Adattamento e censura degli anime

Operazione usata per censurare i cartoni di produzione giapponese

L'adattamento e la censura degli anime sono operati al fine di rendere le opere di animazione giapponese compatibili con il contesto culturale del paese importatore, ovvero adeguate al pubblico cui si ritengono destinate. Tali manipolazioni seguono segnalazioni di organi competenti, oppure sono poste in essere autonomamente dal distributore prima della messa in onda.[1]

I motivi dell'adattamento

In molti paesi i cartoni animati sono considerati un prodotto destinato esclusivamente ai minori, e che come tale deve rispettare certi canoni di linguaggio e di contenuto.[2]

Una buona parte dei cartoni trasmessi sono anime importati dal Giappone, dove gli anime sono un prodotto dal mercato molto vasto e competitivo, rivolti ad un pubblico eterogeneo e di tutte le età. Proprio per questo motivo vengono prodotti tipi differenti di anime: per bambini (kodomo, fino ai 10 anni), per adolescenti e pre-adolescenti (shōnen per ragazzi e shōjo per ragazze) e per gli adulti (seinen per uomini e josei per donne).

Per ogni fascia d'età esiste così un adeguato orario di programmazione, dalla mattina alla notte fonda, in base ai contenuti del prodotto.[2]

Il motivo principale per cui alcuni anime vengono trasmessi in altri paesi in fascia non protetta è legato al merchandising degli anime in questione: ovvero alla promozione di oggetti legati al programma televisivo o al cartone animato (si pensi ad un cartone come I Simpson, chiaramente non pensato per un pubblico infantile).[2] La trasmissione nel primo pomeriggio porta notevole pubblicità alla relativa commercializzazione. Anche alcune serie animate americane come I Griffin e South Park hanno subito delle censure, ma in genere i cartoni animati statunitensi sono meno censurati perché già destinati in partenza ad un pubblico di minore età.

In generale, si può dire che al di fuori del Giappone, la censura agisce per adeguare molti anime.[2]

Censure

Scene di sesso, nudo e semi-nudo

In molti anime destinati ad un pubblico al di sopra dei 14 anni non è raro trovare scene vagamente erotiche.[3] Anche se sono molto rare scene di sesso esplicito in un anime, si trovano spesso episodi in cui si vedono nudi o seminudi di personaggi femminili. Queste sequenze sono generalmente tagliate ove possibile, anche allungando o ripetendo sequenze contigue. Esempi di censure di questo tipo si trovano in alcuni episodi di Occhi di gatto, Il mistero della pietra azzurra e Dragon Ball, ma soprattutto in Ranma ½.[3] Un caso eclatante è forse quello della serie È quasi magia Johnny, in cui è stata censurata la scena di un bacio tra i protagonisti, nonostante questa sia comunque presente nella sigla italiana del cartone. La scene di nudo maschile sono invece lasciate, anche perché la visione è già limitata al posteriore nella versione originale, tranne che per i bambini, dove si possono trovare casi di nudità integrali, comunque lasciate anche nella versione italiana. Ne sono un esempio le tre serie di Dragon Ball.

Scene di violenza

In altri anime sono censurate scene in cui i personaggi muoiono o si feriscono vistosamente, e scene in cui subiscono graffi o ricevono schiaffi. A partire dagli anni 90, nella maggior parte degli anime trasmessi da Italia 1, la parola morte e i verbi morire, uccidere e ammazzare vengono sostituiti in sede di doppiaggio con i più blandi «eliminare», «fare fuori», «sparire» o «andare all'altro mondo», come nel caso delle tre serie di Dragon Ball, One Piece e Naruto. Da notare comunque come ad un certo punto della serie di Detective Conan, anime basato proprio sugli omicidi e sui gialli polizieschi, e poi anche in altri anime, si sia iniziato ad usare, seppur parzialmente, termini appropriati come ucciso e assassinato, e più recentemente anche morte. La censura delle parole comunque sembra essere un fenomeno recente, poiché questi termini possono essere sentiti in anime più vecchi come D'Artagnan e i moschettieri del Re o Lady Oscar. Nelle versioni censurate di anime quali i Cavalieri dello zodiaco vi sono innumerevoli inquadrature decolorate per cambiare il colore del sangue.

Modifiche alla trama

Adattamento dei termini originali

Molti adattamenti (per fare un esempio comune in Dragon Ball dove Kamehameha è diventato Onda energetica) molto spesso non rispecchiano la reale traduzione del termine, soprattutto in italiano, mentre trovano in genere una più stretta affinità negli adattamenti inglesi.

