Mercenari svizzeri
I Mercenari svizzeri si mettono in luce particolarmente nel XV secolo dedicandosi per lungo tempo all'attività militare mercenaria quale unico sbocco alla loro miseria.

Sono gli stessi che sconfiggono nella battaglia di Nancy, 1477, il superbo, ma anche ottuso, Carlo il Temerario di Borgogna causandone la morte e la distruzione del suo splendido Ducato.
Sono rozzi montanari gelosi custodi nelle proprie valli delle libertà e tradizioni che hanno strappato al potere feudale, ma pronti ad accorrere, negli altri Stati, in aiuto degli eredi di quel sistema politico che hanno combattuto nei propri territori, contribuendo, a volte in maniera detrminante, a mantenerli al potere o ad ampliarne i domini.
La loro comparsa cambia il modo di combattere, le loro formazioni semplici e primitive rivoluzionano le tecniche belliche segnando la disfatta del Cavaliere medievale e della Cavalleria medievale come arma definitiva.
La Formazione
Combattono in quadrati massicci, che richiamano la testuggine romana, armati di picche, opponendosi come istrici dai lunghi aculei agli attacchi della cavalleria che nulla può: solo il Piccinino darà loro a Bellinzona una sanguinosa lezione, facendo scendere da cavallo i cavalieri ed affrontare gli svizzeri in un corpo a corpo vittorioso.
I loro capi, per lo più piccoli nobili o piccoli feudatari decaduti appartenenti a quella che qualcuno chiamerà spazzatura feudale, combattono assieme a loro e con loro vincono o muoiono, sviluppando così un alto grado di spirito di corpo. Gli svizzeri sono devoti e valorosi finché vengono pagati, attenti al denaro ed al bottino, lontani da ambizioni politiche, ma fulminei ad abbandonare il proprio committente se ritarda il soldo: Pas d'argent pas de Suisses.
Sono veri professionisti seri e puntuali, inflessibili nel dare ma altrettanto inflessibili nel pretendere il dovuto, diventano uno stereotipo umano e militare non solo per i propri lontani eredi nazionali ma per i contemporanei che ad essi si ispirano come i Landsknecte tedeschi la cui presenza nei campi di battaglia è spesso risolutiva.
Essi non combattono pro aris et focisTemplate:Rif; una vittoriosa campagna bellica li rende carichi di ricchezze, anche se contro di loro si leva la voce di Machiavelli che, con molta acrimonia, li pone alla base delle disgrazie d'Italia. Sono coraggiosi e feroci, sprezzanti del pericolo combattono per sopravvivere.
I loro ultimi epigoni sono le attuali guardie svizzere del Vaticano.
Note
- 1Template:Note de Fourquevaux R. - Instructions sur le faict de la guerre - 1584.
Bibliografia
- Duby G. - Lo specchio del feudalesimo - Bari, Laterza, 1998, ISBN 842056502.
- Le Goff J. - L'uomo medievale - Bari, Laterza, 1999, ISBN 8842941971.
- Mallet M. - Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento - Bologna, Il Mulino, 1983, ISBN 8815002944.
- Rendina C. - I capitani di ventura - Roma, Newton, 1999, ISBN 8882890562.
- Piccinni G. - I mille anni del Medioevo - Milano, Bruno Mondadori, 1999, ISBN 8842493554.