Cosmogonia

dottrina o il complesso di miti riguardante l'«origine dell'universo»
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Il mito della creazione o cosmogonia (dal greco kósmos, mondo e génésthai, nascere), a volte definito mito delle origini è la leggenda, il racconto, lo studio di come si sia generato l'universo.

Nei tempi antichi il termine cosmogonia si correlava strettamente con la mitologia. In quasi tutte le società e culture è esistita una narrazione mitologica dell'origine dell'essere umano e dell'universo, spiegabile con l'umana necessità di rispondere alla domanda "da dove veniamo?"

Questi miti possono essere fra loro molto diversi, spostandosi da cultura a cultura. Infatti alcuni miti fanno nascere il mondo dalle lotte intestine tra le divinità, altri affidano la creazione ad un'unica divinità che fa nascere il creato dal nulla mentre, per altri ancora, la Terra e tutto ciò che ci circonda sarebbe fuoriuscito da un uovo cosmico primordiale. In ognuno di questi miti, le varie società e le varie culture hanno inserito gli elementi e le metafore che ritenevano più rappresentativi della loro concezione del mondo.

Alcuni ritengono che il mito della creazione influenza l'atteggiamento degli uomini che vivono nella società che gli ha dato vita, anche se essi non vi credono.

In tempi moderni, con il termine cosmogonia si indica lo studio scientifico dell'origine ed evoluzione dell'universo, argomento di studio della cosmologia. Partendo dall'osservazione degli oggetti celesti più vicini e più conosciuti ed estendendo le ricerche a quelli lontani, le ricerche mirano a determinare il procedimento di formazione e l'età del pianeta Terra, la generazione del sistema solare, l'evoluzione del Sole e quella stellare, la formazione delle galassie ed il comportamento evolutivo dell'universo nel suo insieme.

La creazione secondo la scienza

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cosmologia e Big Bang.

Secondo le attuali teorie scientifiche, l'Universo e la vita sono parte del succedersi di eventi dovuti a cause esclusivamente naturali. In effetti, in scienza non si parla mai di "creazione dell'Universo", nozione che implica l'azione di un essere sopprannaturale, ma piuttosto di "origine dell'Universo". Lo studio dell'origine dell'Universo è uno degli argomenti di ricerca della cosmologia.

La scienza in quanto tale studia solo i fenomeni osservabili, mentre l'origine dell'Universo è, per definizione, un evento irripetibile non osservabile direttamente. Tutto ciò che non può essere osservato o riscontrato (direttamente o indirettamente) è, per definizione, estraneo al campo della ricerca scientifica. La capacità degli scienziati di analizzare eventi unici del passato remoto, come quello della creazione dell'universo, è limitata, perché questi non possono essere osservati direttamente e non sono ripetibili in laboratorio. La scienza può tuttavia misurare gli effetti di questi eventi (ad esempio la radiazione cosmica di microonde, il cosiddetto "eco del the Big Bang") e interpretare queste osservazioni con degli strumenti scientifici. Dall'estrapolazione gli scienziati possono costruire un accurato quadro del passato. Secondo gli aderenti al naturalismo filosofico in questa maniera è possibile conoscere ogni elemento del passato, ma quest'idea non è universalmente accettata e alcuni propongono dei mezzi per conoscere il passato che vanno al di là della ricerca scientifica.

La scienza della creazione è invece un tentativo di integrare la scienza e la fede Abramica prendendo spunto dalle cause sovrannaturali della creazione descritte nella Bibbia nel Libro della Genesi e applicando il metodo scientifico nell'interpretazione dei fenomeni osservabili. Questo tentativo è tuttavia considerato pseudoscienza dalla comunità scientifica.

La creazione secondo le religioni

Ecco un breve elenco descrittivo dei miti della creazione per varie religioni. Per approfondire la conoscenza di questi è consigliato far riferimento alle singole religioni o culture.

Nella cultura degli aborigeni australiani, la creazione del mondo svolge un ruolo fondamentale. La creazione risale al "tempo del sogno", in cui gigantesche creature totemiche attraversarono la Terra cantando di ciò che incontravano (rocce, pozze d'acqua, animali, piante) e così facendo portarono questi elementi alla creazione vera e propria.

Il mito della creazione babilonese è stato descritto nell'Enûma Elish, di cui esistono varie versioni e copie, la più antica delle quali è datata 1700 a.C..

