Popoli del Mare
Popoli del mare è l'espressione usata comunemente dagli archeologi per identificare una sorta di confederazione di predoni marittimi che navigavano e compivano incursioni nel Mediterraneo orientale e che tentarono di penetrare in Egitto alla fine della XIX dinastia e nell'ottavo di regno del faraone Ramesse III, della XX dinastia. nella Grande iscrizione di Karnak il faraone egizio Merenptah si riferisce a loro con l'espressione "forestieri del mare" (Egiziano n3 ḫ3t.w n p3 ym). Essi invasero anche Cipro, l'Impero Ittita e le coste della Siro-fenicia.
I documenti antichi
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I Popoli del mare (nȝ ḫȝt.w n pȝ ym) in geroglifici |
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La prima menzione di queste genti compare nell'obelisco di Biblo databile dal 2000 al 1700 a.C. dove viene nominato Kwkwn figlio di Rwqq , transliterato Kukunnis figlio di Lukka . Secoli dopo i Lukka , gli Shardana e i Danuna vengono citati nelle lettere di Amarna risalenti al XIV sec a.C. . Successivamente i popoli del mare compaiono in un'iscrizione di Merenptah (del 1225 a.C. o 1208 a.C.) che ricorda la sua vittoria su una prima ondata di invasione, nella quale avrebbe ucciso 6.000 nemici e fatto 9.000 prigionieri. L'attacco venne condotto da un'alleanza composta da tre tribù dei Libi (Libu, Kehek e Mushuash) e dai "popoli del mare" , costituiti da cinque gruppi (Eqweš o Akawaša, Tereš o Turša, Lukka, Šardana o Šerden e Šekleš) .
In una iscrizione del tempio funerario di Ramesse III a Medinet Habu (Tebe) questi racconta di aver dovuto fronteggiare, circa venti anni più tardi, una seconda invasione degli Haunebu, che sconfisse in una battaglia navale dopo che questi avevano distrutto diverse città degli Ittiti e dei Mitanni. I popoli del mare si erano alleati questa volta con i Filistei ed erano costituiti da Peleset, Zeker o Tjeker, Šekeleš, Danuna o Denyen, Šerden e Wešeš.
In questa iscrizione i nomi geroglifici dei Peleset e degli Zeker si accompagnano ad un determinativo che indica una popolazione (un uomo e una donna), piuttosto che ad uno militare e sembrerebbero dunque indicare un esercito accompagnato dalle proprie famiglie e dai propri beni. Sui rilievi del tempio sono rappresentate queste popolazioni: viaggiano su carri a ruote piene trainati da buoi o su battelli decorati da teste di uccelli o d'animale alle estremità e i soldati portano elmi con alte piume o con corna.
Alcuni dei popoli citati compaiono in altri casi anche singolarmente , come i Denyen, citati durante il regno di Amenhotep III, e i Šardana che risultano tra i mercenari di Ramesse II , catturati in una incursione in Libia e arruolati insieme ai suoi carri nella battaglia di Qadesh (il faraone trionfante Kenneth a.Kitchen)
I "Popoli del mare" compaiono nuovamente in un'altra serie di documenti di datazione incerta, forse agli inizi del XII secolo a.C. Il re ittita Suppiluliuma II inviò infatti una lettera all'ultimo re di Ugarit, Hammurapi (1191-1182 a.C.), mettendolo in guardia dai "Shikalayu che vivono su barche", forse identificabili con i Šekleš della prima lista. Poco dopo i documenti ittiti menzionano la caduta di Ugarit, che non sarebbe più stata ricostruita.
Contesto storico
Il periodo in cui si collocano gli avvenimenti citati nei documenti, alla fine dell'età del bronzo, era un momento di grande crisi per il mondo mediterraneo, che vide l'"invasione dorica", il crollo dei regni micenei e quello dell'impero ittita e di altri antichi stati orientali: la brusca fine di queste civiltà indusse a ritenere che fosse stata l'invasione dei "Popoli del mare" a provocarne la fine, ma il loro ruolo fu probabilmente solo quello di scatenare quella che era già una crisi interna sociale e politica di questi antichi regni. Inoltre molte città, in realtà, sopravvissero indenni, come Karkhemish, Biblo e Sidone.
