Solofra
Template:Avvisounicode Template:Comune Solofra (Sulofra [su'lofrə] in dialetto solofrano) è un comune italiano di 12.155 abitanti della provincia di Avellino in Campania. È uno dei quattro principali poli italiani per la lavorazione delle pelli.[1]
Geografia fisica
Territorio
Il territorio di Solofra si estende in una conca fertile circondata dai Monti Picentini (il Pizzo San Michele è la cima più elevata), nel settore sud-occidentale della provincia di Avellino. Con un'altitudine media di circa 400 metri sul livello del mare, Solofra gode di un clima mite e piovoso, con estati secche e calde ed inverni quasi mai freddi e particolarmente umidi grazie alla relativa vicinanza del mare. Nella frazione di Sant'Agata Irpina ha origine il torrente Solofrana, affluente del Sarno.
Pizzo San Michele
Il Pizzo San Michele è una montagna che tocca i 1.567 metri a cavallo tra le provincie di Salerno ed Avellino. La forma acuta della montagna e la sua posizione garantiscono un amplissimo panorama su tutti i Picentini, gli Alburni e la pianura di Salerno, Mercato San Severino ed Avellino, i Lattari, il Vesuvio, il Partenio ed il Matese.
Clima
Distanza dai principali centri campani
Storia
La storia di Solofra risale al tempo dei Sanniti che l'abitarono e dalla cui lingua deriva il nome, che vuol dire luogo salubre. Occupata dai Romani, divenne un centro agricolo e pastorale. Fin da questi primi tempi si impiantò in loco la concia delle pelli. Molti antichi toponimi Vellizzano, Campo del lontro, Scorza, Cantarelle, Burrelli testimoniano la presenza di questa attività originariamente legata alla pastorizia. Nel VI secolo dopo Cristo fu incorporata nel Ducato di Benevento e fece parte del Gastaldato di Rota. Quando il Ducato beneventano fu diviso nei due Principati di Benevento e di Salerno, si trovò in una delicata zona di confine e fu protetta da Salerno nei cui territori era entrata a far parte. Con la venuta dei Normanni divenne feudo dei Sanseverino, poi dei Filangieri de Candida, quindi degli Zurlo. Fin dal XIV secolo e per il rapporto con Salerno divenne un fiorente centro artigiano-mercantile, che raggiunse il massimo splendore del XVI secolo, definito il suo Secolo d'oro. In questo periodo fu costruita la Collegiata di San Michele Arcangelo, impreziosita di opere in legno intagliato ricoperte di oro e di opere pittoriche di Francesco Guarini, seguace del Caravaggio. Dal 1555 fu feudo degli Orsini fino alla fine della feudalità nell'Italia meridionale. Solofra ha dato i natali anche a Gabriele Fasano, Onofrio Giliberto, Giuseppe Maffei, Gregorio Ronca, Felice De Stefano. Dal 1895 ha il titolo di città.
Etimologia
Il toponimo "Solofra" potrebbe trarre le sue origini dal dialetto Osco (facies Sannitica), in uso presso i coloni Romani che ne abitavano il territorio. La radice etimologica, Salufer (in latino Saluber),starebbe ad indicare la salubrità e l'ospitalità del luogo. Secondo altri studi il termine Solofra sarebbe nato dall'incrocio di due termini latini: Sol (Sole) ed Ofra (Offerta), da cui "Offerta al Sole". Con questa teoria si fa dunque riferimento al culto del Sole, che veniva probabilmente praticato dalla popolazione solofrana al tempo dei Romani.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[3]

Etnie e minoranze straniere
Al 31 dicembre 2007 a Solofra risultano residenti 416 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono: [4]
Paese di nascita | Popolazione (2007) |
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Cina | Template:Numero |
Ucraina | Template:Numero |
Romania | Template:Numero |
Siria | Template:Numero |
Polonia | Template:Numero |
Albania | Template:Numero |
Dialetto solofrano
Pur trovandoci in provincia di Avellino, a Solofra si parla un dialetto appartenente al vernacolo salernitano e non a quello irpino.
Ci sono però delle differenze col dialetto salernitano propriamente detto, come:
- l'utilizzo degli articoli o/e (similmente al napoletano) anziché u/i (il,lo/i,gli,le);
- la forma della seconda persona singolare del verbo dovere è "ha ra" anziché "he a".
Proverbi solofrani
• Nci virimme ê nuce nòve!... Ci vediamo alle noci nuove, cioè “Ho capito! E’ inutile discutere; ne riparleremo!”
• ‘A vocca è nu bbello strumento!... La bocca è uno strumento facile da usare: si fa presto a parlare!...
• Cu ‘a bbòna vuluntà tutto si fa. Con la buona volontà si riesce in tutto: Volere è Potere!
• Canta, canta, riggina mia, oro e argiento â casa mia! Risposta propiziatoria al canto della civetta.
• Chello ca fece tata a mamma, mo’ o ffa mamma a tata! Chi la fa, l’aspetti!
• Chesto arapre e chesto chiure! Questo apre e questo chiude: l’argomento è chiuso!
• Chi ti cunforta nun ti vò’ morta… Chi ti conforta non ti vuole morta.
• Chi tène lengua, va ‘nSardegna! Chi sa parlare va in Sardegna, cioè può affrontare qualsiasi situazione.
Economia
Il comune è economicamente basato sulla lavorazione delle pelli. Molto sviluppata l'industria conciaria e l'attività delle confezioni. Nella zona industriale solofrana si contano più di 200 concerie e almeno 1/3 delle confezioni di capi in pelle.
