Evo Morales

sindacalista e politico boliviano

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Evo Morales

Juan Evo Morales Ayma (nato il 26 ottobre 1959 ad Orinoca, Oruro), meglio conosciuto semplicemente come Evo Morales, è il presidente della Bolivia, ed anche il primo presidente indios della nazione. É diventato la prima persona indigena a guidare la nazione boliviana come capo di stato in oltre 500 anni dalla conquista spagnola. Con questo risultato - e grazie anche alla chompa, maglione di alpaca a righe, indossato negli incontri diplomatici con altri capi di stato - Morales ha suscitato un enorme interesse sia in Bolivia che nel resto del mondo.

Morales è il leader del movimento di sinistra dei cocaleros boliviani, una federazione di campesinos coltivatori di coca che stanno resistendo agli sforzi degli Stati Uniti per sradicare le coltivazioni di coca nella provincia del Chapare, nella Bolivia sud-orientale. Morales è anche il leader del partito politico boliviano Movimiento al Socialismo, chiamato anche con l'acronimo spagnolo MAS, che significa anche "di più".

Alle elezioni presidenziali del 2002 Morales arrivò secondo, un risultato che sconvolse i partiti tradizionali boliviani. Questo fece istantaneamente dell'attivista indigeno una celebrità in tutto il continente; Morales attribuì buona parte di quel risultato alle dichiarazioni fatte contro di lui dall'allora ambasciatore statunitense in Bolivia Manuel Rocha, affermando che aiutarono a "svegliare la coscienza della gente".

Gli inizi

Morales nacque da una famiglia indigena Aymara ad Orinoca, una città mineraria nel dipartimento di Oruro, sull'altopiano boliviano. Nei primi anni '80 la sua famiglia, come molti abitanti indigeni degli altipiani che lavoravano nelle miniere, emigrò nei bassopiani tropicali nell'est della Bolivia. Si stabilirono nel Chapare, dove si dedicarono all'agricoltura, coltivazioni di coca incluse. Morales completò la sua istruzione superiore, e ha descritto la sua istruzione successiva come "l'università della vita", comprendendo in essa anche il servizio militare prestato all'età di 17 anni.

Durante le riforme economiche degli anni '90, gli ex-minatori cominciarono a coltivare coca e contribuirono al crescente ruolo internazionale del paese nella produzione e nel contrabbando di droga. Comunque, il governo del Presidente Hugo Banzer avviò un programma, sostenuto dagli USA, per l'eliminazione delle coltivazioni di coca, e questo causò tensioni che esplosero in frequenti proteste e boicottaggi.

Prima di diventare uno dei principali cocaleros, Morales organizzò una squadra di calcio locale. Lavorò anche come musicista, suonando la tromba per una band.

Come leader dei cocaleros, Morales fu eletto alla Camera dei Deputati nel 1997 come rappresentante delle province del Chapare e del Carrasco, nel dipartimento di Cochabamba. Ricevette il 70% dei voti in quel distretto, la percentuale più alta di voti dei 68 deputati che furono eletti direttamente in quella elezione.

Le elezioni del 2002

Nel gennaio 2002, Morales fu rimosso dal suo seggio al Congresso, con il pretesto di una accusa di terrorismo legata ad agitazioni contro la politica anti-droga a Sacaba avvenute in quel mese, in cui quattro coltivatori di coca, tre militari e un ufficiale di polizia furono uccisi: "Si crede generalmente che gli Stati Uniti avessero provocato la sua rimozione" [1]

 
Evo Morales (a destra) with José Bové, France, 2002, durante culturAmérica, in difesa di un'economia ragionevole.

Morales tuttavia presentò la sua candidatura per le successive elezioni presidenziali e congressuali, previste per il 27 Giugno. In marzo, l'espulsione di Morales dal Congresso fu dichiarata incostituzionale, ma egli non riottenne il suo seggio di deputato fino a che il nuovo Congresso non entrò in carica il 4 agosto. Il MAS aveva ottenuto alle urne soltanto il 4%, ma usò le sue limitate risorse per organizzare una campagna elettorale fantasiosa, che attrasse molta attenzione. Il partito fece a meno delle tattiche tradizionali di propaganda e attuò su larga scala distribuzioni gratuite di magliette, berretti da baseball, calendari, ecc. e usò pubblicità televisiva e manifesti. Un controverso spot trasmesso in televisione mostrava una ragazza indigena che esortava le masse a votare in base alla loro coscienza e non in base agli ordini dei loro capi. Il MAS restituì un modesto finanziamento ricevuto dallo stato (meno di 200.000 dollari USA) che in Bolivia viene erogato ad ogni partito, in modo da poter condurre una campagna elettorale senza restrizioni.