Teorie sui "Popoli del mare"
Secondo Nicolas Grimal[senza fonte]la fine dei regni dei Mitanni, degli Assiri e di Babilonia sarebbe attribuibile agli attacchi di una popolazione nomade o seminomade che viveva ai margini delle terre urbanizzate, conosciuta in lingua accadica come Habiru. La vittoria di Ramesse III sarebbe stata solo una scaramuccia, di molto amplificata nella descrizione fornita dall'iscrizione.
Secondo Eberhard Sangger[senza fonte] i "Popoli del mare" sarebbero invece identificabili con popolazioni di stirpe greca: gli 'Eqweš o Akawaša con gli Achei e i Denyen con i Danai (o Dananoi). Si tratterebbe dei fondatori delle città-stato micenee, la cui distruzione sarebbe avvenuta successivamente in seguito ad una lunghissima serie di lotte intestine, e non a causa della successiva "invasione dorica". Queste popolazioni greche avrebbero compiuto sporadiche incursioni al di fuori del loro territorio egeo, che sarebbero state ricordate nei documenti egizi. Secondo quest'ipotesi gli stessi Filistei, stanziati nella costa meridionale dell'odierna Israele e citati anche nella Bibbia, sarebbero una popolazione di stirpe greca che avrebbe invaso l'area, sovrapponendosi alla precedente civilizzazione cananea. La teoria si basa sulla presenza di ceramiche micenee e di forti influssi egei, fusi con la precedente tradizione locale, riscontrabili nella ceramica filistea, ed inoltre su tracce linguistiche di origine indoeuropea. Altri studiosi (tra cui Sherratt Drews)[senza fonte] ritengono invece che le origini dei Filistei siano piuttosto da ascriversi ad un'evoluzione locale della civiltà cananea.
Alcuni dei "Popoli del mare" sono stati anche identificati con popolazioni provenienti dall'Europa centrale o dalla penisola italiana, sulla base di alcune somiglianze tra oggetti provenienti da queste zone e altri rinvenuti nei siti ritenuti distrutti dalle loro invasioni, dove in precedenza sarebbero invece mancati simili contatti. I Šardana o Šerden sarebbero identificabili con i Sardi, i Šekleš o Šekeleš con i Sicani, i Tereš o Turša con i Tirreni, ossia gli Etruschi[senza fonte].
Un'altra ipotesi[senza fonte]suggerisce l'identificazione dei "Popoli del mare" con i mercenari di origine settentrionale e orientale, assoldati negli eserciti micenei ed egiziani, che si sarebbero ribellati saccheggiando le città e portando alla fine numerosi antichi regni della Grecia e del Vicino Oriente.
Una recente proposta di Sanford Holst[senza fonte] suppone invece l'identificazione dei "Popoli del mare" con popolazioni provenienti dall'Anatolia e dalle coste del Mar Nero, che sarebbero state costrette a spostarsi in seguito ad una sopravvenuta carenza di cibo e che si sarebbero alleate con i Fenici con lo scopo di trovare nuove terre su cui stanziarsi: secondo questa ipotesi è questo il motivo per il quale i centri fenici si sarebbero salvati dalla distruzione.
Sulla base delle informazioni riportate nei documenti egiziani, secondo i quali gli che praticavano la circoncisione ed erano di origine semitica[senza fonte], gli Habiru sono stati identificati[senza fonte] anche con gli Ebrei, secondo una teoria che tuttavia non ha avuto seguito nel mondo accademico. In base a tale ipotesi, i Peleset sarebbero identificabili con i Filistei e gli altri nomi citati con alcune delle dodici tribù di Israele (Denyen o Danua > tribù di Dan; 'Šekleš > tribù di Issacar; Wešeš > tribù di Aser; Tjekker o Zeker > tribù di Manasse), Queste tribù si sarebbero staccate da una confederazione con i Filistei per riunirsi quindi alle altre tribù di Israele. La teoria è fortemente in disaccordo con il racconto della nascita delle tribù tradizionali nella Bibbia.
