Il Popolo della Libertà

partito politico italiano (2009-2013)
Versione del 16 lug 2010 alle 15:20 di Capitanonemo (discussione | contributi) (annullate modifiche inconsistenti e riportata versione corretta)

Template:Infobox Partito politico italiano Il Popolo della Libertà (PdL) è un partito politico italiano di centro-destra, membro del Partito Popolare Europeo.

Il partito nasce dall'unione dei due principali partiti italiani di centro-destra e di destra attivi negli anni novanta, Forza Italia, di tendenza liberal-conservatrice, e Alleanza Nazionale, partito post-missino trasformatosi in una forza conservatrice. A questi si sono aggiunti diversi partiti minori di diversa estrazione, molti dei quali hanno fatto parte della Casa delle Libertà dal 2001 in poi, dalla Democrazia Cristiana per le Autonomie al Nuovo Partito Socialista Italiano, dai Riformatori Liberali a Azione Sociale. In generale i membri del PdL provengono prevalentemente da quattro partiti della Prima Repubblica: la Democrazia Cristiana, il Movimento Sociale Italiano, il Partito Socialista Italiano e il Partito Liberale Italiano.

Lanciato nel corso di una manifestazione da Silvio Berlusconi il 18 novembre 2007 a Milano in Piazza San Babila, il PdL si costituì come federazione di partiti politici il 27 febbraio 2008 e ha svolto il suo congresso costitutivo alla Fiera di Roma fra il 27 e il 29 marzo 2009. A livello europeo il partito fa parte del gruppo del Partito Popolare Europeo, che raccoglie democristiani europei, forze laiche e liberali e partiti classificabili di centro-destra.

Al suo debutto alle elezioni politiche italiane del 2008 il PdL è risultato la prima formazione politica italiana per numero di suffragi con il 37,4% dei voti stringendo un'alleanza al Centro-Nord con la Lega Nord, e al Centro-Sud con il Movimento per le Autonomie, con i quali ha poi formato il governo Berlusconi IV.

Storia

L'idea del partito unico (1994-2004)

L'idea di costruire un partito unico di centrodestra italiano è sempre circolata timidamente fra il 1994 e il 2004. L'11 marzo 1994, al Piper, la discoteca romana che rese popolare Patty Pravo, Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, proclamava: «Saranno necessari tre, forse sei mesi. Ma presto avremo un nuovo partito: il partito unico liberaldemocratico»[1].

Tra i promotori dell'idea vi era in particolare, fin dal 1991, l'esponente di Alleanza Nazionale Pino Tatarella[2], che durante il governo Berlusconi I si definì «ministro dell'Armonia»[3][4][5], e con tale appellativo continua ad essere ricordato tuttora[6][7] per le sue capacità di mediazione nel ruolo di Vicepresidente del Consiglio dei ministri[8].

 
Manifestazione del PDL nella campagna elettorale del 2008

Ancora nel 1996 Berlusconi avvertiva «che nel tempo si debba arrivare a una forza unica del centrodestra»[9], cosa già proposta dal forzista Antonio Martino come rimedio alla sconfitta elettorale del 1996[10].

Agli inizi del 1997 il partito unico è lanciato da Berlusconi, ma bocciato dagli alleati, fra questi Gianfranco Fini, presidente di Alleanza Nazionale, che vi legge un'«idea azzardata che costerebbe molti voti al Polo. Bisogna procedere per gradi»[11][12].

Neppure l'intervento del premier spagnolo José Maria Aznar nel 1998 servirà a far cadere ogni resistenza su un centrodestra unito[13]. Per vari motivi, nessuno è disposto a sciogliere il proprio partito. Per Fini, per esempio, pesa l'idea che un eventuale partito unico del centrodestra dovesse poi confluire nel eurogruppo del PPE, ritenuto non abbastanza di destra[14].

Nel 2002 anche Berlusconi si convince che un centrodestra diviso e alleato è elettoralmente più proficuo e prende atto che il partito unico «non è una prospettiva realizzabile, se non l'abbiamo fatto in questi dieci anni... Del resto con più partiti nella coalizione si prendono più voti»[15].

Proprio quando il progetto viene accantonato a destra, dall'estate 2003 se ne discute a sinistra, dove ci si chiede se per le elezioni europee del 2004 non sia il caso di fare una lista unitaria del centrosinistra e in prospettiva arrivare al Partito Democratico. Commenterà Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia: «È chiaro che se nel centrosinistra si dovesse sviluppare l'evoluzione verso un progetto politico unitario sotto le insegne dell'Ulivo, anche il centrodestra non potrebbe non tenerne conto»[16].

