Terra del Sole
{{{1}}}⁄{{{2}}} Terra del Sole è una località del comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, nella provincia di Forlì-Cesena, situata a meno di 10 km dal capoluogo, Forlì. Il comune è composto dai paesi di Castrocaro, Terra del Sole e Pieve Salutare.
Una città con un preciso atto di nascita
L'8 dicembre 1564, giorno dell'Immacolata Concezione, nel territorio “ultimo“ del Granducato di Toscana in Romagna, venne celebrato un’importante rituale liturgico con lo scopo di accompagnare e benedire la fondazione della città fortezza di Terra del Sole: sarebbe sorta in un luogo che per natura pareva ostile ad un insediamento urbano (qui il fiume Montone creava frequenti alluvioni) e di difficile gestione amministrativa (qui vigeva la legge del banditismo). La prima pietra fu posata da Antonio Giannotti, vescovo di Forlì.
Durante il rito si manifesta un avvenimento meteorologico particolare: dopo giorni di nebbia fittissima, mentre si celebra la messa il cielo si apre ed il sole illumina il luogo in cui si sarebbe costruita la città, per richiudersi a cerimonia conclusa.
Questo episodio fu interpretato come segno di augurio e contribuì grandemente ad avvolgere la nascita di Terra del Sole in una aura di leggenda ed a rafforzare l'identificazione tra la figura di Cosimo I de' Medici e la simbologia del sole, segno di quell'ordine e di quella razionalità che l'etimo del nome proprio del Duca intendeva celebrare.
Cosimo I de' Medici, autore della città fortezza
Terra del Sole fu voluta da Cosimo I de' Medici, primo Granduca di Toscana (1519-1574), figlio del Capitano di ventura Giovanni dalle Bande Nere, nato da Caterina Sforza, Signora di Forlì, sposata in terze nozze con Giovanni de' Medici detto "Il Popolano". Fu lo stesso Granduca, recatosi in questi estremi confini del suo Stato, a "designare" il luogo della nuova città fortezza e ad assegnarle il nome. Già in data 1º Febbraio 1564 si preoccupava di far misurare e stimare i terreni "interpresi nella nuova fabbrica della Terra del Sole". Il computo, in misure romagnole, fu di "tornature 44, pertiche 2, piedi 7". In una memoria olografa del Capitano di Castrocaro Corbizio II Corbizi si trova registrato un preciso atto di nascita della nuova città fortezza: "Ricordo come alli 8 di decembre 1564 si cominciò a fabbricare la nova Terra dl Sole con processione e messa solenne in detto loco sendo Comissario Geri Resaliti"
La decisione di costruire ex novo una città fortificata nell'enclave romagnola rientrava in una precisa politica di difesa dei confini del Granducato di Toscana.
Terra del Sole, secondo le intenzioni di Cosimo I sarebbe dovuta diventare la nuova sede prestigiosa degli “uffizi” medicei nella Romagna Toscana, una struttura urbana che doveva assolvere a funzioni amministrative, giudiziarie, militari, religiose e commerciali.
Cosimo I de' Medici nell’ideare la costruzione del nuovo insediamento romagnolo si avvalse della sua esperienza di soldato e di principe. Cosimo I conosceva la storia dell’architettura militare, sapeva del castrum romano ed apprezzava i modelli di fortezza bastionata, distingueva le strutture belliche studiate per le balestre e l’arma bianca da quelle dove la difesa e l’offesa si fondavano sull’artiglieria. Per questo, Baldassarre Lanci, Giovanni Camerini, Bernardo Buontalenti e Girolamo Genga, artisti e architetti di fiducia della Corte di Cosimo I, eseguirono gli ordini del Principe.
Una fortificazione al passo coi tempi
"Terra del Sole può essere considerata con Palmanova come la più compiuta espressione della nuova modellistica urbana che si impone in Italia nel cinquecento, per diretta influenza delle teorizzazioni e delle concrete esperienze degli ingegneri militari" (E. Guidoni - vedi bibliografia)
A Terra del Sole le fortificazioni furono adeguate ai tempi e alle nuove tecniche militari.
Così come per le altre fortezze (San Piero a Sieve, Empoli, Cortona, Montecarlo ai confini della Repubblica di Lucca; Portoferraio nell’Isola d’Elba e Sasso di Simone nel Montefeltro) volute da Cosimo I de' Medici, invece di lunghe cortine e torri, negli angoli si costruirono quattro bastioni muniti di orecchioni per proteggere, con le bocche da fuoco poste nelle cannoniere, le scarpe delle cortine costruite in terra battuta armata con palificate e rivestite di laterizio.
