Utente:Gianreali/prova1
Ottocento, le vite di Gesù.
- Reimarus. Per lui l'autocoscienza messianica fu una proiezione delle prime comunità nella vita storica di Gesù. Per cui di lui non resta altro che la predicazione, ovvero sganciata dall'autocoscienza messianica non è altro che una concezione etico-religioso.
Schweitzer riunisce ciò che Reimarus aveva scisso.
Principali opere cristologiche:
Schizzo della vita di Gesù, di Albert Schweitzer
Gesù di Rudolf Bultmann.
Le figure di Schweitzer e Bultmann nascono dopo il fondamentale fallimento ottocentesco di descrivere delle vite di gesù.
Sia Schweitzer che Bultmann riconoscono il disinteresse dei Vangeli per la vicenda storica ed umana di Cristo.
- Schweitzer:
I vangeli sinottici non hanno alcuna idea su Gesù e quindi non ne hanno deformato i tratti fondamentali. Cos'è quindi che lega tutto il racconto, apparentemente scucito? E' l'idea di passione, ovvero ad un certo punto Gesù pensa che l'idea della morte sia necessaria ed apportatrice di salvezza. Ciò portò a decisioni subitanee e sconcertanti per cui i discepoli non poterono che rendersene conto a posteriori.
Ancora: Gesù si considerava il Messia, oppure è stata la fede della comunità ad attribuirgli la funzione messianica? Infatti nei vangeli sinottici lui non si dichiara mai come messia.
Quindi o lui ha taciuto la sua natura (perchè verrà rivelato solo all'avvento messianico) e quindi i vangeli hanno detto il vero, (e quindi la fede delle prime comunità è una reinterpretazione della sua messianicità passata attraverso la passione), oppure gli evangelisti gli hanno attribuito le pretese messianiche, senza però esplicitarle per non contraddire la realtà. Da qui il segreto messianico, per cui Gesù vieta di rivelare la sua messianicità.
Se infatti Gesù non si fosse considerato il Messia la sua morte sarebbe stata una morte ignobile e successivamente gli evangelisti ne avrebbero riletto la vità riconoscendolo a posteriori il Messia.
Nell'impossibilità di ricostriore storicamente la vita di Gesù, la risoluzione è puramente etica, per cui va nel lebbrosario di Lambarenè.
La fede cristiana è intimamente legata all'autocoscienza messianica di Gesù.
- Bultmann. Su che base gli autori del nuovo testamento hanno interpretato la sua figura , facendone la base dell'annuncio di salvezza??
Gesù per Bultmann è cosciente della sua escatologia ma non del suo essere messia. Per Bultmann non conta la personalità di Gesù, bensì l'"opera pensata come essi propriamente hanno voluto". Per Bultmann l'esistenza di Gesù è una occasione storica per l'elaborazione del pensiero cristiano. Per Bultmann vi è una sostanziale discontinuità tra la predicazione di Gesù e l'annuncio cristologico dei seguaci. Nel 1941, egli applicandosi al vangelo di Giovanni, distinse la presenza di un perduto Vangelo dei segni (solo il suo vangelo ne dipendeva, i sinottici non ne portavano segno). Questa monografia, altamente controversa al momento della pubblicazione, è una pietra miliare nella ricerca del Gesù storico. Lo stesso anno, con il testo: "New Testament and Mythology: The Problem of Demythologizing the New Testament Message" ha invitato a modificare le tradizionali categorie supernaturali con categorie le temporali ed esistenziali di Martin Heidegger. Questo sforzo avrebbe reso acessibile all'uomo moderno la realtà dell'insegnamento di Cristo.
