Le lagrime del figliol prodigo (Suze sina razmetnoga) è il titolo di un poema religioso dello scrittore raguseo Giovanni Gondola (in croato Ivan Gundulić), stampato a Venezia nel 1622.

L'autore trae ispirazione dalla parabola del figliol prodigo, narrata nel vangelo secondo Luca.

Il poema comprende tre lamenti (plač): Il peccato (Sagrješenje), Il ravvedimento (Spoznaja) e Il pentimento (Skrušenje). La concezione della vita espressa nell'opera è pienamente barocca.

Differenze dal Vangelo

Nel Vangelo la parabola è raccontata in una ventina di righe, mentre Gondola compone 1332 versi. Nell'originale, inoltre, il figlio sperpera tutte le sue ricchezze alla ricerca del piacere, qui lo fa spinto dall'amore per una donna, che cerca di conquistare colmandola di doni preziosi. Infine, viene tralasciata la parte conclusiva della parabola, nella quale compare il fratello maggiore. Perciò cambia in parte anche la morale; mentre nel finale il Vangelo si rivolge ai giusti, esortandoli a far festa per le pecorelle ritrovate, Gondola si limita al peccatore, evidenziando la bontà di Dio, che perdona chi si pente sinceramente.

Riassunto

Il peccato

Il figlio piange amaramente i propri peccati, invocando le Persone della SS. Trinità. Si rivolge poi a tutti gli uomini, esortandoli a fuggire il peccato. Ripensa ai tempi in cui viveva nella casa paterna e godeva nel lusso sfrenato, menando una vita disordinata. Ora, invece, si ritrova solo ed affamato in terra ignota, la montagna è la sua casa, i porci i suoi compagni, e la fredda pietra il suo guanciale. Accecato dalla bellezza di una donna avida e crudele, egli ha sperperato tutti i suoi averi nel vano tentativo di conquistarla, trovando così la rovina materiale e spirituale.