Televisione digitale terrestre

sistema di trasmissione dei segnali televisivi
Versione del 21 mag 2006 alle 13:18 di 82.53.116.196 (discussione) (l'ultima parte sa di NNPOV...)

Il digitale terrestre (anche noto con l'acronimo DTT, dall'inglese Digital Terrestrial Television) è una tecnologia che permette di ricevere sul televisore di casa trasmissioni televisive del livello qualitativo e prestazionale della TV satellitare, senza però dover ricorrere all'installazione dell'antenna parabolica, ma utilizzando l'impianto ricevente preesistente, affiancato da un decoder.

Box per la televisione digitale con smart card

Secondo recenti normative a livello europeo, gli stati dell'Unione dovranno attrezzarsi per convertire l'intera rete di trasmissione televisiva nazionale in tecnologia DTT nei prossimi anni, secondo tempi decisi autonomamente dalle autorità dei vari Paesi; per l'Italia il momento previsto per il passaggio (il cosiddetto switch-over) e quindi il termine ultimo per aggiornare gli impianti era il 31 Dicembre 2006, ma il Consiglio dei Ministri nel Dicembre 2005 ha rinviato la cessazione del servizio analogico alla fine del 2008.

La Televisione digitale Terrestre ad Alta definizione e la multimedialità interattiva:

Contesto

Oggi esistono diversi mezzi per irradiare un segnale televisivo. Le trasmissioni possono avvenire via etere, cavo, o satellite, ed essere digitali o analogiche. Come digitale terrestre s'intende la trasmissione di segnali digitali via etere, generalmente usati per trasmettere audio e video.

Già dagli anni '70 negli Stati Uniti ed in Inghilterra dal 1998 iniziarono le prime prove con le trasmissioni televisive digitali terrestri con alterne fortune. Oggi il digitale terrestre è stato avviato anche in Italia.

L'introduzione del digitale terrestre è oggetto di polemiche poiché la legge Gasparri che la regolamenta dettagliatamente è stata accusata di favorire le aziende del primo ministro Silvio Berlusconi. La precedente legge 66/2001, che ha posto le basi per il futuro della televisione in Italia con il segnale digitale, è stata promulgata dal governo di centrosinistra, ma sull'esempio di altri paesi che avevano già promulgato leggi in tale senso e dove il mercato non è così distorto come in Italia, e sul presupposto che sarebbero bastati 5 anni di copertura del paese.

Confronto con l'attuale tecnologia analogica

Con il sistema analogico riceviamo un segnale trasmesso attraverso l’etere da un trasmettitore che raggiunge l'antenna sul tetto. Quest'onda elettromagnetica rappresenta più o meno fedelmente l'onda elettrica in uscita dalla telecamera che riprende la scena trasmessa, la quale viene riprodotta sullo schermo televisivo secondo la tecnica propria dell'apparecchio (che può essere del tipo a tubo catodico (CRT), a cristalli liquidi (LCD) oppure "al plasma"). Con il sistema digitale, invece, si trasmette sempre un'onda elettromagnetica che però non è copia dell'onda elettrica generata dalla telecamera ma un flusso di bit, un flusso di dati binari, cioè in grado di assumere soltanto due valori. La trasformazione dell'onda elettrica in uscita dalla telecamera in flusso di dati digitali da trasmettere attraverso un'onda elettromagnetica è fatta dai circuiti di conversione analogico/digitale (A/D) che si trovano oggi direttamente dentro le telecamere, garantendo così un segnale digitale sin dai primi circuiti da attraversare. Nel flusso dei dati trasmessi, oltre alle immagini in movimento e ai suoni, possono essere incorporati dati che rappresentano qualcos'altro: lettere, programmi software, immagini fisse, comandi, più o meno come accade da tempo con il Televideo. In particolare, il sistema digitale terrestre approvato in Italia prevede l'uso della trasmissione dei dati aggiuntivi per la distribuzione di programmi software scritti secondo lo standard MHP. Attraverso l'interprete dei dati MHP incorporato in molti ricevitori è possibile usufruire dei servizi offerti dalle applicazioni. Il ricevitore occorrente per usufruire del servizio è detto "decoder" (o set top box) ed è composto da una parte sintonizzatrice identica a quella in uso con la televisione analogica ma anche di una sezione che converte il segnale digitale ricevuto dai circuiti di sintonia in segnale analogico da inviare al televisore, oltre ad altre circuitazioni come quella che gestisce le carte di accesso condizionato necessarie per la visione dei programmi a pagamento.