Monumenti e luoghi di interesse
- Collegiata di San Michele Arcangelo [5] : Edificata nel XVI secolo in sostituzione della Chiesa dell'Angelo diventata ormai obsoleta, essa rappresenta uno degli edifici principali della cittadina, in questa sede viene celebrata ogni anno la festa patronale dedicata a San Michele.
All'interno della struttura sono presenti i dipinti di Francesco Guarini,21 teloni nel soffitto ligneo/dorato del transetto,eseguiti tra il 1637 ed il 1642. Nel soffitto della navata centrale si ammirano i teloni del padre di Francesco, Giovantommaso Guarini, con storie vetero/testamentarie.
- Palazzo ducale: Edificato nel tardo Cinquecento dalla famiglia Orsini, si presenta con un portale in pietra e cortile quadrato. Nell' interno sono raffigurati i palazzi posseduti della famiglia e vedute della città di Gravina in Puglia.
- Difronte al palazzo s' erge una fontana del XVIII secolo: la Fontana dei Quattro Leoni.
- Il Castello [6]
Situato su una collinetta ai piedi del Pergola-S. Marco, fece parte di un importante complesso difensivo costituito anche dallo sperone roccioso di Castelluccia ad ovest del complesso montuoso e dal castello di Serino, posto sul lato nord dello stesso e che controllava la valle del Sabato. Inizialmente dipese da Serino e appartenne al casale di S. Agata. Nel periodo normanno si formò, con i Sanseverino-Tricarico, il feudo di Serino che comprendeva anche l’abitato di Solofra. Il Castello di Solofra appartenne a quei feudatari. Gli Angioini concessero questo punto fortificato a Giordana Tricarico, moglie di Alduino Filangieri e feudataria di Solofra che nel frattempo si era staccata da Serino. In questo periodo, per meglio difendere la zona poiché si era nel pieno della guerra del Vespro, furono aggiunti alla fortificazione dei corpi che le dettero l’aspetto che conosciamo. Fu questa maggiore sicurezza che fece venire dal Cilento, uno dei centri di quella guerra, diversi immigrati che si insediarono nel fondovalle (si chiamerà Celentane). Si può ipotizzare che il castello fosse abitato in questo periodo e proprio da Giordana. In occasione dello scontro tra Filippo, detto il prete, pretendente al feudo dei Filangieri, e Francesco Zurlo, feudatario di Montoro e poi quando fu in mano ad Antonio Bulcano, il castello fu rinforzato col rivellino sul lato est per far fronte agli attacchi che venivano da Turci. Prima della Rivoluzione napoletana del 1799 fu occupato da un corpo di fucilieri, guidati dal tenente Trentacapilli ed accolse i giacobini della zona tra cui Ferdinando Landolfi padre di Luigi Landolfi. Dicono i documenti per alcune sue inquisizioni, in effetti per i legami con la famiglia della moglie, i Pepe di Montoro, a cui apparteneva Vincenzo Galiani, protomartire di quella rivoluzione. Fu poi occupato dalle truppe della municipalità, infine da Ettore Carafa, mandato a sedare la controrivoluzione. Attualmente del Castello sono rimasti pochi ruderi.
Gastronomia
Piatti Tipici
- Gnocchi di farina e acqua;
- Baccalà arraganato;
- Zuppa di soffritto;
- Mallone;
- Pezzentella;
- Capusciello;
- Sciurille e cucuzzielli;
- Friarielli;
- Lasagne Imbottite;
- Pasta fritta;
- Pizza figliata;
- Riso e cotenne;
- Sfogliata rustica;
- Spullecarielli.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Grazie al Raccordo Autostradale Salerno-Avellino, Solofra possiede un ottimo collegamento con l'Università degli Studi di Salerno e le città di Salerno ed Avellino.
Ferrovie
Vi si trova l'omonima stazione ferroviaria sulla direttrice Salerno-Avellino-Benevento.
Amministrazione
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Informazioni istituzionali
Il Comune di Solofra fa parte degli enti seguenti:
- Comunità Montana Irno - Solofrana;
- Regione Agraria n. 5 - Alto Sabato;
- Parco regionale Monti Picentini.
Religione
- La maggioranza della popolazione è di religione cattolica.
- Solofra appartiene all'Arcidiocesi di Salerno[7]
Forania di Montoro Superiore - Montoro Inferiore - Solofra Vicario foraneo: don Aniello Del Regno - Tel: 0825/59.60.04
Terremoto del 1980
Il comune è stato colpito dal violento Terremoto del 1980.
Onorificenze
— 9 novembre 2005.
Personaggi illustri legati a Solofra
- Felice De Stefano, ingegnere navale e dirigibilista
- Gabriele Fasano, letterato
- Onofrio Giliberto, drammaturgo e scienziato (1616-1664)
- Alfonso Grassi, pittore
- Francesco Guarini, pittore
- Emanuele Papa, docente di matematica e socialista
- Gregorio Ronca, scienziato della marina italiana
Note
- ^ [1]
- ^ Vedi sul sito dei comuni italiani [2]
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Dati Istat
- ^ [3]
- ^ [4]
- ^ Vedi sul sito dell'Arcidiocesi di Salerno [5]
- ^ Vedi elenco delle decorazioni sul sito del Quirinale.
Collegamenti esterni
- Sito generale:
- Il sito della Polizia Locale di Solofra:
- Storia, monumenti e archeologia della cittadina:
- Sport
- Confindustria