Il dibattito del 2005

Qualcosa di nuovo inizia a muoversi intorno alla Fondazione Liberal di Ferdinando Adornato (Forza Italia). Questi periodicamente organizza a Todi dei seminari che si propongono di far evolvere la Casa delle Libertà verso il partito unico del centrodestra. Si comincia il 31 gennaio e l’1 febbraio 2003 con La Casa delle Libertà. Radici e valori di un’alleanza nuova in Italia e in Europa. Due giornate di confronto tra intellettuali e politici[17].

Più tardi il 6 gennaio 2005, Gennaro Malgieri di AN su Il Tempo propone una federazione del centrodestra che anticipi il partito unico[18]. Ne nasce così un dibattito sulle colonne del quotidiano romano che arriva ben presto a interpellare anche i leader della CdL. A partire da Sandro Bondi fino a Maurizio Gasparri, tutti si dicono d'accordo con la proposta di Malgieri. Il 27 gennaio arrivano però i no di Gianfranco Fini per AN e Marco Follini per l'UDC. Anche la Lega Nord è della stessa opinione[19]. Mentre Berlusconi si limita a ricordare che il partito unico «è da sempre nelle mie speranze»[20]. Il dibattito però prosegue e trova nuovo vigore dopo la pesante sconfitta del centrodestra alle elezioni regionali dell'aprile 2005 e il conseguente passaggio dal II al III governo Berlusconi.

È così che il 26 aprile 2005 Berlusconi alla Camera dei Deputati nel chiedere la fiducia per il suo nuovo governo annuncia: «Nei giorni scorsi, la coalizione di centrodestra, la Casa delle libertà, ha dato prova che le ragioni di fondo per cui è nata non sono venute meno. Nessuno della maggioranza, in questi giorni, ha mai messo in discussione le ragioni del nostro stare insieme. La Casa delle libertà non è nata come un cartello elettorale: è nata da una profonda condivisione di valori e di intenti che lega i nostri elettori ancora prima dei nostri partiti. Questo perché la Casa delle libertà è la sintesi più originale e moderna di tutte le forze riformatrici - le forze del cambiamento - che, nell'ultimo decennio, si sono costituite nel nostro paese ed il suo disegno riformatore resta il più adeguato per l'oggi e per il domani. Proprio per questo sono convinto che la vicenda di queste settimane abbia portato ad una più forte consapevolezza delle ragioni del nostro stare insieme ed abbia posto le basi per proseguire il nostro cammino comune, anche in vista di una prossima, auspicabile trasformazione dell'alleanza di oggi in un soggetto unico destinato a segnare per decenni la storia della politica italiana»[21].

Il giorno dopo La Stampa rivela che il soggetto unico che ha in mente Berlusconi prenderà il nome di Partito della Libertà[22]. Lanciata la proposta, il 4 maggio il Comitato di Todi - soggetto trasversale della CdL nato intorno ai già descritti seminari di Todi - propone il documento Cominciare il cammino[23] dove si propone di arrivare al partito unico con «un percorso realistico (...) articolato nelle seguenti fasi:

1) L’apertura di un’ampia discussione in tutto il Paese che coinvolga, in convegni e assemblee, dirigenti, militanti, simpatizzanti, elettori e club, investendo "dalla base" sia la dimensione dei partiti che quella della società civile. Una fase, questa, particolarmente importante anche per cominciare a definire il profilo identitario del nuovo soggetto.
2) Il pronunciamento ufficiale sul progetto dei diversi partiti.
3) La formazione di un comitato costituente dei partiti e dei movimenti che aderiscono, con il compito di definire valori e regole del nuovo soggetto, la bozza del manifesto politico-culturale e dello statuto, da sottoporre alla discussione collegiale e alla fase congressuale.
4) La fase congressuale vera e propria che potrebbe chiudersi con un congresso fondativo nei primi due mesi del 2006.
Tale cammino può anche essere articolato in tappe intermedie di tipo federativo che garantiscano la gradualità necessaria a rendere ciascun partito convinto della strada da percorrere. È però a nostro avviso indispensabile che esso entri fin da subito nella nostra agenda politica e costituisca la stella polare del comune lavoro per vincere le elezioni del 2006»[24].

