Utente:Gianreali/prova1
Principali opere cristologiche:
Schizzo della vita di Gesù, di Albert Schweitzer
Gesù di Rudolf Bultmann.
Sia Schweitzer che Bultmann riconoscono il disinteresse dei Vangeli per la vicenda storica ed umana di Cristo.
- Schweitzer: I vangeli sinottici non hanno alcuna idea su Gesù e quindi non ne hanno deformato i tratti fondamentali. Cos'è quindi che lega tutto il racconto, apparentemente scucito? E' l'idea di passione , ovvero ad un certo punto Gesù pensa che l'idea della morte sia necessaria ed apportatrice di salvezza. Ciò portò a decisioni subitanee e sconcertanti per cui i discepoli non poterono che rendersene conto a posteriori.
Ancora: Gesù si considerava il Messia, oppure è stata la fede della comunità ad attribuirgli la funzione messianica? Infatti nei vangeli sinottici lui non si dichiara mai come messia.
Quindi o lui ha taciuto la sua natura (perchè verrà rivelato solo all'avvento messianico) e quindi i vangeli hanno detto il vero, (e quindi la fede delle prime comunità è una reinterpretazione della sua messianicità passata attraverso la passione), oppure gli evangelisti gli hanno attribuito le pretese messianiche, senza però esplicitarle per non contraddire la realtà. Da qui il segreto messianico, per cui Gesù vieta di rivelare la sua messianicità.
Se infatti Gesù non si fosse considerato il Messia la sua morte sarebbe stata una morte ignobile e successivamente gli evangelisti ne avrebbero riletto la vità riconoscendolo a posteriori il Messia.
Nell'impossibilità di ricostriore storicamente la vita di Gesù, la risoluzione è puramente etica, per cui va nel lebbrosario di Lambarenè.
La fede cristiana è intimamente legata all'autocoscienza messianica di Gesù.
- Reimarus. Per lui l'autocoscienza messianica fu una proiezione delle prime comunità nella vita storica di Gesù. Per cui di lui non resta altro che la predicazione, ovvero sganciata dall'autocoscienza messianica non è altro che una concezione etico-religioso,
- Bultmann. Su che base gli autori del nuovo testamento hanno interpretato la sua figura , facendone la base dell'annuncio di salvezza??
Gesù per Bultmann è cosciente della sua escatologia ma non del suo essere messia. Per Bultmann non conta la personalità di Gesù, bensì l'"opera pensata come essi propriamente hanno voluto". Per Bultmann l'esistenza di Gesù è una occasione storica per l'elaborazione del pensiero cristiano. Per Bultmann vi è una sostanziale discontinuità tra la predicazione di Gesù e l'annuncio cristologico dei seguaci. Nel 1941, egli applicandosi al vangelo di Giovanni, distinse la presenza di un perduto Vangelo dei segni (solo il suo vangelo ne dipendeva, i sinottici non ne portavano segno). Questa monografia, altamente controversa al momento della pubblicazione, è una pietra miliare nella ricerca del Gesù storico. Lo stesso anno, con il testo: "New Testament and Mythology: The Problem of Demythologizing the New Testament Message" ha invitato a modificare le tradizionali categorie supernaturali con categorie le temporali ed esistenziali di Martin Heidegger. Questo sforzo avrebbe reso acessibile all'uomo moderno la realtà dell'insegnamento di Cristo.
"E' impossibile ripristinare la immagine del mondo passato attraverso una pura decisione, in particolare un mondo mitico, ora che tutto il nostro pensiero è irrevocabilmente formata dalla scienza. Una cieca accettazione della miyoogia del Nuovo Testamento sarebbe semplicemente arbitraria, l'accettazione di tale richiesta di fede sarebbe quello di ridurre la fede ad un lavoro." . Bultmann trova un "atteggiamento umano fondamentale" di "arroganza che tenta di portare all'interno del nostro potere, anche la sottomissione che noi sappiamo essere il nostro essere autentico.
Standing against all human highhandedness is the New Testament, "which claims that we can in no way free ourselves from our factual fallenness in the world but are freed from it only by an act of God ... the salvation occurrence that is realized in Christ."[7] Bultmann remained convinced the narratives of the life of Jesus were offering theology in story form. Lessons were taught in the familiar language of myth. They were not to be excluded, but given explanation so they could be understood for today. Bultmann thought faith should become a present day reality. To Bultmann, the people of the world appeared to be always in disappointment and turmoil. Faith must be a determined vital act of will, not a culling and extolling of "ancient proofs."
In definitiva Gesu' sarebbe per l'ebraismo il suo superamento e per lil cristianesimo il suo presupposto. Gesù ha quindi un duplice isolamento storico rispetto alla sua matrice che rispetto alla religione che porta il suo nome. Quindi il Gesù terreno è in uno stato di sospensione che non ha alcuna importanza costitutiva per la fede nel Cristo risuscitato ed innalzato. Per i giudaismo quindi Gesù è stato un corpo estraneo, mentre per il Cristianesimo ha rappresentato semplicemente l'occasione storica che ha permesso l'elaborazione della fede cristologica.
Alla fine Bultmann e Schweitzer si pongono uo di fronte all'altro innanzi alla impossibilità di raggiungere il Gesù storiso,
per Schweitzer la soluzione è etica
per Bultmann la soluzione è la decisione e lascia l'etica in secondo piano.
.... di Kasemann si chiede: La predicazione di Gesù terreno è continuata dai seguaci sulla terra?