"E' impossibile ripristinare la immagine del mondo passato attraverso una pura decisione, in particolare un mondo mitico, ora che tutto il nostro pensiero è irrevocabilmente formata dalla scienza. Una cieca accettazione della miyoogia del Nuovo Testamento sarebbe semplicemente arbitraria, l'accettazione di tale richiesta di fede sarebbe quello di ridurre la fede ad un lavoro." . Bultmann trova un "atteggiamento umano fondamentale" di "arroganza che tenta di portare all'interno del nostro potere, anche la sottomissione che noi sappiamo essere il nostro essere autentico. Il Nuovo testamento si pone contro tutta l'umana arroganza, che sostiene che non possiamo in alcun modo liberarci dalla nostra fallenness di fatto nel mondo, ma sono liberato da solo con un atto di Dio ... la presenza della salvezza che si realizza in Cristo. Bultmann rimase convinto che i racconti della vita di Gesù stessero offrendo la teologia in forma di racconto.Le lezioni sono state insegnate in lingua familiare del mito. Non erano da escludere, ma data la spiegazione in modo che potessero essere compresi per oggi. Bultmann pensiero fede deve diventare una realtà attuale. Per Bultmann, la gente del mondo sembra essere sempre in delusione e turbolenze. La fede deve essere un determinato atto fondamentale di volontà, non un abbattimento e di esaltazione di una "antica testimonianza". ".
In definitiva Gesu' sarebbe per l'ebraismo il suo superamento e per lil cristianesimo il suo presupposto. Gesù ha quindi un duplice isolamento storico rispetto alla sua matrice che rispetto alla religione che porta il suo nome. Quindi il Gesù terreno è in uno stato di sospensione che non ha alcuna importanza costitutiva per la fede nel Cristo risuscitato ed innalzato. Per i giudaismo quindi Gesù è stato un corpo estraneo, mentre per il Cristianesimo ha rappresentato semplicemente l'occasione storica che ha permesso l'elaborazione della fede cristologica.
Alla fine Bultmann e Schweitzer si pongono uo di fronte all'altro innanzi alla impossibilità di raggiungere il Gesù storiso,
per Schweitzer la soluzione è etica
per Bultmann la soluzione è la decisione e lascia l'etica in secondo piano.
Christ vs. Jesus.
Rudolph Bultmann made the final definitive and radical disjunction between the Christ of Faith and the Jesus of History. The view can be summarized:
Jesus/Christ
The Historical Jesus/The Historic Christ
Not relevant for faith/Relevant for faith
Jesus of scholars/Christ of believers
Jesus of critical history/Christ of the Gospels
Uncertain foundation/Certain foundation
Inaccessible to most Christians/Accessible to all Christians
The facticity of Jesus/The significance of Jesus
The Jesus of the past/The Christ of the present
The often-drawn implication of this disjunction is that the historical has little or no impor-tance to the spiritual. As Kierkegaard argued, even if you could prove the historicity of theGospels in every detail, it would not necessarily bring one closer to Christ. Conversely, if the critics could disprove the historicity of the Gospels, save that a man lived in whompeople believed God dwelt, it would not destroy the foundations of true faith.
[1]
New Quest ("Nuova ricerca") o Second Quest ("Seconda ricerca")
La New Quest ("Nuova ricerca") o Second Quest ("Seconda ricerca") fu un breve movimento degli anni cinquanta che cercò di ravvivare la ricerca del Gesù storico.[1] Gli studiosi che lo formarono enfatizzarono i "vincoli della storia", sostenendo che malgrado le incertezze, vi erano dei dati storici utilizzabili. Si opposero alle posizioni che volevano una composizione tarda del Nuovo Testamento, formando un consenso attorno all'anno 70, più o meno un paio di decenni a seconda dell'esatto documento; sottolinearono allora come il Nuovo Testamento fosse il risultato di un processo durato anni, a partire da strati iniziali attorno ai quali quelli successivi si erano via via cristallizzati. Sostennero anche che il Vangelo di Tommaso, con la sua struttura peculiare, corroborasse l'esistenza della Fonte Q.
- Gunther Bornkamm
- Ernst Käsemann
- James M. Robinson
- John A. T. Robinson
- Edward Schillebeeckx
- Gerhard Ebeling
Kasemann cerca di vedere in Gesù qualcosa di più di un presupposto della fede cristiana e si chiede: La predicazione di Gesù terreno è continuata dai seguaci sulla terra?