È chiaro comunque che si voglia realizzare il PdL entro un anno facendolo debuttare alle elezioni politiche del 2006 evitando il bis della disfatta delle regionali. L'11 maggio Adolfo Urso e Ferdinando Adornato creano i primi circoli della libertà[25].

Il 19 e 20 maggio la fondazione liberal e il Comitato di Todi promuovono a Roma il seminario La proposta di una nuova casa comune: l'identità, i valori, il progetto dove interviene anche Berlusconi che rilancia e spiega: «Mi piace l’idea di una road map, una volta verificato l’accordo fra di noi. Dopo una fase di discussione ancora più approfondita potremo dar vita, come ha proposto anche Fini, a un comitato con il compito di elaborare un manifesto dei valori definitivo, e una prima bozza di Statuto, due documenti sui quali promuovere quel grande dibattito in tutto il Paese che possa portare alla nascita del nuovo soggetto. Sarà il definitivo compimento della nostra transizione politica, dal Polo della libertà, dal Polo del Buon governo alla Casa delle libertà, al partito della libertà, o come insieme decideremo di chiamarlo. Un nuovo partito italiano di governo, liberale, popolare, nazionale, riformista, con nuovi movimenti e associazioni che già esistono o che stanno nascendo, al Sud come al Nord, disposti a condividerne il programma. Un partito popolare nazionale in grado di collocarsi - questo è il mio pensiero, oltre che la mia speranza - ben oltre il 40% dei consensi e di essere la casa di tutti i moderati e di tutti i riformatori». Questo e gli altri interventi saranno tutti raccolti nel numero 30 di liberal intitolato significativamente «Il Partito della Libertà»[26].

Il dibattito sul partito unico animerà tutta l'estate 2005 e sfumerà di fatto molto velocemente quando il II Congresso dell'UDC si esprimerà contro un PdL guidato da Berlusconi (escluso una piccola minoranza guidata da Carlo Giovanardi) e che anche AN è alquanto scettica. A lavorare comunque al progetto ci pensa la Fondazione Liberal che il 29 luglio fa partire la Costituente del Partito dei moderati e dei riformisti[27][28][29].

L'8 novembre a nome di Forza Italia, di An e dell'Udc, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Rocco Buttiglione firmano il Manifesto dei valori del futuro partito redatto dalla Costituente[30]. Ma alla fine non si andrà oltre: la legge elettorale viene cambiata in senso proporzionale il mese dopo e alle elezioni politiche del 2006 ogni partito della CdL, pur presentandosi formalmente per Berlusconi premier, di fatto marcerà autonomamente per il proprio leader di partito.

Il "Partito della Libertà" (2006)

La vittoria de l'Unione di Prodi alle elezioni del 2006 disarticola il campo del centrodestra e sembra archiviare il progetto "Partito della Libertà". Ancora il 30 marzo 2006 Berlusconi dal Congresso del PPE a Roma accelerava dichiarando: «Voglio rispondere alla sollecitazione di mettere insieme le nostre forze per realizzare in Italia un grande partito dei moderati, che possa prendere il nome di partito del popolo italiano», ovviamente aderente al PPE. Ma il "Partito del Popolo Italiano" lascia freddi o infastiditi gli alleati[31].

Il 16 maggio Berlusconi lascia Palazzo Chigi a Prodi sostenendo che il "Partito della Libertà" si sarebbe fatto entro solo un anno, ma è poco più di un auspicio[32]. Poi a sorpresa il tema viene ripreso da Fini che insieme all'Esecutivo di AN il 18 luglio annuncia l'intenzione di voler traghettare il suo partito nel partito unico del centrodestra e quindi passare nel PPE entro le elezioni europee del 2009[33]. È il documento Ripensare il centrodestra nella prospettiva europea[34].

Di diverso avviso resta l'UDC che in settembre per bocca del suo segretario, Lorenzo Cesa, ribadisce che «non siamo per il partito unico del centrodestra, ma per il partito dei moderati che coincide con l'Udc»[35]. È il mese di ottobre che vede Berlusconi lavorare per il rilancio del progetto PdL, ma con una mutata tattica: anziché elaborare il nuovo partito in alto e presentarlo pronto agli elettori, bisognerà dare l'impressione opposta, come se il PdL nascesse dal basso, a furor di popolo e nonostante gli stop and go degli alleati di Forza Italia[36][37].

