Laura Peperara
Laura Peperara, o Peverara (Mantova, 1563 – Ferrara, 29 dicembre 1600), è stata una cantante, arpista e danzatrice italiana.
Biografia
Laura Peperara nacque a Mantova molto probabilmente nell'estate del 1563.[1] Sua madre, Margherita Costanzi (ca 1541-1589),[2] figlia di Annibale Costanzi (m. 1558), militare di origine napoletana e comandante dei cavalleggeri del duca Federico II Gonzaga,[3] era dama della duchessa Margherita Paleologa.[4] e sposò nel settembre del 1559 Vincenzo Peveraro (1531-1622),[5] letterato al servizio della famiglia Gonzaga, figlio del mercante mantovano Guglielmo Peveraro (1482-1562).[6]
Figlia unica,[7] Laura fu certamente istruita nelle lettere e nella lingua latina dal padre. Cresciuta nell'ambiente della corte mantovana, è possibile che la sua educazione musicale le fosse impartita unitamente ai giovani Vincenzo, Margherita e Anna, i figli del duca Guglielmo Gonzaga, noto appassionato di musica e compositore egli stesso. E poiché il duca si avvaleva allora dei servizi del maestro di cappella Giaches de Wert, fu probabilmente questo musicista fiammingo il maestro di musica e canto di Laura.
È poi possibile che suo maestro di arpa, strumento preferito da Laura, sia stato il virtuoso Abramo dell'Arpa (1503-1587),[8] o anche il nipote Abramino, appartenenti a una famiglia di arpisti in quel tempo molto noti e attivi a Mantova. Quanto alla danza, era rinomato nella corte gonzaghesca un «Isacchino ebreo», danzatore, cantante e liutista che «insegnava a sonare e a ballare, certo maestrevolmente».[9]
L'ammirazione per l'arte eclettica e precoce di Laura non tardò a manifestarsi: nel 1580 il principe dell'Accademia degli Innominati di Parma, nonché accademico degli Invaghiti di Mantova Muzio Manfredi (1535-1609), diede alle stampe la sua raccolta poetica Cento donne, nella quale a ciascuna donna diversa è dedicato un sonetto. Alla «Signora Laura Peverara» è dedicato il sonetto LIII:[10]
Foco divin, ch'altrui può far felice:
Se danza o suona ivi se stesso accende»
Al 1580 risale anche una raccolta poetico-musicale a lei dedicata, costituita da sedici sonetti, tre madrigali, una canzonetta e un'ottava, messi in musica a cinque da prestigiosi compositori, quali Marc'Antonio Ingegneri, Claudio Merulo, Luca Marenzio, Orazio Vecchi, Orlando di Lasso, Giovanni Gabrieli, Alessandro Striggio e altri ancora. Le composizioni sono raccolte nel cosiddetto manoscritto 220, composto a cura dei Filarmonici di Verona e tuttora conservato in quell'Accademia, e costituiscono la prova del notevole successo goduto dall'arte della giovanissima Peperara anche fuori dalla nativa Mantova.
Laura si esibì a Verona probabilmente nel 1578, magari in occasione dell'anniversario della fondazione dell'Accademia, avvenuta il 1° maggio 1543, e i buoni rapporti con il duca Guglielmo, che si recò a Verona almeno due volte nel corso di quell'anno,[11] unitamente alla sua passione per la musica, possono aver favorito la partecipazione di Laura.
Apre il manoscritto il sonetto Mentre Laura gentil, musicato dall'Ingegneri:
Immortal donna anzi pur vera Dea,
Con le candide man l'Arpa premea,
Sparger fior per lo ciel parea l'Aurora»
Peperara è soprattutto famosa per aver preso parte al celebre Concerto delle Donne, trio di musiciste costituitosi a Ferrara. Fu una dei membri fondatori, nel 1580, e vi rimase fino allo scioglimento nel 1598.
A lei fu dedicata un'antologia di madrigali, Il lauro verde, in occasione del suo matrimonio con il nobile ferrarese Annibale Turco, stampata presso l'editore Vittorio Baldini.
Note
- ^ E. Durante, A. Martellotti, «Giovinetta peregrina». La vera storia di Laura Peperara e Torquato Tasso, 2010, p. 29.
- ^ Archivio Gonzaga, b. 292, p. 18.
- ^ Archivio Gonzaga, b. 292, p. 21.
- ^ Archivio Gonzaga, b. 292, ivi.
- ^ Archivio Gonzaga, b. 292, p. 16.
- ^ Archivio Gonzaga, Registro dei necrologi, n. 7.
- ^ Nel proprio testamento, la madre la nomina erede universale: cfr. Archivio di Stato di Mantova, Registrazioni notarili, 1589, c. 309.
- ^ Citato nell'Archivio Gonzaga, b. 401 e nei Registri necrologici, n. 17.
- ^ P. Canal, Della musica in Mantova (1881), 1977, p. 47.
- ^ M. Manfredi, Cento donne, 1580, p. 176.
- ^ Archivio Gonzaga, b. 1510.
Discografia
- Madrigali per Laura Peperara, testi di Torquato Tasso e musiche di Lodovico Agostini, Luzzasco Luzzaschi e Paolo Virchi; Silvia Frigato e Miho Kamiya soprani, Silvia Rambaldi clavicembalo, CD, Tactus, TC 53001, Italia, 2010
Bibliografia
- Archivio di Stato di Mantova
- Archivio Gonzaga
- Muzio Manfredi, Cento donne cantate da Mutio Manfredi, il Fermo Academico Innominato di Parma, Parma, Erasmo Viotti 1580
- Pietro Canal, Della musica in Mantova (1881), Bologna, Forni 1977
- Marco Materassi, Il Primo Lauro. Madrigali in onore di Laura Peperara (Ms. 220 dell'Accademia Filarmonica di Verona, 1580), Treviso, Diastema Fiori Musicali 1999
- Elio Durante, Anna Martellotti, «Giovinetta peregrina». La vera storia di Laura Peperara e Torquato Tasso, Firenze, Olschki 2010 ISBN 9788822259813