Aldo Manuzio

editore, tipografo e umanista italiano (1450 circa-1515)
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Aldo Pio Manuzio, in latino Aldus Manutius (Sermoneta o Bassiano 1449? - Venezia 5 febbraio 1515), editore e tipografo a Venezia, è stato uno dei primi grandi editori ad usare i caratteri mobili. È ritenuto il maggiore tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno. Introdusse numerose innovazioni destinate a segnare la storia della tipografia fino ai nostri giorni.
Il suo vero nome era Teobaldo Mannucci, però è entrato nella storia con il suo nome latinizzato Aldus Manutius, di cui Aldo Manuzio è una sorta di re-italianizzazione posteriore.

Biografia

 
Aldo Manuzio

Aldo studiò il latino a Roma con Gasparino da Verona, e il greco a Ferrara con Guarino da Verona. Nel 1482 si stabilì a Mirandola assieme al suo amico e compagno di studi Giovanni Pico.

Quando questi si trasferì a Firenze, procurò ad Aldo il posto di tutore dei suoi due nipoti Alberto e Lionello Pio, principi di Carpi. Alberto Pio divenne successivamente il finanziatore delle prime stampe di Aldo, al quale donò anche delle terre nei pressi di Carpi.

In questo periodo devono essere maturate in Aldo dei piani molto precisi su quello che sarebbe diventato il suo progetto editoriale. La sua ambizione principale era quella di preservare la letteratura greca da ulteriore oblio, diffondendone i capolavori in edizioni stampate. Scelse infine Venezia come sede più idonea per la sua tipografia e vi si insediò nel 1490. I manoscritti e codici greci della Biblioteca Marciana, proprio in questo periodo, stavano rendendo la città lagunare il centro più importante per lo studio dei classici. Lì allacciò rapporti di collaborazione e di amicizia con letterati ed artisti del tempo e con molti studiosi greci fuggiti da Bisanzio e rifugiatisi a Venezia.

Questi intensi rapporti intellettuali portarono infine (1502) alla fondazione dell'Accademia Aldina, dedicata agli studi ellenistici, che poteva annoverare alcuni dei più grandi studiosi dell'epoca (come Erasmo da Rotterdam, Pietro Bembo e Thomas Linacre) tra i suoi membri. L'Accademia diede un notevole impulso allo studio dei classici greci in Italia ed in Europa.

Nel 1494 fondò la tipografia Aldina. Il suo motto era festina lente, "affrettati con calma", rappresentato da un simbolo raffigurante un'ancora con un delfino; l'ancora stava ad indicare la solidità, il delfino la velocità. Rapidamente, in tutt'Europa, i suoi volumi furono conosciuti come "Aldine".

Da vero erudito, la diffusione del sapere sembra essere stato prioritario rispetto al profitto economico nell'operato di Aldo. Nonostante fosse sempre preoccupato a mantenere altissima la qualità delle Aldine (che sono infatti considerati degli autentici tesori dai bibliofili), cercò allo stesso tempo a renderli accessibili economicamente alla cerchia più vasta possibile di lettori.

La commercializzazione delle sue opere era affidata a greci, e il greco era la lingua usata nelle conversazioni a casa sua nonché nelle istruzioni a tipografi e legatori. Impiegò non meno di trenta greci come correttori di bozze, ricercatori di manoscritti e calligrafi, sui cui modelli ricalcò i suoi caratteri.

Nel 1505 Aldo sposò Maria, la figlia di Andrea Torresano da Asola, che aveva rilevato la tipografia fondata a Venezia da Nicholas Jenson. Vennero così a fondersi i due editori più importanti della città. Da lì in avanti tutti i volumi dell'Aldina riportano sul frontespizio i nomi "Aldus et Asolanus". Dopo la morte di Aldo nel 1515, il suocero ed i due cognati continuarono la sua attività fino alla maggiore età dei suoi figli. La tipografia Aldina cessò l'attività dopo la terza generazione.

Oggi porta il suo nome il Progetto Manuzio, archivio elettronico di testi in lingua italiana.
Anche la Aldus Corporation (ora incorporata in Adobe), che nel 1985 pose le basi del Desktop Publishing professionale con il suo programma PageMaker, nel suo nome si riferiva a questo grande editore.

