Arezzo

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana

Template:Comune Arezzo è una città di 99.503 abitanti[1] dell'Italia centrale, capoluogo dell'omonima provincia della Toscana.

Vista della città
Posizione del comune di Arezzo all'interno della provincia di Arezzo

Geografia fisica

 
La torre di Santa Maria della Pieve

Il comune di Arezzo è situato alla confluenza di tre delle quattro vallate che compongono la sua provincia. Direttamente a Nord della città ha inizio il Casentino, che è la valle percorsa dal primo tratto dell'Arno; a Nord-Ovest si trova il Valdarno Superiore, sempre percorso dall'Arno nel tratto che scorre fra Arezzo e Firenze; a Sud si trova la Val di Chiana, una pianura ricavata dalla bonifica di preesistenti paludi, il cui più importante corso d'acqua è il Canale Maestro della Chiana. Tramite l'agevole valico del Torrino e la valle del Cerfone, si ha accesso a Nord-Est alla quarta vallata, la Valtiberina, percorsa dal primo tratto del Tevere.

Il territorio del comune è molto ampio e vario: si passa dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull'Arno, alle colline, a Sud della città, a zone montuose, soprattutto ad Est. Come conseguenza della grande estensione del territorio comunale i comuni che vi confinano sono numerosi: sul lato della Val di Chiana ci sono Civitella in Val di Chiana, Castiglion Fiorentino, Cortona, Monte San Savino e Marciano della Chiana; sul lato del Valdarno superiore Laterina e Castiglion Fibocchi; sul lato del Casentino Capolona e Subbiano; sul lato della Valtiberina Anghiari, Monterchi e i due comuni umbri di Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina (toscano fino al 1927).

Clima

Il clima della città di Arezzo e delle zone limitrofe presenta le caratteristiche di continentalità più accentuate di tutta la Toscana, vista la lontananza dal mare e la posizione a cavallo tra il Valdarno e la Val di Chiana con la dorsale appenninica nelle relative vicinanze. Le precipitazioni presentano un carattere irregolare, perché la zona può essere influenzata sia dalle correnti umide atlantiche che da quelle secche continentali provenienti da settentrione e da oriente. L'escursione termica risulta elevata sia nei valori giornalieri che annui.

Storia

Città etrusca

 
La Chimera di Arezzo

Arezzo sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento di strumenti di pietra e del cosiddetto "uomo dell'Olmo", risalente al Paleolitico, avvenuto nei pressi della frazione dell'Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linea ferroviaria Roma-Firenze nel 1863.

La zona posta alla confluenza di Valdarno, Valdichiana e Casentino, infatti, è passaggio naturale per chi voglia attraversare l'Appennino. Si ha notizia poi di insediamenti stabili di epoca pre-etrusca in una zona poco distante dall'attuale area urbana, il colle di San Cornelio, dove si sono rinvenute tracce di una cinta muraria di difficile datazione poiché sovrimpresse dalle poderose mura romane. L'abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato, occupata dall'attuale città. Si sa che la Arezzo etrusca, con un nome quasi identico all'attuale, Arretium, esisteva già nel IX secolo a.C.

Arezzo fu poi una delle principali città etrusche, e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la Chimera, oggi conservata a Firenze, la cui immagine caratterizza talmente la città quasi da diventarne un secondo simbolo.

Al sorgere della potenza di Roma la città, insieme alle consorelle etrusche, tentò di arginarne le tendenze espansionistiche, ma l'esercito messo insieme da Arezzo, Volterra e Perugia fu sconfitto a Roselle, presso Grosseto, nel 295 a.C.; e così nel III secolo a.C. Arezzo fu conquistata dai Romani che latinizzarono il suo nome etrusco Arretium.

Presidio romano

 
Anfiteatro romano di Arezzo, età adrianea (117-138 d.C.)

Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, Arezzo divenne un simbolo importantissimo dell'espansione romana a nord, ed un bastione difensivo del nascituro impero, grazie alla sua posizione strategica che ne faceva tappa obbligata per chiunque volesse raggiungere la sempre più potente città sul Tevere. Arezzo si trovò dunque a doversi difendere dai Galli Senoni che marciavano contro Roma. In suo soccorso giuse una robusta armata guidata dal console Lucio Metello, che trovò la morte in battaglia ma arrestò l'avanzata dei Galli. Del fatto rimane traccia in un toponimo, Campoluci, che indica il tratto di piana vicino all'Arno in cui il console combatté e morì. Dopo il fatto, Arezzo divenne sede di un presidio romano permanente.

