RMS Titanic
Il RMS Titanic era una nave passeggeri britannica della Olympic Class, divenuta famosa per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, e il conseguente drammatico affondamento avvenuto nelle prime ore del giorno successivo.
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Secondo di un trio di transatlantici, il Titanic, con le sue due navi gemelle Olympic e Britannic, era stato progettato per offrire un collegamento settimanale con l'America, e garantire il dominio delle rotte oceaniche alla White Star Line [1].
Costruito presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, il Titanic rappresentava la massima espressione della tecnologia navale, ed era il più grande, veloce e lussuoso transatlantico del mondo. Durante il suo viaggio inaugurale (da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown), entrò in collisione con un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. L’impatto provocò l'apertura di alcune falle lungo la fiancata destra del transatlantico, che affondò due ore e 40 minuti più tardi (alle 2:20 del 15 aprile) spezzandosi in due tronconi [2].
Nella sciagura, una delle più grandi tragedie nella storia della navigazione civile [3], persero la vita 1523 [4] [5][6] dei 2228 passeggeri imbarcati compresi gli 800 uomini dell'equipaggio [7]. L'evento suscitò un'enorme impressione nell'opinione pubblica e portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza della vita umana in mare.
Storia
Il Titanic, come le navi gemelle Olympic e Britannic, era stato progettato per competere con il Lusitania e il Mauretania, transatlantici della compagnia rivale Cunard Line (che nel 1927 assorbirà proprio la White Star Line, ed è tuttora operante, specialmente nell'ambito delle crociere nel Mar dei Caraibi), al tempo le navi più lussuose, veloci e imponenti impegnate sulle rotte transatlantiche, oltre che per garantire un collegamento settimanale per l'America. La nave era stata disegnata da William Pirrie, presidente della Harland and Wolff, e da Thomas Andrews capo del dipartimento di progettazione.
La costruzione del RMS Titanic, finanziata dall'armatore americano John Pierpont Morgan con la sua società International Mercantile Marine Co., iniziò il 31 marzo 1909; lo scafo fu varato il 31 maggio 1911 e le sovrastrutture furono completate il 31 marzo dell'anno seguente.
Alla consegna, il transatlantico, costò circa di 7 milioni di dollari, il biglietto di sola andata per New York, in prima classe, costava 3.100 dollari dell'epoca, quello di terza classe solo 32 dollari [8].
Il Titanic era lungo 269 metri [9] e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l'altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri (53 metri l'altezza totale [10] ). Sebbene avesse la stessa lunghezza dell'Olympic, aveva un tonnellaggio lordo maggiore per via del maggiore spazio interno, dovuto principalmente alla chiusura di parte della passeggiata sul ponte "A" con finestre parzialmente apribili.
La propulsione era a vapore [11] ( a differrenza delle successive imbarcazioni, dotate di motori diesel), con quattro cilindri contrapposti invertibili a triplice espansione (macchine alternative) più una turbina Parson a bassa pressione. Le macchine alternative del Titanic restano le più grandi mai costruite, occupavano quattro piani in altezza sviluppando 51.000 cavalli di potenza [12] e muovevano le due eliche laterali. La turbina muoveva la sola elica centrale. Le 29 caldaie erano talmente larghe che vi sarebbe potuto passare dentro un treno (avevano un diametro di 5 metri ciascuna) e divoravano circa 728 tonnellate di carbone al giorno. La velocità massima era di 23 nodi (43 km/h). Solamente tre delle quattro ciminiere erano funzionanti, la quarta aveva solo la funzione di presa d'aria e fu aggiunta per rendere la figura della nave più imponente; erano dipinte in giallo e nero, come voleva la tradizione della White Star, mentre il rosso era il colore della Cunard.
La nave aveva una capacità utile di 3547 persone tra passeggeri ed equipaggio. Poiché svolgeva anche il servizio postale, le fu assegnato il prefisso RMS (Royal Mail Steamer) oltre a SS (Steam ship, nave a vapore).
L'allestimento di bordo comprendeva tra l'altro una piscina coperta nel ponte D (per la prima volta su una nave), una palestra, un bagno turco e un campo di squash. Le camere di prima classe erano rifinite con la massima sfarzosità. C'erano 34 alloggi privati, ognuno dei quali dotato di soggiorno, sala di lettura e sala da fumo; ogni alloggio era arredato in stile diverso. Erano disponibili tre ascensori per la prima classe e, come novità, un ascensore anche per la seconda classe. La terza classe valeva la seconda sulle altre navi, ed era decorata con legno di pino verniciato di bianco, pareti smaltate e sedie di teak. Nel ristorante di terza era collocato un pianoforte.
Il Titanic era un gioiello di tecnologia ed era ritenuto praticamente inaffondabile [13][14], la chiglia era dotata di un doppio fondo cellulare e lo scafo era suddiviso in 16 compartimenti stagni, le cui porte a ghigliottina si potevano chiudere automaticamente dal ponte di comando (in mancanza di energia elettrica si potevano chiudere sfruttando la forza di gravità). Questi comparti, però, non attraversavano tutta l'altezza dello scafo ma si fermavano al ponte E (più o meno a metà dello scafo, per dare più spazio alla disposizione delle sale. Il Titanic avrebbe potuto galleggiare anche con due dei compartimenti intermedi allagati oppure con tutti i primi quattro compartimenti di prua allagati. Lo scontro con l'iceberg causo però l'allagamento dei primi cinque compartimenti prodieri.
Gli interni
Il Titanic rappresentava un'innovazione anche nello sfarzo con la quale erano decorate le sale e le cabine. Le sale adibite ai passeggeri di prima classe erano disposte dal ponte aperto al ponte E. Gli interni principali erano i seguenti:
- Il grande scalone di prima classe, un scala che collegava tutti i ponti riservati alla prima classe, dal ponte aperto al ponte E. Lo scalone era arredato in stile Luigi XVI, ed era sormontato al ponte aperto da una grande cupola in vetro e ferro battuto che illuminava l'intero ambiente. Il corrimano del pianerottolo del ponte A era decorato da una grande lampada bronzea raffigurante un cherubino. Sui pannelli dei pianerottoli di mezzo ponte erano situati grandi quadri. La grande scala sfociava al ponte D nella sala di reception, con un grande candeliere di 21 lampade. Sul retro della scala erano situati tre ascensori, decorati nello stesso stile. Un ambiente identico ma rivestito di pannelli di legno chiaro collegava i ponti A, B, e C, ed era utilizzato come sala di reception per i ristoranti del ponte B.
- Il soggiorno, situato fra il secondo e il terzo fumaiolo. L'ambiente era stato ideato per i passeggeri che desiderassero trascorrere il tempo ascoltando la musica dell'orchestra. La sala era decorata da grandi pannelli in quercia in stile Luigi XV. Su un lato della sala era situato un piccolo camino in marmo, sulla quale poggiava una statuetta di Artemide. Al centro della sala un grande lampadario illuminava l'ambiente.
- La sala di scrittura e di lettura, ideata per le signore, che qui si potevano riunire ad ogni ora del giorno. La sala era arredata in stile georgiano, ed era disposta in due ambienti separati da un grande arco sostenuto da colonne con capitelli corinzi.
- La sala fumatori, situata tra il terzo e il quarto fumaiolo. Gli uomini potevano raggiungere la sala durante tutta la giornata, ma soprattutto dopo cena. Era arredata in stile Georgiano, con grandi pannelli in legno scuro. A decorare la sala vi erano anche grandi vetrate ornamentali, illuminate artificialmente. Le finestre che davano sul ponte di passeggiata erano decorate con scene di porti di tutto il mondo.
- Le due piccole salette dei rampicanti, due ristoranti dalla quale si poteva accedere dal ponte di passeggiata o da una porta girevole dalla sala fumatori. Le grandi finestre davano l'impressione di stare all'aria aperta.
- Il ristorante "A la carte", un ambiente esclusivo situato sul ponte B, decorato in stile Georgiano. Qui i passeggeri potevano recarsi ad ogni ora, ed ordinare qualsiasi tipo di piatto. Il dirigente di questo ristorante era l'Italiano Gaspare Pietro Antonio Luigi Gatti [15].