Opere

Le opere di Aldo Manuzio ancora oggi, a quasi cinque secoli di distanza, suscitano interesse e meraviglia. Le circa 130 edizioni in greco, latino e volgare da lui pubblicate in 20 anni di attività sono tuttora studiate in tutto il mondo. Il suo catalogo costituì una specie di enciclopedia del sapere umanistico.

I primi volumi lasciarono l'Aldina nel 1494. Furono quelli che Aldo stesso definì i "Precursori della Biblioteca Greca": "Ero e Leandro" di Museo, la "Galeomyomachia" e i Salmi. Tra il 1495 ed il 1498 per la prima volta al mondo fu dato alle stampe l'edizione completa di Aristotele. Seguirono le opere di Aristofane, Tucidide, Sofocle, Erodoto, Senofonte, Euripide, Demostene ed infine Platone. Anche molti classici latini ed italiani furono pubblicate per la prima volta in forma stampata come Aldine.

L'impatto rivoluzionario delle edizioni di Aldo Manuzio appare particolarmente evidente paragonando l'elegante volume in formato ottavo del 1502 contenente la Divina Commedia, stampato in corsivo senza alcun commento, agli ingombranti incunabuli del decennio precedente, che seppellivano il testo di Dante sotto una mole insostenibile di commentari esegetici. Questa edizione, che sarebbe diventata la base di tutte le ristampe per i successivi tre secoli, fu curata da uno dei più eminenti letterati dell'alto Rinascimento, il veneziano Pietro Bembo (1470-1547).
La II edizione della Commedia, uscita dal torchio a mano del grande stampatore nell'agosto del 1515 a Venezia, risulta essere la prima edizione illustrata in assoluto della famosa opera e, anche per questo, in genere è addiritura più ricercata dell'edizione del 1502.

Meritano inoltre una menzione particolare:

Aldo stesso fu autore di grammatiche classiche, di un trattato di metrica e di traduzioni dal greco e dal latino.

Innovazioni

  • Il contributo forse più significativo di Aldo Manuzio alla moderna cultura della scrittura fu la definitiva sistemazione della punteggiatura: il punto come chiusura di periodo, la virgola, il punto e virgola, l'apostrofo e l'accento impiegati per la prima volta nella loro forma odierna. È scomparso invece il "punto mobile", usato da Aldo per chiudere le frasi interne al periodo.
  • Per i suoi volumi, Aldo introdusse il cosiddetto formato ottavo, diverso dal manoscritto e dagli incunaboli dell'epoca per la sua maneggevolezza, portabilità e per le sue piccole dimensioni. Le Aldine erano quasi un precursore dei libri tascabili odierni. Il nuovo formato fu presto adottato in tutta Europa.
  • Manuzio è considerato anche l'inventore del carattere corsivo (corsivo italico o aldino), che aveva pensato come riproduzione della calligrafia cancelleresca rinascimentale e usato per la prima volta nel 1502 nella sua edizione di Dante (il corsivo si chiama italique in francese e italics in inglese proprio a causa della sua origine nella tipografia veneziana di Manuzio). Esecutore di questo primo corsivo fu l'incisore dell'officina di Aldo, Francesco Griffo.
  • Spetta ancora ad Aldo Manuzio il merito di aver pubblicato il primo catalogo delle proprie edizioni greche (1498) poi aggiornato con le successive opere latine e volgari (1503-13). Nei cataloghi si trova notizia degli argomenti trattati nei libri, trascrivendone i capitoli e fornendo apprezzamenti elogiativi circa la validità dell'opera.

Bibliografia

Tra i più importanti libri su Aldo Manuzio si può qui citare:

  • Martin Lowry: Il mondo di Aldo Manuzio - Affari e cultura della Venezia del Rinascimento, ediz. Il Veltro, 1984, Roma, pagg. 441 (Titolo originale: The world of Aldus Manutius - Business and Scholarship in Renaissance Venice, Basil Blacwell - 108 Cowley Road, Oxford, 1979).


Voci correlate

Collegamenti esterni