta: oggetto di plastica e gomma duro per il galleggiamento della parte anteriore del busto e delle braccia, l'atleta svilupperà quindi maggior potenza nelle gambe
Voci correlate
Bibliografia storica
- Fabio Maniscalco, Il nuoto nel mondo greco romano, Naples 1993.
- Henry Mehl, Antike Schwimmkunst, Munchen 1927.
- Charles Sprawson, L'ombra del massaggiatore nero, Adelphi.
Altri progetti
- Wikinotizie contiene l'articolo Mondiali di nuoto: primo oro italiano
- Wikinotizie contiene l'articolo Europei di nuoto 2006: Magnini d'oro nei 100m stile libero
Collegamenti esterni
- Template:Dmoz
- FIN (Federazione Italiana Nuoto)
- FINA (Federation Internationale de Natation)
- LEN (Ligue Européenne de Natation)
- NUOTO.IT (Principale portale italiano d'informazione natatoria)
- NAL (Sito sul Nuoto in Acque Libere)
- ILSF Il sito della federazione internazionale del nuoto per salvamento (in inglese)