Una tattica già anticipata al tradizionale meeting di Comunione e Liberazione il 25 agosto precedente, quando Berlusconi si disse «convinto che sarà la gente a imporre il grande partito dei moderati», seguita da una proposta ai giovani ciellini: «Perché non assumete voi per primi l'iniziativa di far nascere i circoli della libertà dell'unico partito della libertà, in tutti i paesi d'Italia?»[38]. Proposta caduta nel vuoto, ma che chiarisce come Berlusconi voglia ripetere il percorso fatto con Forza Italia nel 1993, quando gli omonimi "club" anticiparono la nascita del partito e la discesa in campo di Berlusconi nel 1994.

Così il 29 ottobre Berlusconi annuncia, da una manifestazione ad Arconate contro la legge finanziaria 2007, che il 2 dicembre prossimo FI e AN sarebbero scesi in piazza contro il Governo Prodi, una grande adunata per rilanciare l'opposizione di centrodestra, ma anche il PdL[39]. Il 17 novembre Marcello Dell'Utri rilancia in forma rinnovata i suoi giovani de Il Circolo come Circoli della Libertà[40], poi divenuti Circoli del Buon Governo, e tiene un convegno nazionale a Montecatini Terme dal 24 al 26 novembre[41].

Il 22 novembre Michela Vittoria Brambilla, leader dei giovani di Confcommercio, presenta a Milano il «Circolo della libertà» con i «complimenti» di Berlusconi[42][43]. Il 2 dicembre 2006, nel corso della Manifestazione per la libertà[44] a Roma contro il Governo Prodi, Berlusconi potrà così proclamare che «noi qui, oggi, siamo già il partito unitario del centrodestra, siamo già il partito della libertà. E stanno nascendo in Italia, dovunque, su impulso di tanti giovani, ma anche di chi è giovane nel cuore, quei circoli della libertà che hanno adottato come loro manifesto quello del Partito del Popolo Europeo, la grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa»[45].

I Circoli di Michela Brambilla (2007)

Dopo la manifestazione del 2 dicembre, il progetto PdL torna nuovamente in apparente letargo per mesi. L'UDC continua a non mutare atteggiamento ed è ormai pienamente fuori dalla CdL, mentre AN avanza con ampia prudenza. A muoversi come avanguardia e guida del cosiddetto "popolo della libertà" è Michela Vittoria Brambilla che, come presidente nazionale dell'Associazione Circolo della Libertà, dal novembre 2006 non ha mai smesso di mettere a punto una sorta di struttura di supporto al PdL come se questo già esistesse.

L'impressione è che, nella peggiore delle ipotesi, il PdL possa comunque diventare il nuovo nome di una Forza Italia che assorbe altre piccole schegge del centrodestra, come ammetterà anche uno come Adornato[46]. Il 26 aprile, all'insaputa dei più che verranno a saperlo solo due mesi dopo, la Brambilla registra il nome Partito della Libertà[47]. Il 6 agosto 2007 Michela Vittoria Brambilla registra anche il simbolo del Partito della Libertà per conto di Silvio Berlusconi, che ne risulta titolare: graficamente è identico al logo dei Circoli[48].

Dal 2 giugno Il Giornale allega il settimanale Il Giornale della Libertà, organo dei circoli Brambilla e nonostante le proteste dei redattori del quotidiano di Paolo Berlusconi[49]. L'11 giugno, dopo due mesi e mezzo di preparazione, nasce anche La Tv della Libertà, canale satellitare gratuito trasmesso anche da una rete di Tv locali e ovviamente sempre sotto la supervisione di Michela Brambilla[50][51][52].

Tutto però cambierà il 19 agosto, quando il quotidiano La Stampa annuncia ormai come fatto il PdL, nuovo partito di Berlusconi con Brambilla segretario[53]. Berlusconi smentirà bollando tutto come «una fantasia di Ferragosto» e aggiungendo che «Forza Italia (...) resta il baluardo della libertà e della democrazia (...) che ritengo insostituibile»[54].