Le porte di Terra del Sole, quella «fiorentina» e quella «romana», furono fortificate in maniera analoga a quanto era stato realizzato nelle «terre nuove» del XIV secolo.
Nel mese di Giugno del 1579, benché restassero da compiere non pochi lavori di rifinitura, la città era quasi terminata nelle sue parti principali: nelle mura munite dei quattro baluardi, nei Castelli sopra le due porte, nel Palazzo del Provveditore e nel Palazzo dei Commissari con il suo imponente e differenziato insieme di carceri e segrete.
Nel 1579 la nuova «terra» di Cosimo I fu eletta capitale della Provincia della Romagna Fiorentina e il primo Commissario di Terra del Sole, Antonio Dazzi, fece trasferire il Bargello, il Giudice e la Corte civile e criminale, il Cancelliere e il maestro di scuola dalla vicina Castrocaro.
Terra del Sole diventerà sede di mercato per esercitare una vera e propria forma di controllo sulla copiosa produzione agricola del territorio romagnolo. Oltre all'approvvigionamento di grano il mercato di Terra del Sole avrebbe garantito anche quello del sale che proveniva dalla vicina Cervia.
Il Granduca, sempre preoccupato per l'incombente spettro della carestia, per ovviare alle carenze di grano della Toscana, ne avrebbe fatto incetta nella fertile Romagna: l'alimento che in tempo di carestia poteva essere assimilato ad un vero e proprio bene prezioso, non avrebbe trovato custodia più sicura che all'interno delle mura di un deposito fortificato quale la città di Terra del Sole, trasformata all'occorrenza in un enorme granaio dello Stato mediceo.
La fortezza fu disarmata nel 1772, sotto i Granduca di Lorena, i poteri amministrativi della Provincia di Romagna Toscana vennero trasferiti a Rocca San Casciano e Terra del Sole perse le sue funzioni originarie di città fortificata. Rimase capoluogo di Comunità con Castrocaro fino al 1923 quando Benito Mussolini riportò, dopo 5 secoli, i territori transappenninici nella gestione amministrativa della romagna ponendoli sotto la Provincia di Forlì e, il Comune venne trasferito a Castrocaro, che era nel frattempo divenuta una rinomata località termale.
Nel quadro delle fortificazioni cosiniane Terra del Sole ha tratti fortemente specifici. Fu pensata non solo come fortezza ma anche come minuscola “città”: simbolo e sintesi del granducato di Toscana in terra romagnola.
Terra del Sole è stata dichiarata centro storico di “notevole interesse pubblico” da un Decreto Ministeriale del 1965, tutelandone la conservazione con un vincolo ambientale.
Gli edifici
Le mura, alte circa 13 metri, cingono la cittadella sviluppandosi su pianta rettangolare per 2 chilometri e 87 metri: ai quattro angoli i bastioni di Sant’Andrea, S. Martino, Santa Reparata, Santa Maria, formano un rettangolo con quattro bastioni ai vertici muniti di fianchi ritirati per il tiro radente incrociato di difesa delle cortine. Sui due lati brevi si aprono le porte della città: una verso Forlì e l'altra in direzione di Castrocaro, solo da quest'ultima era consentito l'accesso alla fortezza attraverso un complesso sistema che superava un ampio fossato con un ponte ad arcatelle, al quinto arco vi era un ponte levatoio di legno dotato di un meccanismo di sollevamento ed un cancello di ferro permetteva la chiusura notturna della Porta.
Attorno alle mura fu lasciato un fossato, a spianata, di circa quaranta metri di profondità con un accenno di controscarpa, tuttora leggibile tra le coltivazioni che hanno gradualmente occupato l'invaso, ma le opere esterne di completamento al sistema difensivo del fronte bastionato, non furono mai eseguite nella forma e nella successione che la elaboratissima tecnica del tempo suggeriva.
I bastioni difensivi
I Bastioni a monte denominati di Santa Maria, in direzione di Faenza, e di Santa Reparata, in direzione dell'antica Pieve omonima a Sud-Ovest, costituiscono i blocchi di difesa più complessi dell'intera fortezza con un doppio sistema di casamatte per fianco di cui la superiore è parzialmente scoperta per lo smaltimento dei fiumi delle artiglierie. Gallerie e rampe voltate a botte, mettono in comunicazione le casamatte e le piazze basse, a due, a due tra loro e queste con l'esterno.
Nel Bastione di Santa Reparata si conservano le due casamatte inferiori mentre le piazze basse superiori, dopo la smilitarizzazione della fortezza avvenuta nel 1772, private del terrapieno a causa delle continue arature, sarebbero crollate per collasso strutturale.
