Utente:Franco aq/sandbox1
| Medaglia interalleata della vittoria | |
|---|---|
| Médaille de la Victoire | |
| Regno del Belgio | |
| Tipologia | Medaglia commemorativa |
| Istituzione | 15 luglio 1919 |
| Nastro della medaglia. | |
La Medaglia interalleata della vittoria in Belgio fu istituita con Decreto Reale del 14 luglio 1919[1] per ricompensare tutti coloro, sia militari che civili, che avevano prestato servizio nelle forze armate belghe schierate tra il primo agosto 1914 e l'11 novembre 1918.
Con successivi decreti la sua attribuzione fu estesa a varie altre categorie di persone, come per esempio a coloro che avevano partecipato alle campagne d'Africa del 1914-1917 (ai quali fu inoltre conferita la Medaglia Commemorativa delle Campagne d'Africa), a determinate condizioni ai membri della marina mercantile, ai pescatori belgi, ecc.
Viene portata subito dopo la Medaglia dell'Yser.
Il disegnatore fu Paul DuBois, furono emesse tra le 300.000 e le 350.000 medaglie, prodotte negli Estabilisements Jules Fonson e forse in altre fabbriche[2].
Descrizione della versione ufficiale
- Diritto
Vittoria alata in piedi su un globo, con le ali spiegate, che tiene nella mano sinistra una corona di alloro e nella mano destra una spada.
- Rovescio
Al centro lo stemma del Belgio circondato da una corona di alloro con attorno gli emblemi delle nove nazioni alleate, sul bordo il testo bilingue:
Note
Bibliografia
- (inglese) Alexander J. Laslo, The Interallied Victory Medals of World War I, II edizione revisionata, Albuquerque, Dorado Publishing, 1992, ISBN 0-9617320-1-6. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
Voci correlate
La Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43 è una decorazione della Repubblica Italiana destinata ad onorare tutti coloro che avevano combattuto nella Seconda guerra mondiale tra il 1940 ed il 1943.
Distintivo del periodo bellico 1940-43
| Distintivo del periodo bellico 1940-43 | |
|---|---|
| Repubblica Italiana | |
| Tipologia | Distintivo commemorativo |
| Status | cessato |
| Istituzione | 17 novembre 1948 |
| Cessazione | 6 maggio 1959 |
La Medaglia è un'evoluzione del Distintivo del periodo bellico 1940-43, che era stato istituito con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1590 del 17 novembre 1948[1], e consisteva in un nastrino di seta della larghezza di 37 mm. formato da 19 righe verticali, alternate, di colore verde e rosso; le due righe esterne sono verdi.
Criteri di elegibilità
Il distintivo veniva concesso:
- ai militari e militarizzati delle Forze armate italiane;
- agli appartenenti alla Guardia di finanza;
- al personale della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Militare Ordine di Malta;
- agli assimilati ed ai civili;
che nel periodo tra l'11 giugno 1940 e le ore 20 dell'8 settembre 1943 erano caduti in guerra o si erano trovati in una delle seguenti condizioni:
- avevano prestato servizio per un periodo di almeno tre mesi, anche non continuativi, alle dipendenze di enti delle Forze armate dello Stato, mobilitati dai rispettivi Stati Maggiori o, se civili o assimilati, al seguito delle Forze armate operanti;
- avevano riportato ferite o mutilazioni o contratto infermità riconosciute dipendenti da cause specificamente derivanti da azioni di guerra;
- avevano onorevolmente partecipato ad un importante fatto d'arme;
- avevano ottenuto in dipendenza dell'attività bellica una ricompensa al valor militare o la Croce al merito di guerra.
La speciale autorizzazione a fregiarsi del distintivo viene concessa, a domanda degli interessati, sotto forma di un certificato nominativo rilasciato dalle autorità all'uopo indicate dal Ministro della difesa.
| Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 | |
|---|---|
| Repubblica Italiana | |
| Tipologia | Distintivo commemorativo |
| Istituzione | 6 maggio 1959 |
Trasformazione del distintivo in medaglia
Il Distintivo fu trasformato nella Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1959 del 6 maggio 1959[2] che autorizzava a fregiarsi della medaglia il personale militare, militarizzato, assimilato e civile che aveva (o che avrebbe) ottenuto l'autorizzazione a portare il Distintivo.
