Trattato di non proliferazione nucleare

trattato internazionale sulla tecnologia nucleare (1968)

Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Il trattato proibisce agli stati firmatari "non-nucleari" (ovvero che non possiedono armi nucleari) di procurarsi tali armamenti e agli stati "nucleari" di fornir loro tecnologie nucleari belliche.

Inoltre il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici (ad esempio per la produzione elettrica) deve avvenire sotto il controllo della AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica).

Il trattato fu sottoscritto da USA, Regno Unito e Unione Sovietica il 1º luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970.

Francia e Cina (che possiedono armi nucleari) vi aderirono nel 1992 mentre la Corea del Nord lo sottoscrisse nel 1985 ma, sospettata di costruire ordigni atomici e rifiutando ispezioni, si ritirò definitivamente dal trattato nel 2001.

Il Sudafrica, inizialmente non membro del TNP, ha costruito sei testate nucleari che ha successivamente dichiarato di aver smantellato, aderendo poi al trattato nel 1991 come stato non-nucleare.

Situazione al 2004

Nel 1970 l'arsenale atomico mondiale contava più di 38 000 testate nucleari e, dopo un picco di 69 440 ordigni nucleari toccato nel 1986 a causa della politica di deterrenza reciproca formulata dalla teoria della distruzione mutua assicurata (MAD), ha cominciato a calare raggiungendo l'attuale quota di circa 23 000 testate nucleari.

Dopo la fine della guerra fredda il TNP cominciò a mostrare i suoi limiti: il relativo basso numero di ordigni nucleari è associato a un alto numero di Paesi che oggi si stima siano in grado di produrre la bomba atomica; secondo Mohamed El Baradei, direttore dello AIEA, sono più di 40.

Gli stati firmatari del trattato sono 189, fra cui i cinque Paesi con lo "status" nucleare[1]:

Non aderiscono al trattato e possiedono testate nucleari[2]:

  • Israele (400 testate per un potenza complessiva di 50 megatoni secondo alcune fonti, erano 200 nel 1986 secondo il racconto di Vanunu al «Sunday Times» di Londra; altre stime basate sulla capacità di produzione del reattore di Dimona, ipotizzando che non sia mai stato potenziato dagli anni '70 ad oggi, stimano un numero di testate potenzialmente prodotte tramite il materiale fornito da questo impianto di poco superiore alle 200 nel 2005);
  • India (da 60 a 90 testate);
  • Pakistan (da 24 a 48 testate);
  • Corea del Nord (da 2 a 15 testate[3]).

Situazione al 2009

Dati stimati dal Natural Resources Defense Council e pubblicati sul Bulletin of the Atomic Scientists[4]:

Nazione Testate
strategiche
Testate non
strategiche
Totale testate
operative
Totale testate
operative e in riserva
Primo test nucleare TNP CTBT
  Russia 2 668 2 050 4 718 13 000 1946 Pervaya molniya Firmato
  Stati Uniti 2 126 500 2 626 9 400 1945 Trinity Ratificato
  Francia 300 n.a. ~300 300 1960 Gerboise Bleue Ratificato
  Cina 180 ? ~180 240 1964 596 Firmato
  Regno Unito 160 n.a. <160 185 1952 Hurricane Ratificato
  Israele 80 n.a. n.a. 80 sconosciuto o 1979 Incidente Vela No Firmato
  Pakistan 60 n.a. n.a. 70-90 1998 Chagai-I No No
  India 60 n.a. n.a. 60-80 1974 Smiling Buddha No No
  Corea del Nord <10 n.a. n.a. <10 2006 test nucleare nordcoreano del 2006 Uscita No
Totale 5 634 2 550 7 981 23 375

Note

  1. ^ Dati previsionali 2004 sul numero di testate ricavati da: F. Calogero; P. Miggiano; G. Tenaglia. Armi e disarmo. Milano, Franco Angeli, 1997.
  2. ^ Con l'eccezione di quelli sulla Corea del Nord, tutti gli altri dati sul numero di testate dei Paesi che non aderiscono al TNP, aggiornati al 2004, sono stati presi da: Paolo Cacace. Difesa europea e questione nucleare (2001-2004), in L'atomica europea. 1a ed. Roma, Fazi (collana Le terre/Interventi 82), 2004. p. 179. ISBN 88-8112-526-9
  3. ^ Secondo l'intelligence sudcoreana sarebbero 7, secondo la Defense Intelligence Agency tra 12 e 15 mentre secondo la CIA 2 o 3.
  4. ^ Status of World Nuclear Forces 2009, su fas.org, 02-10-2009. URL consultato il 17-11-2009.

Bibliografia

  • Paolo Cacace. L'atomica europea. 1a ed. Roma, Fazi Editore (collana Le terre/Interventi 82), 2004. ISBN 88-8112-526-9
  • F. Calogero; P. Miggiano; G. Tenaglia. Armi e disarmo. Milano, Franco Angeli, 1997
  • Giovanni Spataro. I nuovi equilibri atomici, le Scienze, agosto 2005

Voci correlate

Collegamenti esterni