I vantaggi

Qualità dell'immagine

Il principale vantaggio della tecnologia di trasmissione digitale del segnale è la qualità. Il secondo vantaggio è l'indifferenza ai disturbi in ricezione. Il flusso dei dati digitali che rappresentano il programma prima della trasmissione viene compresso per ridurre la banda passante necessaria secondo un algoritmo detto MPEG-2 la cui definizione è dovuta soprattutto ad un ricercatore italiano, Prof. Leonardo Chiariglione, attualmente professore presso l'università di Daejeon in Corea del Sud. Il flusso digitale del segnale, pur garantendo la qualità della trasmissione, non può migliorare la qualità del quadro video fornito in ingresso ai convertitori A/D. Il programma televisivo rappresentato segue sempre lo standard PAL, lo stesso della televisione analogica che però può essere fruito al massimo delle sue possibilità: le linee che compongono il quadro passano dalle circa quattrocento delle migliori trasmissioni analogiche alle quasi 600 previste dallo standard PAL e sfruttabili dai comuni televisori. Collegando per la visione un moderno televisore LCD che potrebbe visualizzare più linee orizzontali, per es. 768 linee, la risoluzione del quadro non migliora, viene semplicemente adattata aggiungendo le linee che mancano. Il sistema digitale terrestre, come tutti i sistemi digitali, è però facilmente migliorabile: utilizzando la stessa infrastruttura sarà possibile trasmettere dati che rappresentano non più un quadro televisivo di tipo PAL ma anche quadri con risoluzioni più elevate, fino ad arrivare alla risoluzione di 1080 linee orizzontali che rappresentano oggi la cosiddetta "alta definizione" piena, oppure le 720 linee dell'alta definizione ridotta.

Aumento del numero di canali disponibili

Un secondo vantaggio del digitale terrestre riguarda la risoluzione del problema del sovraffollamento delle bande di frequenza terrestri.

Il digitale terrestre permette di moltiplicare, a parità di frequenze radio disponibili, il numero dei programmi televisivi trasmessi. Su ogni canale televisivo viene trasmesso un flusso di dati che trasporta nello stesso momento con la tecnica del multiplex un certo numero di programmi televisivi diversi. Non esiste un numero fisso di programmi televisivi che si possono trasmettere perché questo è funzione della larghezza di banda occupata da ciascun programma, tenendo presente che la larghezza di banda massima a disposizione per singolo canale è circa 24 Mbit/sec. In un canale si possono così trasmettere quattro programmi da 6 Mbit/sec l'uno, oppure dodici programmi da 2 Mbit/sec ciascuno, ovviamente con una minore qualità delle immagini. È ovviamente possibile trasmettere anche un solo programma da 24 Mbit/sec ad alta qualità, per esempio con una definizione maggiore. Attualmente l'ipotesi è solamente teorica, perché la trasmissione, per essere realmente fruibile, avrebbe bisogno anche di un ricevitore in grado di fornire in uscita un segnale ad alta definizione, e anche il display (televisore o monitor) dovrebbe essere ad alta definizione.

Interattività

La trasmissione digitale consentirà di interagire con la televisione; ciò consiste nella possibilità di dialogare attraverso il decoder, munito di modem, con l'emittente. Mentre con le trasmissioni analogiche gli impianti funzionano da semplici ricevitori, con le trasmissioni digitali è possibile interagire con l'emittente attraverso un decoder che adotta lo standard compatibile con il digitale terrestre, detto MHP. Si potrà partecipare a programmi televisivi a quiz, rispondere a domande e sondaggi, interrogare il portale su alcuni servizi come quelli del proprio comune, eseguire operazioni bancarie, eccetera.

Alcuni sostengono che questo porterà vantaggi non solo per gli utenti, ma ancor di più per le aziende televisive e per quelle pubblicitarie perché, vista l'esperienza inglese con la televisione digitale, essa sarà gratuita e gli unici guadagni verranno da questo settore.

Si deve considerare che per poter interagire con un canale digitale ci si deve connettere via modem v.90, ISDN, ADSL o usando le reti cellulari GPRS/UMTS, e probabilmente pagare una tariffa d'utilizzo aggiuntiva. Ciò è necessario perché le antenne sono solamente riceventi. In teoria le si potrebbe trasformare da riceventi in ricetrasmittenti, ma ciò sarebbe molto più complicato.

Per l'utilizzo delle funzioni interattive c'è stato un accordo tra le case di produzione su indicazione del governo che ha stabilito che ogni decoder debba avere 4 tasti posti sul telecomando, di quattro colori diversi (come succede già in alcuni modelli per semplificare l'uso del Televideo), in modo da semplificare all'utente il servizio.