Shardana - Sherden
I Shardana sono citati per la prima volta dalle fonti egizie nelle lettere di Amarna (1350 a.C. circa) dove sono chiamati "SRDN-W" , vennero respinti in seguito da Ramses II che ne inglobò un gran numero nel suo esercito , 520 Shardana fecero poi parte della guardia reale del faraone nella battaglia di Kadesh. Respinti una seconda volta da Merenptah , ricompaiono nuovamente durante il regno di Ramses III che dopo aver sconfitto un'altra coalizione di popoli del mare , arruolò forzatamente gli stessi nel suo esercito :
I guerreri Shardana , assieme agli altri popoli del mare sconfitti da Ramses III , sono raffigurati in un grande bassorilievo nel tempio di Medinet Habu presso Tebe . Nella raffigurazione utilizzano lunghe spade triangolari, pugnali, lance e uno scudo tondo. Il gonnellino è corto, sono dotati di corazza e di un elmo provvisto di corna.
Le evidenti similitudini fra il corredo bellico dei guerrieri Shardana e quello dei nuragici della Sardegna hanno fatto ipotizzare , ad alcuni studiosi, che gli Shardana fossero una popolazione proveniente dalla Sardegna o che si fosse insediata nell'isola in seguito alla tentata invasione dell'Egitto.
L'archeologo Giovanni Ugas , in base ai dati archeologici e alle fonti antiche , identifica gli Shardana con le popolazioni sardo-nuragiche [1] (in particolare gli Iolei) . Ugas diresse gli scavi della Tomba dei guerrieri di Decimoputzu (CA) dove furono rinvenute circa diciannove pugnali e spade in rame arsenicato , risalenti al 1600 a.C. circa , identiche a quelle raffigurate negli affreschi egizi.
Il ricercatore Leonardo Melis ha teorizzato che gli Shardana fossero una popolazione mesopotamica [2] , proveniente da Ur , che si insediò in Sardegna nel III millennio a.C. . Secondo Melis lo "ziggurat" di Monte d'Accoddi (SS) sarebbe una prova della presenza Shardana-mesopotamica nell'isola.
Un altra ipotesi che lega gli Shardana e la Sardegna è quella proposta da Alberto Areddu che descrive gli Shardana come una popolazione di navigatori sardo-illirica [3]. Altri elementi che vengono citati dai vari autori a favore dell'ipotesi sarda sono : il fatto che gli egiziani descrivono gli Shardana come un popolo proveniente dalle isole , più precisamente : "il popolo delle isole che stanno in mezzo al grande verde" , la famosa iscrizione in lingua fenicia "SHRDN" incisa nella stele di Nora e il rinvenimento di reperti nuragici quali ceramiche , utensili e lingotti nell'Egeo. La navigazione dei Sardi verso quell'area del mediterraneo è testimoniata inoltre dal mito di Talos , l'automa costruito da Efesto , che impediva agli stranieri (e in particolare ai Sardi) di raggiungere Creta [4].
Secondo altri studiosi gli Shardana erano una popolazione anatolica proveniente dalla città di Sardi.
Lukka
Dovevano occupare la costa meridionale dell'Anatolia e l'isola di Cipro ed erano considerati nei documenti ittiti un vero e proprio stato con dominio sul mare. Successivamente si stanziarono forse nella regione anatolica della Licia. Con i Licii stessi vengono identificati, e si tratterebbe allora di una popolazione indoeuropea. Il nome di tale popolazione viene fatto derivare dalla radice indoeuropea *leuk- *luk- ("luce")
Eqweš o Akawaša
Forse identificabili con gli Ahhiyawa degli archivi ittiti di Hattusa e Ugarit, ossia probabilmente gli "Achei", micenei di stirpe greca, che dovevano essersi già stabiliti sulla costa occidentale dell'Anatolia: la Millawanda dei testi ittiti potrebbe essere identificata con Mileto, mentre Wiluša indicherebbe forse Ilio, Troia.
