Opera reticolata
L'opera reticolata (opus reticulatum o reticolatum) è una tecnica edilizia romana tramite cui si realizza il paramento di un muro in opera cementizia.

A Roma e nei dintorni fu utilizzata soprattutto a partire dalla prima metà del I secolo a.C. ("opera quasi reticolata") e in epoca augustea. Anche dopo l'introduzione dell'opera laterizia se ne continuò l'uso ancora nella seconda metà del II secolo d.C., con ammorsamenti in mattoni sugli spigoli (opera mista o opus mixtum).
Inizialmente consistette in una variante dell'opera incerta più evoluta, nella quale le pietre che formavano il paramento del muro venivano preparate prima della messa in opera a forma irregolarmente piramidale a base quadrata e disposte quindi con la base in vista, mentre la punta affondava nel cementizio. La dispozione veniva a creare un irregolare reticolo diagonale sulla superficie della parete ("opera quasi reticolata").
Successivamente furono utilizzati cubilia (o più impropriamente "tufelli") con base quadrata perfettamente regolare e assolutamente uniformi, che venivano disposti in file regolari con i lati a 45° rispetto alla linea orizzontale. I lati dei cubilia erano separati da un leggero strato di malta: dopo la realizzazione del paramento sulle due facce del muro, veniva colato all'interno il cementizio che ne costituiva la struttura e la costruzione procedeva a strati successivi.
L'effetto finale sulla parete era quello di creare un reticolo regolare disposto in diagonale. Normalmente il paramento veniva quindi rivestito da intonaco, ma in alcuni casi (esempi in opera mista ad Ostia antica, dove la vicinanza al mare rendeva poco durevole l'intonaco applicato sulle pareti esterne) se ne sfruttarono anche le proprietà decorative, alternando file di cubilia in tufo (giallastro o rossastro) e in selce nerastra.