Descrizione
La medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 reca sul diritto l'immagine della Dea Roma quale risulta scolpita sulla tomba del Milite Ignoto e sul rovescio un serto metà di alloro e metà di quercia attorno ad una stella centrale a cinque punte, in alto l'iscrizione "Guerra 1940-43".
Si portano al lato sinistro del petto appese ad un nastro di seta con gli stessi colori e le stesse caratteristiche del Distintivo. Sul nastro delle medaglie e sui nastrini dei distintivi vanno applicate, rispettivamente, fascette e stellette metalliche in numero eguale agli anni di campagna riconosciuti.
Note
- ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 del 3 febbraio 1949; con lo stesso decreto fu istituito il Distintivo della guerra di liberazione.
- ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 148 del 24 giugno 1959con lo stesso decreto fu istituita la Medaglia commemorativa della guerra di liberazione.
Il Decreto legislativo luogotenenziale - D.Lgs.Lgt., fu una forma di legislazione introdotta in Italia con il decreto legge luogotenenziale 151/1944, con il quale, tra l'altro, si modificò lo Statuto del Regno (meglio noto come Statuto Albertino) che, essendo una costituzione flessibile (non prevedendo cioè l'esistenza di leggi costituzionali) poteva essere modificato con legge ordinaria).
Storia
Il 4 giugno 1944, con l'ingresso delle truppe alleate, Roma fu liberata. Vittorio Emanuele III nominò suo figlio Umberto II luogotenente del Regno. Fu nominato un nuovo Governo, in cui entrarono tutti i partiti del Comitato di liberazione ed il cui Presidente del Consiglio fu Bonomi. Il precedente accordo tra la Corona ed il CLN fu formalizzato nel decreto legge luogotenenziale 151/1944 in cui si stabiliva che alla fine della guerra sarebbe stata convocata un'Assemblea costituente per dare una Costituzione allo Stato e risolvere la questione istituzionale. I Ministri, nel frattempo, si sarebbero impegnati ad agire senza in nulla pregiudicare la risoluzione della questione istituzionale.
Il Governo, inoltre, con tale decreto si attribuiva la funzione legislativa, di fatto tale decreto dava vita ad una sorta di assetto costituzionale transitorio, che introduceva una nuova forma di legislazione: il Decreto legislativo luogotenenziale.
Fu proprio uno di questi decreti, nel 1945, a riconoscere per la prima volta in Italia il diritto di voto alle donne.
Il Ministero dell'assistenza postbellica venne istituito con Decreto Luogotenenziale n. 380 del 21 giugno 1945. Aveva il compito di intervenire a favore di tutti coloro che necessitavano di aiuto in seguito agli eventi bellici. Fu soppresso con Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato , n. 27 del 14 febbraio 1947.
Collegamenti esterni
- Ufficio distaccato dell'Alta Italia del Ministero dell'assistenza postbellica (1945 - 1947) LombardiaBeniCulturali
Storia
Prima di istituire una medaglia commemorativa della Grande Guerra, che era finita il 4 novembre 1918, si attese l’estate 1920 quando terminò anche l'impegno delle truppe italiane in Albania per la pacificazione di fazioni rivali. Con Regio Decreto n. 1241 promulgato il 29 luglio 1920 da Vittorio Emanuele III, fu istituita la "Medaglia Commemorativa della Guerra Italo-austriaca 1915-1918 per il compimento dell'unità d'Italia".
Quindi tale medaglia celebrava innanzitutto la vittoria nella prima guerra mondiale, ma anche il completamento dell'unità d'Italia ed al 70° anniversario dell'inizio dei moti rivoluzionari che nel 1848 avevano scatenato la Prima guerra di indipendenza italiana.
Nastrino
Il Decreto determinava che il nastrino della medaglia doveva avere gli stessi colori del Distintivo per le fatiche di guerra, che veniva così sostituito. Di fatto il nastro è identico a quello della Medaglia Commemorativa della Guerra per l’Indipendenza e Unità d’Italia in quanto il conflitto Italo Austriaco era considerato il proseguimento delle lotte per l'indipendenza.
Su tale nastrino si potevano apporre fascette, a ricordo degli anni di impiego operativo, con la dicitura “1915”, “1916”, “1917”, “1918”; in seguito la circolare del 1921 istituì anche le fascette con la dicitura “Albania 1919” e “Albania 1920” per il tempo trascorso presso Comadi truppe e servizi in Albania dopo l'armistizio del 4 novembre 1918.