La nascita

File:Leaderpdl.jpg
Il leader del Popolo della Libertà e di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

Viste le fibrillazioni interne a Forza Italia e non solo dopo l'uscita de La Stampa in agosto, Berlusconi arretra dal partito unico alla forma federativa che viene rilanciata il 30 agosto: «È giunto il momento di una federazione in cui le decisioni vengano prese a maggioranza»[55]. L'8 settembre aggiunge anche di voler unificare i gruppi parlamentari di FI e AN, ma anche che FI è insostituibile[56]. A tutto questo risponderà il giorno dopo Fini: «È noto che se un processo unitario non è ancora decollato, non è responsabilità di Alleanza nazionale. A Berlusconi dico: passiamo dalle intenzioni ai fatti, quando certi impegni si prendono in un luogo solenne, mi auguro che poi si faccia, perché lo stop and go è francamente incomprensibile»[57]. Ma non se ne fa nulla. Il PdL anche come federazione resta fermo alla fase degli annunci. Così quando il 27 ottobre Adornato chiede di riconvocare la costituente del PdL, Fini sbotta: «Basta con le ipocrisie, il partito unitario non è all'ordine del giorno. Non è una roba di domani, speriamo che lo sia per dopodomani»[58]. Commenterà Berlusconi: «Non era un messaggio rivolto a me, e comunque il partito unico è un sogno che intendo realizzare, gli elettori della Cdl lo vogliono: quando i sogni si sognano in tanti, diventano realtà»[59].

Il 23 ottobre il quotidiano Libero titola: «Prodi via il 14 novembre»[60]. Spiegherà a riguardo il portavoce di Forza Italia Paolo Bonaiuti che «quelli sono i giorni in cui si vota la Finanziaria al Senato e quindi credo che siano i giorni di massimo pericolo. I giorni dell'allarme rosso»[61]. Nel centrodestra sembrano in tanti a crederci e pare che Berlusconi abbia promesso per quel giorno la definitiva «spallata» al governo Prodi.

È passaggio decisivo per la nascita del PdL perché su quel 14-15 novembre la partita che si gioca nel centrodestra è enorme, come spiegherà infatti il 5 novembre Roberto Calderoli della Lega Nord: «Se Prodi non cade, il centrodestra com'è oggi finisce il 15 novembre. Cancellato. (...) Non cambia nulla per Forza Italia, ma per i suoi alleati cambia eccome. Cambia tutto» perché Berlusconi «si è esposto tanto sulla caduta del governo, è evidente, che se poi nulla succede non può cavarsela dicendo "mi ero sbagliato". A tutti quanti piangerebbe il cuore per aver lavorato tanto per niente. Berlusconi lo sa. Scoppierebbe la guerra»[62].

Il discorso del "predellino"

Calderoli si rivela un ottimo profeta: il 15 novembre arriva il via libera dal Senato alla legge finanziaria 161 voti favorevoli contro 157 contrari e per il centrodestra è bufera. Il giorno dopo il Corriere della Sera pubblica una lettera di Fini. In essa il presidente di AN fa notare come «anziché tirare le cuoia come assicurato da Berlusconi, Prodi tira a campare». Invece, sostiene Fini, «il governo cadrà un secondo dopo che si avrà certezza che dopo Prodi non si torna subito alle urne con l’attuale legge elettorale»[63]. Stizzito Berlusconi commenterà ai microfoni di Radiouno Rai che quella di Fini è un'«opinione rispettabile», aggiungendo: «Sono stato l'unico del centrodestra a darsi da fare interpretando i sentimenti della grandissima maggioranza dei cittadini, il resto è politichese da professionisti della politica lontani dalla realtà e incapaci di capire quelli che sono i sentimenti della gente»[64].

Il 18, Fini dalla colonne de la Repubblica replica: «Io voglio rilanciare l'alleanza, sia ben chiaro. Ma non accetto che mi si diano pagelle.[...] Ognuno di noi, in questo anno e mezzo, ha combattuto la battaglia politica. Con modalità diverse, con la presenza assidua dei senatori in aula, con manifestazioni di piazza». E avvisa: «Adesso basta è arrivato il momento in cui o questo centrodestra è in grado di trovare una soluzione unitaria, di ridarsi una missione, di rioffrire al Paese un progetto, oppure si prende atto che la coalizione non c'è più, e ognuno va per la sua strada. Tertium non datur...»[65]. Quello stesso giorno al convegno di AN Il tempo delle scelte intorno alle 13, il deputato di AN Italo Bocchino sostiene che «C'è Berlusconi dietro la scissione di Storace da AN e c'è Berlusconi dietro il passaggio di Daniela Santanchè alla Destra di Storace, c'è una manina...!». Ovazione in sala e fischi all'ospite Cicchitto che pronto replica: «Non so dove volete andare. Non andate da nessuna parte mettendo in moto dei piccoli plotoni di esecuzione che a nome del partito unico tirano randellate a Silvio Berlusconi»[66].