Rimase però sempre gelosa della sua autonomia, tanto che cercò più volte di riconquistare l'indipendenza nel corso delle guerre civili della Roma repubblicana, schierandosi prima con Mario e poi con Pompeo. Silla e Cesare si vendicarono facendone una colonia per i loro veterani, il che provocò un notevole riassestamento demografico che cancellò da Arezzo - come da tutta l'Etruria - le rimanenti tracce della vecchia cultura.

All'inizio dell'età imperiale la città, operosa e ricca di inventiva, divenne ricca e prospera come al tempo delle guerre puniche, quando era stata la principale fornitrice di armi per la spedizione di Scipione in Africa. Sorsero numerosi stabilimenti pubblici, come il teatro, le terme, ed un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni. La vita culturale ebbe un grande impulso grazie alla feconda attività del primo degli aretini illustri nel mondo delle arti e delle lettere, Gaio Cilnio Mecenate, il cui nome rimarrà per sempre legato alla promozione della cultura. Arezzo fu anche un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore.

 
Statua a Guido Monaco nella piazza omonima ad Arezzo.

Primo millennio d.C.

Al crollo dell'impero, Arezzo pur subendo il declino della decadenza dell'impero romano e delle invasioni barbariche, il prestigio secolare e la favorevole posizione sulla via Cassia mantennero ad Arezzo una forte importanza anche durante i secoli bui nell'Alto Medioevo. Terra di confine tra i domini dei Goti e l'esarcato bizantino di Ravenna fu testimone di aspri scontri fra le due fazioni e fu uno dei primi centri occupati dai Longobardi. I Goti e i Longobardi incisero molto sulla composizione etnica e sulla lingua degli aretini. I longobardi costruirono castelli e pievi gettando le basi di Arezzo medievale. Con l'arrivo dei Franchi di Carlo Magno che privilegiarono i rapporti con quello che ritenevano il più alto potere locale, il vescovado, la diffusione del Cristianesimo, infatti, era divenuta sede di episcopato. Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi. Dopo il mille il suo vescovo iniziò a fregiarsi, primo in Italia, del titolo di "Conte". A questo periodo risalgono il perduto "Duomo Vecchio" del colle del Pionta, ai cui lavori partecipò Maginardo, l'attuale Cattedrale e la Pieve di Santa Maria Assunta.

Sotto la protezione del vescovo si sviluppò nel contado aretino anche un folto numero di abbazie, che contribuirono a ricostruire un sistema di scambi ed un minimo ambito culturale. In questo periodo Arezzo vide la nascita di un altro dei suoi figli illustri: Guido Monaco. Fattosi benedettino nell'abbazia di Pomposa e successivamente a Roma, elaborò il nuovo metodo di notazione musicale ed il tetragramma.

Libero comune

Dopo il Mille al potere feudale, identificato con il vescovo che risiedeva fuori dalla città sull'altura del Pionta, arroccato come in un castello, venne affiancandosi un potere cittadino, l'ordinamento della città ebbe un'evoluzione e si affermò il libero comune: la presenza di un console è attestata ad Arezzo nel 1098. La duplicità di poteri generò presto un conflitto tra il vescovo, che vedeva la sua autorità feudale provenire dall'imperatore e quindi incarnava la prima espressione del partito ghibellino, e la magistratura cittadina. L'attrito sfociò in varie sollevazioni popolari contro il vescovo e nella rappresaglie di questo, che chiamò in soccorso l'imperatore Arrigo, il quale scendendo in Italia verso Roma, trovava per l'appunto Arezzo nella sua strada. La rappresaglia fu durissima ma non arrestò lo sviluppo del Comune, che proseguì soprattutto dopo il concordato di Worms del 1122 che poneva fine alle controversie tra impero e papato e, di fatto, alla figura dei vescovi-conti.