- Il caffè Parigino, dove si poteva gustare lo stesso menù del ristorante adiacente. L'ambiente era ideato per assomigliare a una tipica passeggiata parigina, completa di piante rampicanti e mobili in vimini [16] .
- La sala di reception, situata sul ponte D, decorata in stile seicentesco, con grandi pannelli laccati bianchi e finestre impreziosite da decorazioni in ferro battuto. Poltrone, sedie, divani e tavolini erano in vimini con rivestimenti bordeaux. In un angolo della sala era collocato un grande piano a coda. Prima di cenare i passeggeri potevano prendere un aperitivo e ascoltare la musica dell'orchestra.
- La grande sala da pranzo, dove i passeggeri si recavano per cena. Poteva ospitare circa 500 persone ed era arredata come la sala di reception. La sala era illuminata grazie a moltissime plafoniere. Le sedie del salone erano rivestite in pelle verde scuro.
Le cabine di prima classe erano le più eleganti di ogni transatlantico. Erano arredate in vari stili [17] , come Reggenza, Olandese moderno, Olandese Antico, Impero, Luigi XV, Luigi XVI, Regina Anna, Georgiano e Rinascimento Italiano. Per i passeggeri più abbienti erano disponibili le suites [18]: 2 presidential suites e 2 royal suites. Le royal suites (b56-b54) erano decorate in stile Luigi XVI e comprendevano un soggiorno, tre camere da letto (2 singole e 1 matrimoniale), due bagni privati, due guardaroba e un ponte di passeggiata privata.
Il viaggio inaugurale
La nave partì per il suo primo e unico viaggio il 10 aprile 1912 da Southampton (Regno Unito) verso New York, comandata dal capitano Edward J. Smith. Per lui, il viaggio del nuovo transatlantico costituiva l'ultimo comando prima del pensionamento, e rappresentava il coronamento di una lunga e brillante carriera durata oltre 40 anni [19].
A causa del risucchio causato dalla partenza del Titanic, la piccola nave New York, ormeggiata nelle vicinanze, ruppe gli ormeggi e si avvicinò pericolosamente al gigante [20]. Il mancato incidente causò il ritardo di un'ora. Dopo avere attraversato La Manica il Titanic arrivò in serata a Cherbourg, in Francia, dove sostò con tutte le luci accese, per poi partire alla volta di Queenstown (oggi Cobh) in Irlanda [21], dove caricò numerosi emigranti irlandesi. L'ultima foto del Titanic in navigazione verso New York venne presa poco prima che doppiasse la roccia di Fastnet [22].
Molti passeggeri di seconda si erano imbarcati in prima su altre navi ma poi dirottati sul Titanic a causa di uno sciopero del carbone.
In prima classe erano presenti alcuni degli uomini più in vista dell'epoca. Tra questi vi era il milionario John Jacob Astor IV, il più famoso dei passeggeri del Titanic: un uomo immensamente ricco, proprietario di alcuni dei più preziosi immobili del mondo ,tra cui il noto Waldorf-Astoria Hotel di New York [23]. Insieme a lui viaggiava la moglie Madeleine Force Astor [24], l'industriale Benjamin Guggenheim [25], Isidor Straus [26] e la moglie Ida, la milionaria di Denver Margaret "Molly" Brown, Sir Cosmo Duff-Gordon e sua moglie, la contessa Lady Lucille Duff-Gordon, George Elkins Widener e la moglie Eleonora, John Borland Thayer, sua moglie Marian e il figlio diciassettenne Jack, il giornalista William Thomas Stead, la contessa di Rothes; il consigliere presidenziale statunitense Archibald Butt, lo scrittore Helen Churchill Candee, lo scrittore Jacques Futrelle [27], la moglie e alcuni amici, i produttori di Broadway Henry e Irene Harris, l'attrice di film muti Dorothy Gibson e molti altri [28].
In prima classe viaggiava anche l'amministratore delegato della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, che ebbe l'idea di costruire la nave e ne scelse il nome. Era pure presente il principale progettista, Thomas Andrews, che voleva constatare di persona gli eventuali problemi del primo viaggio. Andrews perse la vita nel naufragio, mentre Ismay riusci a trovare posto su una delle scialuppe.
Le ultime ore
Il 14 aprile, dopo due giorni di navigazione, intorno alle 13:30 il capitano consegnò a Bruce Ismay un messaggio appena ricevuto dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic. Il direttore della White Star non diede eccessivo peso alla cosa e giudicò sufficiente spostare la rotta del transatlantico sul dell'Ourward Southern Track, un corridoio di navigazione concordato per le navi di linea [30]. Alle 13:45 arrivò un messaggio del piroscafo Amerika, che inspiegabilmente non giunse al ponte di comando, mentre nel pomeriggio un altro avviso, questa volta dal Mesaba, non fu consegnato. Un terzo importantissimo marconigramma giunse infine dal Californian, che sostava bloccato dai ghiacci a poca distanza dal Titanic: nel messaggio veniva segnalata la presenza di un enorme campo di iceberg proprio sulla rotta del transatlantico, ma anche questo messaggio non venne tenuto in considerazione. Intorno alle 21:00, il capitano lasciò il salone ristorante e salì in plancia: col secondo ufficiale Lightoller discusse le condizioni eccezionalmente calme del mare e ordinò di diminuire la velocità in caso di foschia e di avvisarlo in caso venisse avvistato qualcosa di anomalo, quindi, si ritirò in cabina [31].
Collisione
Alle 23:40, le vedette Fredrick Fleet e Reginald Lee [32] videro un iceberg di fronte alla nave. L'avvistamento avvenne "a vista", a causa della mancanza dei binocoli, e quindi l'avvistamento avvenne in ritardo [33]. Dopo l'avvistamento Fleet suonò tre volte la campana e telefonò al ponte di comando. Il primo ufficiale Murdoch virò immediatamente a sinistra ordinando di metterre le macchine "indietro tutta", ma la nave viaggiava alla massima velocità (circa 23 nodi) e non riuscì a rallentare nel tempo necessario ad evitare l'impatto.
A posteriori è stato ipotizzato che se Murdoch avesse mantenuto la direzione, la nave avrebbe subìto un violento impatto frontale contro l'iceberg, danneggiando i primi due compartimenti stagni e potendo probabilmente continuare la traversata verso New York.
Il ghiaccio strisciò sulla dritta piegando le lamiere e provocando sei diversi squarci sotto la linea di galleggiamento.
La collisione non fù avvertita in maniera eloquente dai passeggeri, e solo chi si trovava sul ponte si accorse della presenza dell'iceberg, pur senza rendersi conto della gravità dell'evento.
Prime fasi dell'affondamento
Mentre l'acqua cominciava ad invadere i compartimenti, furono immediatamente chiuse le porte stagne e il capitano Smith ordinò subito un'ispezione. Secondo gli studi compiuti durante la progettazione, la nave sarebbe potuta rimanere a galla con due compartimenti allagati [34]. A questo limite se ne aggiunse uno ancora più grave, e cioè che le paratie stagne non superavano il ponte "E", che si trovava all'incirca a metà dell'altezza della nave. A causa di questo, l'affondamento della prua avrebbe fatto tracimare l'acqua verso gli altri compartimenti, con la tipica modalità dei "vasi comunicanti", rendendo pressoché inutile il lavoro delle pompe elettriche. A quell'ora, la prua aveva già imbarcato circa 8000 metri cubi di acqua e i calcoli effettuati confermarono che il transatlantico sarebbe affondato al massimo entro un'ora e mezza. Fu dato quindi l'ordine di abbandonare la nave, evitando di diffondere il panico tra i passeggeri ancora inconsapevoli.
Il Titanic era dotato di 20 scialuppe per una capacità totale di 1178 persone, non sufficienti per i passeggeri e l'equipaggio (appena un terzo del totale imbarcabile). Le operazioni di carico delle scialuppe si svolsero rispettando la regola del "prima le donne e i bambini" [35]. La prima scialuppa fu calata in mare alle 00:40 dal lato destro con sole 28 persone a bordo e poco dopo una con solo 12 persone, sebbene le loro capacità fossero di sessantacinque passeggeri, sprecando quindi tre quinti dei posti disponibili, molte delle scialuppe vennero calate in mare mezze vuote.
