Metoclopramide

farmaco
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La metoclopramide è un farmaco che inibisce il riflesso del vomito (antiemetico) e stimola e coordina la motilità del tratto superiore dell¹apparato digerente. In particolare favorisce lo svuotamento dello stomaco e diminuisce il reflusso dal duodeno nello stomaco e nell¹esofago.

Avvertenze

Insufficienza renale: ridurre il dosaggio di metoclopramide (50-66%) in pazienti con insufficienza renale in quanto la prolungata emivita e la ridotta clearance del farmaco possono aggravare gli effetti collaterali di tipo extrapiramidale [1].

Insufficienza epatica: poichè la metoclopramide subisce metabolismo epatico, una ridotta funzionalità dell’organo potrebbe comportare un aumento dei livelli plasmatici del farmaco. In caso di insufficienza epatica valutare un aggiustamento della dose di metoclopramide [1].

Discinesia tardiva: la discinesia tardiva è un disturbo neurologico che comporta movimenti del corpo involontari e ripetuti quali movimenti delle estremità, schiocco della lingua, rapidi movimenti degli occhi, sbattere ripetuto delle palpebre, movimenti alterati delle dita della mano. La metoclopramide somministrata per tempi prolungati (oltre 3 mesi) e/o dosi elevate è stata associata a comparsa di discinesia tardiva, il cui rischio è risultato correlata al tempo di esposizione al farmaco e alla dose somministrata [2].

Pazienti anziani: nei pazienti anziani (età > 65 anni), la metoclopramide deve essere impiegata con cautela, alla dose più bassa efficace e per il minor tempo possibile per ridurre il rischio di discinesia tardiva, effetto collaterale raro ma grave associato più frequentemente ad un uso cronico del farmaco (< 3 mesi) e/o a dosaggi elevati [1].

Bambini: l’uso di metoclopramide è controindicato nei bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni di età. Tale controindicazione è stata stabilita (marzo 2004) dopo una revisione del rapporto beneficio/rischio a seguito di uno studio multicentrico coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Dallo studio è emerso un aumento del rischio pari a 3 per tutti i problemi neurologici e pari a 73 per i sintomi extrapiramidali nei bambini in seguito a somministrazione di metoclopramide [3].

Pazienti con rinite cronica o pregressi interventi chirurgici alle cavità nasali: nei pazienti con rinite cronica o che hanno subito interventi alle cavità nasali l’assorbimento della metoclopramide somministrata per inalazione (spay) potrebbe risultare alterata [1].

Pazienti in terapia con fenotiazine, antidepressivi triciclici, MAO-inibitori: è richiesta cautela nella somministrazione contemporanea di metoclopramide per possibile aumento dei disturbi extrapiramidali [1].

Pazienti affetti da tumore al seno o da adenoma ipofisario secernente prolattina: cautela nella somministrazione di metoclopramide per il possible incremento dei livelli di prolattina indotto dal farmaco [1].

Pazienti in terapia con ciclosporina: evitare, se possibile, l’uso contemporaneo di metoclopramide; eventualmente ridurre il dosaggio di ciclosporina [1].

Pazienti in terapia con cimetidina: somministrare cimetidina almeno 2 ore dopo la somministrazione di metoclopramide (l’antiemetico interferisce infatti con l’assorbimento della cimetidina) [1].

Pazienti suscettibili di reazioni extrapiramidali con meno di 30 anni: si consiglia l’impiego profilattico di difenidramina, per ridurre la probabilità di manifestare tali effetti in seguito a somministrazione di metoclopramide [1].

Pazienti diabetici: nei pazienti diabetici in terapia insulinica, il ritardo nel transito intestinale postprandiale indotto da metoclopramide potrebbe modificare i valori di glicemia e richiedere pertanto un aggiustamento del dosaggio di insulina [1].

Comparsa di agranulocitosi, iperprolattinemia, galattorrea o effetti centrali di tipo extrapiramidale: sospendere la somministrazione di metoclopramide in caso si verificassero questi effetti collaterali [1].

Comparsa di aldosteronismo: si consiglia di somministrare neostigmina prima della metoclopramide [4].

Trattamento della gastroparesi diabetica: l’impiego di metoclopramide, può indurre, in caso di terapia a lungo termine, tolleranza agli effetti procinetici. Se il paziente non risponde a metoclopramide, sostituirla con domperidone o cisapride [1].

Gravidanza e allattamento: l’uso di metoclopramide nel primo trimestre di gravidanza è controindicato. I prodotti antiemetici in genere devono essere somministrati in gravidanza soltanto nei casi di sintomatologia grave, associata ad eventuale malnutrizione o disidratazione. La metoclopramide è escreta nel latte materno, quindi non dovrebbe essere somministrata durante l’allattamento [1].

Attività che richiedono stato di veglia e coordinazione costanti: si raccomanda cautela nella somministrazione di metoclopramide, in quanto può provocare sonnolenza e vertigini [1].

Incompatibilità: cefalosporina, cloramfeniclo, sodio bicarbonato presentano incompatibilità assoluta con metoclopramide. Cisplatino, ciclofosfamide, doxorubicina e metotrexato presentano incompatibilità relativa, dipendente cioè dalla concentrazione rispettiva dei faramaci, dal pH e dalla temperatura [1].

Sorbitolo: le forme farmaceutiche di metoclopramide contenenti sorbitolo non devono essere assunte da pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio [1].

Sodio metabisolfito: alcune forme farmaceutiche di metoclopramide contengono metabisolfito; tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e in particolare negli asmatici reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi [1].

Alcool: alcune forme farmaceutiche di metoclopramide contengono alcool; la presenza di alcool etilico può determinare positività ai test antidoping (dipendentemente dai limiti di concentrazione alcolemica imposti dalle federazioni sportive) [1].

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Pharmamedix: Metoclopramide http://www.pharmamedix.com/principiovoce.php?pa=Metoclopramide&vo=Avvertenze
  2. ^ FDA, News Release del 26/02/2009, verificata on line in data 16/03/2010
  3. ^ AIFA, Nota informativa, Marzo 2004, verificata on-line in data 16/03/2010
  4. ^ Sommers D.K. et al., Eur. J. Clin. Pharmacol., 1989, 36, 411