Impero spagnolo

possedimenti coloniali della Spagna (1492-1976)
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La Spagna agli inizi dell'espansione

Dopo aver cacciato definitivamente i Mori dalla penisola iberica, raggiunto l'obiettivo che aveva guidato generazioni di cavalieri e spadaccini, la nobiltà spagnola assetata di terre e potere era ansiosa di abbracciare una nuova causa per la quale scendere sul campo di battaglia. Gli anni successivi al 1492 furono cruciali sotto questo punto di vista. Le acquisizioni territoriali in Europa e la scoperta del Nuovo Mondo aprirono due fronti per la potenza nascente. Sul volgere del 500 si stava aprendo una massiccia campagna di conquista che raggiunse il culmine con il regno di Filippo II, il primo Imperatore di Spagna.

L'imperialismo in Europa

In quel periodo l'intera parte occidentale del continente era soggiogata all'egemonia di Madrid, che lo controllava mediante la forza del suo esecito finanziato dall'argento americano, che nel 1530 contava 150.000 uomini, ed una stretta rete di alleanze dinastiche con i vari rami della famiglia asburgica. Alla morte di Carlo V la Spagna possedeva domini da Tunisi ai Paesi Bassi, i quali comprendevano: numerose fortezze in Nordafrica, il meridione d'Italia con Sicilia e Sardegna, il Milanese, l'Austria con vastissime estensioni nell'Europa centrale, la Franca Contea ed i Paesi Bassi. La suddivisione dell'Impero europeo agli eredi Filippo e Massimiliano disgregò il solido blocco continentale ma ciò favorì la suddivisione del conflitto con l'altra superpotenza internazionale: l'Impero Ottomano. I Turchi solitamente si alleavano con i Francesi, l'unica entità politica in grado di contrastare con efficacia gli Spagnoli e questo segreto sodalizio frenò le mire espansionistiche sul Mediterraneo di Sua Cattolicissima Maestà i cui eserciti subirono molti rovesci, sia quando tentarono di difendere le postazioni in Algeria e Tunisia sia quando fecero una spedizione contro la roccaforte islamica di Gerba, furono sempre sconfitti.