I passeggeri di prima e seconda classe ebbero facile accesso al ponte lance tramite le scale che conducevano al ponte, mentre i passeggeri di terza ebbero notevoli difficoltà a trovare il percorso. Ma non furono abbandonati; certo, il fatto che si salvò solo un terzo dei passeggeri di terza ha dato origine alla leggenda che vennero intenzionalmente trascurati, ma alcuni membri dell'equipaggio sopravvissuti testimoniarono che cercarono di guidare questi emigranti, perlopiù non inglesi, sulle scialuppe, ma molti li ignorarono o semplicemente non li capirono. È certo che alcune uscite furono trovate sbarrate da cancellate in ferro, che imprigionarono la folla nei meandri del transatlantico, e molte donne inoltre si rifiutarono di separarsi dai mariti; quando poi gli uomini ebbero il permesso di salire sul ponte era ormai troppo tardi, tutte le scialuppe se n'erano andate.
Gli operatori marconisti Jack Phillips e Harold Bride inviarono ininterrottamente il segnale morse SOS, il nuovo segnale di soccorso che aveva sostituito ufficialmente dal 1908 il precedente segnale, il CQD. In realtà i marconisti si servivano raramente del nuovo segnale, che cominciò ad essere utilizzato universalmente dopo che Harold Bride lo usò a bordo del Titanic. A quell'epoca, inoltre, non tutte le navi avevano un servizio radio. Diversi bastimenti risposero tra cui il gemello Olympic, ma erano tutti troppo lontani per intervenire in tempo. La nave più vicina era il Carpathia, distante 50 miglia; il suo marconista restò allibito quando ricevette un messaggio di soccorso dal celebre transatlantico al viaggio inaugurale, e svegliò di soprassalto il capitano Arthur Rostron entrando nella sua cabina. Subito fu dato ordine di invertire la rotta e dare tutto vapore, ma il Carpathia sarebbe giunto sul posto in non meno di quattro ore.
Fasi cruciali dell'affondamento
A bordo del Titanic intanto, tutto si svolgeva in un clima irreale: i passeggeri di prima classe erano calmi, ancora fiduciosi e riluttanti ad abbandonare la grande nave che, tutto sommato, non mostrava ancora segni evidenti di pericolo; le luci sfavillavano e l'orchestrina suonava. Molti membri dell'equipaggio contribuirono a rafforzare questo senso di sicurezza, sia per ordine del capitano, sia perché neanche loro riuscivano a credere che sarebbe colata a picco sul serio. Sul lato di babordo, il secondo ufficiale Lightoller rispettò scrupolosamente l'ordine categorico "prima donne e bambini", evitando di imbarcare gli uomini sebbene rimanessero ancora diversi posti liberi; dal lato di dritta invece il primo ufficiale Murdoch si dimostrò più tollerante.
Un'ora dopo l'impatto con l'iceberg, il Titanic aveva imbarcato almeno 25 milioni di litri d'acqua e la tragedia cominciò ad assumere aspetti drammatici; il ponte di prora si stava inondando e tutte le scialuppe tranne due si erano già allontanate. Alcuni passeggeri tentarono di assaltare le barche superstiti e il quinto ufficiale si vide costretto a sparare alcuni colpi di pistola per allontanare la folla. Alle 2:00 la prua era completamente sommersa, con la poppa fuori dall'acqua e le luci sfavillanti; fu a questo punto che venne inviato l'ultimo messaggio spedito al Carpathia, come una sorta di implorazione: "Ti prego di fare presto, amico. La sala macchine è allagata, stiamo affondando di prua." Subito dopo, il capitano diramò l'ordine "Si salvi chi può", liberando l'equipaggio dal suo lavoro e ritirandosi in plancia.
Verso le ore 2:10 la poppa si era sollevata al punto da formare un angolo di 30° con la superficie del mare, stagliandosi contro il cielo stellato. La forza terrificante generata dall'emergere dello scafo provocò lo schiacciamento della chiglia e la dilatazione delle sovrastrutture, che portarono lo scafo quasi al punto di rottura. Secondo i calcoli effettuati dagli scienziati della spedizione del 1997, sul Titanic agì in quel momento una pressione di tre tonnellate per centimetro quadrato. La ciminiera di prua si staccò, mentre l'acqua ruppe i vetri della cupola e inondò lo scalone riversandosi nella nave.
La temperatura era di circa 0 gradi e tutti coloro che erano in mare avrebbero potuto resistere al massimo 10 minuti prima di assiderarsi, e infatti, gran parte dei naufraghi morì appunto per congelamento e non per annegamento, dato che quasi tutti indossavano il giubbotto salvagente.
Improvvisamente, alle 2:15 le luci si spensero (alcune teorie ritengono che sia stato un corto circuito, altre ritengono che l'inclinazione della nave abbia provocato la rottura dei fili elettrici) e si udirono rumori cupi come di "strappi e fratture", come se le caldaie e le macchine si fossero staccate dalle loro sedi precipitando in avanti. La poppa sembrò improvvisamente inclinarsi e ruotare, evidente segno che lo scafo si era spezzato in due tronconi. Dopo la rottura, l'acqua penetrò all'interno e velocizzò l'affondamento del troncone di prua, consentendo alla poppa di rialzarsi assumendo una posizione perfettamente verticale (90 gradi)[36]. Alle 2:20 il Titanic si inabissò definitivamente nell'oceano. Una sola scialuppa, la numero 14, sotto il comando del Quinto Ufficiale Lowe, tornò indietro salvando 6 persone, una delle quali però, il signor Hoyt, morì un'ora dopo.
I due tronconi, staccatisi appena la prua fu sommersa, giunsero sul fondo con modalità differenti: la sezione di prua, ancora intatta nella struttura, affondò per prima ed iniziò la discesa mentre le sezione poppiera iniziava ad imbarcare acqua e si trovava ancora emersa. La sezione prodiera, pertanto, planò per 3800 metri perdendo le due restanti ciminiere quando la pressione dell'acqua riuscì a vincere la tenuta delle saldature, vale a dire verso i 300 metri di profondità; la punta si conficcò per 18 metri nel fango, mentre la parte posteriore della prua si accasciò facendo accartocciare le lamiere di entrambe le fiancate. Il contraccolpo dovuto all'impatto sul fondale limaccioso sradicò l'albero di prora facendolo abbattere sulla sala comando. Il troncone di poppa, invece, fu completamente devastato. Esso discese verticalmente roteando su se stesso. La repentina pressione dell'acqua e dell'aria lo fece letteralmente "esplodere" già durante la discesa. La carena dello scafo, pesantissima a causa delle motrici alternative (che erano rimaste al loro posto), si schiantò sul fondo con una tale violenza che i ponti crollarono l'uno sull'altro. Nelle ore successive, i detriti raggiunsero il fondale e si posizionarono intorno al relitto.
Le operazioni di salvataggio
Dopo l'affondamento, verso le 8 della mattina successiva, giunse sul posto il Carpathia che recuperò i naufraghi sopravvissuti sulle scialuppe. A bordo fu poi tenuta una cerimonia religiosa per i dispersi ed alle 8:50 la nave partì per New York, dove giunse il 18 aprile con 706 superstiti [37].
Una volta stabilito il numero di vittime, la White Star Line inviò la nave MacKay-Bennett a recuperare i resti. Furono trovati 338 corpi, molti dei quali furono portati ad Halifax in Nuova Scozia, dove, quelli non reclamati, furono sepolti nel locale cimitero. La White Star Line s'incaricò di mantenere il decoro di queste tombe fino al 1927, anno in cui si fuse con la rivale Cunard, la quale tuttora espleta tale servizio.