Secondo questa descrizione, il dio Marduk si armò per combattere il mostro Tiamat. Marduk distrusse Tiamat, tagliandola in due parti che divennero la terra e il cielo. Dopo, distrusse anche il marito di Tiamat, Kingu, usando il suo sangue per creare l'umanità.


La descrizione del demiurgo fatta dai Bantu è la seguente. In origine, al Terra non era altro che acqua e oscurità. Mbombo, il gigante bianco, governava questo caos. Un giorno, egli sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle. Il sole splendeva perfidamente e l'acqua evaporò nelle nuvole. Gradualmente, apparververo delle colline asciutte. Mbombo vomitò di nuovo e questa volta vennero fuori gli alberi, gli animali, le persone e molte altre cose: la prima donna, il leopardo, l'aquila, l'incudine, la scimmia Fumu, il primo uomo, il firmamento, la medicina e la luce. Nchienge, la donna delle acque, viveva ad Est. Ella aveva un figlio, Woto, e una figlia, Labama. Woto fu il primo re dei Bakuba

Il Buddismo normalmente ignora le questioni riguardanti l'origine della vita. Il Buddha a questo riguardo disse che congetturare circa la fine del mondo porterebbe solo noia e folli.

Il Buddha affermò di non avere intenzione di esplicare queste origini perché le stesse non avevano nulla a che fare col suo obiettivo, il raggiungimento dell'illuminazione.


In principio, c'era solo l'acqua. Tutti gli animali vivevano sopra di essa ed il cielo era sommerso. Erano tutti curiosi di sapere cosa ci fosse sotto l'acqua ed un giorno Dayuni'si, lo scarabeo acquatico, si offrì volontario per esplorare. Esplorò la superficie, ma non riuscì a trovare nessun terreno solido. Esplorò sotto la superficie fino al fondo e tutto quello che trovò fu del fango che portò in superficie. Dopo aver preso il fango, esso cominciò a crescere e a spargersi tutto intorno, fino a che non divenne la Terra così come la conosciamo.

Dopo che tutto ciò accadde, uno degli animali attaccò questa nuova terra al cielo con quattro stringhe. La terra era ancora troppo umida, così mandarono il grande falco nel Galun'lati per preparala per loro. Il falco volò giù e quando raggiunse la terra dei Cherokee era così stanco che le sue ali cominciarono a colpire il suolo. Ogni volta che colpivano il suolo si formava una valle od una montagna. Gli animali poi decisero che era troppo buio, così crearono il sole e lo misero lì dove è tutt'oggi.


In Cina sussitono cinque maggiori punti di vista sulla creazione.

  • Secondo il primo non ci sono le prove necessarie per spiegare la creazione e le sue origini.
  • Il secondo si fonda sull'idea che il paradiso e la terra erano un'entità unica che poi si separò in due parti.
  • Il terzo, apparso relativamente tardi nella storia della cultura cinese, è quello del Taoismo. Secindo questo il Tao è la forza alla base della creazione. Grazie al Tao, dal nulla è nata l'esistenza, dall'esistenza sono venuti fuori lo yin e lo yang e da questi è nata ogni cosa.
  • Il quarto, anch'esso relativamente giovane, è il mito di Pangu. Secondo questa spiegazione, offerta dai monaci Taoisti secoli dopo Lao Zi, l'universo nacque da un uovo cosmico. Una divinità, Pangu, nascendo da quell'uovo lo ruppe in due parti: quella superiore divenne il cielo e quella inferiore la terra. Man mano che la divinità crebbe le due parti dell'uovo si separarono sempre più e, quando Pangu morì, le parti del suo corpo divennero varie zone terrestri.
  • Il quinto è costituito da racconti tribali non legati in un sistema unicizzante.

Secondo il libro della Genesi, ogni cosa fu creata da Dio. La Bibbia usa generi letterari simili alle culture del suo tempo, ma modifica i dati cosmologici in maniera da far risaltare la sua dottrina su Dio e sulla bontà della creazione.

Ci sono due racconti della creazione, corrispondenti grosso modo ai capitoli 1 e 2 del Genesi.

