Carlo Matteucci
Carlo Matteucci (Forlì, 21 giugno 1811 – Livorno, 25 luglio 1868) è stato un fisico, fisiologo e politico italiano.

Biografia
Consegue la laurea in matematica all'Università di Bologna nel 1828. Sin da giovanissimo svolge ricerche di elettrochimica ed elettrofisiologia, che lo conducono in modo indipendente a formulare le leggi dell'elettrolisi. Per specializzarsi, l'anno seguente si reca in Francia, paese tra i più moderni d'Europa. Dal 1829 al 1831 studia all'École Polytechnique di Parigi, dove ha come docente uno dei più grandi fisici dell'epoca, François Arago.
Tornato in Italia, decide di stabilirsi a Firenze. Grazie all'interessamento dello scienziato berlinese Alexander von Humboldt, nel 1841 il granduca Leopoldo di Toscana gli assegna la cattedra di Fisica sperimentale all'Università di Pisa, ospitandolo alla Villa di Corliano. Qui conosce la scozzese Robinia Young, cui si unisce in matrimonio.
Nel 1844 a Pisa, è tra i fondatori de Il Cimento, giornale di fisica, chimica e storia naturale, rivista scientifica che nel 1855 diventa il Nuovo Cimento, organo della Società Italiana di Fisica.
I moti del 1848 lo vedono interessato partecipe: si schiera per l'indipendenza d'Italia e si fa sostenitore dell'intervento del Granducato a sostegno dell'esercito di Carlo Alberto di Savoia. L'esito negativo della prima guerra di indipendenza lo riconsegna totalmente agli studi.
Nel 1856 consegna alle stampe un libro in cui espone le sue tesi politiche: L'Italia dopo la pace di Parigi, in cui critica la soluzione unitaria ed espone l'idea degli stati confederali. Quando i Ducati emiliani, le Legazioni pontificie e poi la Toscana votano invece per l'annessione al Regno di Sardegna, si fa sostenitore del progetto federalista. Accetta il processo di unificazione della penisola attuato dai Savoia, ma rigetta la formula dello stato accentratore, perché non porta le stesse garanzie di pluralismo e di autonomia che invece sono meglio realizzate nel modello federalista di organizzazione dello stato.
Nel 1859-60 pubblica alcuni articoli nella rivista Révue des deux mondes in cui spiega quali dovranno essere i compiti del potere centrale e che cosa, invece spetterà agli enti territoriali nel nuovo «Regno unito» che i Savoia stanno creando in Italia. Carlo Cattaneo recensisce positivamente i suoi articoli nella rivista da lui fondata, il Il Politecnico (prefazione al volume IX-1860).
Nel 1860 Matteucci viene nominato senatore e ispettore generale delle linee telegrafiche del Regno di Sardegna.
Nel 1862 diventa Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia (governo Rattazzi). Durante il suo mandato elabora un progetto che organizza la scuola pubblica su più livelli: statale, provinciale [1] e comunale.
Nel 1866 diventa membro della Società italiana delle scienze.
Studi e ricerche
A partire dal 1830, sotto l'influenza dei risultati di Luigi Galvani (1737-1798), sviluppa un programma di ricerche di elettrochimica ed elettrofisiologia, settori di cui viene considerato un precursore. Ebbe il merito di aver scoperto per primo la corrente muscolare, ossia il fenomeno elettrico connesso allo sforzo muscolare.
Questi studi lo conducono a formulare autonomamente le leggi dell'elettrolisi e a scoprire la corrente elettrica muscolare. Il 30 giugno 1847 avvia con successo la prima linea sperimentale telegrafica italiana, tra Pisa e Livorno.
Riconoscimenti
Nel 1844 gli fu assegnata la Medaglia Copley.
A lui è intitolato il premio Medaglia Matteucci.
Onorificenze
Opere
Matteucci fu l'autore di vari trattati:
- Lezioni di fisica (2 volumi, Pisa, 1841)
- Lezioni sui fenomeni fisico-chimici dei corpi viventi (Pisa, 1844)
- Manuale di telegrafia elettrica (Pisa, 1850)
- Cours spécial sur l'induction, le magnétisme de rotation, etc. (Paris, 1854).
- Trattato dei fenomeni elettrofisiologici degli animali (1844)
- Corso di elettrofisiologia (1857)
Egli scrisse numerosi articoli pubblicati sulle Annales de chimie et de physique (1829-1858); di particolare interesse storico:
- Carlo Matteucci (1842): Sur un phenomene physiologique produit par les muscles en contraction, Ann. Chim. Phys., 6, pp. 339-341.
Gran parte di questi lavori sono apparsi anche su riviste scientifiche italiane. Tutti questi scritti riguardano fenomeni elettrici come rotazione della luce dovuta a campo magnetico, azione delle batterie a gas, effetti della torsione sul magnetismo, polarizzazione elettrica degli elettrodi.
Pubblicazioni
Note
- ^ Per "province" Matteucci intende gli stati pre-unitari, concetto che anticipa quello odierno di "regione".
Bibliografia
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- Bianchi (1874): Carlo Matteucci e l'Italia del suo tempo, Roma.
- Gustav Heinrich Wiedemann (1899): Lehre von Galvanismus und Elektromagnetismus.
- Antonio Carrannante, Carlo Matteucci (1811-1868) e la pubblica istruzione, in Cultura e scuola, n. 126, aprile-giugno 1993, pp.124-135
Collegamenti esterni
- Biografia nell'ambito del sito MURST Mille anni di Scienza in Italia
- Ulteriori informazioni nella scheda sul database dell'Archivio Storico del Senato, I Senatori d'Italia