Pensiero di Lev Tolstoj

pensiero filosofico
Voce principale: Lev Tolstoj.

Il pensiero di Lev Tolstoj (1828 - 1910), scrittore, pedagogo, esegeta, teologo e filosofo russo.

Pedagogia

Già nel 1849 Tolstoj aveva iniziato ad organizzare delle scuole per i figli dei suoi contadini.[1]

Nel 1860 scrive il suo primo saggio di pedagogia: Osservazioni e materiali pedagogici e comincia ad abbozzare il progetto d'una società per l'istruzione popolare.[2]

Nel 1861 le scuole da lui fondate sono diventate dodici (negli anni aumenteranno sempre più) e vi lavora lui pure come maestro. Nel 1862 scrive – nei mesi prima e dopo del suo matrimonio, avvenuto in quell'anno – numerosi saggi pedagogici, tra cui il celebre Chi ha bisogno di imparare a scrivere da chi: i ragazzi contadini da noi, o noi dai ragazzi contadini.[3]

Nel 1872 esce il voluminoso Abbecedario, che sarà – con oltre un milione di copie vendute – uno dei maggiori successi di Tolstoj. L'anno successivo infuriano le polemiche sui suoi metodi pedagogici. Il Comitato moscovita per l'alfabetizzazione procede ad un esperimento pubblico per valutare – prima su una classe di operai analfabeti, poi su una classe di bambini – l'efficacia del metodo innovativo con cui Tolstoj insegnava a leggere e a scrivere. La commissione reputa l'esito soddisfacente ma non probante.[4]

Nel 1874 Tolstoj sospende la stesura di Anna Karenina per dedicarsi interamente alla pedagogia e alla direzione delle sue scuole, che sono ormai una settantina. Scrive una Grammatica per le scuole rurali e pubblica il saggio L'istruzione pubblica, la cui tesi fondamentale è che, se l'istruzione vuole essere di reale profitto, essa va fondata su una libertà d'apprendimento che consenta agli allievi di scegliere da sé che cosa studiare e che cosa no, ed è il docente a doversi adattare alle loro scelte. Ne deriva un'aspra critica, da parte dell'autore, al vigente sistema scolastico.[5]

Nel 1875 pubblica una riedizione dei racconti dell' Abbecedario con il titolo I quattro libri russi di lettura.[6]

Nel saggio Il Regno di Dio è dentro di voi (1893) Tolstoj critica l'attuale sistema dell'istruzione obbligatoria perché vi vede uno strumento di controllo, più che di elevazione delle masse.[7]

Filosofia della storia

In Guerra e pace Tolstoj esprime la convinzione che esista una «legge naturale» la quale determina la vita degli uomini, ma che essi – incapaci di comprenderla – rappresentino la storia come una successione di libere scelte di cui attribuiscono le responsabilità a «grandi uomini» dotati di eroiche virtù o terribili vizi.[8] In realtà, secondo Tolstoj, non sono i Napoleone o gli zar a fare la storia; essi sono solamente dei semplici fantocci. La storia è governata dalle enormi masse popolari e dalla grande legge della natura. Per questi motivi, la storia che si studia tradizionalmente sui libri «non è altro che una raccolta di fiabe e futili inezie, infarcite con un mucchio di cifre superflue e di nomi propri».[9]

Oltre la fredda rendicontazione delle cifre e dei nomi propri, la storia mostra, d'altra parte, secondo l'ultimo Tolstoj, le prove di come le guerre e le violenze abbiano sempre causato immense catastrofi e come invece lo sviluppo, in linea col Vangelo, di ideali di pace e tolleranza, vada considerato il vero indice di progresso per l'umanità:

«La storia dell'umanità è piena di prove che la violenza fisica non contribuisce al rialzamento morale e che le cattive inclinazioni dell'uomo non possono essere corrette che dall'amore; che il male non può sparire che per mezzo del bene; che non si deve fare assegnamento sulla forza del proprio braccio per difendersi dal male; che la vera forza dell'uomo è nella bontà, la pazienza e la carità; che solo i pacifici erediteranno la terra e che coloro i quali di spada avran ferito di spada periranno.[10]»

Esegesi biblica

Nel 1870 Tolstoj si dedica allo studio del greco antico e vi si appassiona.[11]