Età dei personaggi

A volte viene variata l'età dei personaggi della serie, in genere aumentandola di qualche anno e cambiandone anche il livello scolastico frequentato (ad esempio dalle scuole medie alle superiori). Questo è dovuto al fatto che spesso i personaggi, durante la storia, intraprendono relazioni sentimentali e amorose con altre persone e si imbattono in situazioni più mature e difficili, legate al mondo degli adulti. Si preferisce quindi alzare l'età media per adattare meglio l'anime anche verso un pubblico di adolescenti, nonostante tali prodotti siano già di per sé indirizzate ad una fascia di utenza più matura.[senza fonte] Un esempio è Card Captor Sakura dove l'età della protagonista era stata innalzata dai 10 ai 14 anni, sostituendo di conseguenza nel doppiaggio italiano una voce più adatta ad un'adolescente che ad una bambina.[senza fonte]

Dialoghi aggiuntivi o modificati

Un esempio celebre di dialoghi aggiuntivi si trova nella serie I Cavalieri dello zodiaco dove i dialoghi, oltre ad essere rimaneggiati, sono stati anche aggiunti quando i personaggi restano in silenzio. Un altro caso famoso è Dragon Ball: in genere la voce narrante dovrebbe commentare solamente all'inizio e alla fine dell'episodio, mentre i personaggi avversari durante un combattimento dovrebbero studiarsi in silenzio (per aumentare la tensione), invece nell'adattamento italiano vengono aggiunte riflessioni di pura fantasia. Ciò accade anche quando ad alcune scene sono legati eventi culmine, come un rapporto sentimentale o un avvenimento tragico o violento e facendo così, si rovina la suspense che l'autore aveva cercato di creare.

In questi casi i dialoghi sono spesso modificati per adattarli a precedenti tagli o modifiche. Questo fatto a volte, si trasforma, secondo molti spettatori, in una vera e propria offesa verso il pubblico, in quanto è come dire che gli spettatori non sono capaci di seguire l'anime. Come nel caso dell'ultimo episodio di Sailor Moon, dove si sente la voce del narratore spiegare la battuta di Usagi (Bunny), che non aveva capito cosa gli avesse appena detto dal fidanzato; questo fatto viene ritenuto irrispettoso verso il telespettatore, perché lo mette allo stesso livello della protagonista. Tenendo conto poi, che le persone che seguono attentamente l'anime, per quanto piccoli possano essere, capirebbero subito la situazione anche senza l'aiuto del narratore. Inoltre, la voce fuoricampo copre spesso anche alcune scene dove si sente una musica o dei rumori in sottofondo.

Come nel caso dell'anime di re Artù, dove in una scena silenziosa di otto secondi, dove si vede un panorama che mostra un villaggio tranquillo con il solo sibilare del silenzio. Nella versione italiana, invece, tale silenzio viene coperto dalla voce del narratore, che evidenzia come la calma del luogo porti a sentire persino il debole rumore del vento. Tale discorso, però, copre lo stesso vento, rendendo il suo commento totalmente privo di senso. [2] Da notare che a tutt'oggi l'impiego dei dialoghi aggiuntivi sia praticamente scomparso.

Tagli per programmazione

Viene eliminato lo stacco che introduce la pubblicità a metà episodio (in genere consiste in un paio di immagini o in due scenette spiritose) chiamato eyecatch. In Giappone è utilizzato appositamente per introdurre lo stacco pubblicitario e quindi per riprendere la puntata.

Ciò non implica che altrove l'episodio venga poi trasmesso nella sua interezza. In Italia, sulle reti Mediaset, vi sono stati casi in cui una puntata veniva "spezzata" in due episodi separati (arrivando a creare, per quelle puntate originariamente suddivise in due episodi, una prima, seconda, terza e quarta parte), o in altri casi veniva interrotta anche più di una volta per mandare in onda gli spot pubblicitari, per poi riprendere per la sola trasmissione della sigla di chiusura.

Questo tipo di taglio è quasi del tutto scomparso, dato che il codice di autoregolamentazione tv e minori stabilisce che in qualsiasi cartone animato non debba esserci alcuna pausa pubblicitaria (di conseguenza vengono comunque tagliati, anche negli anime trasmessi da MTV, gli eyecatch).

Da notare che quando Ranma 1/2 era in onda su TMC nel contenitore Zap-Zap TV, durante la prima stagione gli eyecatch furono usati per separare la puntata dalle anticipazioni della puntata successiva, mentre nelle repliche sulle Tv locali furono mantenuti (specialmente dalla terza stagione in poi). Altro caso dove gli eyecatch sono mantenuti è quello di Keroro, ma ciò è dovuto al fatto che una puntata dell'anime comprende spesso due episodi da 10 minuti circa l'uno, e l'eycatch è uno solo ed è usato come intermezzo.