Il punto di gravità cambia, non sono più le conoscenze storiche su gesù:
Tutto ciò significa rimettere in discussionel'impostazione di Bultmann. Bultmann voleva (con la sua impostazione) non ricadere nella complicazioni ed impotenze della ricerc storicistica. Kasermann era disposto a correre qualche rischio pur di "il Signore innalzato nel Signore umiliato" come la cristianità primitiva aveva capito. kasemann riconosce validità all'indagine critica su Gesù terreno, ma alla condizione che a noi è dato accesso
Third quest
La ricerca sul Geù storico è tornata in auge, specialmente grazie alla miglior conoscenza del giudiausmo del primo millennio , ad una rinascita di borse di studio da parte della Chiesa Cattolica Romana, larga accettazione dewl metodo storico, sguardo sociologicoe analisi letteraria. [1]
Come svanì la scuola di Bultmann, divenne sempre più chiaro che la nuova scuola era a senso unico, [2] Gli studenti della nuovas quest avevano una agenda teologica e cercarono separare Gesù dal giudaismo e dalle eresie primi cristiani.[2]
As such, they preferred orthodox sources.[2] The "third quest" appeared first among English-speaking scholars, and sociological investigation replaced the theological orientation of the "new quest."[2] The three characteristics typical of the "third quest" are an interest in the social history, a Jewish context for Jesus (especially restoration eschatology), and attention paid to non-canonical sources.[2] The "third quest" is split between those scholars who advocate a return to a non-eschatological picture Jesus and those who see him as leading a eschatological restoration movement.[2]
These scholars tend to focus on the early textual layers of the New Testament for data to reconstruct a biography for the Historical Jesus. Many of these scholars rely on a redactive critique of the hypothetical Q Gospel and on a Greco-Roman "Mediterranean" milieu as opposed to a Jewish milieu and tend to view Jesus as a radical philosopher of Wisdom literature, who strives to destabilize the economic status quo.[senza fonte] Some scholars also rely on a critique of non-canonical texts for early textual layers that possibly evidence Jesus.
The Jewishness of Jesus is first and foremost. These scholars use the archeology of Israel and the analysis of formative Jewish literature, including the Mishna, Dead Sea Scrolls, New Testament (as a Jewish text) and Josephus, to reconstruct the ancient worldviews of Jews in the 1st-century Roman provinces of Iudaea and Galilaea - and only afterward investigate how Jesus fits in. They tend to view Jesus as a proto-rabbi who announced the Kingdom of Heaven. The focus on Jesus's social environment rather than on Jesus himself is an intentional methodology to increase the influence of verifiable scientific criteria for evaluating Jesus and to reduce the influence of personal subjective criteria.
- David Bivin
- Roy Blizzard
- Raymond E. Brown
- Bruce Chilton
- Haim Cohn
- James H. Charlesworth
- W.D. Davies
- James D. G. Dunn
- Robert Eisenman
- Harvey Falk
- David Flusser
- Paula Fredriksen
- Joachim Jeremias
- Ray Vander Laan
- Robert Lisle Lindsey
- John P. Meier
- Ron Moseley
- Jacob Neusner
- Peter Pokorny
- Ray A. Pritz
- Dwight A. Pryor
- E.P. Sanders
- Shmuel Safrai
- David Stern
- Geza Vermes
- Marvin R. Wilson
- Ben Witherington
- N. T. Wright
- Brad H. Young
- Members of the Jerusalem School (a consortium of Israeli Christian and Jewish scholars: periodical Jerusalem Perspective)
Sanders si chiede a quale fatto della vita di Gesùdoveva attribuire la priorità. Tale contestoè a suo avviso l'escatologia rbraica e la controversia sul tempio.
Voci correlate
- ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatoreODCC self
- ^ a b c d e f Theissen, Gerd and Annette Merz. The historical Jesus: a comprehensive guide. Fortress Press. 1998. translated from German (1996 edition). Chapter 1. Quest of the historical Jesus. p. 1-16