Criteri di elegibilità
I Decreto stabilì che avevano diritto a ricevere la medaglia, gratuitamente a spese dello Stato, tutti i militari, militarizzati ed assimilati ed il personale dei corpi e reparti ausiliari che avevano preso parte alle attività di guerra sia in territorio nazionale che nel Dodecanneso, in Albania, in Siria e in Palestina.
Il computo degli anni di campagna inizia il 24 maggio 1915 e termina il 4 novembre 1918, mentre per quanto riguarda i militari del contingente inviato in Albania il periodo utile venne esteso fino al 2 agosto 1920, data della stipula della Convenzione Italo-Albanese (R.D. 2 dicembre 1920 n. 1848 e Circolare Ministeriale 1 dicembre 1921 n. 601).
Venne concessa in minima parte anche a soldati non italiani, in particolare francesi e ad alcuni austriaci poi divenuti cittadini italiani con l'annessione del Trentino che si fossero distinti in battaglia.
Medaglia fusa col bronzo delle artiglierie tolte al nemico
La particolarità di questa medaglia, resa evidente nella scritta sul retro che cita "coniata nel bronzo nemico", è che il decreto istitutivo prevedeva che avrebbe dovuto essere "fusa col bronzo delle artiglierie tolte al nemico", anche se non è certo che effettivamente vennero realizzate con la fusione dei cannoni strappati agli austriaci durante la Prima Guerra Mondiale
Bibliografia
- Giuseppe Morittu, Guerre e decorazioni 1848 - 1945, Padova, Bolzonella s.n.c, 1982.
- Costantino Scarpa, Paolo Sézanne, Le decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia, (due volumi), Uffici storici Esercito - Marina - Areonautica, 1982-1985.
- Roberto Manno, Duecento anni di medaglie. I segni del valore e della partecipazione ad eventi storici dal 1793 al 1993, Hobby & Work Publishing, 1995, ISBN 8871331915, 9788871331911.
- Alessandro Brambilla, Le medaglie italiane negli ultimi 200 anni, (due tomi), Milano, 1997 [1985].
- Ercole Ercoli, Le Medaglie al Valore, al Merito e Commemorative - Militari e Civili nei Regni di Sardegna, d'Italia e nella Repubblica Italiana - 1793-1976, Milano, I.D.L., 1976.
Gentiluomo di corte
La maggior parte dei Lords in Waiting (femminile Lady-in-Waiting) sono whips del Governo nella Camera dei Lord che sono membri della Famiglia Reale dei Sovrani del Regno Unito.
In quanto membri della Famiglia Reale i loro doveri sono nominali, sebbene viene occasionalemnte loro richeisto di to meet visiting political and state leaders on visits to the United Kingdom.
In quanto di designazione politica, il Sovrano li nomina su raccomandazione del Primo Ministro.
Un certo numero di Lords in Waiting non politici sono inoltre nominati, come Permanent Lords in Waiting, che disoloto sono funzionari anziani della Royal Household in pensione.
These, being non-political, are at the personal discretion of the Sovereign.
La maggior parte dei signori nell'attesa (femmina cheAttende) sono fruste di governo nella Camera dei Lord che sono membri della famiglia reale del sovrano del Regno Unito.
Poichè i membri della famiglia reale le loro funzioni sono nominali, benchè siano tenuti occasionalmente a venire a contatto della visita politica ed a dichiarare i capi sulle chiamate nel Regno Unito.
Come beneficiari politici, il sovrano li nomina sulla raccomandazione del Primo Ministro.
Un certo numero di signori non-political nell'attesa inoltre sono nominati, così come i signori permanente nell'attesa, che sono solitamente funzionari pensionati della famiglia reale.
Questi, essendo non-political, sono alla discrezione personale del sovrano.
Il Templare di Tiro (francese: Le Templier de Tyr) è il nome di uno storico medievale che, negli anni 1300, scrisse una cronaca, in lingua francese, che costituisce la terza e più ampia sezione delle Gestes des Chiprois. Si crede che tale cronaca sia stata scritta da un cavaliere sull'isola di Cipro, attorno all'epoca durante la quale l'isola fu la base delle operazioni dei tre maggiori ordini militari, i cavalieri Templari, Teutonici ed Ospitalieri. L'autore del documento fu probabilmente un traduttore dall'arabo, un segretario e confidente del Gran Maestro dell'Ordine templare Guillaume de Beaujeu, sebbene non Templare egli stesso.