Su un totale stimato di 2228 persone a bordo, solo 705 sopravvissero [38] e circa 1523 (il 68%) perirono. In realtà, il numero preciso non è certo, poiché la lista esatta dei passeggeri e dell'equipaggio andò perduta. I dati citati sono quelli forniti dall'inchiesta ufficiale americana [39].
Il mistero del Californian
Un evento che per molti anni restò avvolto nel mistero fu la presenza di una nave all'orizzonte, le cui luci furono viste in lontananza da molti testimoni. Gli ufficiali Boxhall e Rowe tentarono di inviare segnali dapprima col faro, quindi coi razzi bianchi di segnalazione, senza però ottenere alcuna risposta; si trattava del Californian, che in quel momento sostava a macchine ferme per timore dei ghiacci [40].
Quando il marconista del Californian tentò di avvisare il collega del Titanic della presenza di grossi banchi di iceberg, dal Titanic risposero di non occupare la linea necessaria per l'invio dei messaggi personali dei passeggeri. Il marconista del Californian andò a dormire intorno alle 22,40, e dunque, alle 23,40, al momento dell'impatto del Titanic con l'iceberg, nessuno pote sentire i messaggi di aiuto dal Titanic. Particolarmente suggestiva fu la descrizione che il secondo ufficiale Stone del Californian diede dell'accaduto, quando affermò di aver visto un razzo bianco levarsi dalle luci di piroscafo. Il capitano Stanley Lord fu informato dello sparo dei razzi, ma si limitò a ordinare le segnalazioni con la lampada morse, senza riuscire a stabilire alcun contatto [41].
Per molti anni dopo la tragedia, il capitano del Californian Stanley Lord fu accusato e ritenuto responsabile del mancato soccorso al Titanic, ma dopo il ritrovamento del relitto, e gli studi compiuti, si appurò che la posizione del Titanic era diversa da quella data nei messaggi di aiuto, e probabilmente un'altra imbarcazione si trovava tra il Titanic ed il Californian [42].
Le cause della sciagura
Le scialuppe insufficienti
Carlisle, che disegnò il Titanic, disse che "A meno che il Board of Trade e i governi non costringano a installare un numero sufficiente di scialuppe, nessun costruttore può permettersi tanto peso inutile" [43].
Al riguardo, le previsioni di legge obbligavano a installare un minimo di 16 scialuppe sulle navi eccedenti le 10.000 tonnellate; una legge che andava bene nel suo anno di emissione, quel 1894 in cui la nave più grande era il Lucania (13.000 tonnellate).
È logico che il Titanic, che superava le 40.000 tonnellate, era perfettamente in regola con la legge: aveva 16 scialuppe che però potevano portare al massimo metà dei suoi passeggeri. Anzi, la White Star andò oltre la legge, aggiungendo quattro zattere smontabili. È però evidente che la capacità teorica di 1178 persone fosse ben lontana dalla reale portata del Titanic (3547 persone).
All'epoca della costruzione, la fine di questa dottrina era nettamente percepita nell'ambiente. Il costruttore fece installare argani doppi, portando quindi la teorica capacità a 64 scialuppe: ma le scialuppe aggiuntive non furono mai installate.
Una forte critica venne dal senatore William Alden Smith, prosecutor nell'inchiesta del 1912, che scrisse:
"Le scialuppe del Titanic erano solo parzialmente riempite; tutte erano prive di bussole; solamente tre dotate di lampade. L'equipaggio era talmente inetto che, in assenza di un pronto recupero, le avrebbe distrutte contro i frammenti di ghiaccio [presenti in mare]. Un testimone giura di aver udito da due o tre steward che era la prima volta che prendevano in mano un remo, tanto che ignoravano a cosa servissero gli scalmi. Le scialuppe furono riempite con tanta indifferenza, e abbassate con tanta velocità, da sacrificare inutilmente 500 persone in nome della ordinata disciplina del caricamento, secondo ogni prova non contraddittoria. 1324 persone rimasero a bordo. C'erano 1176 posti disponibili nelle scialuppe, ma esse contenevano solo 704 persone, 12 delle quali furono ripescate dal mare, in condizioni climatiche favorevoli e acqua perfettamente calma. Eppure qualche bel soggetto ancora afferma che prevalse la migliore disciplina. Se questa è la disciplina, cosa sarebbe stato il disordine?"[44]
Il timone e "la capacità di virata"
Nonostante le dimensioni del timone del Titanic non fossero inferiori a quelle prescritte dalle norme, per una nave di quelle dimensioni non erano comunque ottimali. Secondo i ricercatori della Titanic Historical Society: «il timone lungo e stretto del Titanic era una copia di una nave del XVIII secolo. Confrontato con il timone del Mauretania o del Lusitania, il timone del Titanic era più piccolo. Apparentemente nessuna miglioria progettuale fu intrapresa per dare ad una nave lunga 270 metri la possibilità di virare rapidamente ed evitare la collisione con un iceberg. Questo era il suo tallone d'Achille»[45].
Un altro elemento fatale del Titanic era il sistema di propulsione a tripla elica (contro le quattro del Mauretania e del Lusitania), in cui i due motori a vapore alternativi, a tripla espansione e a direzione invertibile, facevano andare le due eliche laterali, mentre l'elica centrale era azionata da una turbina a vapore, e quest'ultima non era invertibile. Di conseguenza, quando l'ufficiale Murdoch ordinò di invertire i motori per cercare di evitare l'iceberg, egli involontariamente limitò anche la capacità di virare della nave. Infatti durante il funzionamento a indietro tutta la turbina a vapore, che non era invertibile, semplicemente si fermò, e poiché l'elica ad essa collegata era proprio davanti al timone, l'efficacia di quest'ultimo fu molto ridotta.
Il tipo di acciaio e i bulloni
Originariamente gli storici pensavano che l'iceberg avesse praticato un taglio nella fiancata.
Lo studio del relitto ritrovato ha permesso di esaminare a fondo l'accaduto. Poiché la parte danneggiata era sepolta, gli scienziati hanno utilizzato un sonar per esaminarla. Ciò che è stato scoperto è che le lamiere della fiancata si sono "crepate" invece di piegarsi, lasciando entrare acqua attraverso 6 diverse falle [46].
Nelle immersioni successive si raccolsero campioni di fiancata. L'acciaio recuperato mostra un alto contenuto di fosforo e zolfo (rispettivamente quattro volte e due volte maggiore degli acciai moderni); il rapporto manganese/zolfo era 6,8:1 (attualmente è più di 200 a 1). Il fosforo in alte quantità rende l'acciaio prono a fratture; lo zolfo crea grani di solfuro di ferro, che agevolano la propagazione delle fratture stesse; il ridotto contenuto di manganese rende l'acciaio meno duttile. Tutto questo, unito alle temperature gelide dell'Atlantico, rese lo scafo estremamente fragile e contribui in maniera decisiva all'affondamento [47] [48].
Studi successivi nel 1998, hanno avanzato l'ipotesi della presenza di bulloni difettosi sulla fiancata del Titanic, che avrebbero favorito l'apertura delle falle sullo scafo [49].
Eventi successivi e conseguenze
Quando la notizia del disastro si diffuse, molta gente rimase scioccata dall'elevato numero di vite perse a dispetto del grado di progresso tecnologico raggiunto nel Titanic. Inoltre, si consideri che sul lussuoso transatlantico stava viaggiando gran parte della buona società inglese ed americana. I giornali furono pieni di descrizioni e storie sull'evento, con notizie continuamente aggiornate. Furono istituite collette per aiutare le vittime ed i familiari, molte delle quali avevano perso l'unica fonte di reddito, e nel caso della terza classe, tutto quello che avevano. Ancora prima che la nave con i superstiti giungesse in porto, iniziarono le indagini per capire cosa fosse accaduto e per prevenire una seconda tragedia.
Il senato statunitense aprì un'inchiesta il 19 aprile, il giorno dopo l'arrivo del Carpathia a New York. Il senatore William Alden Smith, presidente della commissione, volle avere le testimonianze di passeggeri ed equipaggio ancora fresche in mente. Volle anche interrogare i cittadini inglesi mentre erano ancora sul suolo americano. L'inchiesta americana durò fino al 25 maggio.