Riferimenti al Giappone

Cambiamento dei nomi propri

Adattamento molto diffuso: i nomi giapponesi vengono cambiati in nomi italiani, americani o in altri scaturiti dall'immaginazione dagli adattatori.[3]

Storicamente in Italia ciò avvenne in modo massivo nella serie UFO Robot Goldrake: gli adattatori francesi (diversamente ad esempio da quelli dei paesi arabi) ritennero di sostituire i nomi propri giapponesi con altri inventati, ispirati a nomi di stelle (vedi Alcor o Mizar), e l'Italia mantenne sostanzialmente i nomi dell'adattamento francese. Questa pratica avrebbe lo scopo di rendere più comprensibili e familiari i nomi giapponesi, ma ancora una volta si opera una semplificazione culturale che, invece di proteggere, se mai fosse il caso, i bambini, li isola in un mondo omologato da cui è bandita qualunque diversità, un mondo inesistente.[1]

In alcuni casi (come per Dragon Ball o Saint Seiya) si è dato lo stesso nome a più personaggi secondari della storia. In City Hunter il protagonista, in origine Ryo Saeba, ha preso il nome stesso della serie animata, abbreviato in genere nel semplice Hunter, mentre la protagonista femminile, Kaori Makimura, è stata rinominata con un cognome italiano, divenendo Kreta Mancinelli.

Da notare che questa tecnica, molto usata tra gli anni '80 e '90 sulle reti Mediaset, stia lentamente scomparendo.

Singolare è stato il caso di Shin Chan; la serie fu trasmessa sulla televisione italiana usando la versione censurata britannica, ma utilizzando i nomi originali.

Un altro esempio è la serie Doraemon: il piccolo protagonista Nobita nelle prime edizioni italiane si chiama Guglielmo (e italiani sono i nomi di tutti i bambini); solo in seguito è stato riproposto con il nome originale.

Eliminazione dei riferimenti al Giappone

Bandiere, carte geografiche, scritte, come per la maggior parte delle censure alla cultura di riferimento per motivi di comprensibilità, vengono eliminati con fermi-immagine o tagli. Spesso, nonostante la trama di un anime si svolga a Tokyo si preferisce dare alla città un nome di fantasia e non nominare mai la parola Giappone o giapponese. Questi fatti, come il cambio dei nomi, sono un altro evidente caso di semplificazione culturale, con inevitabile impoverimento dell'opera e, paradossalmente, con conseguenze sulla sua stessa comprensibilità.[1] Spesso, ad esempio, se in una scena sono presenti ideogrammi, anziché tradurli o sottotitolarli, si prefersice cancellarli o tagliare addirittura l'intera scena, senza badare a quanto ciò sia importante per la comprensione della storia. Tale traduzione, in realtà poco costosa, viene omessa per ridurre i costi, a riprova, secondo gli appassionati, del fatto che il profitto è davvero l'unico interesse di chi acquisisce i diritti, che il più delle volte non si cura del target originario dell'opera e si ostina ad adattarlo per un pubblico infantile al solo scopo di permettere la vendita dei suoi gadget.[2]

Un esempio limite è F - Motori in pista, dove ogni qualvolta appariva una scritta in caratteri giapponesi, per esempio su un giornale, una vetrina o sui cartelloni pubblicitari a bordo pista, la scena veniva completamente eliminata, rendendo incomprensibile la trama dell'episodio.[senza fonte] Anche i prezzi vengono tradotti, ma si sceglie spesso un cambio immaginario, che addirittura varia spesso più volte nel corso di un singolo episodio. Un grande passo avanti è stato fatto negli ultimi anni, dove i kanji appaiono spesso (ne è un esempio Keroro). Sono inoltre tolti riferimenti alle religioni, sia a quelle più diffuse in Giappone (shintoismo e buddhismo), sia a quella cristiana.[1]

Adattamenti e censure in Italia

Storia della censura degli anime in Italia

Non si sa di preciso quando sia iniziata: i primi anime trasmessi in Italia sulle reti private non furono quasi mai censurati, anche quando contenevano scene osé come in Lady Oscar e in Georgie (tuttavia quando in seguito le due serie furono replicate tutte le scene osé furono tagliate[4]), mentre sulla televisione pubblica vennero tagliate solo alcune scene ritenute troppo violente nei cartoni robotici e fantascientifici.[5]