Cinque ore dopo, sono circa le 18, Berlusconi si presenta in piazza San Babila a Milano, dov'è in corso l'iniziativa nazionale Subito al voto organizzata da Forza Italia (una campagna popolare di raccolta firme sotto i gazebi per chiedere nuove elezioni). Qui, spiazzando tutti, Berlusconi sale sul predellino di un'auto e annuncia ai microfoni dei giornalisti: «Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande Partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo». Berlusconi dice pure esplicitamente che Forza Italia si scioglierà comunque nel PdL e argomenta la sua svolta citando i cittadini che negli ultimi tre giorni si erano recati nei gazebi di Subito al voto: il nuovo partito «lo vogliono tutti i cittadini; in più di 7 milioni, una cosa mai successa nella storia della Repubblica, si sono recati ai chioschi per dire basta alla situazione attuale, uniti contro la frammentazione, per fronteggiare la sinistra che è sotto i diktat della sinistra estrema. Metà di coloro che sono venuti da noi ai gazebo non erano di Forza Italia»[67][68]. Questo fatto rimarrà famoso come «discorso del predellino» e, per la modalità inconsueta con cui si proclamò la fine di un partito e la nascita di un altro, si parlerà a lungo di «rivoluzione del predellino».

Il 19 novembre Berlusconi, in una conferenza stampa nella quale presenta gli obiettivi del partito, annuncia che sarebbero stati gli elettori a scegliere il nome definitivo del partito e che si sarebbero tenute elezioni primarie per eleggere il leader. In tale occasione Berlusconi presentò il simbolo del partito e dichiarò che il nome del nuovo soggetto politico sarebbe stato scelto dagli stessi elettori nell'occasione di una seconda raccolta di firme, durante la quale si sarebbero organizzate anche le prime pre-iscrizioni[69].

Viene anche inviata una lettera agli iscritti di Forza Italia, con la quale Berlusconi conferma la fine di Forza Italia[70]. Il partito non raccolse, in quel momento, il consenso dei tre principali alleati di Forza Italia, la Lega, l'UdC e Alleanza Nazionale; quest'ultima, pur avendo fin allora sostenuto il progetto unitario, non poté fare a meno di risentirsi per il modo d'agire di Berlusconi[71], tanto da spingere Fini a dire che col PdL «Berlusconi ha solo cercato di uscire da una condizione di difficoltà politica. Ha reagito, come è suo costume, in modo effervescente, uscendo dall'angolo con un colpo di teatro, che poi non è stato neppure tale, perché da tempo era noto che lui pensava ad un restyling di Forza Italia»[72].

Anche Casini parlerà del predellino come di un «colpo di teatro». Esce pure un comunicato stampa di AN dove si spiega che il partito «non si scioglie e non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi, a cui fa gli auguri e con cui si confronterà in Parlamento e nel paese per mandare a casa Prodi e costruire un'alternativa alle sinistre»[73]. Il 25 novembre Berlusconi decreta così la morte della coalizione di centro-destra, sostenendo che «la Cdl era una specie di ectoplasma. (...) Come possiamo andare avanti con questi alleati che ci hanno fatto perdere le elezioni del 1996?»[74]. Aderirono invece da subito quasi tutti i partiti minori di matrice liberale e centrista.

La scelta del nome

Berlusconi va comunque avanti con la costruzione del nuovo partito. Il 2 dicembre tornano in piazza i gazebi di Forza Italia, con l'ausilio dei Circoli della Libertà, per invitare i cittadini a scegliere il nome del nuovo partito[75]. Il 12 dicembre 2007 Berlusconi annuncia su la Tv della Libertà che era prevalsa l'opzione Il Popolo della Libertà su Il Partito della Libertà, col 63,14% dei voti contro il 36,86%[76]. Il 15 viene annunciata la costituente del nuovo partito per il 27 marzo 2008[77].

