Angoscia

estrema preoccupazione mentale
Disambiguazione – Se stai cercando i film, vedi Angoscia (film 1944) e Angoscia (film 1987).

L'angoscia (in tedesco Angst) è un sentimento intenso di ansia e apprensione. Rappresenta una paura senza nome e la causa e le origini sono apparenti. Per tale motivo, non è semplicemente minacciosa, ma catastrofica.

A differenza della paura, in ambito psicoanalitico essa rappresenta ed è vista e percepita dall'Io come una situazione catastrofica, tale da mettere in crisi la capacità dell'Io di controllare e gestire le pressioni dal Super Io e dell'Es.


Il termine angoscia è stato utilizzato per la prima volta in termini filosofici da Søren Kierkegaard (18131855), con il quale il pensatore danese identificò la condizione preliminare dell'essenza umana, che emergeva quando l'uomo si poneva davanti ad una scelta: la libertà sconfinata di scelte che l'uomo può operare, lo getta in preda all'angoscia, conscio delle responsabilità derivanti dal fatto che una scelta positiva significhi milioni di scelte negative. L'angoscia è definitiva quindi come il sentimento della possibilità.

A differenza dell'animale, che è guidato da istinti in grado di soddisfare le prime necessità, ogni uomo è abbandonato a sé stesso e costretto a operare delle scelte che possono prospettarsi errate, pericolose o addirittura lesive per la sua stessa esistenza; quindi, dal momento che ciascuno condivide lo stessa condizione di fronte all'atto di scegliere, l'angoscia è necessariamente un fondamento dell'essenza umana, primigenio e inalienabile.

Attualmente si tende a definire l'angoscia come un senso di frustrazione e malessere, una sofferenza psicologica che può degenerare anche in diverse patologie (si pensi all'angoscia di castrazione infantile o all'angoscia esistenziale di derivazione kierkegaardiana).

Bibliografia

  • Søren Kierkegaard - Il concetto dell'angoscia (1844)
  • Søren Kierkegaard - La malattia mortale (1849)

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