Il primo anime ad essere sistematicamente censurato probabilmente fu Alpen Rose, trasmesso in Italia tra il 1985 e il 1986, ambientato nella seconda guerra mondiale. Si arrivò anche a tagliare 9-10 minuti a episodio (praticamente quasi la metà dell'episodio originale), per evitare ogni riferimento alla guerra.[3]

Il periodo dalla fine anni '80 agli anni '90

In seguito (nella seconda metà degli anni ottanta) si ebbe un diverso tipo di manipolazione degli originali, tentando di eliminare dai cartoni giapponesi ogni riferimento al Giappone e rendendo l'ambientazione della storia più generica: un esempio in tal senso è F - Motori in pista, una serie animata sull'automobilismo: al protagonista fu cambiato il nome in Patrick, la Formula J (campionato automobilistico giapponese) divenne l'europea formula 3000 e se durante la gara appariva un cartellone pubblicitario con lo sponsor giapponese questa scena veniva tagliata. A operare maggiormente su questo tipo di censure era l'allora doppiatore, nonché adattatore di dialoghi italiani, Nicola Bartolini Carrassi (conosciuto anche come Ryan Carrassi).[6] Per lo stesso scopo in molti anime vennero eliminate o coperte le scritte in giapponese.[6]

Un'altra serie degli anni ottanta, È quasi magia Johnny, costituendo uno degli anime più censurati insieme a Rossana e Piccoli problemi di cuore, è quello che per primo ha reso macroscopicamente evidente il problema censure agli appassionati (una scena tagliata tratta dal quinto episodio era stata inserita per ultima nel "patchwork" di immagini della video sigla italiana). Oltre a tagliare numerose scene, Mediaset non trasmise due episodi perché ritenuti non adatti ai bambini (in uno dei due episodi Johnny, ipnotizzato dalla sorella, ruba biancheria intima delle ragazze).[7]

Uno dei responsabili della programmazione di Italia 1 in un'intervista attribuisce i "tagli" effettuati a Piccoli problemi di cuore all'esigenza di trasmettere il cartone in orario protetto senza incorrere nelle proteste del Moige.[8] Non indenne da censure anche l'anime Che famiglia è questa Family, dove i dialoghi sono stati modificati appositamente allo scopo di nascondere alcune relazioni bisessuali dei protagonisti.

Negli anni novanta, in cui il ritmo d'importazione delle serie si era ridotto (la RAI si disinteressa quasi del tutto agli anime fino al 2009, mentre Mediaset non ne acquisterà più altri del genere Mecha), anime come Ken il guerriero (tramesso su reti locali e syndication) e Sailor Moon (trasmesso su reti Mediaset) scatenarono molte polemiche.[3]

Nell'autunno 1996 dei ragazzi lanciarono un enorme sasso da un cavalcavia uccidendo una persona. Nelle perquisizioni condotte nelle case dei colpevoli la polizia rinvenne un poster di X-Files, fumetti di Dylan Dog, e dei manga di Ken il guerriero, ritenuto violento e quindi accusato di aver incitato a simili comportamenti. Numerose trasmissioni furono dedicate all'argomento e un giornalista affermò erroneamente che "Ken è un guerriero che lancia i sassi contro le persone".[9] L'anno successivo, la psicologa Vera Slepoj sostenne che la quinta serie di Sailor Moon sarebbe stata in grado di compromettere seriamente l'identità sessuale dei bambini. L'accusa della Slepoj era basata sulla segnalazione di alcuni genitori, i cui bambini maschi, appassionati del cartone, giungevano a identificarsi con la protagonista.[3] Successivamente la polemica riguardò anche la presenza delle Sailorstarlights, guerriere che, quando non combattono, sono dei ragazzi in tutto e per tutto.

In conseguenza alle polemiche, la serie di Sailor Moon, già riadattata, fu ancor più modificata: in video, con vistosi fermi immagine e rimontaggi delle scene, e ancora di più nei dialoghi, sui quali il responsabile del doppiaggio, Nicola Bartolini Carrassi, operò in modo tanto esteso da stravolgere in diverse occasioni la trama originale. Nell'ultimo episodio la protagonista, coinvolta in una battaglia particolarmente violenta, si mostra alla fine in video completamente nuda: sebbene tale nudo fosse inteso come simbolico e coerente con il senso della storia, e non presentasse caratteri sessuali visibili (di fatto si trattava di un nudo simile a quello di molte bambole), venne giudicato «inaccettabile» e quindi censurato dagli adattatori.