Lord Mersey fu incaricato di presiedere l'inchiesta del British Board of Trade in Inghilterra, che si svolse tra il 2 maggio e il 3 luglio.
Entrambe le inchieste raccolsero le testimonianze dei passeggeri e degli equipaggi, sia del Titanic che del Californian e di vari esperti. Come conseguenza del mancato funzionamento della radio sul Californian, 29 nazioni ratificarono nel 1912 il Radio Act che regolamentava l'uso delle comunicazioni radio, specialmente durante le emergenze.
Il disastro portò alla riunione della prima convenzione internazionale sulla sicurezza della vita in mare a Londra il 12 novembre 1913. Il 20 gennaio 1915 la conferenza siglò un trattato che stabilì il finanziamento internazionale dell'International Ice Patrol, un'agenzia della guardia costiera americana che ancora oggi controlla e segnala la presenza di iceberg pericolosi per la navigazione nel nord Atlantico.
Si stabilì inoltre che le scialuppe di salvataggio dovessero essere sufficienti per tutte le persone a bordo, che venissero svolte le opportune esercitazioni di addestramento per le emergenze, che le comunicazioni radio dovessero essere operative 24 ore su 24 e dovessero avere un generatore di emergenza con autonomia di un giorno. Ci si accordò sul fatto che lo sparo di un razzo di segnalazione rosso da una nave dovesse essere interpretato come richiesta di soccorso.
Il ritrovamento
Il relitto
L'ipotesi di trovare il relitto del Titanic ed eventualmente riportarlo in superficie nacque poco dopo l'affondamento. I rilievi batimetrici, già nel 1912, indicavano una profondità oceanica di 3.800 m nella zona del naufragio, troppo grande per la tecnologia dell'epoca in cui il batiscafo non era stato ancora inventato. Nessun tentativo fu però compiuto fino al 1 settembre 1985, quando una spedizione congiunta franco-americana, condotta da Jean-Louis Michel e Robert Ballard del Woods Hole Oceanographic Institution, localizzò e fotografò il relitto alla profondità di 3.800 metri, a sud est di Terranova, (Coordinate esatte: 41°43′55″N 49°56′45″W), a 22 km di distanza dal luogo dove si supponeva si trovasse [50].
Esso giaceva a circa 486 miglia dall'isola di Terranova ad una profondità di 3.787 m, su un fondale fangoso, ai piedi della scarpata continentale nordamericana, pertanto proprio sulla piana abissale.
La scoperta più interessante fu che la nave si ruppe in due parti, con la sezione di poppa situata a 600 metri di distanza dalla prua e rivolta in direzione opposta. C'erano testimonianze discordanti sul fatto che la nave si fosse o meno spezzata e le inchieste successive conclusero che la nave era affondata intatta, ricostruzione inesatta alla luce del ritrovamento e di alcune testimonianze da parte dei superstiti [51].
La prua si stabilì che fosse affondata con un angolo di discesa accentuato, arando il fondale marino nell'impatto circa 2 ore dopo il distacco dalla poppa. Essa si è sotterrata per circa 18 metri nel limo del fondo oceanico, rimanendo pressoché intatta. Le parti laterali dello scafo si sono invece deformate. La poppa è in pessime condizioni a causa dell'aria contenuta al momento dell'affondamento che uscendo, scardinò scafo e ponti. Alla devastazione contribuì l'elevata velocità di impatto con il fondale. La poppa infatti, affondò in posizione verticale, avvitandosi ad elica su se stessa. Al momento dell'impatto col fondale, implose su se stessa sotto il suo stesso peso.
Non sono stati trovati i fumaioli della nave che si staccarono al momento dell'affondamento. L'ultimo, si ritiene possa essersi separato dalla nave circa a 300 m di profondità, a causa della pressione dell'acqua. Tutti comunque, possono essersi spostati di diversi chilometri dal luogo del naufragio, trascinati dalle correnti marine. Attorno al relitto si trova una gran quantità di rottami, pezzi della nave, arredi, stoviglie e oggetti personali dispersi su un miglio quadrato. I materiali deperibili come legno e tappeti sono stati divorati in brevissimo tempo dagli organismi marini, così come i corpi umani.
Nei primi anni dopo il ritrovamento del Titanic si fece sempre più forte l'ipotesi di riuscire a riportare a galla l'intero scafo, da restaurare e adibire a museo [52], ipotesi avanzata dallo stesso Ballard, il quale però non ne vedeva la reale necessità [53].
Nel 1987 iniziarono ad essere recuperati oggetti di valore tra cui una borsa di pelle piena di gioielli, alcune casseforti ed altri manufatti del relitto che successivamente verrano esposti in alcune mostre [54][55], ed aperti in diretta televisiva mondiale [56].
Nell' agosto 1996 fu tentato un recupero dello scafo, di fronte a due navi da crociera, ma il recupero inizialmnte fallì a causa di un guasto meccanico [57], risolto pochi giorni dopo, quando venne riportata a galla una porzione del ponte di prima classe comprendente due cabine, grazie all'utilizzo di palloni riempiti di gasolio, liquido più leggero dell'acqua, che ha fatto salire le almeno 10 tonnellate della sezione recuperata [58]
Diversi scienziati, tra cui Robert Ballard, ritengono che le visite turistiche al relitto su sommergibili stiano accelerando il processo di degrado. Microrganismi marini stanno progressivamente consumando il ferro del Titanic dal momento dell'affondamento, ma a causa del danno aggiunto dai visitatori, la National Oceanic and Atmospheric Administration americana stima che lo scafo e la struttura della nave potrebbe collassare sul fondale oceanico entro i prossimi 50 anni [59], entro 80-100 anni secondo altre stime [60].
Il libro di Ballard Return to Titanic, pubblicato dalla National Geographic Society, include fotografie che evidenziano il degrado del ponte superiore causato dal posarsi dei sommergibili. L'albero è completamente deteriorato e spogliato della campana delle luci in ottone. Altri danni includono uno sfregio nella sezione di prua comprendente la scritta Titanic e parte del meccanismo in ottone della ruota del timone è storto.
Proprietà e contenziosi
In data 7 giugno 1994 furono assegnati alla RMS Titanic Inc. i diritti di proprietà e di recupero sul relitto [61] da parte della Corte Distrettuale Americana per il Distretto Orientale di Virginia (U.S. District Court for the Eastern District of Virginia). RMS Titanic Inc., società affiliata della Premier Exhibitions Inc., e i suoi predecessori avevano condotto sette spedizioni al relitto tra il 1987 e il 2004 e hanno salvato circa 5.500 oggetti. L’artefatto più grande, recuperato nel 1998, fu una sezione dello scafo di 17 tonnellate [62]. Molti di questi artefatti sono parte di esposizioni itineranti, esposte dalla RMS Titanic Inc. in musei in tutto il mondo [63].
Nel 1987 durante 32 immersioni, una spedizione mista franco-americana che includeva il predecessore della società RMS Titanic Inc., recuperò approssimativamente 1.800 artefatti, che furono portati in Francia per il loro restauro e la conservazione. Nel 1993 un amministratore francese dell’Ufficio per gli Affari Marittimi del Ministero per Equipaggiamento, Trasporto e Turismo assegnò al predecessore della RMS Titanic Inc. il titolo per gli artefatti recuperati nel 1987.
