Cecenia
Template:Avvisounicode Template:Repubblica Russa La Repubblica Cecena (in russo Чеченская Республика, in ceceno Нохчийн Республика/Noxçiyn Respublika), nota anche come Cecenia (in russo Чечня, in ceceno Нохчичьо/Noxçiyçö), è una repubblica autonoma della Federazione Russa. Confina a nordovest con la regione di Stavropol', ad est e nordest con la repubblica del Daghestan, a sud con la Georgia e ad ovest con le repubbliche dell'Inguscezia e dell'Ossezia del Nord. Si trova sulle montagne del Caucaso settenrionale nel distretto federale meridionale della Federazione Russa.
Storia
Parte dell'impero russo fino al 1859, Cecenia ed Inguscezia furono inglobate nella Repubblica Autonoma Socialista Sovietica Ceceno-Inguscia durante la nascita dell'Unione Sovietica. 
Durante la seconda guerra mondiale i ceceni furono deportati dal governo centrale sovietico nella repubblica sovietica del Kazakhstan. Fu loro concesso di ritornare alla loro regione d'origine solo nel 1957. 
Dopo il collasso dell'Unione Sovietica in Cecenia nacque un movimento indipendentista che entrò in conflitto con la Russia, non disposta a riconoscere la secessione della Cecenia.
Džokhar Dudayev, il presidente nazionalista della repubblica cecena, dichiarò l'indipendenza dalla Russia nel 1991. Nel 1994 il presidente russo Boris Eltsin inviò 40.000 soldati nella repubblica per impedirne la secessione e dando avvio alla prima guerra cecena. Tra i motivi dell'opposizone russa vi è anche la produzione petrolifera locale. 
La Russia si è trovata presto in una situazione difficile, paragonabile a quella già sperimentata in Afghanistan. Le sue truppe mal equipaggiate e poco motivate subirono sconfitte anche notevoli ad opera dei ribelli ceceni. Le truppe russe riuscirono a prendere il controllo di Groznyj, la capitale, solo nel febbraio del 1995. Nell'agosto 1996 Eltsin si accordò con i leader ceceni per un cessate il fuoco che portò nel 1997 alla firma di un trattato di pace. 
Il conflitto tornò a divampare nel 1999, annullando de facto il trattato esistente, dando inizio alla seconda guerra cecena. I separatisti ceceni continuano a rivendicare l'indipendenza della Cecenia ed hanno organizzato diversi attentati sia in Cecenia che in altre regioni della Russia, inclusa Mosca. La maggior parte della Cecenia è attualmente sotto il controllo dei militari federali russi.
Politica
La Cecenia è ufficialmente una Repubblica federata alla Federazione Russa, la cui Costituzione regionale è entrata in vigore il 2 aprile 2003, dopo un referendum tenutosi il 23 marzo 2003. Il referendum è stato però bollato come "farsa" da molte ONG, come anche larga parte delle tornate elettorali tenutesi in Cecenia dal 1999 in poi.
Sin dal 1990 la repubblica cecena è stata al centro di conflitti legali, militari e civili riguardanti la sua indipendenza. L'attuale governo recepisce la maggior parte delle leggi della precedente Repubblica socialista sovietica, della successiva Repubblica cecena e della Federazione Russa. Questo compromesso viene visto da alcuni come troppo pro-federale. A dispetto dell'opinione corrente, la maggior parte dei cittadini ceceni vede la propria Repubblica come parte della Federazione Russa (oltre il 70% anche secondo sondaggi di fonte indipendente e anti-russa).
Alla fine della prima guerra russo-cecena (1991-96), iniziata a causa della già citata proclamazione dell'indipendenza da parte dell'allora Presidente Dudayev (successivamente ucciso), viene eletto come primo Presidente della Cecenia Aslan Maškhadov, il Comandante delle Forze ribelli che firmò con il Generale Aleksandr Lebed la tregua con le forze armate russe.
Maškhadov è stato eletto con un mandato quadriennale in un'elezione tenuta sotto monitoraggio internazionale nel 1997, quando i separatisti rappresentavano una forza maggioritaria. Tuttavia una grave crisi economica, le continue azioni terroristiche di Shamil Basayev e la perdurante presenza di "signori della guerra" che sostituivano anche completamente l'autorità governativa ridimensionarono fortemente la figura del Comandante Maškhadov.