Altra serie censurata fu Slayers (Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina): i tre episodi finali della seconda serie vennero fusi in uno solo con oltre 40 minuti di taglio delle scene; tali episodi furono successivamente ripristinati in forma integrale durante la trasmissione della serie sul canale Hiro nell'estate del 2009. Inoltre le mestruazioni che impedivano a Rina di lanciare gli incantesimi divennero nella versione italiana una non meglio specificata "malattia".

Con la trasmissione di anime come Card Captor Sakura dal 27 settembre 1999 sembra essere terminata la censura dei riferimenti alla lingua e alla cultura giapponese, a parte l'acquisto dagli Stati Uniti di serie dove tale pratica era già stata applicata, come Yu-Gi-Oh!, Pokémon e Shaman King (vedi 4Kids Entertainment).

Il periodo MOIGE e ADAM Italia

Nel 2000 scoppiò il caso Dragon Ball: una madre sfogliando un numero di Dragon Ball comprato dal figlio lesse la parte in cui Bulma fa vedere le mutandine al maestro Muten ignara del fatto che Goku gliele aveva tolte la sera prima e, considerandola non adatta ai bambini si rivolse all'associazione Cittadinanzattiva, che presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti dell'editore Star Comics. La scena incriminata fu accusata di favorire la pedofilia perché leggendo quella scena un bambino avrebbe potuto pensare che mostrare le mutandine a un vecchio fosse una cosa normale. Malgrado ciò, la vicenda si sgonfiò in poco tempo senza alcuna conseguenza, se non che nelle proprie edizioni successive la Star Comics censurò la scena incriminata e nella pagina iniziale di tutti i manga pubblicati dalla casa editrice venne inserita avvertenza (tuttora presente) in cui si specificava che tutti i personaggi, comunque raffigurati, erano maggiorenni.[10]

Anche l'anime Ranma ½ ha subito alcune censure, tranne su MTV che ha trasmesso tutte le puntate integralmente ed in fascia protetta.

Negli ultimi anni si aggiungono alla liste delle censure One Piece e Naruto. Nel primo anime vengono tagliate scene di violenza e sbiadito il colore del sangue, in alcuni casi i dialoghi. In Naruto le scene di sangue sono state tagliate già a partire dal primo episodio, in altri episodi si è ricorso all'oscuramento dell'immagine oppure allo sbiadimento del colore del sangue (diventato nero ed opaco). Alcuni dialoghi sono stati rivisitati mentre alcune parole sono state edulcorate con termini più infantili: "idiota" (nell'originale baka, che vuol dire anche 'scemo') è stato sostituito da "testa quadra", e termini come "uccidere", "ammazzare" e "morire" sono stati spesso rimpiazzati con sinonimi come "togliere di mezzo", "eliminare", "fare fuori" o "perdere la vita". Sono state inoltre censurate parolacce (ad esempio, Sakura chiama Iruka "coglione").[11] Inoltre nella serie si discute molto dell'umanità dei ninja, ma questo aspetto è stato eliminato, rendendoli meno umani e più "Supereroi".

Dal luglio 1997 esiste un'associazione che si batte contro la censura negli anime: l'ADAM Italia (Associazione Difesa Anime e Manga), attiva soprattutto in internet, mantiene contatti con esperti del settore fumettistico o dell'animazione come il giornalista Luca Raffaelli, i Kappa Boys ed anche il doppiatore/direttore di doppiaggio Fabrizio Mazzotta.

Negli ultimi anni, salvo la parentesi dei Pokémon, dei 3 Dragon ball, Naruto e One Piece, le emittenti sembrano accontentare i loro fan trasmettendo anime non censurati la sera. Basti citare la trasmissione su Mediaset in notturna di quattro episodi di Occhi di gatto, dei film Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza e Nadia e il mistero di Fuzzy nella maratona Notte Manga (17 ottobre 1999), quella di Berserk, di un paio di film di Lupin III in prima serata (Tra cui Un diamante per sempre, trasmesso con sigla italiana della prima serie su Italia 1 giovedì 6 settembre 2007 con il 9,37% di share), un film di Detective Conan (sabato 5 marzo 2005, con sigla italiana), alcuni episodi di Dragon Ball e dei film Cowboy Bebop: il film e Tokyo Godfathers alle 2.30 circa del mattino (8 ottobre 2006), e Steamboy (15 ottobre 2008, 3.35 am). La Yamato Video risulta essere tra gli sponsor del PA2, un fantomatico progetto per la messa in onda degli anime in fascia serale, da un'idea del succitato Nicola Bartolini Carrassi. MTV seguì la scia, trasmettendo in orario non protetto, previo avviso al pubblico (sempre presente in tutti i programmi con contenuti a rischio), iniziando dalla trasmissione di Cowboy Bebop e, successivamente, dei vari Evangelion, Inuyasha, Ranma ½, Trigun senza censure. Tuttavia, proprio l'emittente musicale non ha potuto mandare in onda l'episodio conclusivo di Excel Saga, caratterizzato soprattutto da scene parodistiche del genere hentai.