 
Palazzo Comunale

È a questo periodo, all'inizio del XIII secolo, che risale l'avvio della costruzione della Pieve, concepita per ospitare un vescovo ridimensionato alle sue funzioni pastorali, e di altre chiese che accogliessero gli ordini monastici inurbati forzatamente dopo la confisca dei loro possedimenti feudali. L'influenza territoriale di Arezzo crebbe notevolmente culminando con la presa di Cortona, avvenuta nel 1298 dopo una sanguinosa battaglia. Alla rinnovata importanza politica si accompagnò una fioritura culturale: la città si dotò di una università, lo Studium, i cui ordinamenti risalgono al 1252, brillarono i primi ingegni della nuova poesia lirica italiana Guittone d'Arezzo e Cenne de la Chitarra; della scienza con quel Ristoro che nel 1282 scrisse la prima opera scientifica in volgare; della composizione del mondo; e della pittura, con Margaritone d'Arezzo, poi affiancato da maestri fiorentini e senesi quali Cimabue e Pietro Lorenzetti. Nel 1304 infine nasceva ad Arezzo, da un fuoriuscito fiorentino, Francesco Petrarca.

La battaglia di Campaldino

Mentre la potenza di Arezzo cresceva sempre di più, cresceva contemporaneamente la voglia delle città vicine di pareggiarne l'importanza, ed era perciò inevitabile che si arrivasse allo scontro con Firenze e Siena. Dopo alterne vicende la Arezzo ghibellina subì una disfatta contro le armate senesi e fiorentine nella battaglia di Campaldino (1289) nei pressi di Poppi. In questa battaglia, a cui partecipò Dante Alighieri per la parte guelfa, morì anche il vescovo di Arezzo Guglielmino Ubertini. In seguito si affermò la signoria dei Tarlati di Pietramala, il cui principale esponente fu Guido Tarlati che pur essendo divenuto vescovo nel 1312 continuò a mantenere buoni rapporti con la fazione ghibellina, in Toscana e fuori, come ad esempio con gli Ordelaffi di Forlì. La signoria di Guido Tarlati mise temporaneamente fine alle dispute di fazione tra i Tarlati e gli Ubertini e la famiglia guelfa dei Bostoli; tanto feroci che San Francesco si era rifiutato a suo tempo di entrare in città, vedendola "infestata dai diavoli", episodio ricordato da Giotto negli affreschi della Basilica Superiore di Assisi.

Guido Tarlati risanò il bilancio delle Stato, portandolo a una tale floridità che Arezzo prese a battere moneta propria, ampliò la cinta muraria, concluse una onorevole pace con Firenze e riuscì ad allearsi con Siena e ad espandere il dominio territoriale verso sud e verso est, lui vescovo, a spese dei possedimenti pontifici; tanto che il Papa da Avignone lo scomunicò e lo dichiarò eretico. Ciò non gli impedì, nel 1327, di incoronare imperatore a Milano Ludovico il Bavaro. In questo periodo si era anche sviluppata una forte borghesia mercantile che aveva imposto alcune modifiche nel governo della città, come la creazione della magistratura del capitano del popolo e delle corporazioni delle arti, e la costituzione di una magistratura rappresentativa delle quattro parti in cui la città venne divisa: porta Crucifera, porta del Foro, porta Sant'Andrea e porta del Borgo, alle quali si richiamano i quattro quartieri che disputano l'odierna Giostra del Saracino.

A Guido Tarlati passato a miglior vita nel 1327 successe Pier Saccone, il fratello, che non era purtroppo della stessa pasta. Arezzo cominciò progressivamente a perdere terreno nei confronti della rivale Firenze, perdendo per la prima volta l'indipendenza nel 1337: Pier Saccone, pressato dagli oppositori interni, dai nemici esterni (fiorentini e perugini) e dalla crisi economica, cedette Arezzo a Firenze per dieci anni in cambio di denaro. Trascorso questo periodo, l'indipendenza fu recuperata, ma non la prosperità. La seconda metà del trecento fu caratterizzata tuttavia da una sostanziale pace sociale, che terminò bruscamente con il progetto del vescovo Giovanni Albergotti di fare entrare Arezzo nella sfera d'influenza del papato. Le lotte tra guelfi e ghibellini riesplosero con violenza, e la città conobbe più volte l'esperienza del saccheggio da parte di soldataglie mercenarie chiamate in soccorso ora dall'una ora dall'altra parte, o anche venute per l'una e passate all'altra se questa pagava meglio, secondo il costume dell'epoca. Ultimo fu il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy che transitava nella zona diretto a Napoli, dove doveva attaccare Carlo di Durazzo per conto di Luigi d'Angiò, e fu assoldato dalla parte ghibellina che era stata appena espulsa dalla città. Enguerrand prese con facilità quel che rimaneva di Arezzo, ma nel frattempo il suo signore Luigi d'Angiò moriva, lasciando l'armata senza scopo e senza soldo. Firenze ne approfittò immediatamente, offrendo al capitano francese quarantamila fiorini perché consegnasse Arezzo, ed egli accettò. Dopo di che, Enguerrand valicò l'Appennino, recando con sé la preziosa reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta a Forlì, Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini[2].

