In botanica, il pomo (dal latino pòmum) è il falso frutto di alcune piante comprese nella famiglia delle Rosaceae, in particolare della sottofamiglia Maloideae, tra cui ci sono il melo e il pero, comunemente chiamate Pomacee.

Una mela tagliata longitudinalmente. Sono visibili le diverse parti del pomo

Il carattere di falso frutto del pomo deriva da una particolarità che lo contraddistingue da altri veri frutti.

Il frutto vero e proprio, detto pericarpo, è composto di tre parti, endocarpo, mesocarpo e epicarpo (o esocarpo), che corrispondono rispettivamente al tegumento esterno del seme (o dei semi), alla polpa e alla buccia. I vari frutti assumono consistenza e aspetto differenti, ma condividono l'origine dell'endocarpo, del mesocarpo e dell'epicarpo, in quanto queste parti derivano dall'accrescimento dell'ovario, a seguito dell'impollinazione, contemporaneo all'accrescimento del seme.[1] Il ricettacolo fiorale in genere non prende parte a questo accrescimento.

Il pomo deriva invece dal concrescimento del ricettacolo fiorale con l'ovario, fino al prevalere del primo sul secondo. Nel fiore delle pomacee, infatti, l'ovario è immerso nel ricettacolo fiorale (ovario infero) e, a seguito dell'impollinazione e della fecondazione, le due parti concrescono formando la cosiddetta "polpa", esterna, e il cosiddetto "torsolo", interno. Polpa e torsolo derivano rispettivamente dall'accrescimento dei tessuti del ricettacolo e dell'ovario. Il vero frutto delle Pomacee è dunque il torsolo, di consistenza più coriacea rispetto alla polpa.

Altri esempi di piante il cui frutto è classificato come pomo sono il biancospino, il nespolo del Giappone, il nespolo d'inverno, l'azzeruolo, il cotogno, il sorbo.

Note

  1. ^ Fanno eccezione i frutti partenocarpici, nei quali si ha lo sviluppo e la maturazione anche in assenza di sviluppo dei semi.
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