Per quel che riguarda la RAI, dopo anni di allontanamento dalle produzioni giapponesi (dopo azioni come la rinuncia alla messa in onda delle repliche di serie come Goldrake nei periodi in cui deteneva ancora i diritti,[5] a favore delle produzioni Disney o quella delle co-produzioni con studio giapponesi come Il fiuto di Sherlock Holmes) furono varie messe in onda di Akira su Raitre in orario notturno, di alcuni film di Dragon Ball, nel 2000-2001, su Raidue e del film Il castello errante di Howl il 29 dicembre 2008 su Raitre. Dal 24 settembre 2009, sul canale Rai 4, vengono trasmessi due anime senza censura alle ore 23.00 in prima visione assoluta: Code Geass e Sfondamento dei cieli Gurren Lagann.

È giusto ricordare che per adattare la serie UFO Robot Goldrake alla sensibilità del pubblico occidentale, non furono, all'epoca della prima messa in onda, trasmessi due episodi. In particolare, nell'episodio 59, Actarus era costretto al fuoco su truppe di Vega composte di bambini.

Esistono alcuni casi in cui l'anime è stato messo in onda prima in versione originale, poi in versione adattata. Uno di questi è I cavalieri dello Zodiaco, che, pur comprato da Fininvest, fu trasmesso tra fine anni '80 e inizio anni '90 da circuiti di TV locali come Odeon Tv e Italia 7 senza tagli. Dal 2000, Mediaset torna a trasmetterlo, ma in versione molto adattata. Infine, con le successive repliche del 2008 e la nuova serie Hades, la serie è stata ulteriormente censurata: tutte le scene con riferimenti al sangue sono state sbiadite e inoltre, nella sigla, è stato offuscato il rivolo di sangue che cola dalla fronte di un personaggio.

In Dragon Ball, che fu uno dei cartoni di punta di Junior Tv: dopo un primo adattamento, l'arrivo a Mediaset comportò una serie ancora più lunga di censure, alcune delle quali l'eliminazione dei caratteri katakana (uno dei tre alfabeti nipponici) nelle sette sfere della sigla iniziale. Altro caso sono la prima e la seconda serie di Lupin III, inizialmente trasmesse in versione integrale sulle reti regionali, quindi censurate sia a livello di dialoghi che nella parte video.

Un altro caso di censura è Hunter × Hunter, che ha avuto due adattamenti. Shin Vision si è occupata anche della post-produzione video per la messa in onda televisiva, a cui ha apportato (sulle scene più violente) dei tagli, rallentamenti, filtri colorati per attenuare il colore del sangue e modifiche, fino ad eliminare particolari dei fotogrammi originali, e i dialoghi sono stati ridoppiati e modificati (assassino diventa mercenario, uccidere diventa eliminare). Mediaset, però, ha trasmesso erroneamente la versione non censurata della serie, arrivando fino al famoso episodio "Sasso × Forbici × Cuore" in cui Killua strappa dal petto del suo sfidante il cuore, disintegrandolo. Dopo la messa in onda di questo episodio ("grazie" anche alle numerose telefonate di protesta) Mediaset si accorse di aver mandato in onda i master integrali e non quelli preparati appositamente per la trasmissione televisiva: sospende quindi la serie animata dal primo pomeriggio (complici anche gli ascolti non molto incoraggianti) programmandola al sabato/domenica mattina, con episodi in forma censurata. Italia 1, in un secondo momento, ha replicato i primi 32 episodi andati in onda (in modo da trasmettere i rimanenti in prima visione) di nuovo al primo pomeriggio, ma in forma edulcorata (l'episodio incriminato ha quindi cambiato titolo: "Sasso × Forbici × Carta"). Al cambio di casa di doppiaggio per gli OAV della serie (da Shin Vision a Merak Film), le censure video sono notevolmente diminuite.

Eccezioni

A dispetto dello scenario rappresentato, esistono serie quasi mai censurate, come quelle del World Masterpiece Theater, trasmesse soprattutto da RAI.