In una mozione del 12 febbraio 2004, RMS Titanic Inc. chiese che la Corte Distrettuale le assegnasse “titolo per tutti gli artefatti (inclusi porzioni dello scafo) soggetti della presente azione, sulla base della normativa marittima sulle cose ritrovate” oppure, in alternativa, un compenso per il loro ricupero nell’ammontare di 225 milioni di dollari. RMS Titanic Inc. escludeva dalla mozione la richiesta di un compenso per gli artefatti del 1987, però richiedeva che la Corte Distrettuale dichiarasse che, basato sull’azione amministrativa francese “gli artefatti recuperati durante la spedizione del 1987 fossero indipendentemente di proprietà di RMST.” A seguito di un’udienza, la Corte Distrettuale rifiutò in data 2 luglio 2004 di riconoscere la decisione del 1993 dell’amministratore francese e rigettò la richiesta di RMS Titanic Inc. dell’assegnamento di titolo per gli artefatti recuperati a partire dal 1993 e di applicare la norma marittima sul ritrovamento di cose perdute. RMS Titanic Inc. si appellò presso la Corte di Appello degli Stati Uniti dell’America. Nella sua decisione del 31 gennaio 2006 [64] , la corte ha riconosciuto "espressamente che sia appropriato di applicare la normativa sul salvataggio marittimo su relitti come quello della Titanic" e ha negato l’applicazione della normativa marittima sul ritrovamento di cose perdute. La corte ha però deciso anche che la Corte Distrettuale non aveva giurisdizione sugli “artefatti del 1987” e ha quindi annullato questa parte della decisione della corte del 2 luglio 2004. In altre parole, secondo questa decisione, RMS Titanic Inc. ha titolo per gli artefatti assegnatigli nella decisione francese (precedentemente valutati a 16,5 milioni di dollari) e continua ad essere in possesso del relitto del Titanic. La Corte di Appello ha rinviato alla Corte Distrettuale per determinare il compenso di salvataggio (225 milioni di dollari richiesti da RMS Titanic Inc.) [65].
Leggende e ricostruzioni storiche dei fatti
L'orchestra del Titanic
Una delle storie più suggestive sul Titanic è quella della sua orchestra.
Secondo le ricostruzioni, gli otto membri George Krins, Roger Bricoux, W. Theodore Brailley, J. Wesley Woodward, P.C. Taylor, J.F.C. Clarke, John Law Hume, diretti da Wallace Henry Hartley, avrebbero continuato a suonare nel salone di prima classe per distrarre e calmare i passeggeri anche dopo la collisione,e nelle fasi concitate in cui era chiaro il destino della nave [66] [67].
Masabumi Hosono
Mabasumi Hosono (Tokyo, 1870 - 1939), era l'unico passeggero giapponese a bordo del Titanic, e riuscì a salvarsi dal naufragio lanciandosi in mare su una scialuppa in cui era disponibile ancora un posto, nonostante l'indicazione del capitano e degli ufficiali di dare la precedenza a donne e bambini. Il fatto non costituì nulla di particolare negli Stati Uniti, ma segno profondamente la vita di Hosono in Giappone, dove venne additato come un traditore dell'onore nipponico dall'opinione pubblica, distruggendo la sua carriera lavorativa sino alla sua morte, avvenuta nel 1939. [68].
La famiglia Laroche
Joseph Laroche (26 Maggio 1886 - 15 Aprile 1912) è divenuto famoso per essere stato l' unico passeggero di colore a bordo del Titanic. Egli era di originario di Haiti, e si imbarcò, insieme alla moglie Juliet Lafargue e le due figlie, sul transatlantico a Cherbourg nel tardo pomeriggio del 10 Aprile, prenotando una cabina di seconda classe. Dopo l' impatto con l' iceberg, Joseph perì nell' affondamento, mentre la moglie e le figlie, imbarcate sulla scialuppa n. 14, furono recuperate dalla Carpathia nelle ore successive. Il corpo del Sig. Laroche non fu mai ritrovato.[69].
David Sarnoff
Una storia spesso data per vera è che la prima persona ad avere ricevuto la notizia dell'affondamento fu David Sarnoff, che più tardi fondò la RCA. Sarnoff non fu la prima persona a ricevere la notizia (anche se egli lo sostenne) ma assieme ad altre persone a New York si occupò nei tre giorni successivi al disastro di ricevere le notizie e i nomi dei dispersi e comunicarli al pubblico.[70].
===Lo strano caso di Marconi===
Sul Titanic avrebbe dovuto esserci anche Guglielmo Marconi. Ismay aveva in effetti proposto all'inventore del telegrafo senza fili e della radio di viaggiare gratuitamente sul lussuoso transatlantico, forse anche per aumentare il numero dei passeggeri.
All'ultimo momento Marconi preferì imbarcarsi l'8 aprile 1912 sul Lusitania, il transatlantico della Cunard Line, in quanto aveva urgente necessità di recarsi in America per curare il figlio Giulio.
Il sistema radiofonico inventato da Marconi stesso contribuì enormemente a trarre in salvo i superstiti: senza la radio (che fortunatamente in quell'epoca erano presenti in tutte le grandi navi che trafficavano l' Atlantico) i macchinisti del Titanic non avrebbero potuto mandare l'SOS per ricevere soccorso e il Carpathia non sarebbe mai arrivato.
Marconi fu tra le 30.000 persone che il 18 aprile 1912 al molo di New York videro arrivare il Carpathia con i 705 superstiti.
Violet Costance Jessop
Violet Constance Jessop, hostess della White Star Line, si salvò dall'affondamento del Titanic sulla scialuppa n. 16, salvando un bambino e venendo recuperata dalla Carpathia. Nel 1911 Violet era a bordo dell'RMS Olympic, nave gemella del Titanic, quando questa, al comando dello stesso capitano Smith del Titanic, speronò un incrociatore nel canale della Manica. Quattro anni dopo, nel 1916, Violet prestava servizio come infermiera sulla HMHS Britannic, la terza nave di classe Olympic dopo il Titanic e l'Olympic, quando questa venne affondata da una mina.
Gli ultimi sopravvissuti
Il 6 maggio 2006 è morta negli Stati Uniti l'ultima superstite ancora in vita che avesse un ricordo inerente l'affondamento del Titanic, Lillian Gertrud Asplund, che aveva 99 anni e ne aveva 6 al momento del disastro [71].
Gli altri due superstiti che avevano vissuto il naufragio erano troppo piccole per poter avere memoria dell'accaduto: la prima era Barbara West Dainton che è morta il 16 ottobre 2007 a 96 anni e all'epoca aveva solo 10 mesi, mentre la seconda era Elizabeth Gladys "Millvina" Dean (nata il 2 febbraio 1912) che aveva invece solo 71 giorni all'epoca del disastro ed è morta il 31 maggio 2009 [72].
Due casi singolari sono rappresentati da due signore, di cui una italiana, che al momento del disastro non erano ancora nate ma le cui madri erano incinte al momento del naufragio. Ellen Mary (Betty) Phillips nacque l'11 gennaio 1913 e morì nel novembre 2005, mentre la signora italiana si chiamava Maria Salvata Del Carlo e nacque il 14 novembre 1912 e trascorse la sua vita ad Altopascio, vicino Lucca. Dopo la tragedia, la madre ormai vedova ma incinta di 2 mesi ritornò in Italia per darla alla luce; è morta nella sua casa di riposo il 31 ottobre 2008[73].
"Titanic: la nave mai affondata?"
Una teoria molto controversa[74][75] viene portata avanti da Robin Gardiner, nel suo libro [76] (edizione italiana: I due Titanic: L'enigma di un disastro voluto e di una truffa colossale. Il vero Titanic non è mai partito!, Casale Monferrato, Piemme, 1997). Attingendo a una notevole serie di eventi e coincidenze, l'autore deduce che l'affondamento del secolo non fosse altro che una colossale frode assicurativa.
È noto che il Titanic avesse un gemello, l'Olympic, varato nel 1910. A un occhio distratto le due navi potevano apparir emolto simili, tranne per alcuni minimi dettagli (ad esempio la finestratura del ponte passeggiata).
Il 20 settembre 1911 l'incrociatore HMS Hawke speronò la fiancata dell'Olympic. Entrambe le navi furono gravemente danneggiate: la conseguente inchiesta governativa assolve l'Hawke da ogni responsabilità.
L'Olympic, stando a quanto sostiene Gardiner, avrebbe avuto danni estesi agli ancoraggi della turbina centrale e alla chiglia.
Sempre secondo la tesi dello scrittore, la White Star Line non avrebbe assicurato la nave e non avrebbe potuto permettersi i costi di una corretta riparazione.
A questo punto, per ottenere profitto da almeno una delle due navi, sarebbe stato deciso di scambiarle, e
di conseguenza, il Titanic sarebbe sopravvissuto 25 anni al suo disastro, sotto il nome del gemello.