Nel 1384, dunque, Arezzo fu annessa allo stato toscano dominato da Firenze. Il dominio fiorentino è visibile d'ora in poi anche nell'architettura e nell'Arte: Spinello Aretino fu l'ultimo artista di scuola autoctona; dopo di lui prevale la scuola fiorentina. In questo periodo furono realizzati da Piero della Francesca gli affreschi della Leggenda della Vera Croce nella Basilica di San Francesco. Il governo fiorentino tentò di rendersi gradito alla città, riuscendovi in parte grazie alla saggia elezione a segretario della Repubblica di un aretino di alto spessore, lo storico e poeta Leonardo Bruni, che si adoperò per favorire l'integrazione di Arezzo nel nuovo Stato toscano ormai, con l'eccezione di Siena e Lucca, interamente sotto il controllo di Firenze. Vi fu tuttavia un lento decadimento economico e culturale della città. La parte più antica, comprendente la rocca e la Cattedrale, fu profondamente modificata con la costruzione della Fortezza Medicea, esempio precoce di fortificazione alla moderna.

Epoca moderna

 
Il quadrante dell'orologio di Felice da Fossato in Piazza Grande, 1552

Nel primo cinquecento Arezzo si trovò coinvolta in una rivolta antifiorentina, che oppose a Firenze il capitano di ventura Vitellozzo Vitelli, il "duca Valentino" Cesare Borgia e suo padre papa Alessandro VI, e il re di Francia Luigi XII. La sommossa si spense però dopo pochi giorni, e costò la vita al Vitelli che fu fatto uccidere dallo stesso Cesare Borgia durante un banchetto, con un metodo cui Niccolò Machiavelli dedicò un addirittura un trattato datato 1503. Nel 1525 sulla città e sul contado si abbatté una pestilenza, cui seguì una carestia che mise in ginocchio l'economia aretina e portò ad una nuova sollevazione contro Firenze nel 1529, anche questa però più legata ad avvenimenti esterni che ad una vera volontà popolare. I Medici, che erano stati scacciati da Firenze nel 1527, avevano ora dalla loro il papa Clemente VII, appartenente alla famiglia dei Medici. Questi concluse una pace con l'Impero e si assicurò così una armata imperiale, comandata da Filiberto d'Orange, per imporre a Firenze il ritorno dei Medici. L'armata proveniente da Roma passò dal territorio di Arezzo, allora parte dei possedimenti fiorentini e presidiata da una guarnigione fiorentina, e la città anziché tentare una improbabile resisterenza all'assedio pensò di profittare della situazione per riconquistare l'indipendenza, trattando la resa tramite un ufficiale dell'esercito imperiale originario della Valtiberina, tale Francesco di Bivignano, detto "il conte rosso". La guarnigione fiorentina si rifugiò in fortezza ma fu presto cacciata, mentre il Conte Rosso si impadroniva di parte del Valdarno, Anghiari e Sansepolcro. Ma terminata la contesa con la sconfitta della Repubblica fiorentina a Gavignana nell'agosto del 1530, i Medici non videro più la ragione per tenere Arezzo separata dal resto della Toscana, ed inviarono di nuovo l'esercito imperiale a prenderne possesso. Nel 1554 cadeva anche Siena, ed una quindicina di anni dopo tutta la Toscana, con l'eccezione di Lucca e dello Stato dei Presidii presso l'Argentario, diveniva Granducato. Cosimo I Medici attuò ad Arezzo un piano di ristrutturazione urbanistica a scopi difensivi: il perimetro della cinta muraria fu ridotto come il numero delle porte, la fortezza fu ricostruita e ampliata. In questo contesto fu anche completata la cattedrale, e furono abbattuti alcuni storici edifici, tra cui l'antico palazzo comunale e il palazzo del capitano del popolo, per fare spazio alle Logge dovute alla mano di Giorgio Vasari. Durante i lavori di scasso vennero rinvenute le celebri statue di bronzo della Minerva e della Chimera di Arezzo. Il periodo del Granducato Mediceo a partire dalla seconda metà del Cinquecento vide però, in tutta la Toscana, un lento ma inesorabile decadimento economico e culturale accompagnato da decremento demografico, che si invertirà solo nel settecento, con le iniziative illuminate di Pietro Leopoldo di Lorena.