Alcuni sostengono che sia stato scelto questo nome alternativo anche perché il termine Partito della Libertà sarebbe risultato essere un marchio di proprietà della Federazione dei Liberali Italiani, la quale il 5 ottobre aveva già diffidato la Brambilla e Berlusconi dall'uso dello stesso[78] e contestualmente presentato una richiesta di danni pari a 30 milioni di euro per l'uso indebito di tale marchio.[79]

Ma con AN il gelo non diminuisce. Il 9 dicembre Fini sostiene che «comportarsi come sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali»[80]. E una settimana dopo non sarà meno tenero dalle pagine di Libero quando sbotta: «Abbia pazienza. Il Cavaliere ha fatto tutto da sé. Ha messo in piedi i Circoli della libertà con la Brambilla. Poi ha creato il Partito della libertà senza neanche avvertire i suoi amici di Forza Italia, quindi ha distrutto la Cdl. Conclusi i giochi, a regole scritte (alla stesura delle quali non siamo stati chiamati a partecipare) dovremmo bussare alla sua porta col cappello in mano e la cenere sulla testa? Non siamo postulanti. I progetti si ideano insieme e si realizzano insieme, se si vuole andare lontano. Non ho nulla di cui scusarmi»[81].

Il sì di AN e le politiche 2008

Gli eventi politici italiani hanno una piega inaspettata quando il 16 gennaio 2008 viene arrestata la moglie del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il partito guidato da quest'ultimo, l'UDEUR, passa ben presto da alleato organico de l'Unione all'appoggio esterno al governo (17 gennaio[82]) a suo oppositore (21 gennaio[83]). Il 24 gennaio il governo Prodi II perde la fiducia del Senato e al presidente Napolitano non resta che sciogliere le Camere anticipatamente il 6 febbraio.

 
Gianfranco Fini, numero due del Popolo della Libertà

Intanto il 19 gennaio il segretario del PD, Walter Veltroni, aveva annunciato che il suo partito vuole archiviare le alleanze elettorali stile l'Unione per correre alle elezioni da solo con proprie liste. Veltroni però invitava anche Berlusconi a fare altrettanto. Il Cavaliere rispose con un laconico «vedremo»[84]. Proposta ribadita con più forza pochi giorni dopo sempre da Veltroni: «Forza Italia abbia il nostro stesso coraggio, o si assuma la responsabilità di andare al voto con 18 partiti»[85]

L'8 febbraio 2008 giunge l'accordo: alle elezioni FI e AN andranno unite come PdL. Qualunque altro alleato, escluso la Lega Nord, dovrà confluire nel PdL o presentarsi autonomamente con un altro candidato premier[86]. La data dell'8 febbraio venne tra l'altro a cadere proprio nel giorno anniversario della morte di Pino Tatarella, che più di tutti si era battuto per realizzare il sogno di un partito unitario di centro-destra.

L'UDC fa subito capire che così non ci sta e con Pier Ferdinando Casini commenta: «Un polo liberale non può nascere con richieste di annessione»[87]. Il 13 febbraio l'UDC esplicita il suo rifiuto del PdL[88].

Il decisivo cambiamento di atteggiamento di AN segna comunque il rilancio definitivo del PdL come partito unico del centrodestra. E a Libero del 16 febbraio che chiede conto di questo cambiamento, Fini risponde che «è cambiato il patto politico. Ero e sono contrario a confluire in un partito deciso unilateralmente da Berlusconi, della serie: prendere o lasciare. Così non è, mi creda. Tutto quello che stiamo costruendo e che costruiremo fa parte di un progetto condiviso assieme. Il Popolo della Libertà che stiamo proponendo agli italiani non nasce a San Babila, sul predellino o ai gazebo: nascerà nell'urna il 13 e il 14 aprile». E annuncia al contempo per l'autunno il congresso di scioglimento di AN.[89]

Il 4 febbraio lasciano l'UDC per il PdL i Popolari Liberali di Carlo Giovanardi[90]. Viceversa il 1º febbraio lascia Forza Italia per l'UDC Adornato con i suoi circoli liberal[91][92]. Il 9 febbraio Berlusconi apre la campagna elettorale del PdL al meeting dei Circoli della Libertà del Nord Italia a piazza San Babila col nuovo slogan «Rialzati, Italia»[93][94].

Il 27 febbraio viene sottoscritto davanti al notaio Paolo Becchetti da Berlusconi e Fini l'atto costitutivo dell'associazione Il Popolo della Libertà. In esso si stabilisce che l'associazione scadrà il 31 luglio 2014 e stabilisce che il PdL sia cogestito da FI e AN, le quali si impegnano a fare gruppi parlamentari unici dalla prossima legislatura[95]. Nel metodo e nel merito, l'atto non piacerà agli alleati minori[96].

