Partito delle Regioni
Il Partito delle Regioni (Партія регіонів, Partija Regioniv, PR) è un partito politico dell'Ucraina. Il PR è stato fondato nel 2001 e guidato da Viktor Janukovič. Il PR sosteneva l'azione politica di Leonid Kučma, Presidente della Repubblica tra il 1994 ed il 2004. Alle elezioni politiche del 2002 PR si presentò nella coalizione Ucraina Unita, composta anche da: Partito Agrario d'Ucraina (PAU), Partito Popolare Democratico d'Ucraina (PPDU), Partito degli Industriali ed Imprenditori d'Ucraina(PIIU), Lavoro Ucraina (LU). La coalizione raccolse, però, appena l'11,7% dei voti, venendo preceduto sia dalla coalizione Nostra Ucraina (NU, 23,5%), sia dal Partito Comunista d'Ucraina (PCU, 19,9%). Del resto alle elezioni del 1998 il solo PPDU, guidato dall'allora primo ministro Valerij Pustovojtenko, raccolse il 5% dei voti. Ai voti di Ucraina Unita andavano, però, aggiunti anche quelli degli alleati del Partito Social Democratico Unito d'Ucraina (PSDU(U)), che raccolse il 6,3%.
Il PR si trovò così all'opposizione del governo guidato da Juščenko e sostenuto anche dal Partito Socialista d'Ucraina (PSU, 6,8%) e dal Blocco Julija Tymošenko (BYT, 7,2%). Le presidenziali del 2004, videro l'uscita di scena di Kuchma, impossibilitato alla rielezione perché aveva già svolto due mandati. Vi fu lo scontro tra Janukovič (PR) e Viktor Juščenko (NU). Il primo ottenne il 39,2% ed il secondo il 39,8%. Non avendo nessuno superato la soglia del 50% dei voti, fu necessario ricorrere al ballottaggio. Il 21 novembre si svolse il ballottaggio e Juščenko venne accreditato del 46,7% dei consensi, contro il 49,4% di Janukovič (il resto schede baianche o nulle). Gli osservatori dell'OSCE affermarono che lo spoglio dei voti non si era svolto secondo i parametri internazionali. Ciò provocò le proteste dei sostenitori di Juščenko, che organizzarono la c.d. "Rivoluzione Arancione" e ottennero dalla Corte Suprema la ripetizione del ballottaggio il 26 dicembre. Questa volta Juščenko ottenne il 51,9% dei voti e Janukovič il 44,2%. Juščenko venne nominato presidente e lasciò il posto di primo ministro all'alleata Julija Tymošenko.
Alle elezioni politiche del 2006, non venne riproposta la coalizione Ucraina Unita ed il PR si presentò da solo, il PAU (poi Partito Popolare) prese parte al Blocco Popolare di Litvin, il PIIU aderì alla coalizione Nostra Ucraina. Il sistema elettorale era stato modificato. In precedenza metà dei seggi erano attribuiti con il maggioritario di collegio a turno unico, l'altra metà con il proporzionale. Il nuovo sistema elettorale era un sistema proporzionale, con sbarramento al 3% e circoscrizione unica nazionale. Il PR ottenne il 32,1% dei voti ed elesse 186 seggi su 450 (41,1%). La consistente avanzata del PR fu determinata dall'accesa campagna elettorale di Janukovič, che accusò Yushchenko di essere stato eletto Presidente con l'appoggio dell'"occidente", il cui unico scopo era sottrarre l'Ucraina dall'alleanza con la Russia. Il PR si pose in tal modo come l'unica alternativa al fronte filo-occidentale, tanto da raccogliere i consensi di buona parte dell'elettorato comunista. Il PCU, infatti, crollò dal 19,9% al 3,6%, perdendo consensi proprio nelle regioni meridionali ed orientali dove più avanzò il PR.
Nostra Ucraina, il Blocco Tymošenko, il PSU ottennero rispettivamente il 13,9%, il 22,2% ed il 5,6%, eleggendo in totale 243 deputati. La coalizione Arancione poté, così, contare sulla maggioranza parlamentare. Juščenko confermò la fiducia alla Tymošenko, ma dopo appena tre mesi i socialisti uscirono dalla maggioranza e costrinsero, di fatto, Juščenko ad accettare la nomina di Janukovič quale primo ministro, sostenuto dal PR e dai comunisti (PCU, 3,6%). Si diede, così, vita ad una sorta di coabitazione tra il Presidente filo-occidentale ed il Primo ministro filo-russo.
Ideologia
È alquanto difficile collocare ideologicamente il PR. La politica ucraina dal 2000 in poi si è, infatti, caratterizzata per la divisione in due blocchi uno filo-occidentale (NU, BYT), l'altro filo-russo (PR, PCU). Il primo ha una buona presenza nell'Ucraina occidentale e centrale, mentre il secondo è presente nella zona orientale e meridionale. I due blocchi elettorali, quindi, hanno finito per rappresentare diverse esigenze etno-economiche, più che le tradizionali famiglie culturali (conservatori, liberali, democristiani, socialdemocratici).
La distribuzione politica, spesso, non sempre, coincide, del resto, con le distinzioni linguistiche (russofoni (30%)-ucrainofoni(70%)). Non mancano corrispondenze con le divisioni religiose del paese. Il 70% degli ucraini si dice "cristiano" (il restante 30% si definisce non credente), ma non mancano le differenze. Gli ortossi rappresentano il 60% della popolazione, a questi si aggiungono un 9% di cattolici di rito bizantino, un 1,5% di cattolici di rito romano, 1,5% di protestanti. Gli ortodossi a loro volta si dividono in Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Mosca (COU-PM), Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Kiev (COU-PK), Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala (COUA). Non è certamente un caso che, come i filo-occidentali, la COU-PK e la COUA sono diffuse prevalentemente nella zona centrale ed occidentale del paese, così come per i cattolici di rito bizantino e per quelli di rito romano. La COU-PM, la componente maggioritaria (8900 sacerdoti su 12100 preti ortodossi), è diffusa soprattutto ad oriente e meridione, comunque con importanti presenze anche nella zona centrale. Le differenze religiose e linguistiche non corrispondono certamente a quelle politiche, ma influenzano certamente quest'ultime.
Il PR nasce come un partito moderato, alternativo al PCU, ma con il passar del tempo, vista la connotazione filo-occidentale e liberale di BYT e NU, ha assunto posizioni più "stataliste", tanto da accettare l'alleanza con i comunisti.