Il codice da Vinci

romanzo scritto da Dan Brown

Il Codice Da Vinci è un romanzo di successo scritto da Dan Brown; pubblicato nel 2003, a fine aprile 2006 aveva venduto oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo ed era stato tradotto in 44 lingue.

Il codice da Vinci
Titolo originaleThe Da Vinci Code
AutoreDan Brown
1ª ed. originale2003
GenereRomanzo
SottogenereGiallo

Trama

Template:Trama Il libro, partendo dall'omicidio del curatore del Louvre a Parigi, passa a narrare di un'antica e misteriosa società segreta nota come Priorato di Sion, che nasconde un segreto che potrebbe compromettere i fondamenti stessi del Cristianesimo nella versione tramandata dalla Chiesa Cattolica. Uno studioso di iconologia religiosa, Robert Langdon, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, dovrà ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d'arte, enigmi e misteriosi nemici, il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri dell'umanità.

Commento

L'autore, utilizzando le chiavi del mistero, dell'arte, dell'esoterismo e del simbolismo in un continuum fra realtà e fantasia riesce nel suo intento di rapire il lettore grazie ad una trama dal ritmo incalzante e ricca di colpi di scena.

Il Codice Da Vinci ha rinfocolato il dibattito sull'attendibilità delle "verità rivelate" dei vangeli apocrifi, soprattutto con riferimento alla tesi per cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena e avrebbe avuto dei figli da lei, di cui non vi è documentazione alcuna nel Nuovo Testamento; non sono mancate, da parte di ambienti cattolici (in special modo dell'Opus Dei, di cui il romanzo parla in termini estremamente negativi) aspre critiche, per cui il libro è stato definito radicalmente "anticattolico" e "infondato".

Leonardo da Vinci e Dan Brown

La personalità di Leonardo da Vinci è sempre stata circondata da un alone di mistero. La sua genialità veniva spiata con sospetto da un'epoca grezza e spesso troppo chiusa nelle sue ideologie rigorose. Concepire che un uomo potesse recarsi negli obitori per sezionare corpi di cadaveri e così comprenderne meglio l'anatomia, non risultava infatti del tutto naturale. In un ambiente ancora molto permeato dall'influenza della Chiesa era infatti facile scambiare uno studio scentifico approfondito per un'eresia, ma da qui a sostenere che Leonardo avesse optato per un credo pagano e che sfruttasse le istituzioni religiose solo per trarre profitto dalle loro commissioni, c’è molta strada.

 
Monna Lisa
(1503-1506)

Le leggende su Leonardo sono molteplici ed ispirano ancora oggi fantasie oltre ogni limite. Il romanzo Il codice da Vinci, di Dan Brown, è l'esempio contemporaneo più evidente di quanto la storia dell'artista susciti ancora numerose curiosità ed altrettante polemiche. Nel testo in questione si analizzano (non sempre correttamente) dal punto di vista simbolico alcune tra le sue opere più importanti. Per citare la più conosciuta, basti pensare alla Monna Lisa: è senza dubbio conturbante pensare al dipinto come ad un autoritratto "al femminile" di Leonardo e spiegarne così l'ambiguo sorriso. È risaputo infatti che egli era molto affascinato da tutte quelle figure definite androgine. Questo spiegherebbe anche l'altra questione sollevata dal romanzo: nell'Ultima Cena la persona seduta alla destra di Gesù non è Maria Maddalena, come ipotizza l'autore, bensì Giovanni Evangelista (almeno secondo la quasi totalità delle descrizioni dell'opera che ci fornìscono gli storici dell'arte), anche se ritratto con lineamenti dolci ed effeminati. In realtà, spiega Franco Cardini, era lo stesso contesto iconografico dell'epoca a far dipingere l'efebo (ossia il ragazzo giovane) con tratti un po' femminili. Curiosamente, se si sovrappone il volto di Maria, la madre del Cristo, della Vergine delle Rocce all'Apostolo Giovanni dell'Ultima Cena si può notare una quasi identità di tratti e di espressione. Tornando alla Monna Lisa, la realtà ormai nota è ben altra: si tratta infatti del ritratto della moglie del committente, Francesco Bartolomeo del Giocondo (ed ecco così spiegato anche il motivo del suo secondo e ben più conosciuto titolo). In questo modo si scioglierebbero quei pochi dubbi che un'altra affascinante ipotesi aveva sollevato e cioè che il nome Monna Lisa potesse essere letto come l'anagramma delle due divinità egizie della fertilità Amon e L'Isa, tanto care ai pagani dell'epoca. Ma perché sempre Leonardo? Perché tutte queste supposizioni riguardo ai suoi capolavori? Certamente fu un grande esperto nel campo del simbolismo e alcune coincidenze apparentemente celate, ma in realtà ben visibili ad un occhio attento, presenti nelle sue opere, lo confermano, tuttavia sembra ingenuo pensare ad uno scopo cospirativo dietro tale conoscenza. Template:AvvisoNPOV paragrafo