Nel XVIII secolo fu portata a termine la bonifica della Val di Chiana. Nel 1796 cominciò una campagna militare di invasione dell'Italia da parte dei francesi. Il generale comandante di questa invasione era Napoleone Bonaparte. Anche Arezzo fu conquistata ma nel 1799 fu il centro del movimento del "Viva Maria", una delle insorgenze antinapoleoniche avvenute in quegli anni in Italia.

In seguito a questi fatti Arezzo fu riconosciuta dal Granduca di Toscana capoluogo di provincia. Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi Arezzo, entrò a far parte del regno d'Italia.

La riconquistata autonomia amministrativa e l'apertura delle comunicazioni ferroviarie con Firenze e Roma stimolarono nuovi fermenti. Lo sviluppo continuò tra Ottocento e Novecento, com'è dimostrato dalla forte crescita della popolazione, dal progressivo spostarsi del centro cittadino verso la pianura con la costruzione di nuovi Quartieri, nonché da varie iniziative industriali e commerciali. Una brusca interruzione di questo processo evolutivo fu causata dalla seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti distrussero quasi il 60% degli edifici, con danni ingenti anche al patrimonio artistico il quale venne comunque recuperato. Gli Aretini parteciparono con coraggio alla lotta partigiana, pagando un pesante tributo di vittime. Nel dopoguerra ci si accinse con fervore alla ricostruzione, e già negli anni cinquanta era ripreso in pieno lo sviluppo, che tendeva ormai a conferire alla città nuovi connotati urbanistici, economici e politici.

Evoluzione demografica

 
Casa dei Lappoli

Abitanti censiti[3]

Cultura

Personalità legate ad Arezzo

«Giorgio, s'i'ho nulla di buono nell'ingegno, egli è venuto dal nascere nella sottilità dell'aria del vostro paese d'Arezzo.»

Feste e ricorrenze

Le feste proprie della città sono quelle del patrono San Donato, il 7 agosto e quella della Madonna del Conforto il 15 febbraio. Il 10 gennaio si festeggia il Beato Gregorio X, compatrono della città.

 
Gli sbandieratori alla Giostra del Saracino

Manifestazioni e fiere

Ogni prima domenica del mese e il sabato precedente si tiene nel centro storico la "Fiera antiquaria". Il 9, 10 e 11 settembre di ogni anno si tiene la "fiera di settembre" (Fiera del Mestolo).

L'ultima settimana di agosto si svolge un concorso corale polifonico internazionale dedicato a Guido Monaco al quale partecipano cori di altissimo livello provenienti da tutto il mondo, nel 2007 ha ospitato il Gran Premio Europeo di Canto Corale.

In autunno si svolge il Festival Internazionale "I Grandi Appuntamenti della Musica" organizzato dall'Ente Filarmonico Italiano con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il contributo dei principali enti territoriali.

Tra il 1986 e il 2006 Arezzo è stata sede della manifestazione rock Arezzo Wave, oggi di carattere itinerante e rinominata Italia Wave. A partire dal 2007 prende il suo posto PLAY Arezzo Art Festival, manifestazione culturale sempre incentrata sulla musica rock. Tra gli artisti invitati vi sono i Negrita, Peter Gabriel, Lou Reed, Joan Baez, Ben Harper, Goran Bregovic, Carmen Consoli, Max Gazzè, Peter Brook, Subsonica, Tracy Chapman e Patty Smith.

Giostra del Saracino

Nel quadro delle rievocazioni storiche, di cui il centro Italia è ricco, si colloca la Giostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel 1931, la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna. Nella giostra si sfidano i 4 quartieri della città: Quartiere di Porta del Foro, Porta Crucifera, Porta S.Andrea e Porta S.Spirito. Ogni cavaliere corre la lizza in base all'ordine stabilito dall'estrazione delle carriere, un rito che si svolge nella piazza del Comune una settimana prima della Giostra. Il cavaliere porta una lancia con la quale deve colpire il tabellone sostenuto dal buratto, una statua lignea rappresentate il Saraceno (da cui il nome). Il punteggio è compreso tra uno e cinque punti; ogni quartiere corre due volte finché, ricorrendo talvolta allo spareggio, un quartiere non predomina sugli altri.