La nave danneggiata sarebbe stata fatta affondare in mare aperto, per ottenere il rimborso dell'assicurazione. Il piano sarebbe stato quello di aprire le valvole nello scafo, allagandolo lentamente, una volta giunti in un tratto molto trafficato. In questo modo le scialuppe, facendo molti viaggi tra il transatlantico e le navi in soccorso, sarebbero state più che sufficienti. Gardiner non spiega però come una nave gravemente danneggiata possa mantenere una velocità di crociera normale e navigare per buona parte dell'oceano Atlantico, ne spiega come mai alla fine avvenne l'incidente contro l'iceberg, che ha provocato le numerose vittime, tra cui molte personalità importanti dell'epoca nonchè lo stesso progettista della nave.
La teoria non ha trovato alcuna conferma ne fondamento in inchieste giudiziarie successive.
Il romanzo-profezia del 1898
Nel 1898, quattordici anni prima della tragedia, uscì un romanzo dal titolo Futility, or the Wreck of the Titan [77]. L'autore Morgan Robertson scrisse nel libro la storia di un transatlantico, il Titan, considerato inaffondabile, che finisce in rotta di collisione con un iceberg nel Nord Atlantico ed affonda in poche ore nottetempo nel mese di aprile. Molti dei dettagli relativi alla nave ed alla tragedia appaiono simili alla tragedia che vide coinvolto il Titanic [78] [79].
Analogie
- Il nome della nave del romanzo era Titan, quello della vera imbracazione Titanic.
- Su entrambe le navi viaggiavano persone ricche e nobili.
- Il Titan affonda in poche ore nel Nord Atlantico, dopo aver urtato un iceberg, un giorno di aprile.
- Le scialuppe sono insufficienti per tutti i passeggeri, e nel naufragio del Titan muoiono 3.000 persone (il doppio di quanti ne moriranno nel naufragio del Titanic).
- Lo schianto del Titan contro l'iceberg avviene a tutta velocità, poiché la nave stava cercando di vincere l'ambìto premio del Blue Riband (il Nastro Azzurro, il premio destinato annualmente alla nave che riusciva a compiere la traversata dell'Atlantico nel minor tempo possibile). Anche il Titanic al momento dell'impatto viaggiava ad una velocità molto alta .
- Anche nel Titan le paratìe stagne erano aperte in cima. In entrambi i casi questo causò l’affondamento. Ed entrambe le navi erano considerate inaffondabili al momento del varo.
- Le vittime morirono, nel romanzo, per ipotermia (pochissime morirono per il risucchio dovuto all'affondamento e nessuna morì per gli attacchi degli squali). Anche nell'affondamento del Titanic gran parte delle vittime furono per ipotermia, esattamente come nella finzione letteraria.
Differenze
- Per il Titanic si trattava del viaggio inaugurale mentre il Titan era al suo terzo viaggio;
- La nave del romanzo viaggiava da New York all'Inghilterra (Liverpool), viceversa il Titanic partiva dall'Inghilterra (dal porto di Southampton) ed era diretta a New York;
- Nel romanzo il Titan urta l'iceberg in una notte nebbiosa, mentre il cielo era limpido quando il Titanic urtò l'iceberg;
- Nel romanzo i sopravvissuti furono solamente 13, nella realtà molti di più, quasi 700 e cioè 1/3 dei passeggeri;
- Il Titanic era la seconda di tre navi gemelle, il Titan non aveva alcuna nave gemella;
- Il Titan affondò rapidamente in pochi minuti, mentre il Titanic restò a galla più di due ore prima di affondare.
Il Titanic nella cultura popolare
Trasposizioni cinematografiche
- Salvata dal Titanic (Saved from the Titanic) (1912)
- In Nacht Und Eis (1912)
- Atlantis (Atlantis) (1913)
- Titanic (1915)
- Atlantic (Atlantic) (1929)
- La tragedia del Titanic (Titanic) (1943)
- Titanic (Titanic) (1953)
- Titanic, Latitudine 41 Nord (A Night To Remember) (1958)
- S.O.S. Titanic (S.O.S. Titanic) (1979)
- Blitz nell'Oceano (Raise the Titanic) (1980)
- Titanic (Titanic), film TV (1996)
- L'Immagine del Desiderio (La Camarera del Titanic) (1997)
- Titanic (Titanic) (1997)
- La Leggenda del Titanic (The legend of Titanic) (1999)
- Titanic - Mille e una storia (2000)
Altre citazioni
- Nel film di Aldo, Giovanni & Giacomo, Tre uomini e una gamba, in una scena Giovanni si lamenta di un rumore metallico proveniente dall'auto sulla quale stanno viaggiando, quando gli viene risposto che è solo un "rumorino da niente" Giovanni dice "Anche il capitano del Titanic diceva così, -ma no, ma no, è solo un rumorino...da niente!-"
- Titanic è anche il titolo di una storia a fumetti di Attilio Micheluzzi, pubblicata per la prima volta a puntate nel 1988 sulla rivista Comic art. Accanto alla fedele e ben documentata ricostruzione della vicenda del Titanic, viene messa in scena una storia in cui i personaggi si lasciano travolgere da passioni, intrighi e falsità, in un crescendo che culminerà con l'arrivo della tragedia.
- Il Titanic è citato anche in Ghostbusters II (1989), in cui arriva al porto di New York durante l'invasione di fantasmi su cui è incentrato il film e anche in Fight Club e Panic Room entrambi del regista David Fincher.
- Nel decimo episodio della prima stagione di Futurama, Un volo da ricordare (che in lingua originale si intitola A flight to remember, ovvia parodia del film del 1958), il Titanic è in partenza per il suo viaggio inaugurale nello spazio.
- Il Titanic compare anche (come protagonista, oppure solo citato) in vari albi del fumetto Dylan Dog ad esempio in Abyss.
- Nel capitolo 11 della Saga di Paperon de' Paperoni del fumettista americano Don Rosa, Paperon de Paperoni viaggia dall'Europa all'America proprio sul Titanic e discute animatamente di affari con il magnate John Jacob Astor: secondo Don Rosa, quest'ultimo viene catapultato in mare durante la collisione con l'iceberg. Paperone si salverà su una scialuppa.
- Il Titanic viene citato anche nel racconto a fumetti di Ratman "Titanic 2000", tutto incentrato su una copia del Titanic (il sesto tentativo) che farà la sua stessa fine.
- Titanic è anche il titolo di una canzone di Francesco De Gregori (contenuta nell'omonimo album Titanic), il quale ne ha composte altre due sempre in relazione al tragico evento: "L'Abbigliamento di un Fuochista" e "I Muscoli del Capitano". Due anni più tardi ne compose una quarta con l'ironico titolo "Tutti Salvi"
- Nello speciale di Natale del 2007 della serie televisiva Doctor Who, il Dottore atterra con il TARDIS su una replica in versione astronave del Titanic, che nella notte del suo viaggio di inaugurazione, precipita verso la Terra la quale viene salvata dal Dottore che riporta il Titanic in orbita.
- Il Titanic è il luogo in cui sono ambientati il primo e l'ultimo episodio della serie televisiva Kronos.
- Titanyc è anche il nome di un gioco di ruolo online, creato per gli amanti del genere.
- Nel film "Superfantozzi" (1986), un episodio dello sfortunato ragioniere lo vede protagonista di una traversata oceanica a bordo del Titanic.
- Nel Lungometraggio Disney Il Ritorno di Jafar, nella canzone Non c'è un altro amico al mondo come te cantata dal Genio, Dice: "La cascata del Niagara è solo un rubinetto, e il Titanic è grosso yacht".