Sfruttando il risentimento provocato dalla presenza americana in generale, e dall'ambasciatore americano in Bolivia Manuel Rocha in particolare, il MAS diffuse nelle città boliviane un manifesto che raffigurava una enorme fotografia di Morales. Al di sopra, in lettere enormi: "Boliviani: Voi decidete. Chi comanda? Rocha o la voce del popolo." Il manifesto ebbe un grande impatto e se ne dovettero stampare centinaia di migliaia di copie più del previsto.

Nessuno dei candidati dei partiti principali accettò un dibattito con Morales, rifiutandosi di prendere in considerazione il MAS in quanto "partito minore". In giugno, Morales fece sapere che nemmeno lui era interessato a discussioni con loro: "La persona con cui voglio discutere è l'ambasciatore Rocha: preferisco discutere con il padrone del circo, non con i clown."

Alcuni giorni prima delle elezioni, in un discorso in presenza del presidente uscente, Jorge Quiroga, Rocha disse "Desidero ricordare agli elettori boliviani che se voi eleggerete coloro che vogliono che la Bolivia ridiventi un grande esportatore di cocaina, questo metterà in pericolo il futuro dell'assistenza americana alla Bolivia."[2] Per nulla intimoriti, i boliviani, soprattutto nei dipartimenti dell'Altipiano (dove è particolarmente consistente la popolazione indigena), votarono a frotte per il MAS, dandogli una percentuale del 20.94%, solo un paio di punti meno del partito più votato. In seguito, Morales attribuì all'ambasciatore americano il successo del MAS: "Ogni dichiarazione che [Rocha] ha fatto contro di noi ci ha aiutati a crescere e a risvegliare la coscienza del popolo." [3]

Per il loro rifiuto di scendere a compromessi, Morales e il MAS furono esclusi dalla coalizione che scelse il nuovo presidente (che fu Gonzalo Sánchez de Lozada); il MAS, guidato da Morales, entrò quindi al Congresso come forte partito di opposizione.

Evo Morales e il MAS non hanno un programma chiaro; è chiaro ciò a cui si oppone (è un oratore esaltante) ma è meno ovvio in che cosa consista la sua proposta alternativa. (Vedi Ideologia qui sotto.) Comunque Morales vedeva ben poco di buono nell'attuale forma di governo di democrazia parlamentare così com'era praticata in Bolivia, considerandola troppo corrotta all'interno e manipolata dall'esterno da interessi stranieri. Per lui i campesinos poveri del paese hanno bisogno soprattutto di autonomia, uguali opportunità, and accesso alla terra da coltivare.

Quando la Confederazione dei Lavoratori Boliviani (COB) dichiarò uno sciopero generale a oltranza il 29 settembre 2003, in risposta all'uccisione di sette manifestanti da parte delle forze armate durante la Guerra del gas boliviana, Morales e il MAS si rifiutarono di partecipare, preferendo concentrarsi per ottenere la vittoria nelle elezioni regionali del 2004. Comunque Morales partecipò all'organizzazione delle proteste nella capitale nel giugno 2005, che portarono alle dimissioni di Carlos Mesa.

Le elezioni del 2005

In conseguenza del crescente scontento popolare, e delle dimissioni forzate del Presidente Carlos Mesa Gisbert, il Congresso e il nuovo Presidente Eduardo Rodríguez Veltzé decisero di anticipare al dicembre 2005 le elezioni previste per il 2007. Le sollevazioni popolari avevano come fattore chiave la leadership di Morales, specialmente dopo un periodo di quasi un anno di partecipazione non ufficiale al governo del Presidente Mesa. A una riunione di agricoltori che festeggiavano il decimo anniversario della fondazione del MAS nel marzo 2005, Morales dichiarò che "il MAS è pronto a governare la Bolivia", avendo "consolidato la sua posizione come [prima] forza politica del paese". Disse che "il problema non è più quello di vincere le elezioni ma quello di sapere come governare il paese." [4]