La cronaca contiene un resoconto, spesso di prima mano delle esperienze personali dell'autore, e fornisce informazioni preziose ed approfondite su un importante periodo delle Crociate, quello che va dai primi anni 1230 fino al 1309 per quanto riguarda l'oriente ed al 1314 per l'occidente, cioè gli ultimi giorni degli Stati Crociati in Terra Santa. Narra di come i cristiani combatterono una battaglia persa contro i musulmani Mamelucchi ed eventi di grande importanza, come la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291 (di cui è la sola testimonianaza oculare) e la dissoluzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nei primi anni 1300. Non si occupa solo dell'Oriente latino ma arriva fino alle origini dei primi movimenti di espansione dei Mongoli dai territori dell'Asia interna, dopo aver spaziato per tutto il bacino del Mediterraneo, soffermandosi in particolare sulle contese fra Angioini, Aragonesi e Svevi e sull'interminabile lotta delle Repubbliche Marinare.
Bibliografia
- Templare di Tiro, Cronaca del templare di Tiro: 1243-1314 : la caduta degli stati crociati nel racconto di un testimone oculare, a cura di Laura Minervini, illustrata, Liguori, 2000, ISBN 8820730235, 9788820730239.
- (inglese) Templare di Tiro, The 'Templar of Tyre': Part III of the 'Deeds of the Cypriots', a cura di Paul Crawford, traduzione di Paul Crawford, illustrata, Ashgate Publishing, Ltd., 2003, ISBN 1840146184, 9781840146189. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
- (inglese) Malcolm Barber, The trial of the Templars, 2ª ed., Cambridge University Press, 2001, ISBN 978-0-521-67236-8. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
Collegamenti esterni
- (FR) Gestes des Chiprois, at the Medieval Sourcebook
Bio
Ferdinando I di Borbone (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto; Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825)<br\> Figlio terzogenito del re di Napoli e Sicilia Carlo di Borbone e di Maria Amalia di Sassonia, fu re di Napoli dal 1759 al 1799, dal 1799 al 1806 e dal 1815 al 1816 con il nome di Ferdinando IV di Napoli, nonché re di Sicilia dal 1759 al 1816 con il nome di Ferdinando III di Sicilia.
Dopo questa data, e con l'unificazione delle due monarchie nel Regno delle Due Sicilie, fu sovrano di tale regno dal 1816 al 1825 con il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie.
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Quando, nel 1805 scoppiò la guerra tra Austria e Francia, Ferdinando firmò un trattato di neutralità con quest'ultima ma, alcuni giorni dopo, si alleò con l'Austria e permise ad un corpo di spedizione Anglo-Russo di entrare nel regno per difenderlo dalle truppe francesi che, al comando di Saint Cyr, manovravano vicino alla frontiera. Ma dopo la disfatta subita il 2 dicembre nella Battaglia di Austerlitz, i Russi lasciarono l'italia mentre gli Inglesi si ritirarono in Sicilia.
Napoleone dichiarò decaduta la dinastia borbonica e proclamò suo fratello Giuseppe Bonaparte Re di Napoli.
Ai primi di febbraio le truppe francesi, riorganizzate e poste sotto il comando di André Masséna invasero il Regno di Napoli, ma già il 23 gennaio Ferdinando, con la solita precipitazione, si era imbarcato sull'Archimede alla volta di Palermo, presto seguito dalla moglie (quest'ultima non avrebbe più rivisto Napoli) insieme all'oro dei Banchi ed ai preziosi dei palazzi reali, furono bruciate le carte dei processi della Giunta si Stato.
I principi reali Francesco, cui era stata affidata la reggenza, e Leopoldo, raggiunsero l'esercito in Calabria.
Il 14 febbraio, 1806 i francesi entrarono di nuovo a Napoli.
Il 3 marzo l'esercito borbonico agli ordini del generalissimo Ruggero Damas (un emigrato francese) fu sconfitto nella Battaglia di Campo Tanese dalle truppe comandate da Jean Reynier.
Il 12 maggio gli Inglesi ed i Siciliani occuparono le isolette di Capri e Ponza.
Il 21 maggio si arrese Civitella del Tronto; la fortezza, comandata dall'irlandese Matteo Wade e rifornita dai briganti di Sciabolone, dal 27 marzo aveva resistito all'assedio dei duemila soldati agli ordini di Frégeville, che avevano sacchggiato i dintorni.