Note
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- ^ Titanic, l' ultima verita' Corriere della Sera - 9 aprile 1997
- ^ QUANDO GLI OCEANI SI TRASFORMANO IN UN INFERNO La Stampa - 29 settembre 1994
- ^ IL GRAN CIRCO ' TITANIC' La Repubblica - 25 agosto 1996
- ^ I dati sulle vittime sono discordanti, oscillano tra 1490 e 1523
- ^ L'ENIGMA RIMANE Naufragio Titanic due nuove ipotesi La Stampa - 8 marzo 1995
- ^ IL GRAN CIRCO ' TITANIC' La Repubblica - 25 agosto 1996
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- ^ ECCO L' 'INAFFONDABILE' TITANIC FOTOGRAFATO A QUATTROMILA METRI La Repubblica - 8 settembre 1985
- ^ QUELLA NOTTE DI 77 ANNI FA La Repubblica - 21 giugno 1989
- ^ Immagini del Titanic: Prima Classe - Il Café Parisien dal sito TitanicBefast.com
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- ^ E' morta l'ultima superstite del Titanic Il Tirreno - 31 ottobre 2008
- ^ Titanic, la storia del vero Jack Dawson
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- ^ IL GRAN CIRCO ' TITANIC' La Repubblica - 25 agosto 1996
- ^ Titanic inquiry project
- ^ Ottant' anni fa la tragedia che costo' la vita a 1490 passeggeri TITANIC il mostro era innocente Solo adesso scagionato il capitano della nave che non accorse in aiuto Non vide il transatlantico, ingannato dalle luci di un' altra imbarcazione. Ora si cerca quel <piroscafo fantasma> La Stampa - 2 marzo 1992
- ^ Ottant' anni fa la tragedia che costo' la vita a 1490 passeggeri TITANIC il mostro era innocente Solo adesso scagionato il capitano della nave che non accorse in aiuto Non vide il transatlantico, ingannato dalle luci di un' altra imbarcazione. Ora si cerca quel <piroscafo fantasma> La Stampa - 2 marzo 1992
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- ^ Wade, W.C. 1986. The Titanic: End of a Dream, Penguin Books, p. 41
- ^ http://www.infinite-energy.com/iemagazine/issue36/titanic.html
- ^ Titanic Myths, Titanic Historical Society
- ^ Titanic, l' ultima verita' Corriere della Sera - 9 aprile 1997
- ^ ' ERA D' ACCIAIO SCADENTE, COSI' AFFONDO' IL TITANIC' La Repubblica - 17 settembre 1993
- ^ l' ultima verita' sulla fine del Titanic " si spezzo' per l' acciaio scadente " Corriere della Sera - 17 settembre 1993
- ^ Nuove ipotesi sul Titanic: sotto l' urto dei ghiacci cedettero bulloni difettosi Corriere della Sera - 28 gennaio 1998
- ^ ECCO L' 'INAFFONDABILE' TITANIC FOTOGRAFATO A QUATTROMILA METRI La Repubblica - 8 settembre 1985
- ^ " La nave scivolo' silenziosa, lontano da noi, nell' abisso " Corriere della Sera - 30 marzo 1998
- ^ TITANIC, UN TESORO RITROVATO La Repubblica - 3 settembre 1985
- ^ 'RECUPERARE IL TITANIC? ECCO COME SI PUO' FARE' SPIEGA JACQUES PICCARD La Repubblica - 4 settembre 1985
- ^ " speculate sui morti del Titanic " Corriere della Sera - 9 luglio 1993
- ^ RECUPERATA DAL TITANIC UNA BORSA DI GIOIELLI La Repubblica - 21 agosto 1987
- ^ DELUDENTE EPILOGO PER IL LEGGENDARIO FORZIERE DEL TITANIC La Repubblica - 30 ottobre 1987
- ^ TITANIC, FALLISCE IL RECUPERO La Repubblica - 29 agosto 1996
- ^ Il " Titanic " si arrende: recuperata una parte del relitto Corriere della Sera - 30 agosto 1996
- ^ La seconda morte del Titanic devastato da ruggine e subacquei Corriere della Sera - 10 agosto 2003
- ^ Il mare si sta mangiando il Titanic Corriere della Sera - 23 ottobre 1995
- ^ Riassunto dettagliato delle questioni di proprietà
- ^ Ricupero di porzione dello scafo
- ^ Esposizioni "Titanic - Gli Artefatti"
- ^ United States court of appeals for the fourth circuit, R.M.S. TITANIC, INCORPORATED vs. THE WRECKED AND ABANDONED VESSEL - January 31, 2006
- ^ Estratti commentati della decisione 31 gennaio 2006 della Corte di Appello
- ^ RETROSCENA GLI EQUIPAGGI DELLA NAVE CHE MUORE La Stampa - 7 dicembre 1994
- ^ QUELLA NOTTE DI 77 ANNI FA La Repubblica - 21 giugno 1989
- ^ Il giapponese che si salvo' dal Titanic e in patria fu trattato da vigliacco Corriere della Sera - 14 dicembre 1997
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- ^ More About Sarnoff, Part One
- ^ Addio alla bimba del Titanic Corriere della Sera - 8 maggio 2006
- ^ [http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200906articoli/44229girata.asp E' morta Millvina, l'ultima superstite del naufragio del Titanic] La Stampa - 1 giugno 2009
- ^ http://pagesperso-orange.fr/titanic/page28.htm
- ^ Bruce Beveridge and Steve Hall, Olympic & Titanic: The Truth Behind the Conspiracy, Infinity Publishing, 2004, ISBN 978-0741419491.
- ^ Mark Chirnside, Olympic & Titanic - An Analysis of the Robin Gardiner Conspiracy Theory (PDF), su markchirnside.co.uk, 2006. URL consultato il 4 ottobre 2008.
- ^ Robin Gardiner, Titanic: The Ship That Never Sank?, Ian Allan Publishing, 1998, ISBN 978-0711026339.
- ^ (EN) Futility, or the Wreck of the Titan
- ^ Titanic, un mistero inaffondabile
- ^ Lo scrittore profetico. Differenze ed analogia tra il Ttan e il Titanic
Bibliografia
- Robert Gardiner, Dan Van der Vat, I due Titanic: l'enigma di un disastro voluto e di una truffa colossale, Piemme, Casale Monferrato 1997 ISBN 88-384-2789-5
- Jean Pierre Keller, Sul ponte del Titanic, Elèuthera, Milano 1997 ISBN 88-85861-85-7
- Don Lynch, Ken Marschall, "Titanic: la storia illustrata", Alberto Maioli editore, Milano 1992 ISBN 88-900088-0-6
- Walter Lord, Titanic: la vera storia, Garzanti, Milano 1998 ISBN 88-11-66858-1
- Geoffrey Marcus, Il viaggio inaugurale del Titanic, Mursia, Milano 1990, ISBN 88-425-0093-3
- (EN) Roy Brander, The RMS Titanic and its Times: When Accountants Ruled the Waves, lettura memoriale di Elias P. Kline, ottobre 1998
- (EN) John P. Eaton, Charles A. Haas, Titanic: Triumph and Tragedy (2a ed.), W.W. Norton & Company, 1995, ISBN 0-393-03697-9
- (EN) Donald Lynch, Ken Marschall, Titanic: An Illustrated History, Hyperion, 1995, ISBN 1-56282-918-1
- (EN) E. E. O'Donnell, Father Browne's Titanic Album, Wolfhound Press, 1997, ISBN 0-86327-758-6
- (EN) Paul J. Quinn, Titanic at Two A.M.: An Illustrated Narrative with Survivor Accounts, Fantail, 1997, ISBN 0-9655209-3-5
- (EN) Robin Gardiner e Dan Van der Vat, The Riddle of The Titanic, Weidenfeld & Nicolson, 1995,e Orion Books Ltd, 1996
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su RMS Titanic
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su RMS Titanic
Collegamenti esterni
- Info sulla SS Nomadic, l'ultima nave della White Star Line ancora esistente
- Sito dedicato alla storia del Titanic
- (EN) Titanic Historical Society
- (EN) « The official archive » per il recupero degli oggetti, mantenuto da RMS Titanic, Inc.
- (EN) Encyclopedia Titanica, ricerche sui passeggeri e sui membri dell'equipaggio
- (EN) La pagina Titanic della National Archives and Records Administration, con documenti originali
- (EN) La lista completa dei passeggeri imbarcati
- Sito in italiano sulla storia del Titanic
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