Genesi 1,1 - 2,3a

Il primo racconto della creazione (Genesi 1,1-2,3a[1]) usa lo schema letterario dei sette giorni. Il racconto suppone uno stato iniziale informe, in cui predominavano le tenebre e l'acqua (Genesi 1,1-2[2]). La creazione avviene per separazioni successive, nella seguente maniera:

  • Nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre (Genesi 1,3-5[3]).
  • Nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori (Genesi 1,6-8[4]). La concezione del tempo credeva che attraverso la volta celeste le acque superiori potessero filtrare, dando origine alla pioggia
  • Nel terzo giorno nelle acque inferiori viene separata la terra (Genesi 1,9-10[5]).
  • Viene quindi generato il regno vegetale (Genesi 1,11-13[6]).
  • Nel quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e la luna (Genesi 1,14-19[7]: separazione del giorno dalla notte); bisogna notare però che essi vengono chiamati "luminare maggiore" e "luminare minore": l'autore biblico teme che si possano confondere con gli astri divinizzati dai popoli circostanti, e per questo non li chiama con il loro nome.
  • Nel quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli, e vengono benedetti perché possano moltiplicarsi (Genesi 1,20-23[8]).
  • Nel sesto giorno vengono creati gli animali (Genesi 1,24-25[9]).
  • Viene poi creato l'uomo (Genesi 1,26-31[10]), con le seguenti caratteristiche:
    • deve dominare su tutto il resto della creazione;
    • è creato uomo e donna;
    • è creato a immagine e somiglianza di Dio;
    • è benedetto perché sia fecondo;
    • riceve in alimento i vegetali: semi e frutti degli alberi.
  • Il settimo giorno Dio cessa dal lavoro, e benedice e consacra il settimo giorno (Genesi 2,1-3a[11]). Ciò diventerà, nell'ebraismo, il precetto del riposo del sabato.

Il testo afferma che tutta l'opera della creazione è "buona"; invece della creazione dell'uomo e della donna si dice che è "molto buona", affermando in questa maniera la supremazia dell'essere umano su tutto il resto della creazione.

Il testo suppone implicitamente che Dio è eterno, cioè che esisteva prima di creare il resto delle cose.

Template:Stub ebraismo

The notion of "Tzimtzum", or God's retraction to make way for space and time, is a core element to the Jewish approach to the First Cause notion, as explored by Rabbi Moses Maimonides.

 
Creazione della Luce, di Gustave Doré. L'incisione rappresenta in modo letterale l'incipit biblico di Genesi 1:1 ("Sia la luce").

Nel Nuovo Testamento il concetto di Dio cambia e con lo svilupparsi della Trinità diventa più complesso:

Io sono l'Alpha e l'Omega, l'inizio e la fine (Apocalisse Apocalisse 1,8[12]).

All'inizio fu il verbo e il verbo era Dio... Tutte le cose furono fatte da lui e senza lui niente sarebbe stato creato. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini (Giovanni Giovanni 1,1-4[13]).

Secondo il libro della Genesi, Dio pre-esisteva eternamente all'ordine creato. La Genesi riporta il primo atto di Dio verso il mondo che noi conosciamo: "Dio creò..." (Genesi Genesi 1,1[14]). Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, alla compenetrazione tra polvere e soffio divino che ha dato vita all'umanità, furono creati da Dio per godere del meraviglioso ambiente della terra. L'uomo e la donna fuorono creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le risorse del mondo e per offrire preghiere a Dio.

Nella mitologia egizia sono riportati tre miti cosmogonici distinti, corrispondenti a tre diversi culti dei maggiori centri sacerdotali.

Secondo la teologia eliopolitana, nota attraverso i "testi delle piramidi", al centro del mito della creazione c'è il dio solare Atum. Nato dall’oceano primordiale (Nun), Atum salì su una collina, creò con lo sputo Shu, il vuoto, e la dea Tefnut, l’umidità, che a loro volta generarono Geb e Nut, la terra ed il cielo. Da questi ultimi nacquero due coppie di fratelli e sorelle, Osiride, Iside, Seth e Nefti, i quali procrearono l’umanità. L’insieme di queste divinità formò la grande Enneade eliopolitana.

Secondo la dotrina menfita, la creazione del mondo sarebbe opera di Ptah, che con il cuore, sede del pensiero, e con la lingua, la parola datrice di vita, avrebbe generato otto emanazioni di sé.

