Taranta Peligna
Template:Comune Taranta Peligna è un comune italiano di 500 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo. Fa anche parte della Comunità Montana Aventino-Medio Sangro.
Geografia
Taranta Peligna sorge nella valle dell'alto corso Aventino, alle pendici della Majella sud-orientale.
Storia
Taranta Peligna risulta già abitata dalla preistoria come dimostra il ritrovamento di un'ascia di bronzo della prima metà del II millennio a.C. Nel XII secolo viene citata come Tarantam quando fu feudo di un milite gestito dalla famiglia Manerius de Palena sub feudatario di Boemondo, conte di Manoppello[1], mentre nel XIII secolo fu proprietà di Berardo di Acciano e di Enrico di Portella, invece, nel 1316 Niccolò di Acciano era proprietario di metà del centro abitato, in seguito compra una sesta parte da Roberto Morello e Berardo di Lama, poi, nel XV secolo il comune risulta feudo dei Caldora e nel XVIII secolo fu dei D'Aquino. Nel frattempo, negli anni 1308, 1324-1324 il paese viene citato in alcune decime dovute ad alcuni clerici e chiese,[2] mentre, nel 1568 viene ritrovata una pietra tombale con un'epigrafe in latino. In seguito, nel 1943, durante la seconda guerra mondiale il paese viene quasi del tutto distrutto dai tedeschi, questo causera una grave emigrazione.[3]
Catastrofi naturali
Vari terremoti colpirono il paese, tra cui uno il 3 novembre 1706, evento che causò 100 vittime; uno nel 1915; un altro ancora nel 1933 quando la chiesa di San Biagio divenne pericolante ed, infine, uno il 1984. Inoltre, nel 1929 vi fu una piena dell'Aventino, quando il fiume distrusse molte case e ridisegnò il percorso del fiume stesso.[3]
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Biagio
La chiesa è sita in largo San Biagio. Fu eretta nel XVI secolo ma ultimata, come attesta un'epigrafe sul campanile ed alcune fonti storiche, nel 1616. Nel 1965 il Genio Civile ridusse a rudere la chiesa per motivi d'incolumità. Della chiesa rimangono parte della zona absidale, della facciata e della torre campanaria. La facciata ha, sui lati, dei cantonali in pietra. Il portale, anch'esso in pietra, è decorato a bassorilievi, ai lati vi sono due colonne di ordine corinzio poste su piedistalli. Delle lesene affiancano delle colonne. Una trabeazione è sita presso le colonne. Il campanile presenta due livelli scanditi all'esterno da cornici marcapiano. L'interno della chiesa è a tre navate.[4]
Chiesa della Santissima Trinità
La chiesa è del XVI secolo. Nel 1811 vengono realizzate delle decorazioni dell'edificio di culto. La facciata è molto povera, tuttavia è incorniciata da lesene che sorreggono il cornicione. Il portale è incornicato dalla pietra, sopra di esso vi è una finestra anch'essa incorniciata. La facciata è dipinta di bianco, eccezion fatta per le lesene che sono dipinte di grigio e le parti in pietra che non sono intonacate. Il campanile è posto sulla parte sinistra della tettoia. Due finestre ad arco a tutto sesto ospitano una campana ciascuno, sopra vi è un timpano. L'interno della chiesa è a navata unica.[5]
Chiesa di Santa Maria della Valle in Contrada Calvario
La chiesa è sita sun un costone roccioso. L'interno è a navata unica e copertura in legno a due falde. Le mura sono in conci di pietra smussata.[6]
Chiesa di San Nicola
La chiesa è stata edificata nel XVIII secolo nello stile barocco. L'impianto è longitudinale.[7] La facciata è tripartita da lesene ed è strutturata a salienti, un orologio è posto nella sezione in alto a destra, mentre un portale è sito nella parte centrale, anch'esso è sito tra lesene, in più sopra vi è un timpano triangolare spezzato. Una scalinata a due rampe precede l'ingresso.[8]
Grotte del Cavallone
Inoltre possiede risorse naturali frequentate da turisti, come la Grotta del Cavallone, posta sul lato sinistro della Valle di Taranta all'altezza di 1475 metri e che entra per circa 1,5 km all'interno del massiccio della Majella.
La Grotta del Cavallone vengono così chiamate per via di un'enorme testa di cavallo che si intravede, con un po' di immaginazione, sulla parete esterna, seguendo le incisioni dell'erosione calcarea. È conosciuta anche come Grotta della Figlia di Iorio perché Francesco Paolo Michetti, pittore e scenografo abruzzese, qui trovò l'ispirazione per ambientare il secondo atto della tragedia dannunziana "La figlia di Iorio" che venne messa in scena per la prima volta alla Scala di Milano nel 1904. È accessibile a piedi con un comodo sentiero di montagna oppure a bordo di una funicolare che in 20 minuti vi porterà, immersi nella spettacolare valle di Taranta, a quota 1388 metri.
Acquevive
La Majella è un massiccio di chiara origine calcarea che "poggia", però, su terreno argilloso. La roccia calcarea è una roccia molto tenera che si lascia attraversare e modellare dall'acqua; la permeabilità all'acqua della roccia calcarea insieme alla presenza di argilla, premette la nascita, in diversi paesi del Parco Nazionale della Majella, di numerose sorgenti naturali, tra le quali le più caratteristiche sono sicuramente quelle del Parco Fluviale "Le Acquevive" posto ai piedi del Paese di Taranta Peligna.
Cultura
Brigata Majella
La Brigata Majella è una formazione partigiana unica nel suo genere ad essere stata fregiata di una medaglia d'oro al valor militare pur non essendo una formazione militare.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[9]

Amministrazione
Eventi e manifestazioni[10]
- 3 febbraio; panicelle di San Biagio
- 16 maggio: festa di Sant'Ubaldo
- 1-2-3 luglio: festa della Madonna della Valle
- 10 agosto: festa di San Rocco
Bibliografia
- Iuvaensis, Abruzzo monumentale: Pregevoli porte di sambuco in Taranta Peligna, in Abruzzo letterario, a. III, n. 5, 1908.
- A. Verlengia, Lama dei Peligni: chiesa di San Nicola. Taranta Peligna: Chiesa di San Biagio. Fara San Martino: Monastero di San Pietro in Valle, in RAAM, IV, n. 1-4, 1915, pagg. 102-104.
- P. Verlengia, Le porte lignee della chiesa di San Biagio, in La Tribuna, 11 novembre 1936.
- P. Verlengia, Un insigne monumento che minaccia la rovina. La chiesa di San Biagio in Taranta Peligna, in La Tribuna, 5 febbraio 1929.
- P. Verlengoa, Taranta Peligna e la chiesa di San Biagio, in Rivista abruzzese, XI, n. 4, pagg.105-109.
Note
- ^ Autori Vari, Taranta Peligna e la sua storia (1ª parte), su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Autori Vari, Tarante Peligna e la sua storia (2ª parte), su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ a b Emilio Merlino, La Storia, su emiliomerlino.net, Bravenet Web Services. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Autori Vari, Chiesa di San Biagio, su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Autori Vari, Chiesa della Santissima Trinità, su sangroaventino.it, Sanrgoaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Autori Vari, Chiesa di Santa Maria della Valle in Contrada Calvario, su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Autori Vari, Chiesa di San Nicola, su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ descrizione dalla foto su: Autori Vari, Chiesa di San Nicola, su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Autori Vari, manifestazioni e spettacoli, su sangroaventino.it, Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20/12/2009.
Collegamenti esterni
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