Meno stazioni di trasmissione

Un altro beneficio collegato al digitale terrestre è legato alla trasmissione del segnale: serve molta meno potenza, circa un decimo di quella necessaria per l'analogico ed è prevista una riduzione del numero di stazioni trasmittenti sul territorio, una per provincia. Nonostante il rischio legato all’elettrosmog non sia stato dimostrato essere effettivamente pericoloso si tratta comunque di una positiva novità del sistema digitale. Va inoltre evidenziata la possibilita' di trasmettere in isofrequenza, tecnica che non era possibile implementare nelle trasmissioni televisive analogiche. Questa evoluzione tecnologica permette di inviare lo stesso segnale sulla medesima frequenza contemporaneamente da piu' siti trasmittenti. Sebbene al momento in Italia pare non sia stata ancora adottata su vasta scala per via dell'impossibilita' di trovare uno stesso canale libero su un ampio territorio (ad esempio una regione), sarebbe auspicabile un futuro utilizzo in tal senso sia per liberare canali che per un'ottica di tv/radio mobile. Infatti se ad esempio a livello di regione venisse utilizzata una stessa frequenza, ci si potrebbe spostare senza necessita' di risintonizzazione e inoltre ci sarebbe la possibilita' di fornire il servizio anche alle zone montane peggio servite utilizzando appunto piccoli trasmettitori isofrequenza.

Svantaggi

Costi aggiuntivi

Gli svantaggi del digitale terrestre sono legati soprattutto al passaggio dal sistema analogico. Anche se in futuro il decoder potrà essere integrato nei televisori oggi è necessario comprarne uno a parte per ogni televisore. Inoltre, serve un canale di comunicazione aggiuntivo (via modem o cellulare) per interagire con i servizi trasmessi (anche questo potrebbe in futuro essere integrato con il televisore). Inoltre, gli apparecchi ad alta definizione per cui il digitale è pensato sono ancora costosi.

Inoltre, ci si può attendere un proliferare del pay per view e dei servizi a pagamento che oggi sono gratis soprattutto perché mancano i mezzi, sul supporto analogico, di trasmettere a utenti specifici che abbiano pagato. L'accordo di Mediaset e La7 con alcune squadre di calcio per i diritti televisivi sul digitale è un passo in questa direzione.

Ricezione

Attualmente il sistema italiano è in fase sperimentale e molte zone non sono ancora coperte dal segnale digitale oppure sono soggette a temporanei blackout.

A differenza del segnale analogico che ha una degradazione graduale (vale a dire, c'è una transizione continua tra la ricezione perfetta e l'impossibilità di vedere una qualunque immagine), il segnale digitale è un sistema quasi "on-off". Questo significa che sopra una certa soglia di rapporto segnale/rumore il segnale viene visualizzato perfettamente, con il software che riesce a ricostruirlo grazie alla ridondanza dei dati inviati via etere. Al ridursi del rapporto segnale/rumore il numero di errori di decodifica (detto BER) cresce fino al punto in cui la correzione dell'errore diviene impossibile, e l'immagine appare temporaneamente bloccata oppure "a quadrettoni" (un effetto tipico della codifica MPEG). La disposizione ministeriale che prevede solamente una stazione di trasmissione per provincia potrebbe creare problemi nelle zone montuose. I ripetitori installati sono attualmente una piccola frazione della copertura necessaria. Le prime regioni che dovrebbero passare completamente al segnale digitale sono la Valle d'Aosta e la Sardegna (switch-off inizialmente previsto per il febbraio 2006 e spostato al 15 marzo per i capoluoghi, mentre per l'intera regione a fine luglio).

Panorama legislativo attuale

Almeno in Italia, si teme il rischio di una nuova, ennesima distorsione del mercato, come già avvenuto nell'analogico terrestre dove Rai (pubblica) e Mediaset (unica vera azienda privata) si spartiscono oltre il 90% dei ricavi pubblicitari. L'introduzione della tecnologia digitale per le trasmissioni televisive da terra è partita, sull'esperienza degli altri Paesi europei, in via sperimentale a Torino durante il primo governo Prodi. Successivamente con la legge 66/2001 firmata dal governo di centrosinistra si è stabilito come termine dello switch off il 31/12/2006, ma sempre guardando all'esperienza di altri Paesi europei.

Nel 2003, sotto il governo di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi è stata emanata la Gasparri, legge di riordino del Sistama Televisivo Italiano. Questa legge è stata contestata da più parti, poiché se da una parte favorisce l'aumento del pluralismo permettendo alle tv locali di unirsi in network interregionali, dall'altra non modifica per niente la presenza di posizioni dominanti. Con la Gasparri sono stati imposti due tipi di limiti alle emittenti su Digitale Terrestre:

  • il 40% dei canali presenti in ciascun mux dovrebbe essere affittato a terzi (al momento Telecom e Mediaset non rispettano questo parametro)
  • i ricavi di ciascuna emittende possono arrivare al massimo al 20% dei ricavi totali facenti parte del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), calcolato dall'antitrust (ma finora mai quantificato).