I Bastioni di San Martino, a Nord-Est, e di Sant'Andrea, a Sud-Est, differiscono dai precedenti per la forma degli orecchioni di lato al corso del fiume Montone, che non sono come gli omologhi, rettilinei e con protezione lineare del fianco, bensì stondati per consentire di battere la faccia esterna del Bastione opposto fino al suo saliente. In questi due Bastioni ii sistema di difesa per fianchi ritirati è al livello superiore, di tipo "semplificato", abbiamo, infatti, delle troniere a cui si accede liberamente dal terrapieno, mentre al livello inferiore, sono visibili esternamente delle feritoie, in parte interrate, che presuppongono la presenza di casematte di cui è scomparso l'accesso.
Sui vertici esterni degli orecchioni, sui quattro salienti dei Bastioni, a metà delle cortine sul loro lato lungo e sul cavaliere di Porta Fiorentina sono distribuite delle garitte utilizzate come posti protetti di guardia e di osservazione. Quelle di vertice, più grandi e poligonali, poggiano su beccatelli di pietra mentre quelle laterali sviluppano su belle mensole in muratura a scalare.
L'abitato
Entro il perimetro delle mura (2 km e 87 m) si sviluppa l’insediamento simmetrico comprendente quattro isolati. Due Borghi, Romano e Fiorentino, l’attraversano da Porta a Porta, secondo il decumano, affiancati da quattro Borghi minori. Due similari angolati Castelli fanno da pittoresco sfondo. Il tutto è raccordato dalla vasta Piazza d'Armi, dove si affacciano edifici monumentali: la Chiesa di S. Reparata, il Palazzo dei Commissari o Pretorio, quello dei Provveditori, quello della Provincia (Cancelleria) ed altri palazzi padronali.
I Castelli
Del Capitano delle Artiglierie e del Governatore (sede dell’Archivio Storico di fonti criminali) ...
Il Palazzo del Provveditore
Situato all’inizio del Borgo Romano, fu sede del Ministro delle Finanze della Romagna Toscana.
La Chiesa di Santa Reparata
Prospiciente alla Piazza d'Armi, fu iniziata nel 1594 e terminata nel 1609: impianto monumentale classico a croce latina. Di pregio i quadri della Madonna del Carmine (1575) di Pier Paolo Menzocchi e quello della Madonna del Rosario (1610) di Francesco Longhi, paliotti di legno dipinto e a scagliola, un crocefisso ligneo di scuola Toscana del ‘500, un prezioso organo 1734 di Feliciano Fedeli da Camerino, un coro in noce (sec. XVI) nell’abside. In sacrestia due rari canterani del ‘600 e del ‘700.
Il Palazzo dei Commissari o del Pretorio
Il Palazzo dei Commissari è una imponente e severa costruzione, classico esempio di architettura rinascimentale, a pianta quadrata, con all’interno il cortile delimitato da un triportico a due ordini.
Era sede del Tribunale di prima istanza per tutta la Romagna Fiorentina a cui ci si doveva appellare per tutte le cause civili escusse nei vari Capitanati della Provincia.
Al piano terra, alla sinistra dell'ingresso era il vestibolo e la sala della "Prima Udienza", cioè del Tribunale Civile, con annesso il quartiere del "Notaro civile", dallo stesso lato, sul fianco destro dello scalone, erano le carceri "pubbliche" o "comuni" di cui l'ultima riservata alle donne.
Alla destra del voltone d'ingresso si accedeva al "Banco del Cancelliere" ed alla Sala della "Seconda Udienza" cioè del Tribunale Criminale; sempre sulla fiancata destra del palazzo erano le "carceri segrete" o criminali sopra le quali si trovavano i quartieri del Bargello e del Giudice. Il Commissario che presiedeva le udienze risiedeva al piano superiore sull'angolo destro in affaccio sulla Piazza, mentre il Salone del Commissario occupava la parte centrale in corrispondenza delle tre grandi finestre di facciata. Sul retro, al piano terra, due ampi vani con volta a botte ai lati della uscita erano destinati a stalle ed a ricovero dei mezzi del Bargello. I militari di stanza a Terra del Sole, invece erano mandati a scontare le loro pene in una prigione posta vicino al Corpo di Guardia del Castello del Capitano.
(Il Palazzo Pretorio attualmente è sede del “ Museo dell’Uomo e dell’ambiente e della Associazione Pro Loco di Terra del Sole).
Bibliografia
- Enzo Donatini, Terra del Sole - La città ideale, Ed. Grafiche Leonardo, 1998
- Enrico Guidoni, L'arte di progettare le città, pag. 123 Ed. Kappa 1992
- Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti alla voce "Terra del Sole"
Voci correlate
Collegamenti esterni