Nel 1999, Basayev decideva di allargare lo spettro del conflitto al vicino Daghestan. A nulla sono serviti i tentativi di Maškhadov di ridurlo a più miti consigli. Nel 2001, Maškhadov promulgava un decreto che ne prorogava la carica per un altro anno. Non gli è stato tuttavia possibile partecipare elle elezioni presidenziali del 2003, dato che i partiti separatisti furono posti fuori legge e che su di lui pendesse l'accusa di far parte di forze separatiste.
Maškhadov fu costretto a ritirarsi sulle montagne, mentre il 5 ottobre 2003 Akhmad Kadyrov, uno dei primi leader della guerra separatista - visto oggi dai separatisti come un traditore - è stato eletto Presidente della Repubblica con l'83% dei consensi. L'OSCE ha tuttavia segnalato brogli elettorali e atti di intimidazione da parte dei soldati russi, nonché l'esclusione delle liste separatiste dalla contesa elettorale. A capo del Consiglio di Sicurezza ceceno è salito Rudnik Dudaev, mentre Anatolij Popov è diventato Primo Ministro.
Lo scorso 9 maggio 2004, Kadyrov è stato ucciso in uno stadio di Groznyj con una mina posta nella tribuna d'onore fatta esplodere durante una parata a commemorazione della seconda guerra mondiale. Sergej Abramov ne ha assunto le funzioni ad interim dopo l'attentato.
Il 29 agosto 2004 si è tenuta una nuova elezione presidenziale. Stando alla commissione elettorale cecena, Alu Alkhanov, ex ministro dell'interno, ha ricevuto il 74% dei consensi. L'affluenza alle urne è stata dell'85,2%. Alcuni osservatori, quali il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e la Federazione Internazionale dei Diritti Umani di Helsinki, nonché i partiti di opposizione hanno contestato l'elezione citando, tra le altre cause, anche la mancata accettazione della candidatura del principale oppositore Malik Saidullayev dovuta a vizi di forma.
Anche la conduzione dell'elezione è stata contestata, senza tuttavia l'apertura di contestazioni formali. Le elezioni sono state sorvegliate nel loro svolgimento dalla Comunità di Stati Indipendenti e dalla Lega Araba. Gli osservatori occidentali, benché invitati, non hanno partecipato all'osservazione.
Dopo la morte di Maškhadov (avvenuta il 9 marzo 2005), il nuovo capo dei separatisti è Abdul Kalim Sadulayev, esponente di quella "nuova guardia" stanca dei silenzi dell'Occidente e che non ha esistato nel Settembre del 2005 a destituire i vecchi ministri del defunto Maškhadov, sostituendoli con personaggi più estremisti come Shamil Basyaev (autore del sequestro del Teatro Dubrovka del 2002 e del massacro di Beslan del 2004).
Divisioni Amministrative
Distretti
La Repubblica di Cecenia è divisa nei seguenti distretti (in russo районы)
- Naurskij (Наурский)
- Shelkovskoj (Шелковской)
- Nadterečnyj (Надтеречный)
- Groznenskij (Грозненский)
- Gudermeskij (Гудермесский)
- Sunženskij (Сунженский)
- Ačkhoj-Martanovskij (Ачхой-Мартановский)
- Urus-Martanovskij (Урус-Мартановский)
- Šalinskij District (Шалинский)
- Kurčaloevskij (Курчалоевский)
- Itum-Kalinskij (Итум-Калинский)
- Šatojskij (Шатойский)
- Vedenskij (Веденский)
- Nožaj-Jurtovskij (Ножай-Юртовский)
- Šarojskij (Шаройский)
Principali centri urbani
Geografia
- Popolazione: 1,3 milioni di abitanti
- Area: 19,300 km²
- Confini:
- Interni alla Russia:
- Internazionali:
 
Fiumi:
- Terek
- Sunža
- Argun
Economia
Nel 2003
Durante gli anni della guerra l'economia cecena è collassata. Il prodotto interno lordo, se fosse attendibilmente misurabile, risulterebbe essere una frazione di ciò che era prima delle guerre. I problemi dell'economia cecena hanno anche impatto sull'economia federale russa - molti crimini finanziari negli anni '90 sono stati commessi da (o con la copertura di) organizazioni finanziarie cecene. La Cecenia è all'interno della Federazione Russa la regione in cui si registrano i maggiori movimenti di capitali da dollari a rubli. Consistente è il giro di dollari USA falsi. I separatisti hanno previsto l'introduzione di una valuta locale, il Nahar, ma l'esercito federale russo finora l'ha impedita.