Un ostacolo a questa identificazione tra Eqweš e Ahhiyawa, o Achei, consiste tuttavia nel fatto che i primi sembra praticassero la circoncisione e che quest'uso è piuttosto insolito tra le popolazioni indoeuropee, di cui gli Achei fanno parte.
Tereš o Turša
Popolo di stirpe probabilmente non indoeuropea stanziato nella parte settentrionale dell'Anatolia, sembrano collegati ai Tirsenoi o "Tirreni", ossia agli Etruschi. Questa identificazione sembra avvalorare il racconto di Erodoto circa l'origine anatolica di questo popolo, ma soprattutto la mitica parentela degli Etruschi coi Troiani cantata da Vigilio nell' Eneide. Rapporti dei Tirreni o Etruschi col mondo mediterraneo orientale dell'isola di Lemno (che si trova a poche miglia dinanzi a Troia) sembrerebbero esistere in seguito al ritrovamento della cosiddetta Stele di Lemno, un'iscrizione rinvenuta nel 1885, in cui è attestata la Lingua lemnia un dialetto simile all'etrusco. Tale stele è comunque al vaglio degli studiosi in quanto sembrerebbe ascrivibile al VI secolo a.C.
In alternativa alcuni studiosi mettono in relazione il loro nome con l'ebraico Taršiš e con l'iberico Tartessos.
Šekeleš
Forse identificabili con la popolazione non indoeuropea dei Sicani, che si sarebbe trasferita in Sicilia dopo essere stata respinta in Egitto.
Secondo un'altra ipotesi la loro provenienza sarebbe dalla città di Sagalassos in Pisidia[senza fonte] e sarebbero identificabili piuttosto con Siculi, popolazione indoeuropea che si sarebbe stanziata nella Sicilia orientale.
Sulla base essenzialmente del nome è stato anche proposto un loro legame con la popolazione dei Saci, dei quali dovrebbero essere il "ramo marittimo".[senza fonte]
Peleset
Sono identificabili con la popolazione (forse non indoeuropea) dei Filistei, documentata anche nella Bibbia, secondo cui provenivano da Kaftor, forse identificabile con Creta.
Zeker o Tjeker
Menzionati anche dai documenti ittiti sembrano costituire insieme ai Peleset un gruppo omogeneo, distinti solo in quanto dediti alle attività marinare.
Sono stati anche messi in relazione con i Teucri e con i Tocari dell'epoca antecedente alla migrazione pontica.
Danuna o Denyen
Di provenienza anatolica, è stata proposta una loro identificazione con i Danai, altro nome dei Micenei di stirpe greca.
Wešeš
Forse in relazione con la città di Wiluša, che a sua volta è forse identificabile con Troia.
Libu
I Libu, popolo del mare identificato con nome libici, si insediarono sotto la Cirenaica.
Note
Collegamenti esterni
- Philistine Kin Found in Early Israel, Adam Zertal, BAR 28:03, May/Jun 2002.
- Migrazioni dal levante nell'età del bronzo finale
- The Northern ‘Sea Peoples’ Excavation Project
- Descrizione dei diversi popoli del mare, su geocities.com (archiviato dall'url originale ; seconda copia archiviata ).
- (EN) I Popoli del mare e i Filistei sul sito dell'Università statale di Pennsylvania
- [1]
- Un riassunto giornalistico sulla controversia riguardo l'identificazione dei Šardana
- (EN) Le teorie di L.Melis riportate in un articolo del II congresso mondiale di studi sul matriarcato.
- Appunti dal libro di Leonardo Melis
- Intervista al professor Ugas sull'identità tra genti nuragiche e i Shardana
- Intervista con lo scopritore della scrittura nuragica.