La cosmogonia tebana, basata su un’antica leggenda della città di Ashmunein (Ermopoli), narra di una collina di fango che sarebbe emersa dalle acque, originando otto dei primordiali, quattro maschili con testa di rana e quattro femminili con testa di serpente. Queste otto divinità formarono l'Ogdoade ermopolitana. La leggenda passata a Tebe si sarebbe trasformata e gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole.

Col tempo, i gruppi rivali si fusero, Ra e Atum furono identificati in una sola divinità. Amon divenne per un certo periodo la somma divinità per poi divenire una manifestazione di Ra.

Anche Ra e Horus furono identificati come uno solo quando si tentò, invano, di introdurre il monoteismo.

Platone, nel suo dialogo Timeo, descrive un mito della creazione che coinvolge un essere chiamato demiurgo.

Esiodo, nella sua Teogonia, racconta che in principio c'era Caos, il quale diede vita a Gea (la Terra), Tartaro (gli Inferi), Eros (amore), Nyx (l'oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi). Gea partorì poi Urano, il cielo stellato, suo pari, per coprire sé stessa, le colline e le profondità senza frutto del Mare, e Ponto, tutto "senza la dolce unione dell'amore", ma solo da sé stessa. Successivamente, narra Esiodo, essa giacque con Urano e generò Oceano, Ceo e Crios e i Titani Iperione e Giapeto, Teia e Rea, Temi e Mnemosine e Febe dalla corona d'oro e l'amabile Teti.

Il racconto inca della creazione è conosciuto grazie ai racconti tramandati dai sacerdoti oppure dalla iconografia delle ceramiche o delle costruzioni architettoniche, e grazie ai miti e alle leggende sopravvissute tra i nativi americani. Secondo questi racconti, nei tempi antichi la terra era immersa nell'oscurità. Allora, da un lago chiamato Collasuyu (adesso Titicaca), emerse il dio Con Tiqui Viracocha, portando con sè alcuni esseri umani. Allora Con Tiqui creò il sole (Inti), la luna e le stelle per illuminare il mondo. È proprio da Inti che il Sapa Inca, imperatore del Tawantinsuyu, discende. Al di fuori delle grandi caverne Con Tiqui modellò numerosi esseri umani, incluse alcune donne che erano già incinte. Allora egli mandò fuori queste persone in ogni angolo del mondo. Tenne però con sè un uomo e una donna a Cusco, l'"ombelico del mondo".

Con, il creatore, aveva forma umana ma era senza ossa. Egli riempì la terra con cose buone per sopperire ai bisogni dei primi esseri umani. Le persone, però, dimenticarono il dio Con e si ribellarono. Così egli li punì smettendo di mandare la pioggia. La gente allora fu costretta a lavorare duramente arrangiandosi con la poca acqua che poteva trovare nei rigagnoli rimasti. Allora si affermò una nuova divinità, Pachacamac, che cacciò Con e trasformò le persone da lui create in scimmie. Pachachamac poi si impossessò della Terra e creò gli antenati del genere umano.

Il fondatore della prima dinastia dei sovrani di Cusco fu Manco Capac. Secondo una leggenda egli emerse dalle profondità del lago Titicaca grazie al dio del sole Inti. Un'altra versione della storia sosteneva che egli fosse il figlio di Tici Viracocha. Comunque alle persone comuni non era permesso pronunciare il nome di Viracocha, cosa che fornisce una possibile spiegazione della necessità di due miti di fondazione.

In uno dei due miti Manco Capac era il fratello di Pachacamac ed entrambi erano figli del dio del sole Inti, conosciuto anche con il nome di Apu Punchau. Lo stesso Manco Capac veniva onorato come un dio del fuoco o del sole. Secondo la leggenda di Inti, Manco Capac e i suoi fratelli di madre erano stati mandati sulla terra dal dio del sole ed erano fuoriusciti da una caverna del Pacaritambo portando un bastone dorato chiamato tapac-yauri. Essi dovevano creare un Tempio del Sole nel luogo dove il bastone sarebbe affondato dentro la terra. Essi viaggiarono fino a Cusco lungo gallerie sotterranee e finalmente trovarono il luogo adatto per costruire il tempio in onore del dio del sole Inti, loro padre. Durante il viaggio uno dei fratelli di Manco Capac e forse anche una delle sue sorelle vennero tramutati in pietre sacre (huaca). In un'altra versione di questa leggenda, invece di apparire da una caverna a Cusco, i fratelli sarebbero emersi dalle acque del lago Titicaca.