Nel 1875, mentre lavora alla stesura di Anna Karenina, elabora alcuni saggi di carattere religioso (rimasti incompiuti): Sul significato della religione cristiana, Sulla vita al di fuori del tempo e dello spazio, Sull'anima e la vita di essa al di fuori della vita a noi nota e intelligibile.[12]

Nel 1877 comincia a scrivere Definizione della religione in quanto fede e un Catechismo cristiano che rimangono anch'essi incompiuti. Intanto legge alacremente opere di teologia cristiana e di critica neotestamentaria.[13]

Nel 1879 studia con sistematicità filologica i quattro Vangeli. Scrive nuovi saggi di carattere religioso, segnati da elementi polemici verso l'ortodossia: La Chiesa e lo Stato, Di chi siamo noi: di Dio o del Diavolo?, Cosa può fare e cosa non può fare un cristiano.[14]

Nel 1880 si dedica interamente al lavoro critico-filologico sui Vangeli canonici. È divorato da un intenso zelo esegetico:

«Procuratemi o compratemi a qualsiasi prezzo, o mandatemi dalla biblioteca o addirittura... rubate un libro o dei libri dai quali si possa sapere qualcosa dei più antichi testi greci dei quattro Vangeli, su tutte le omissioni, le aggiunte, le varianti che vi sono state fatte.[15]»

Nello stesso anno scrive Disamina della teologia dogmatica – che segna ormai un netto distacco dall'ortodossia – e intraprende l'opera di Unificazione, traduzione e analisi dei quattro Vangeli.[16]

Nel 1882, interessato anche all'Antico Testamento, studia l'ebraico antico con il rabbino S.A. Minor.[17]

Nel 1908 pubblica Il vangelo spiegato ai giovani (ed. italiana Guanda 1995)

Teologia

Dio

Tolstoj parla di Dio come di quel bene misterioso, di quel principio di vita, a cui la parte più vera dell'uomo – desiderando la felicità di ogni creatura a lui prossima – tende ed anela: «Il desiderio del bene per tutto ciò che esiste è l'inizio di ogni nuova vita, è l'amore, è Dio.»[18] Dio è «quell'infinito Tutto, di cui l'uomo diviene consapevole d'essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L'uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio.»[19] Dio non è (solo) il Tutto, ma il Tutto – come ogni creatura che vi fa parte – è una Sua manifestazione: «Il mondo degli esseri viventi è un solo organismo. La stessa vita generale di questo organismo non è Dio, ma è solo una delle Sue manifestazioni»[20] Non per contraddire, ma per completare l'affermazione «Dio è amore» di 1Gv 4,16 – Tolstoj sostiene che Dio non è (solo) amore, ma l'amore è ciò che manifesta l'infinitezza di Dio nella finitezza dell'uomo: «Dio non è amore, ma quanto più grande è l'amore, tanto più l'uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente.»[21] Dio è l'esistenza vera, ma Dio non è (solo) la vita, bensì il principio di ogni vita: «Dio respira per mezzo delle nostre vite.»[22] Quindi amare Dio significa prima di tutto rispettare la vita di ogni creatura e desiderarne la felicità, cioè sviluppare in sé «l'obbligo morale non solo di non distruggere la vita degli esseri, ma di servire ad essa.»[23]

Fede

Per Tolstoj bisogna recuperare l'originaria pistis, cioè «quella fede di cui parlava Gesù: l'interiore inevitabilità d'un convincimento, che diviene fondamento della vita.»[24] Invece il clero ha insegnato a pensare la fede come uno «sforzo della volontà» che il credente – dando grande importanza ai miracoli – deve esercitare su di sé per aderire ad una dottrina dogmatica.[25] Per Tolstoj, la fede, nel Vangelo, era intesa più profondamente: Gesù suscitava nelle persone, con la saggezza e la bontà dei suoi discorsi, una conversione etica razionale e spontanea, e non un'adesione timorosa a delle norme puramente formali come quelle dei farisei; la fede autentica è quella che rigenera l'esistenza dell'individuo trasformandola in un gioioso servizio d'amore verso Dio e il prossimo.[26]

Etica della non-violenza

«Un uomo, da solo, non può fare alcun male. Il male nasce dalla disunione fra le persone»

