Boeing P-26
Template:Aereo militare Il Boeing P-26 è un aereo da caccia importante per la storia aeronautica statunitense perché è stato il suo primo intercettore monoplano[senza fonte] e il primo monoplano statunitense di costruzione interamente metallica, anche se quando entrò in servizio era già tecnicamente datato. La macchina inoltre era prodotta dalla Boeing, che per la prima volta usò la sua esperienza per costruire un caccia monomotore.
Origini
Il velivolo partecipò come modello 248 alla proposta dell' USAAC per un nuovo caccia. Il prototipo volò nel 1932 e l'USAAC lo testò per capire se potesse validamente ricoprire il ruolo di caccia intercettore di nuova generazione. Ai piloti non piacque la tendenza dell'aereo in fase di atterraggio ad arrivare troppo veloce ed a cappottare. Un poggiatesta con struttura anticappottamento, simile a quello delle macchine da Formula 1 moderne venne aggiunto subito dopo un incidente mortale; gli aerofreni per diminuire la velocità all'atterraggio vennero invece aggiunti nel 1936.
Tecnica
Il velivolo era con struttura monoplana ma senza ala a sbalzo: i numerosi montanti in acciaio che gli permettevano di sopportare le manovre e le sollecitazioni del volo, erano pochi e non riuscivano a ridurre i vantaggi di un minore livello di resistenza aerodinamica rispetto ai vecchi progetti biplani, ma non c’era modo all'epoca, di assicurare la necessaria robustezza senza raggiungere pesi eccessivi della struttura alare, di fatto quest'aereo era alquanto simile ai primissimi monoplani come l'Einedecker della Fokker.
Il velivolo aveva anche un'altra innovazione: la fusoliera metallica con struttura a monoguscio, ovvero con il rivestimento metallico che assicurava parte della rigidità richiesta per la sua struttura, una soluzione all'epoca largamente innovativa ed importante perché consentiva di ridurre i pesi dello scheletro interno, rendendo il rivestimento un elemento strutturale e non soltanto d'importanza aerodinamica, come lo era la tela verniciata. Per il resto non esistevano particolari innovazioni: il caccia era dotato di un robusto motore radiale R-1340, 2 mitragliatrici Browning (o 2 di piccolo calibro o 1 leggera e 1 pesante), predisposizione fino a 200 kg per bombe, una radio aggiunta successivamente con la sua lunga antenna, e un mirino “a cerbottana”.
Il carrello era fisso ma molto carenato nei suoi tre elementi per ridurre la resistenza: anche in questo modo, le prestazioni erano modeste. Il velivolo era se non altro leggero, con una superficie alare abbastanza ampia. Il peso della macchina appariva molto concentrato attorno alla parte centrale della fusoliera e la disposizione delle masse aiutava ad avere una manovra agile e rapida nel rispondere ai comandi che questo tozzo apparecchio, nonostante l’apparenza sgraziata e goffa, offriva ai suoi piloti, che comunque non risultarono mai tranquillizzati dalle sue doti di atterraggio.
Impiego Operativo
Totalmente superato allo scoppio della seconda guerra mondiale, aveva una velocità leggermente inferiore a quella dei biplani coetanei e non brillava in efficacia operativa, tenendo conto che nel 1935 iniziò la produzione dello Messerschmitt Bf 109 che pose le basi per i nuovi caccia moderni, venne subito relegato a ruolo di seconda linea dall'aviazione americana. Il P-26 venne prodotto in 3 versione ma in pochi esemplari, 111 nella versione A, 20 nella versione B con motori ad iniezione, e 23 nella versione C. Alcuni modelli della seria A vennero migliorati per essere venduti ad altre forze aeree, questi vennero identificati come Model 281. I primi model 281 vennero venduti alla Cina e qui conobbero il battesimo del fuoco contro alcuni Mitsubishi G3M2 dell'Aviazione Giapponese, vennero usati in guerra anche da altre nazioni, troviamo i P-26 nelle Filippine, combatterono con piloti di questo paese organizzati nel 6th Pursuit Squadron, dichiarando 7 abbattimenti (non tutti confermabili) e perdendo almeno 4 dei loro. Si fecero comunque valere, specie considerando che erano di 160 km/h più lenti delle macchine nemiche. Dopo questo impiego disperato, tra il 10 e il 24 dicembre 1941 gli aerei superstiti vennero dati alle fiamme per impedirne la cattura a causa l'invasione giapponese ormai in atto. Nel 1935 un P-26 fu anche inviato in Spagna per una dimostrazione aerea ed una possibile commessa da parte dell' aeronautica Spagnola, ma non suscitò molto entusiasmo e ne acquistarono un unico esemplare, lo stesso della dimostrazione, usato poi nella Guerra Civile Spagnola ed abbattuto nel 1938. Nel 1943 il Guatemala acquista dagli Stati Uniti sette P-26A che rimarranno in servizio fino al 1957, anno di effettivo pensionamento di tutta la linea P-26.
Velivoli comparabili
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Utilizzatori
Collegamenti esterni
- (DE) Palt Karsten, P-26 Peashooter, in das Flugzeuglexicon, http://www.flugzeuginfo.net. URL consultato il 21 gennaio 2010.
- (EN) Maksim Starostin, Boeing P-26 Peashooter, in Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 21 gennaio 2010.
- (EN) Boeing P-26 Peashooter, in Military dictionary, http://www.militaryfactory.com, Data di pubblicazione 08-09-2009. URL consultato il 21 gennaio 2010.
- (EN) Larry Dwyer, Boeing P-26 Peashooter - USA, in The Aviation History Online Museum, http://www.aviation-history.com, 16-11-2009. URL consultato il 21 gennaio 2010.
- (EN) BOEING P-26, in National Museum of the US Air Force, http://www.nationalmuseum.af.mil. URL consultato il 21 gennaio 2010.
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- (RU) P-26 Peashooter, in Уголок неба, http://www.airwar.ru, 21-01-2010. URL consultato il 21 gennaio 2010.