D'altra parte la Gasparri se da una parte rispetta il principio del 20% introdotto dalla Corte Costituzionale, dall'altra parte, con l'introduzione del Sic, ha elevato il totale su cui quel 20% viene calcolato, consentendo per legge ulteriori possibilità di crescita per gli attori che attualmente ricoprono una posizione dominante sul mercato televisivo italiano (si stima per Mediaset 1 crescita di 1,2 miliardi di euro). Questa è forse una delle maggiori critiche rivolte alla Gasparri dal centro-sinistra (ex opposizione e attuale maggioranza parlamentare).

Qualcuno inoltre ritiene che il digitale terrestre sia solo un espediente per evitare la chiusura di Rete 4 e l'eliminazione della pubblicità da Rai 3, come ordinato da 1 sentenza della Corte Costituzionale.

Concorrenza

Rispetto ai canali nazionali analogici, in tecnica digitale ci sono più canali e questo riduce, benché non annulli, i problemi di concentrazione del settore. Sul Digitale Terrestre vi sono questi competitor:

  • La Rai ha acceso i seguenti canali: Rai1, Rai2, Rai3, RaiUtile (per la digitalizzazione della PA), RaiDoc, RaiFutura, RaiNews, RaiSport.
  • Mediaset ha acceso i seguenti canali: Canale5, Italia1, Rete4, Boing (tv per bambini).
  • Telecom ha acceso i seguenti canali: La7, MTV, La7 Sport. Ed è in procinto di accendere il secondo mux con XXXX (FluxTv) ed un canale di news.
  • Dfree ha acceso i seguenti canali: SportItalia, SoloCalcio, Live24.
  • Il Gruppo L'Espresso ha di recente acquisito ReteA che trasmette sia in digitale, sia in analogico. Pertanto anche l'Espresso ha due frequenze nazionali. Di recente sulla tv digitale ospita il canale RepubblicaRadioTv, che in futuro potrebbe prendere il nome di AllNews, sulla falsa riga di AllMusic (ex-ReteA).
  • Sono inoltre presenti dei canali a pagamento trasmessi da Mediaset e Telecom Italia: Mediaset Premium 1-2-3-4-5 e La7 Carta Più A-B-C-D-E-F. Su questi canali vengono trasmessi Eventi sportivi (in particolare il calcio di SerieA e in futuro la Champions Legue), Film, Eventi Teatrali e Concerti, nonché alcuni dei più importanti reality italiani. I prezzi sono competitivi rispetto alla tv pay offerta su satellite, principalmente perché su Dtt si può acquistare il singolo evento senza essere costretti ad acquistare un pacchetto "all inclusive" annuale.

Questioni irrisolte

Alla fine del 2005 la Commissione Europea ha avviato uno studio propedeutico all'emanazione di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia con l'accusa di "aiuti di Stato". Tale accusa è stata mossa per il finanziamento statale di 220 milioni di euro per l'acquisto dei ricevitori per il digitale terrestre. Sono anche sorte delle polemiche perché un'azienda di Paolo Berlusconi, fratello dell'ex-premier, è stato uno dei distributori di decoder (con una quota del 2% del mercato). Nel 2006, la stessa commissione ha aperto un'indagine a proposito del problema delle frequenze tv (nel mirino l'acquisizione da parte di Mediaset delle frequenze di Europa Tv, proprietaria del canale sportivo analogico Sportitalia), ma non è emerso niente di illegale. L'antitrust ha però esteso i tetti esistenti del dvb-t al dvb-h, in particolare obbligando le emittendi che trasmettono su cellulare a lasciare il 40% dei propri canali a terzi e obbligando a usare le frequenze solo per la tv sui cellulari perchè comprate. La corte di Giustizia Europea sta invece esaminando la legge Gasparri di riordino del Sistema Televisivo Italiano, con particolare riferimento a Rete 4 e al digitale terrestre.

Standard utilizzati

  • Standard di trasmissione DVB-T in Europa
  • Standard di trasmissione ATSC in America del Nord
  • Codifica MPEG-2

Transizione da analogico a digitale

Per poter vedere la televisione digitale la maggior parte degli impianti casalinghi non dovrà subire alcuna modifica. Soprattutto gli impianti singoli potranno, nella peggiore delle ipotesi, subire un riorientamento delle antenne, il che sarebbe comunque richiesto in molte regioni a causa della ridistribuzone dei siti di trasmissione in atto in questo momento. Alcuni impianti condominiali, in particolare quelli detti "canalizzati", dovranno invece essere aggiornati per poter ricevere nuove frequenze rispetto a quelle attualmente visualizzate. Alla fine del 2005 il termine della migrazione del segnale televisivo terrestre da analogico a digitale è stato rinviato al 2008. Entro il 31 luglio 2006, termine previsto dal primo decreto Landolfi per tutta Italia, saranno coperte da segnale digitale solamente Sardegna e Valle d'Aosta.

Voci correlate


Parte del contributo iniziale per questo articolo è tratto da questa pagina del sito Televisione Digitale Terrestre, col consenso dell'autore.