Il Tempo è un quotidiano italiano, fondato a Roma da Renato Angiolillo nel 1944[1].

Il Tempo
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StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
Generestampa nazionale
FormatoBerlinese
FondatoreRenato Angiolillo
Fondazione1944
SedePiazza Colonna, 366 - 00187 Roma
EditoreDomenico Bonifaci
Tiratura71.570 (giugno 2009)
Diffusione cartacea46.846 (giugno 2009)
DirettoreMario Sechi
ISSN0391-6995 (WC · ACNP)
Sito webwww.iltempo.it/

Riprende la testata di un giornale fondato nella capitale nel 1917 dal parmense Filippo Naldi, che ebbe breve durata, essendo soppresso dal regime fascista già nel 1922. Annoverò fra i collaboratori Georges Sorel.

Storia

Il quotidiano venne fondato a Roma il 6 maggio 1944, prima ancora che le truppe anglo-americane entrassero in città. Il primo numero uscì il 5 giugno, all'indomani della liberazione della capitale. Stampato in una vecchia tipografia in via Mario de' Fiori, nel centro di Roma [2]; il nome venne scelto nella notte da Angiolillo. Il direttore, che aveva acquistato la testata «L'Italia» [3], la scartò all'ultimo momento preferendo «Il Tempo» (vedi sopra). «L'Italia» comparve accanto alla testata. Nella sottotestata apparve l'indicazione «Quotidiano socialdemocratico». Il giornale era composto da un unico foglio, data la scarsità, in quel periodo, della carta, materiale ancora difficile da reperire.
Dopo due soli numeri Il Tempo venne sospeso per violazione degli accordi sulla stampa intercorsi tra il CLN ed il comando alleato [4]. Angiolillo e il condirettore Leonida Répaci si diedero da fare per revocare il provvedimento e, dopo soli due giorni di sospensione, il 9 giugno Il Tempo ritornò in edicola, con il nuovo sottotitolo «Quotidiano indipendente».
Nei primi mesi il giornale fu compilato da Angiolillo, Répaci e da quattro colleghi: Gugliemo Serafini, Carlo Scaparro, Gaspare Gresti e Marcello Zeri.

La caduta del governo Bonomi, il 26 novembre di quell'anno, determinò una svolta alla linea politica. Accade che il reincarico di Bonomi fu approvato dalla monarchia invece che dal CLN. Angiolillo portò il giornale, da socialdemocratico, a posizioni moderate [5]. La rottura con Répaci fu inevitabile. Alla fine dell'anno il sodalizio si sciolse. Il co-fondatore venne liquidato con una buonuscita di 750.000 lire [6].

Renato Angiolillo continuò nelle vesti di editore unico e direttore allo stesso tempo [7].

Acquistò dagli Alleati i «Diari» di Galeazzo Ciano, gerarca del fascismo. Con la pubblicazione in esclusiva dei Diari lanciò il giornale.

Dopo pochi anni Il Tempo raggiunse la tiratura di 300.000 copie. La sede venne trasferita nello storico Palazzo Wedekind, in Piazza Colonna, dove il giornale risiede tuttora.

Lavoravano nel quotidiano romano all'inizio degli anni cinquanta: Vittorio Zincone, editorialista (e, dopo una parentesi di due anni al Resto del Carlino, tornò nel 1955 come vicedirettore), poi Guido Guidi, cronista giudiziario; Alberto Giubilo, allo sport, Igor Man agli esteri. Titolare della nota politica (detta in gergo "pastone") era Salvatore Aponte[8].

Altre firme de Il Tempo erano Alberto Giovannini e Alberto Consiglio, titolari di popolari rubriche: "Lettera della domenica" il primo; "Formicaio" e "Disco Rosso" il secondo. Anche Nantas Salvalaggio, all'epoca cronista, teneva una sua rubrica: "Un giorno in pretura". Redattore capo era un giovane Egidio Sterpa.

Un altro giornalista arrivato dal Corriere era Italo Zingarelli, presto soprannominato il "figlio del vocabolario". Il primo degli inviati del quotidiano era Virgilio Lilli. Ma va ricordato anche Gianni Granzotto[9], corrispondente da Parigi.

La parte culturale del giornale era diretta dal critico letterario Enrico Falqui. Tra i collaboratori vi erano nomi come Giuseppe Prezzolini e Curzio Malaparte. Il critico teatrale era Silvio D'Amico, il critico musicale era Guido Pannain mentre le recensioni cinematografiche erano affidate a Gian Luigi Rondi.

Negli anni ' 60 Il Tempo era il più venduto della capitale [10]

Il 16 agosto 1973 morì Renato Angiolillo. Come suo successore fu designato il direttore amministrativo del giornale Gianni Letta, in servizio al Tempo fin dal 1958.