Film girati ad Arezzo e provincia

Monumenti e luoghi d'interesse

Principali chiese

 
Il Duomo
 
Crocifisso ligneo di Cimabue
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Arezzo.

Edifici e luoghi di pregio

 
Logge del Vasari in Piazza Grande

Musei

Geografia antropica

Frazioni

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Giovi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Giovi (Arezzo).

Giovi è una frazione situata a 241 metri sul livello del mare, arroccata sulla riva sinistra del fiume Arno sopra lo strapiombo dominante la confluenza del torrente Chiassa. Al limite della piana di Arezzo, dista Km. 6,16 in direzione Nord dalla città. Allocato nei pressi dell'intersezione fra la S.R. 71 (ex S.S. Umbro Casentinese) e la S.P. della Libbia che, ad Est, attraverso i valichi della Scheggia e di Anghiari raggiunge la Valtiberina e, ad Ovest inesta, in loc. Quarata, sulla S.P. Setteponti che dirige verso il Valdarno e Firenze.

Nel 2008 la sua popolazione era di 737 abitanti, e la sua parrochia, comprendente Borgo a Giovi, Ponte alla Chiassa, Petrognano e frazioni minori, aveva una consistenza 1750 abitanti residenti.

Olmo

 
Veduta di Olmo

La frazione di Olmo, con i suoi 3.500 abitanti, è situata a circa due km dalla città e cinque km dal centro storico. Olmo è famoso per un importante ritrovamento di un teschio di Homo sapiens vissuto nel Pleistocene medio. Al confine tra Olmo e la vicina frazione di S. Anastasio si trova la storica Villa Mancini. La chiesa del paese di Olmo risale alla fine degli anni sessanta, fino al 1995 è appartenuta al movimento dei francescani e successivamente è stata ceduta alla curia vescovile. Ultimo frate francescano a guidare la parrocchia è stato "padre Graziano" (Sante Conti ). Negli ultimi anni, inoltre, vi sono state eseguite varie opere di ristrutturazione ed ampliamento tra le quali la costruzione del campanile di cui la chiesa stessa era sprovvista. I santi patroni del paese sono S. Vincenzo e S. Anastasio che si festeggiano il 22 gennaio. Per gli amanti delle camminate, delle corse in montagna a piedi ed in mountain-byke il paese di Olmo è adatto come punto di partenza in quanto dallo stesso hanno inizio alcune strade e sentieri che portano verso il monte Lignano, visibile voltando lo sguardo ad est, confluendo nel famoso " sentiero 50 " che unisce il lago Trasimeno, partendo da Passignano (PG), fino al monte della Verna in Casentino (AR).

Palazzo del Pero

 
Pieve di San Donnino a Maiano

Palazzo del Pero è una frazione del Comune di Arezzo ed è il capoluogo della Circoscrizione 6, è situata a 10 km dalla città in direzione S. Sepolcro

La Circoscrizione con i suoi 102.5 km², è poco meno di un terzo di tutto il Comune. È zona montana e con i 12 abitanti per km², risulta la zona meno densamente popolata. Le altre frazioni della circoscrizione sono Pieve a Ranco e Rassinata. La zona ha un grande valore paesaggistico e racchiude nel suo territorio una serie di piccoli gioielli artistici come la Pieve di S.Donnino, risalente al VII secolo(Tafi) le cui absidi (XI secolo) sono visibili dall'interno della canonica , la Badia di S. Veriano, il Castello di Ranco e molti altri ancora.

Patrignone

 
Dettaglio della Cappella Palatina della Villa di Colle Allegro
 
Dettaglio del giardino della Villa di Colle Allegro

Piccola frazione sulla via per il Casentino. Ospita la Villa di Colle Allegro. Di origine seicentesca ha subito molti rimaneggiamenti e ampliamenti. Il più importante a fine ottocento quando il proprietario di allora, Lorenzo Guiducci, la arricchì di due ali, la riempì di simboli della libera muratorìa e trasformò la sala al primo piano in un Tempio massonico.

Quarata

Quarata si trova in direzione nord rispetto al centro della città, conta circa 2.000 abitanti e amministrativamente fa parte della Circoscrizione 1. È uno dei nuclei medievali più importanti del comune d'Arezzo. Secondo alcuni studiosi, il suo castello fu usato da Leonardo da Vinci come punto d'osservazione del paesaggio che poi dipinse nella Gioconda. Il 10 gennaio 1276, qui vi morì Gregorio X, al suo ritorno dal concilio di Lione II. Il patrono è Sant'Andrea apostolo.