Il significato universale delle opere di Tolstoj sta nella loro forza morale. La teoria della "non resistenza al male per mezzo del male" è l'anima di questa forza, di cui si può forse tentare una definizione: vivere secondo verità, cioè secondo coscienza, amando il proprio prossimo come se stessi tanto da non reagire mai con violenza alla violenza altrui. L'amore addirittura per i propri nemici e il porgere evangelicamente la guancia, ricambiando il male col bene affinché sempre più tasselli di bene possano contribuire infine alla costituzione di un mondo migliore, è l'espressione un po' utopica della sua etica. Tolstoj sapeva quanto fosse difficile realizzare in terra l'ideale d'amore del Vangelo - dato che il mondo è mal costruito e quindi gli uomini faticano a liberarsi dal peccato - ma sapeva anche che ciò non può giustificare l'uomo a "non vivere come deve" (Ivan Il'ič morendo si disperava perché si era reso conto che "non era vissuto come avrebbe dovuto" e di conseguenza la sua vita era trascorsa priva di senso).

Quanto il mondo russo dell'Ottocento fosse iniquo è messo da Tolstoj in evidenza con profondo disagio interiore, crescente orrore e sofferenza per la sorte dei più sfortunati, vessati dalle strutture sociali dell'epoca. Nell'articolo Non uccidere! (1900) dedicato all'assassinio del re d'Italia Umberto I da parte dall'anarchico Gaetano Bresci, Tolstoj scrisse: "L'attuale struttura della società alimenta l'egoismo della gente, pronta a vendere la propria libertà e il proprio onore per un piccolo vantaggio economico". Tolstoj era contrario a qualsiasi tipo di assassinio (compreso il regicidio attuato da Bresci) e ad ogni uso punitivo della giustizia nei confronti dei colpevoli (concetto a più battute espresso in Resurrezione), perché l'odio non fa che generare altro odio e soltanto l'amore ed il perdono possono liberare la società dall'odio, dalla sofferenza e dall'egoismo. All'egoismo, difetto umano per eccellenza, Tolstoj attribuisce una forza gigantesca, poiché ritiene che addirittura intere società oppressive si basino su di esso. Ecco perché - come scriverà Gandhi più tardi, ispirandosi al pacifismo di Tolstoj - la purificazione di ogni singolo individuo da tutto il suo egoismo è strettamente collegata alla purificazione del mondo dal male, e l'una cosa è impensabile senza l'altra.

A differenza di parecchi suoi contemporanei, che ritenevano doversi prima mutare la struttura del mondo e in secondo luogo occuparsi dell'individuo con la sua morale inconsistente e la sua fragile coscienza, Tolstoj era convinto che bisognasse occuparsi di tutti e due contemporaneamente. Altrimenti si finisce col fare questo ragionamento: "sistemerò l'appartamento e vivrò secondo coscienza, ma per il momento, finché ci saranno muri sporchi e mobili vecchi, ho il diritto di vivere in modo disonesto". Nei confronti di tale ragionamento - che attribuisce ai muri sporchi la responsabilità delle azioni disoneste dell'uomo - Tolstoj gridò energicamente il suo no, scrivendo: "Guardate in voi stessi, vergognatevi dei muri sporchi della vostra anima, cambiate i vecchi mobili delle vostre cattive abitudini, questo sarà utile a tutti, servirà a cambiare la corrotta struttura del mondo". Difatti, per Tolstoj, il perfezionamento morale della società può passare solo attraverso il perfezionamento morale degli individui, quindi ogni singolo individuo che voglia cambiare il mondo deve prima di tutto cambiare se stesso, eliminando l'egoismo dalle proprie azioni quotidiane e preoccupandosi costantemente di rendere felici, con atti concreti, le persone con le quali ha occasione di entrare in contatto.

L'etica di Tolstoj non si limita ai rapporti infraumani, ma si allarga in uno sforzo di amore e rispetto verso tutte le forme di vita che popolano il pianeta, compresi gli animali, perciò Tolstoj stesso scelse per sé uno stile alimentare vegetariano e, nell'articolo Il primo gradino (1902), condannò la crudeltà con la quale l'uomo alleva, imprigionandoli e uccidendoli, esseri assai simili a lui - come i maiali e le mucche - solo per il piacere della propria gola. Secondo Tolstoj, giacché l'uomo è il più evoluto fra gli animali, deve prendersi cura degli animali inferiori e del loro benessere, anziché sfruttarli con la violenza.