Allo stesso modo, il canale televisivo MTV trasmette anime prevalentemente in forma integrale (avvisando in caso di contenuti impropri), acquistando i diritti di trasmissione da case editrici come Yamato Video, Dynit, l'ora dismessa Shin Vision e la Panini Video, salvo per serie come Golden Boy, Abenobashi, gli OAV di Kenshin Samurai Vagabondo, Najica Blitz Tactics, Punta al Top 2! Diebuster e l'ultimo episodio di Death Note, che sono state trasmesse censurate in prima serata ed in forma integrale in seconda serata o a mezzanotte, in altri casi l'emittente ha richiesto alle case editrici una doppia traccia audio fatta appositamente per la versione televisiva per edulcorare alcuni dialoghi come in GTO dove ci sono state modifiche sull'età degli alunni, Full Metal Panic? Fumoffu, NANA, Aquarion e Death Note, le cui versioni integrali sono presenti nei DVD, fanno eccezione Black Lagoon dove più della metà dei dialoghi sono stati edulcorati e Gintama le cui versioni audio censurate sono presenti anche nei DVD.

La censura degli anime in Giappone

La censura degli anime colpisce, anche se in misura minore rispetto ad altri paesi, anche il Giappone, il luogo in cui essi vengono prodotti. Negli ultimi tempi infatti le reti televisive giapponesi, in seguito a proteste di genitori o spettatori occasionali, hanno deciso di autocensurare gli anime troppo violenti od osé, rimuovendo le scene troppo violente o erotiche. La censura degli anime in Giappone agisce soprattutto nelle scene violente e di sesso esplicito.

Un esempio di questa nuova politica è Gantz che venne trasmesso in versione particolarmente adattata da Fuji TV nell'estate 2004 (vennero rimosse tutte le scene violente). La seconda stagione di Gantz venne poi trasmessa in versione integrale sul canale satellitare WOWOW. Sempre nel 2004 la sigla iniziale di Area 88 venne criticata per le scene erotiche in essa contenute, e dovettero quindi essere rimosse tutte le scene di nudo.

Un altro anime in cui vennero censurate nudità fu Girls Bravo che venne trasmessa da Fuji TV in versione censurata. Fuji censurò soprattutto le scene di nudo nei bagni, oscurando le parti intime con del vapore digitale. Per questa censura le protagoniste dell'anime furono soprannominate "steamgirls" (ragazze vapore).

Talvolta in trasposizioni da manga ad anime alcune scene vengono rese meno violente oppure sono tagliate, un esempio è One Piece dove nel primo capitolo Rufy bambino si accoltella la guancia per mostrare a Shanks il rosso il suo coraggio, questa scena nella versione animata non è stata inclusa.[12] Inoltre nel flashback di Sanji, Zeff mangia la sua gamba per non morire di fame, mentre nell'anime la perde perché rimane incastrata in una catena. Molte altre scene sono state rese meno violente e la presenza di sangue attenuata.

In molti anime le parole oscene furono censurate con bip e in alcuni casi venne cambiato il colore del sangue (per esempio nell'episodio finale di School Days). Comunque il livello di censura varia da rete a rete. Per esempio l'episodio 6 di Moetan non venne mai trasmesso sulla rete nazionale mentre venne trasmessa in versione censurata (nelle sequenze di trasformazione) su Chiba TV. Solitamente i canali satellitari tendono a censurare meno gli anime dei canali terrestri.

In alcuni casi sono stati fatti di cronaca nera a spingere le emittenti giapponesi a trasmettere degli anime in versione censurata. Per esempio in seguito all'omicidio di un uomo commesso dalla figlia sedicenne, avvenuto il 18 settembre 2007, le emittenti hanno deciso di autocensurarsi tagliando da alcuni anime alcune scene violente.

Alcuni esempi di anime censurati anche in Giappone: Shigofumi, School Days, Moetan, Kodomo no Jikan.

L'adattamento e la censura in altri paesi

L'adattamento degli anime negli USA

  Lo stesso argomento in dettaglio: Censura degli anime negli Stati Uniti e 4Kids Entertainment.

Negli USA vengono solitamente censurati negli anime nudità, parolacce, scene di violenza e riferimenti a religioni o al Giappone. La censura statunitense è più sofisticata di quella italiana in quanto la grafica computerizzata permette ai censori statunitensi di tagliare scene o a modificare alcune immagini in modo talmente perfetto che molte censure non sono affatto evidenti per lo spettatore (a differenza di quelle Mediaset).

Negli USA sono state censurate serie molto famose come Dragon Ball Z, Pokémon, Yu-Gi-Oh! e One Piece. A censurare maggiormente gli anime negli Stati Uniti è la 4Kids Entertainment, che ha stravolto completamente serie come One Piece, Yu-Gi-Oh! e Pokémon, rimuovendo i riferimenti al Giappone, traducendo in inglese o rimuovendo completamente con l'ausilio della grafica computerizzata gli ideogrammi e soprattutto non trasmettendo alcuni episodi perché troppo violenti o inadeguati per un pubblico infantile.