Letta guidò il quotidiano per 15 anni, fino a tutto il 1987[11].

Nel 1993 il Tempo era in buona salute: 120 giornalisti confezionavano un quotidiano che vendeva intorno alle 115 mila copie al giorno. Ma i rapporti con la proprietà erano pessimi. All'inizio di marzo si diffonde la voce che la proprietà ha raccolto un dossier con il profilo professionale e privato su ciascun giornalista.

Il 10 marzo i giornalisti entrano in sciopero protestando contro la violazione dello Statuto dei lavoratori. L'agitazione si trascina per ben 39 giorni, fino all'intervento risolutore della presidenza del Consiglio ad aprile inoltrato.

Il quotidiano faticò non poco a riprendersi dall'esperienza logorante e subì un calo di copie.

Nel 1996 Il Tempo ebbe un ripresa e toccò il picco massimo di vendite con 78.000 copie giornaliere.

Fino al 2007 il quotidiano era in broadsheet con doppio dorso: nel dorso interno era presente il fascicolo dedicato all'edizione locale.

Il 4 ottobre 2007, la proprietà ha deciso l'acquisto di una nuova rotativa, che ha permesso di stampare in un nuovo formato cartaceo, passando dal broadsheet al formato berlinese monodorso. È stata rinnovata la grafica del giornale ed è stata introdotta la stampa a colori su tutte le pagine.

Nello stesso anno è stato potenziato il sito web.

Variazioni dell'assetto proprietario

Sin dalla fondazione, Il Tempo è stato di proprietà di Renato Angiolillo.

Nel 1966 la proprietà del giornale passò all'industriale Attilio Monti.

Nel febbraio 1995, il Gruppo Monti cedette il quotidiano al costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone per 81 miliardi di lire[12].

Nel 1996 il Gruppo Caltagirone ha ceduto la proprietà del giornale al costruttore Domenico Bonifaci per 70 miliardi di lire[13].

Direttori

Scelti dal gruppo Monti
Scelti dal gruppo Caltagirone
Scelti dall'attuale proprietà

Edizioni

Il Tempo viene oggi distribuito sul territorio italiano con il dorso nazionale che contiene la cronaca di Roma. Nelle zone dove viene prodotta un'edizione locale, il giornale nazionale viene cellofanato ogni giorno anteponendovi un fascicolo con le cronache locali relative al territorio di riferimento. Le edizioni del Tempo sono:

Redazioni

Per qualche periodo, a Salerno e provincia, il quotidiano è stato distribuito insieme al giornale locale Il salernitano diretto da Gigi Casciello.

Diffusione

Anno Media mobile
2008 47.444
2007 45.635
2006 50.765
2005 48.140
2004 46.792
2003 51.878
2002 49.808
2001 49.970
2000 54.194
1999 62.605
1998 66.306
1997 71.721
1996 78.047

Dati Ads - Accertamenti Diffusione Stampa

Note

  1. ^ La testata fu registrata al tribunale di Roma il 18 novembre 1948
  2. ^ Lo stesso stabilimento in cui veniva stampato l'«Avanti!».
  3. ^ Da non confondere con il quotidiano della Diocesi di Milano L'Italia, era una storica testata fondata da Camillo Cavour nel 1859. Il quotidiano di Angiolillo ereditò il numero delle annate, LXXXVI.
  4. ^ Gli accordi prevedevano che in ogni città potesse uscire soltanto un quotidiano per ciascuno dei partiti del CLN (sei), più un quotidiano creato dal PWB alleato.
  5. ^ Paolo Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, Laterza, 1978.
  6. ^ Giampaolo Pansa, Comprati e venduti, Bompiani, 1977, pag. 111.
  7. ^ Tenne unite le cariche per quasi trent'anni, salvo un breve periodo nel quale fu presente come consocio l'armatore genovese Ernesto Fassio.
  8. ^ Aponte era stato il primo giornalista italiano che nel 1924, da inviato del Corriere della Sera, aveva comunicato la notizia che Stalin sarebbe stato il successore di Lenin.
  9. ^ Granzotto fece una brillante carriera alla Rai: prima inviato a New York e poi amministratore delegato dell'azienda.
  10. ^ Corriere della Sera, 10 marzo 1993.
  11. ^ Letta lasciò per assumere incarichi manageriali alla Fininvest di Milano.
  12. ^ «Passa ai Caltagirone Il Tempo di Roma», la Repubblica, 16 febbraio 1995
  13. ^ «Il Tempo cambia padrone: da Caltagirone a Bonifaci», Corriere della Sera, 21 luglio 1996.

Fonti

Tesi di laurea: «Il Tempo di Roma a Rieti: nascita e declino di un grande quotidiano».

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