Eredità spirituale

Tolstoj, negli ultimi anni, riteneva trascurabili proprio le opere narrative – come Guerra e pace e Anna Karenina – che lo avevano reso famoso prima della sua conversione morale, mentre dichiarava che le opere veramente importanti, fra quelle da lui scritte, erano i testi di carattere filosofico e religioso. Riteneva infatti che le opere narrative dei primi cinquant'anni fossero servite solo ad attirare l'attenzione su quanto avrebbe scritto dopo,[27] Perciò, in una sorta di testamento spirituale scritto nel 1895, chiese agli amici:

«Prego tutti i miei amici, vicini e lontani... se vogliono occuparsi dei miei scritti, prestino attenzione a quella parte della mia opera in cui, lo so, parlava attraverso di me la forza di Dio – e la utilizzino per la loro vita... Sono stato così impuro, così pieno di passioni personali che la luce di questa verità veniva oscurata dalla mia oscurità, ma nonostante questo mi sentivo a volte pervaso da questa verità e questi sono stati i momenti più felici della mia vita... Spero che gli uomini, nonostante il contagio meschino e impuro che ho potuto trasmettere a questa verità, possano nutrirsi di essa.[28]»

Gandhi è stata la prima personalità di fama internazionale ad aver raccolto l'eredità spirituale di Tolstoj ed è stato perlopiù proprio attraverso il Mahatma che il Tolstoj saggista ha beneficiato di una grande riscoperta durante l'arco del Novecento. Se fu Tolstoj, in epoca moderna, il primo grande teorico della non-violenza, si può dire che fu Gandhi a svilupparne il pensiero e a farlo fruttificare, mediandone in parte il radicalismo estremo e dandone applicazione pratica nella lotta politica, pur in un contesto differente da quello russo quale era l'India colonizzata.[29]

Tolstoj è stato un punto di riferimento anche per la formazione morale di alcune tra le figure di spicco della cultura europea del Novecento, come Romain Rolland (Premio Nobel per la Letteratura nel 1915) ed Albert Schweitzer (Premio Nobel per la Pace nel 1953).[30]

Bibliografia

Raccolte di scritti etico-religiosi disponibili in italiano

  • La vera vita - Come leggere il Vangelo, Manca Editore, Genova, 1991
  • Il Vangelo spiegato ai giovani, Guanda, Parma 1995.
  • Il Vangelo di Tolstoj, Edizioni Quattroventi, Urbino 1983.
  • Contro la caccia e il mangiar carne, a cura di Gino Ditali, Isonomia editrice, 1994,
  • Confessioni, Marietti 1920, Genova 1996.
  • La mia fede, Editore Giorgio Mondadori, Milano 1988.
  • Il Bastoncino verde - scritti sul cristianesimo, Servitium editrice, Sotto il Monte BG, 1998.
  • AA.VV. - Vita sobria - scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, Aquila, 2003
  • Tolstoi verde - Il primo gradino, Manca Editore, Genova, 1990
  • Sulla follia - scritti sulla crisi del mondo moderno, Il Rosone, Foggia, 2003
  • "Perché la gente si droga?" e altri saggi su società, politica e religione, a cura di Igor Sibaldi, Mondadori, Milano 1988.
  • Perché vivo? L’Epos, Palermo, 2004
  • Scritti politici, Edizioni Sankara, Roma, 2005
  • Tolstoj e Marx, Edizioni Sankara, Roma, 2006
  • I diari. Scelta dei testi, prefazione, traduzione e note di S. Bernardini, Garzanti, Milano 1997,
  • I diari, Longanesi, Milano 1980.