Tra gli effetti della guerra rientra la distruzione di circa l'80% del potenziale economico della Cecenia. L'unico settore industriale che è stato finora ricostruito è l'industria petrolifera. Nel 2003 la produzione locale è stata stimata in circa 1,5 tonnellate (circa 30.000 barili al giorno) contro la produzione massima degli anni '80 di circa 4 milioni di tonnellate. La produzione del 2003 rappresenta circa lo 0,6% della produzione totale russa.
Il tasso di disoccupazione è al 76%. Nonostante qualche miglioramento, baratto ed espedienti sono praticati da gran parte della popolazione.
Secondo il governo federale russo, sono stati spesi dal 2000 ad oggi oltre 2 miliardi di dollari per la ricostruzione dell'economia cecena. Tuttavia, secondo l'equivalente russo della Corte dei Conti (Sčotnaja Palata) non più di 350 milioni di dollari sono stati spesi come pianificato.
Popolazione
La maggior parte dei ceceni è di religione musulmana sunnita; la regione vi fu convertita tra il XVI secolo ed il XVIII secolo.
Alla fine dell'era sovietica i russi rappresentavano il 23% circa della popolazione (269.000 nel 1989), tuttavia la guerra ed i conflitti sociali hanno spinto molti russi a lasciare il paese. Alla fine degli anni '90 ne rimanevano nel paese circa 60.000.
Le lingue usate nella repubblica sono la lingua cecena e la lingua russa. La lingua cecena appartiene alla famiglia lingustica Vaynakh, o del Caucaso centro-settentrionale, che include anche le lingue inguscia e batsb. Alcuni ricercatori collocano questa famiglia linguistica in una super-famiglia ibero-caucasica.
La Cecenia ha una tra le popolazioni più giovani della Federazione Russa, la cui popolazione sta generalmente invecchiando. Nei primi anni '90 era una tra le poche regioni la cui popolazione cresceva in modo naturale.
- Popolazione: 1.103.686 abitanti (2002)
- Urbana: 373.177 (42.5%)
- Rurale: 730.509 (57.5%)
- Maschi: 532.724 (48.3%)
- Femmine: 570.962 (51.7%)
 
- Età media: 22,7 anni
- Urbana: 22,8 anni
- Rurale: 22,7 anni
- Maschile: 21,6 anni
- Femminile: 23.9 anni
 
- Numero di nuclei familiari: 195.304 (1.069.600 persone)
- Urbano: 65.741 (365,577 persone)
- Rurale: 129.563 (704,023 persone)
 
Collegamenti esterni
in inglese, dove non altrimenti specificato
- Lingua cecena [1]
- (RU) Sito ufficiale del governo ceceno pro-russo
- Sito ufficiale bilingue della ChRI news media
- (RU) Daimokh
- Ministero degli esteri della ChRI (l'autoproclamato governo indipendentista)
- Il trattato di pace russo-ceceno del 12 maggio 1997
- forum moderato di notizie sulla Cecenia
- Russia Links Arab Millitants to Bombing in Chechnya by Michael Wines. The New York Times, December 28, 2002
- Almanacco "Fenomeno Cecenia" (in inglese e russo)
- CBC.ca News Indepth: Chechnya
- (PL) Dobbiamo parlare coi ceceni - afferma Grigorij Javlinskij
- Sondaggi sulla Cecenia (ulteriori informazioni nella versione russa del sito)
- Di chi è la colpa?
- L'opinione di un gruppo di politici baltici sulle ultime elezioni presidenziali in Cecenia
- L'opinione dei russi sulla Cecenia
- Protesta a Groznyj contro la grazia a Budanov
- Il rapporto PACE sulla situazione politica in Cecenia
- Il rapporto PACE sulla situazione dei diritti umani in Cecenia
- WashingtonPost: Is there no solution to the nine-year-old Chechen bloodbath?
Bibliografia
in italiano
- CECENIA- Ovvero l'irresistibile ascesa di Vladimir Putin di Jacques Allaman, Fazi Editore (2003)
in inglese
- Russia's Chechen Wars 1994 - 2000: Lessons from Urban Combat, by Olga Oliker. ISBN 0833029983. A strategic and tactical analysis of the Chechen Wars.
- Estratti significativi dell'opera sono disponibili gratuitamente on-line all'indirizzo http://www.rand.org/publications/MR/MR1289/