Argomenti di critica

Critiche da parte di storici e studiosi

Molti studiosi di area cattolica hanno criticato l'opera di Dan Brown da un punto di vista storico e razionale. In effetti l'autore affermava (nelle Informazioni storiche a pagina 9 dell’edizione italiana Mondadori) che il romanzo è inventato ma che "tutte le descrizioni [...] di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà", malgrado questo sia un artificio letterario adottato da numerosi autori, il particolare argomento toccato da Brown ha scatenato una nutrita serie di critiche, in particolare incentrate sulle inesattezze presumibilmente presenti nelle fonti del romanzo. Molte di queste inesattezze sono state notate, tra gli altri, da Franco Cardini e Massimo Introvigne del quale si può leggere questa pagina per comprendere dette critiche.

Curiosità

 
Codice parodico
  • Michael Baigent e Richard Leigh, autori del saggio Il Santo Graal (1982), hanno citato Dan Brown in tribunale per plagio, ma l'Alta corte di giustizia di Londra ha stabilito che il romanzo, pur riprendendone alcuni elementi, non ha copiato il saggio. Assai curioso il fatto che l'estensore della sentenza (Peter Smith) abbia lasciato nel testo 37 lettere in corsivo e non per errore ma... come proprio "codice": le prime 11 lettere danno le parole Smith (il cognome del giudice in parola), Code (codice, in inglese) e la lettera J (judge, giudice), per le altre ("aeiextostpsacgreamqwfkadpmqz") il giudice ha lanciato la sfida per la soluzione dell'enigma. La soluzione è stata resa nota nell'aprile 2006. A interpretare il codice è stato un avvocato londinese, che avrebbe usato i numeri di Fibonacci, una formula matematica citata dal romanzo. La frase è stata tradotta in "Jackie Fisher, who are you? Dreadnought" (Jackie Fisher, chi sei? Dreadnought). Fisher era un ammiraglio inglese che progettò un'enorme nave da guerra, chiamata appunto HMS Dreadnought.
  • Alcuni suppongono che la causa sia stata "aggiustata" dalla casa editrice dato che, come sostiene Franco Cardini, è la stessa che aveva pubblicato Il Santo Graal: la cosa insomma si sarebbe risolta "in famiglia".
  • Il nome di uno dei personaggi del romanzo, lo storico Leigh Teabing, potrebbe essere stato scelto utilizzando il cognome di Richard Leigh e l'anagramma del cognome di Michael Baigent, i due storici sopra citati.
  • Dal romanzo di Dan Brown, il regista premio Oscar Ron Howard ha tratto un film uscito il 19 maggio 2006 in tutto il mondo.
  • Una parodia de Il Codice Da Vinci - diventato per l'occasione Il Codice Gianduiotto - è stata data alle stampe nel maggio del 2006 dallo scrittore astigiano Bruno Gambarotta.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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