Saggi su Tolstoj non-violento

  • La legge della violenza e la legge dell’amore, Azione Nonviolenta, Verona, 1993
  • Nonviolenza 2000 - manuale interattivo a cura degli Amici di Tolstoj, Qualevita, Aquila 2000
  • Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1985;
  • Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole Fi) 1991;
  • Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna 1995;
  • Tolstoi il profeta, a cura degli Amici di Tolstoj, Il segno dei Gabrielli, S.Pietro in Cariano (Vr) 2000.
  • Pier Cesare Bori, Paolo Bettiolo, Movimenti religiosi in Russia prima della rivoluzione (1900-1917) , Queriniana, Brescia 1978.
  • Antonella Salomoni, Il pensiero religioso e politico di Tolstoj in Italia (1886-1910). Leo S: Olschki, Firenze, 1996.
  • Italo Mancini, Il Cristo radicale di Tolstoj, sta in Come continuare a credere, Rusconi, Milano 1980.
  • Italo Mancini, Il Cristo di Tolstoj, sta in Scritti cristiani, Marietti, Genova 1991.
  • Angela Dioletta Siclari, L'istanza religiosa nell'opera dell'ultimo Tolstoj - Testo - Nuova Serie, n°32 luglio-dicembre 1996 - Bulzoni Editore
  • Anna Borgia, Nel cuore di Tolstoj - alla ricerca della verità -Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2009

Note

  1. ^ Cfr. Igor Sibaldi Cronologia in Lev Tolstoj, Tutti i racconti, volume primo, a cura di Igor Sibaldi, Mondadori, Milano 1991, p. LXXXV.
  2. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCI.
  3. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , pp. XCII-XCIII.
  4. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , pp. XCVI-XCVII.
  5. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCVII.
  6. ^ Cfr. ibidem.
  7. ^ Cfr. Lev Tolstoi, Il Regno di Dio è in voi, Publiprint - Manca Editrice, 1988, cap. VIII, p. 213.
  8. ^ Cfr. Sergio Bertolissi, Tolstoj e l'autocrazia, in Lev Tolstoj, Lettere agli zar (1862-1905), a cura di Sergio Bertolissi, Laterza, Bari 1995, pp. VIII-IX.
  9. ^ Lev Tolstoj, citato in Sergio Bertolissi, Tolstoj e l'autocrazia, op. cit. , p. VIII.
  10. ^ Lev Tolstoj, Il regno di Dio è in voi, trad. Sofia Behr, Publiprint - Manca Editrice, 1988, pp. 7-8.
  11. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCV.
  12. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCVII.
  13. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCVIII.
  14. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCIX.
  15. ^ Dalla Lettera a N. Nikolaevič Strachov, 18 aprile 1880, in Lev N. Tolstoj, Contro la caccia e il mangiar carne, a cura di Gino Ditali, Isonomia editrice, 1994, p. 18.
  16. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. XCIX.
  17. ^ Cfr. Cronologia, op. cit. , p. CI.
  18. ^ Lev Tolstoj, La vera vita, Manca Editrice, Genova.
  19. ^ Lev Tolstoj, citato in Igor Sibaldi, Cronologia, in Lev Tolstoj, Tutti i racconti, volume primo, Mondadori, Milano 1991, pp. CXIX-CXX
  20. ^ Lev Tolstoj, Diario (1904), in Contro la caccia e il mangiar carne, a cura di Gino Ditali, Isonomia editrice, 1994.
  21. ^ Lev Tolstoj, citato in Igor Sibaldi, Cronologia, op. cit. , pp. CXIX-CXX.
  22. ^ Lev Tolstoj, Diario (1904), op. cit.
  23. ^ Ibidem.
  24. ^ Lev Tolstoj, Traduzione e concordanza dei quattro evangeli, Conclusione, citata in Tolstoj, Il vangelo spiegato ai giovani, a cura di Igor Sibaldi, Guanda, Parma 1995, p. 127.
  25. ^ Cfr. ibidem.
  26. ^ Cfr. Tolstoj, Il vangelo spiegato ai giovani, a cura di Igor Sibaldi, Guanda, Parma 1995.
  27. ^ Cfr. G.Gazzeri, Come Tolstoi leggeva se stesso, in Lev Tolstoi, Il Regno di Dio è in voi, Publiprint - Manca Editrice, 1988, p. XXIX.
  28. ^ Lev Tolstoj, citato in G.Gazzeri, Come Tolstoi leggeva se stesso, in Lev Tolstoi, Il Regno di Dio è in voi, op. cit. , p. XXX.
  29. ^ Cfr. G.Gazzeri, Attualità di Tolstoi, in Lev Tolstoi, Il Regno di Dio è in voi, op. cit. , pp. XXXI-XXXII.
  30. ^ Vedi le loro citazioni su Tolstoj.
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