Rimaneva in mani borboniche solo Gaeta, ma i francesi non poterono concentrare le truppe sulla fortezza perché nel frattempo una serie di rivolte era scoppiata in Calabria, fomentate dai borboni e dagli inglesi, che riportarono una vittoria nella battaglia di Maida contro circa 5'500 soldati del generale Reyner.
Alla fine il 18 luglio anche la Fortezza di Gaeta, che sin da 26 febbraio era stata posta sotto assedio dalle forze comandate da André Masséna, si arrese.
La rivolta della Calabria fu repressa nel sangue e non si ripetè quanto accaduto nel 1799 alla Repubblica Partenopea.
Ferdinando continuò a regnare sulla Sicilia, con la protezione Britannica, ma ben presto nacquero dei contrasti tra la corte borbonica e Lord William Bentinck, ministro plenipotenziario e comandante delle truppe britanniche.
Il re nominò vicario generale il figlio Francesco (16 gennaio 1812), la regina Carolina e i maggiori esponenti del suo partito furono allontanati, importanti incarichi furono affidati a nobili siciliani e fu preparata una nuova Costituzione di tipo britannico che Ferdinando fu costretto ad accettare, sebbene con qualche riserva.
La Costituzione siciliana del 1812, insieme alle aspirazioni d'indipendenza dell'isola, furono poste nel nulla quando, tramontanto l'astro napoleonico, nacque il Regno delle due Sicilie.
Il Coppiere, nei banchetti dell'antichità e del medioevo, aveva il compito di versare da bere ai commensali. Nelle corti reali era un funzionario di alto rango il cui dovere era di servire le bevande alla tavola regale evitando che la coppa del re fosse avvelenata, a volte doveva assaggiare il vino prima di servirlo; in considerazione della costante timore di complotti ed intrighi una persona doveva essere considerata completamente affidabile per avere questa posizione. Dalle sue relazioni confidenziali con il re spesso gli derivava una grande influenza.
La posizone di coppierefu molto apprezzato e dato solo a pochi in tutta la storia.
Delle qualifiche per il lavoro non si sono svolte con leggerezza, ma di grande stima valutati per la loro bellezza e ancor più per la loro modestia, laboriosità e coraggio.
La figura del
I primi coppieri furono gli oinokóos greci e poi i cyntus o pincerna[1] Romani; questa posizione acquisì grande importanza presso le corti reali e principesche medievali, soprattutto in Francia e in Germania.
, acquistando sempre più importanza e diventando un vero e proprio ufficio onorifico. Esso veniva esercitato solo nelle occasioni solenni dal titolare effettivo, sostituito normalmente dai coppieri di rango inferiore. Il titolo di gran coppiere in Francia sopravviveva ancora durante la Restaurazione.
Nella Corte pontificia il titolo di Coppiere di Sua Santità spettava in passato ad uno dei nove camerieri segreti partecipanti, quello che assisteva il papa nei pranzi solenni.
Francia
Au Moyen Âge, le titre de bouteiller (en latin buticularius) était donné à l'officier chargé de l'approvisionnement en vin d'une cour royale, impériale ou princière. Il pouvait aussi avoir un rôle d'échanson, ce qui signifie qu'il pouvait être amené à servir le roi à table dans les grandes occasions.
Époque carolingienne
Le titre apparaît en Occident à l'époque carolingienne. Le bouteiller est alors un des quatre grands officiers de la cour, avec le cancelliere, le cameriere et le Siniscalco.
La fonction se diffuse alors dans la plupart des cours d'Europe occidentale. Dans les cours anglaises du Moyen Âge, il porte le nom de butler, qui a gardé les deux sens premiers d'échanson (celui qui sert le vin) et de bouteiller (celui qui gère les réserves de vin).
Royaume de France
Dans le royaume de France sous la dynastie capétienne, le bouteiller perd sa fonction de gestion des approvisionnements de la cour, rôle désormais dévolu à des échansons. Il est désormais chargé d'administrer le vignoble du domaine royal, fonction pour laquelle il perçoit une redevance sur certaines abbayes fondées par le roi.
Le bouteiller est alors un des principaux officiers de la cour : il atteste très souvent les chartes royales. Aux |XI e XII secolo, sous les règnes de Louis VI et Louis VII notamment, la famille de Senlis est traditionnellement attachée à cet office, à tel point que son chef est souvent désigné sous le nom de « Bouteiller de Senlis ».
À partir du Template:XIVe siècle, le bouteiller porte le titre de Grand Bouteiller de France, et la fonction devient purement honorifique.