San Zeno

La frazione di San Zeno si trova presso le frazioni di Olmo e Ripa di Olmo. Vi si trova una grande zona industriale, oltre ad un impianto di incenerimento rifiuti. Da qui parte la superstrada che collega Arezzo con Siena.

Una cappella Sancti Zenoni è documentata nel 1022 e risulta dipendente dalla Pieve di Santa Mustiola a Quarto nel 1113. Nel XIII secolo la chiesa fu costruita in stile romanico, riconoscibile oggi soltanto nella facciata. L'interno è costituito da un'unica navata.

Ogni anno nel giorno del venerdì santo viene rievocata la crocefissione di Cristo nelle colline di San Zeno: si tratta di una rappresentazione che risale a molti anni fa, una delle più antiche della provincia.

Il 30 aprile 2008 nella zona industriale di San Zeno ad Arezzo è stato inaugurato il primo idrogenodotto al mondo realizzato in area urbana. Il meccanismo di funzionamento è semplice: l'idrogenodotto, attraverso un percorso sotterraneo profondo circa un metro e 20 centimetri, porta idrogeno puro alle ditte orafe di Arezzo, all'HydroLAb e, in tempi strettissimi, anche alle abitazioni della zona di S. Zeno. La produzione energetica, avviene attraverso l'utilizzo di generatori a idrogeno che hanno come unica emissione vapore acqueo.

Economia

Fino al primo dopoguerra l'economia della città si è basata sostanzialmente sulla coltivazione delle campagne circostanti e, soprattutto, sul commercio e intermediazione dei prodotti agricoli delle quattro vallate. Risale a questo periodo un foro boario destinato al mercato degli animali come, ad esempio, i bovini di razza chianina. Questo tipo di attività non è del tutto abbandonata sebbene sia diventata marginale rispetto ad altre.

Nel primo dopoguerra, infatti, la posizione favorevole di Arezzo rispetto alle vie di comunicazione cominciò ad essere valorizzata grazie alla costruzione della linea ferroviaria Roma-Firenze e di tre ferrovie secondarie: la Arezzo-Fossato di Vico, la Arezzo-Stia e la Arezzo Sinalunga. La prima grande industria della città, la Sacfem, produceva e forniva materiale rotabile a queste ferrovie.

Dopo la Seconda guerra mondiale la vocazione industriale della città proseguì non più nel settore delle costruzioni ferroviare ma nella lavorazione dei metalli preziosi. Sorgono in questo periodo centinaia di piccole e medie aziende specializzate in questa attività ed alcune grandi aziende, come la UnoAErre. Attualmente la città è al centro di uno dei principali distretti orafi del paese. L'attività industriale, fino al 1980 circa, si basava anche sulla moda (si pensi, ad esempio, alla Lebole) ma questo settore, sebbene largamente presente nella provincia, ha progressivamente abbandonato la città.

I servizi comprendono un settore turistico alberghiero in sviluppo: la città ha potenzialità turistiche probabilmente non completamente sviluppate; comprendono un settore bancario e finanziario: ha sede in città Banca Etruria; comprendono l'informatica e le telecomunicazioni: la principale azienda della città per numero di addetti in questo settore, continua ad essere Eutelia.

Dal punto di vista socio-economico la città non ha gravi problemi di disoccupazione. Forse è ancora troppo sbilanciata verso il settore orafo che, nei ciclici momenti di crisi, può creare qualche disagio.

Trasporti

 
L'autostrada del Sole nei pressi di Arezzo

Strade

La principale infrastruttura viaria che serve la città è l'Autostrada A1, alla quale è collegata da un breve raccordo che si dirama dalla tangenziale urbana e raggiunge il casello in 8 km. Arezzo è toccata anche da tre ex-strade statali: la SS 69 (ora SR 69) che la collega a Firenze attraversando tutto il Valdarno superiore; la SS 73 (ora SP 157 e SR 73) che collega le località di Braccagni (GR) e Sansepolcro (AR) passando per Siena e Arezzo; la SS 71 (ora SP 152, SR 71, SP 142, SP 138, SP 7 e SP 118) che collega le località di Montefiascone (VT) e Ravenna passando per Orvieto, Cortona, Arezzo e Cesena. La città è inoltre al centro della S.G.C. Due Mari Grosseto-Fano, itinerario ancora in via di realizzazione definitiva, che tuttavia consente, grazie ai tratti già in funzione (SS 680 e SS 73 var), un collegamento più veloce rispetto alla viabilità ordinaria con Siena a Sud-Ovest e la Valtiberina a Nord-Est.