Secondo la leggenda di Tici Virachocha, invece, Manco Capac era il figlio di Tici Viracocha: egli e i suoi fratelli (Ayar Anca, Ayar Cachi e Ayar Uchu) e sorelle (Mama Ocllo, Mama Huaco, Mama Raua e Mama Cura) vivevano vicino Cusco, presso Pacari-Tampu (oggi Pacaritambo, a 25 km a sud di Cusco). Una volta formato un popolo piuttosto numeroso riunito in dieci ayllu essi tentarono di assoggettare le tribù della valle di Cusco. Questa leggenda comprende inoltre il bastone d'oro, sostenendo che questo era stato dato a Manco Capac da suo padre. La leggende inoltre narra che il giovane Manco avrebbe ucciso i suoi fratelli più grandi diventando così l'unico governante di Cusco.

Nell'Islam ogni creazione è attribuita ad Allah (il nome proprio di Dio in arabo). Egli è l'unico Dio per i musulmani. È chiaramente identificato come la "prima causa" in numerosi versetti del Corano. In quanto Creatore ed Eterno e in considerazione dell'impossibilità della materia bruta ( madda ) di sussistere senza il Suo continuo intervento, a Lui è attribuita la proprietà di qualsiasi atto creato, ivi compreso quello apparentemente riferibile all'essere umano, il quale ne avrebbe in definitiva il solo possesso ( iktisāb )

Seguono tre esempi:1

XIII:16 … « Rispondi: "È Dio il Creatore di tutte le cose, è Lui l'Unico, il Vittorioso!" ».
LVII:3 « Egli è il Primo, Egli è l'Ultimo, Egli è il Dispiegato, Egli è l'Intimo, Egli è sovra tutte le cose sapiente ».
CXII:1-2 «Dì: "Egli, Dio, è uno - Dio l'Eterno. - non generò né fu generato - e nessuno Gli è pari" ».

Riferendosi all'argomento della "prima causa" il Corano indirizza i non-credenti:

LII:35-36 « Son essi che furon creati dal nulla, o son loro i creatori? Son forse loro che han creato i cieli e la terra? No! Nessuna certezza salda essi hanno ».

1 I versetti citati sono presi da
il Corano - introduzione, traduzione e commento di Alessandro Bausani - Firenze, Sansoni, 1961 (stampato su autorizzazione dalla milanese Rizzoli, ISBN, 88-17-16612-X)

Il dio Izanagi e la dea Izanami churned the ocean with a spear to make a small island of curdled salt. Two deities went down to the island, mixed there, and bore main islands, deities, and forefathers of Japan. See Japanese mythology#Creation of the world.


Alcuni filosofi come Hakim Bey e gli occultisti, come Peter Carroll, pensano che la casualità, il caos o il pricipio di indeterminazione siano il primo elemento motore secondo la scienza e che, quindi, dovrebbero essere considerati divini.

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Mitologia Sami.


Tao è il vuoto senza nome, la madre delle Diecimila Cose. Il Tao è considerato da Lao Tzu come ciò che da in eterno senza venire svuotato, e che riceve in eterno senza venire riempito. Ciò che non esiste per se è in grado di durare.

Il tutto e il niente sono un tutto unico inseparabile. La filosofia Zen nega che la persona possa essere la causa scaturente. Nel parlare delle origini afferma che il piano dell'essere è la vera causa scaturente.

Nella narrazione della creazione dello Zoroastrismo, Ahura Mazda creò 16 terre, una alla volta, tali che ognuna di esse fosse sorgente di piacere per la sua popolazione. Dopo la creazione di ognuna di queste terre, Angra Mainyu intervenne con una contro-creazione, introducendo malattie e peccati di vario genere. L'idea dualistica di due spiriti primordiali, considerati gemelli da Zoroastro, riprende un prototipo delle mitologie indoeuropee.

  1. ^ Gen 1,1-2,3a, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Gen 1,1-2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Gen 1,3-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Gen 1,6-8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Gen 1,9-10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Gen 1,11-13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Gen 1,14-19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Gen 1,20-23, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Gen 1,24-25, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Gen 1,26-31, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  11. ^ Gen 2,1-3a, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  12. ^ Ap 1,8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  13. ^ Gv 1,1-4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  14. ^ Gn 1,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.