Inoltre la 4Kids ha trasmesso One Piece in versione pesantemente censurata in modo da adattarlo per un pubblico infantile: oltre a non trasmettere molti episodi la 4Kids eliminò da questo anime molte scene violente e modificò sempre con la grafica computerizzata le immagini sostituendo le pistole vere con pistole ad acqua o spara tappi oppure trasformando le sigarette in lecca lecca e il vino in aranciata.[13] Ora la FUNimation ha ridoppiato l'anime censurandolo, leggermente, solo per la trasmissione televisiva.

Yu-Gi-Oh! Duel Monsters venne completamente stravolto: vennero introdotti concetti che non esistevano nella versione originale ma onnipresenti nella versione censurata (il Cuore delle Carte e il Regno delle Ombre), vennero tagliate scene violente, sostituite le musiche originali con altre scelte dalla 4Kids, modificate molte immagini e inoltre reinventata quasi completamente la trama con interi dialoghi stravolti.

Dragon Ball Z quando venne trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti venne pesantemente censurato con numerose scene violente tagliate. A causa di ciò i 291 episodi divennero 276. Inoltre, vennero rimossi riferimenti alla morte dei personaggi e Mr. Satan viene ribattezzato Hercule per evitare ogni riferimento al diavolo. Inoltre quando Goku cade dal serpentone nella versione originale finisce all'Inferno (Hell) mentre nella versione censurata finisce nell'HFIL (Home For Infinite Losers, un luogo di pena per perdenti).

In Francia

La psicoterapeuta Liliane Lurçat, nel suo saggio intitolato Seul avec Goldorak (trad. it. Il bambino e la televisione. A cinque anni solo con Goldrake) del 1981 condusse un breve studio psico-sociologico sui cartoni giapponesi in rapporto alla percezione che di essi avevano i piccoli telespettatori, pervenendo a risultati tranquillizzanti circa i presunti effetti negativi.[3] Ciò nonostante, in seguito serie come Ken le survivant (Ken il guerriero) e Mon cher frére (Caro fratello) sono state interrotte, la prima per eccessiva violenza, la seconda per le atmosfere torbide. Un conflitto di diritti d'autore è invece all'origine del cambio di titolo di Lupin III in Edgar, le détéctive cambrioleur, fatto per evitare un contenzioso con gli eredi di Maurice Leblanc, creatore di Arsenio Lupin.

In Portogallo

Sono stati censurati Inuyasha, Yu Yu Hakusho, Fullmetal Alchemist, Ranma ½, I Cavalieri dello zodiaco e Kenshin Samurai vagabondo, tutti disponibili in Italia in edizione integrale sia sotto forma home-video che televisiva (tranne I Cavalieri dello zodiaco).

Note

  1. ^ a b c d Eleonora Benecchi. Anime - Cartoni con l'anima, Hybris, 2005, pp. 101 e segg.
  2. ^ a b c d e f Il perché delle censure da Il Bazar di Mari.
  3. ^ a b c d e f g Marco Pellitteri, Mazinga Nostalgia, King|Saggi, 2002, p. 270 e ss.
  4. ^ Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 1
  5. ^ a b Intervista a Gian Claudio Galatoli, direttore di produzione della Doro TV Merchandising (Mondo TV), dal sito goldrake.info
  6. ^ a b Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 3
  7. ^ Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 2
  8. ^ L'intervista è comparsa sulla rivista Sorrisi e Canzoni TV (16 febbraio 2005) e l'articolo è presente in rete
  9. ^ Il Bazar di Mari Storia della censura degli anime in Italia Parte 6
  10. ^ Paolo Buscaglino Strambio, Pericolo Giallo, ADAM-Lulu.com, 2008, p. 57 e ss.
  11. ^ Il Bazar di Mari censure generali Naruto
  12. ^ Capitolo 1 ed episodio 4.
  13. ^ opguide.bravehost.com

Bibliografia

  • Marco Pellitteri. Mazinga Nostalgia - Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation. Roma, King|Saggi, 2002, pp. 521. ISBN 88-886-7801-8
  • Eleonora Benecchi. ANIME - Cartoni con l'anima. Bologna, Hybris, 2005, pp. 239. ISBN 88-8372-261-2
  • Paolo Buscaglino Strambio. Pericolo Giallo. I cartoni giapponesi e il loro impatto sul pubblico. ADAM Italia-Lulu.com, 2008, pp. 100. ISBN non esistente

Voci correlate

Collegamenti esterni

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