 
ETR 500 sul viadotto sull'Arno a Rondine

Distanza dalle principali città italiane

Bari 645 km
Bologna 163 km
Firenze 75 km
Genova 310 km
Milano 375 km
Napoli 415 km
Palermo 1120 km
Roma 215 km
Torino 470 km
Venezia 335 km

Ferrovie

La città è attraversata dalla linea lenta Firenze-Roma e sul territorio comunale sono presenti due interconnessioni con la Direttissima che consentono ai treni che la percorrono di effettuare la fermata nella stazione di Arezzo. La stazione è ancora il punto di partenza di due delle già citate linee locali, elettrificate e a binario unico: la Arezzo-Stia che collega il capoluogo con la valle del Casentino e la Arezzo-Sinalunga che collega il capoluogo con le località della Valdichiana non servite dalla linea Firenze-Roma. Le due linee non sono di competenza di RFI e Trenitalia ma sono date in concessione a La Ferroviaria Italiana che le gestisce tramite le due società Rete Ferroviaria Toscana e Trasporto Ferroviario Toscano. La linea Arezzo-Fossato di Vico è invece dismessa dal 1945 anche se recentemente se ne è ipotizzata la riattivazione.

Aeroporti

L'Aeroporto di Arezzo-Molin Bianco, codice ICAO "LIQB", è una piccola infrastruttura non aperta ad aerei di linea ma solo a piccoli aerei privati. La pista in asfalto è lunga 750 m. e larga 70. Da tempo viene avanzata la proposta di migliorare le caratteristiche dello scalo per poterlo aprire in futuro a voli internazionali, attraverso lavori di allungamento della pista, adeguamento raccordi di rullaggio e miglioramento delle segnaletiche orizzontale e verticale. I principali impianti aeroportuali internazionali o intercontinentali più vicini alla città restano dunque Aeroporto di Firenze-Peretola (circa 90 km), Aeroporto di Forlì (circa 140 km), Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale (circa 190 km), Aeroporto di Pisa-San Giusto (circa 180 km) e Aeroporto di Roma-Fiumicino (circa 240 km).

Amministrazione

  Lo stesso argomento in dettaglio: Elenco dei sindaci di Arezzo.

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Città gemellate

Sport

  • Associazione Calcio Arezzo
  • BancaEtruria Volley Arezzo
  • Saione Pallavolo
  • Vasari Rugby Arezzo
  • Arezzo Quad Club
  • Circolo Schermistico Aretino
  • A.S.D. Calypso Sommozzatori Arezzo
  • Arezzo Atletica: ALGA EtruscAtletica
  • Lions Hockey Club Arezzo
  • Scuola Basket Arezzo (nel 2009 gioca nella Serie B Dilettanti)
  • Dragon Korps SoftAir Team Arezzo
  • Street Survival Skatepark Bmx e Skate (competizioni sport skate e bmx a livello nazionale dal 2000)
  • Amatori Podistica Arezzo

Arezzo è stata diverse volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1925, l'ultima nel 2003.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo ad Arezzo
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1925 Sulmona 376   Costante Girardengo   Alfredo Binda
1928 Predappio 148   Alfredo Binda   Domenico Piemontesi
1937 Livorno 190   Giuseppe Olmo   Giovanni Valetti
1940 Terni 183   Primo Volpi   Enrico Mollo
1950 13ª Rimini 244   Luciano Maggini   Hugo Koblet
1959 Abetone 178   Armando Pellegrini   Charly Gaul
1963 Bolsena 192   Vendramino Bariviera   Diego Ronchini
1981 11ª Cascia 199   Giovanni Renosto   Giuseppe Saronni
1992 Uliveto Terme 174   Maximilian Sciandri   Miguel Indurain
1997 San Marino 155   Mario Cipollini   Pavel Tonkov
2003 Rieti 217   Mario Cipollini   Stefano Garzelli

Note

  1. ^ Bilancio demografico anno 2009, in ISTAT. URL consultato l'11-02-2010.
  2. ^ Cf. G. Pecci, Gli Ordelaffi, Fratelli Lega Editori, Faenza 1974, p. 135.
  3. ^ Dati tratti da:

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Voci correlate

Collegamenti esterni

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