In base ai primi sondaggi, Morales e il Movimento Verso il Socialismo risultavano in una scomoda parità con le forze di centro e di destra e i leader delle maggioranze urbane Jorge Quiroga, del partito PODEMOS, e Samuel Doria Medina, con differenze di pochi punti percentuali. Alla data del 21 agosto, Morales aveva scelto il suo candidato alla vicepresidenza, Alvaro García Linera, un ideologo di sinistra, sociologo, matematico, e analista politico , che aveva conbattuto a fianco di Felipe Quispe nell'Esercito Guerrigliero Tupac Katari (EGTK).

Il 4 dicembre, Morales si era portato in vantaggio nei sondaggi con una percentuale intorno al 32%. Quiroga oscillava intorno al 27%, con Samuel Doria Medina che seguiva a meno del 15%. Tutti i partiti promettevano solidarietà nazionale, nazionalizzazione (in qualche forma) del settore degli idrocarburi, e ricchezza per la popolazione.

Il 14 dicembre, il Wall Street Journal riferiva: "La maggior parte dei sondaggi attribuiscono al quarantaseienne Morales un vantaggio di circa il 34% rispetto al 29% del suo rivale più vicino, l'ex-presidente conservatore Jorge Quiroga." Più di 100,000 scrutatori furono nominati in preparazione delle elezioni fissate per il 18 dicembre.

Exit poll furono resi noti quasi subito dopo la fine delle votazioni, secondo cui Morales avrebbe ottenuto il 42-45% dei voti, contro il 33-37% di Quiroga. Quest'ultimo ammise la sconfitta poche ore più tardi.

Il 22 dicembre, il conteggio ufficiale dava a Morales il 53.899% dei voti, con il 98.697% delle schede scrutinate. Quindi la scelta del nuovo presidente boliviano non rendeva necessario un voto del Congresso.

Politiche

Morales ha così descritto i principi ispiratori del MAS:

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Morales e il Presidente francese Jacques Chirac
"Il peggior nemico dell'umanità è il capitalismo. E' esso che provoca sollevazioni come la nostra, una ribellione contro un sistema, contro un modello neoliberale, che è la rappresentazione di un capitalismo selvaggio. Se il mondo intero non riconosce questa realtà, che gli stati nazionali non si occupano nemmeno in misura minima di provvedere a salute, istruzione e nutrimento, allora ogni giorno i più fondamentali diritti umani sono violati."

Ha anche dichiarato:

"… i principi ideologici dell'organizzazione, anti-imperialisti e contrari al neoliberismo, sono chiari e saldi, ma i suoi membri devono ancora trasformarli in una realtà programmatica."[5]

Morales ha sostenuto la creazione di un'assemblea costituente per trasformare il paese. Propone inoltre l'approvazione di una nuova legge sugli idrocarburi che garantisca il 50% dei relativi redditi alla Bolivia, ma il MAS si è mostrato incline alla completa nazionalizzazione del settore del gas e del petrolio. Morales ha assunto una posizione a mezza via: sostiene la nazionalizzazione delle aziende del gas naturale, ma anche la cooperazione con stranieri in questo settore.

Morales ha descritto la Zona di Libero Scambio delle Americhe, dominata dagli Stati Uniti, come "un accordo per legalizzare la colonizzazione delle Americhe", e ha sostenuto il desiderio del Presidente Venezuelano Hugo Chávez di formare un "Asse del Bene" tra Bolivia, Cuba e Venezuela, in contrasto con l'"Asse del Male" comprendente Washington e i suoi alleati [6].

Morales ha espresso inoltre la sua ammirazione per Rigoberta Menchú, attivista indigena del Guatemala e vincitrice del Premio Nobel per la pace.

Nel marzo 2006, Morales ha annunciato a Santa Cruz l'aumento del 50% del salario minimo. Poiché attualmente esso è fissato a 440 boliviani (45 euro), aumenterebbe a 660 boliviani (67 euro). In precedenza Morales aveva dichiarato che avrebbe dovuto essere raddoppiato [1]. Tuttavia in Bolivia 6 lavoratori su 10 operano nell'economia informale, e ciò limita l'impatto di questo aumento [2].


Voci correlate

Collegamenti esterni