L'articolo 8 dell'atto fissa in 70% a 30% i rapporti di forza rispettivamente tra FI e AN, risultando poi mai più ritoccato. Il 29 febbraio 2008 viene presentato il programma elettorale del cartello elettorale strutturato in sette punti principali (o «missioni»): rilanciare lo sviluppo, sostenere la famiglia, più sicurezza, più giustizia, i servizi ai cittadini, il Sud, il federalismo, un piano straordinario di finanza pubblica[97].

Due dei più ambiziosi obiettivi di tale programma sono arrivare a far costare di meno lo Stato ai cittadini (non più di un terzo del PIL) e dotare il paese di tutte quelle infrastrutture di cui è carente. Per ridurre i costi punta soprattutto alla totale riorganizzazione ed informatizzazione della pubblica amministrazione, alla soppressione di tutti gli enti inutili e al dimezzamento del personale che ricopre cariche pubbliche[98].

La campagna elettorale de il Popolo della Libertà vide accendersi i toni da entrambe le parti verso le settimane precedenti al voto. In particolare, evento che inasprì i toni della campagna fu l'annuncio da parte di Silvio Berlusconi, il 22 marzo 2008, di una cordata italiana per l'acquisto della compagnia aerea di bandiera, l'Alitalia, nella quale sarebbero entrati anche, probabilmente, i figli del leader del centrodestra. L'annuncio venne visto dalla maggior parte degli avversari politici del PdL come un annuncio puramente propagandistico. Il giorno dopo Berlusconi precisò di avere soltanto auspicato un impegno di imprenditori italiani in una cordata, ma smentì una partecipazione in prima persona della sua famiglia.

Evento che contraddistinse gli ultimi giorni di campagna elettorale fu lo scontro fra PD e PdL sul confronto televisivo fra i due principali candidati premier. La legge della par condicio, infatti, prevedeva che a tutti i candidati alla presidenza del Consiglio vi fosse pari partecipazione televisiva, e il rinnovato panorama politico con quindici candidati non avrebbe permesso un duello in TV come quelli avvenuti prima delle precedenti elezioni fra Berlusconi e Romano Prodi, allora unici candidati. L'agognato duello fra Veltroni e Berlusconi, alla fine, non si tenne, ma l'ultimo giorno di campagna elettorale i due politici poterono confrontarsi nella stessa trasmissione, seppur uno dopo l'altro, a Matrix, su Canale 5, dove i due ebbero a disposizione tre quarti d'ora ciascuno.

Altro caso che inasprì i rapporti fra le due forze politiche fu la vicenda sulle schede elettorali: Berlusconi, infatti, denunciò una presunta irregolarità delle schede, che a suo avviso non esplicitavano la presenza di due coalizioni ed erano soggetti ad errore da parte dell'elettore. Particolarmente criticate furono le parole del principale alleato del PdL e capo della Lega, Umberto Bossi, il quale aveva metaforicamente minacciato di «prendere mano ai fucili» nel caso le schede fossero rimaste com'erano allora.

Le elezioni politiche del 2008 si sono concluse con un netto successo dell'alleanza di centrodestra, che ha ottenuto complessivamente il 46.81% alla Camera e il 47.32% al Senato, conquistando la maggioranza assoluta in entrambe le camere. Il Popolo della Libertà ha ottenuto singolarmente il 37.39% alla Camera e il 38.17% al Senato. Il PdL è così la prima lista politica italiana.

XVI Legislatura: il Governo Berlusconi IV

  Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Berlusconi IV.

Dopo la vittoria politica del centrodestra, il PdL e i due partiti alleati, la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia, costituiscono la maggioranza parlamentare della XVI Legislatura, inaugurata il 29 aprile 2008 con l'elezione dei due presidenti delle Camere. I politici designati per tali compiti sono due membri del PdL: Renato Schifani al Senato (eletto lo stesso giorno) e Gianfranco Fini alla Camera (che, a causa della maggioranza più ampia richiesta alla Camera, viene eletto al quarto scrutinio il 30 aprile).

 
Cicchitto e Gasparri, capigruppo alla Camera e al Senato

Fabrizio Cicchitto diventa presidente del gruppo parlamentare alla Camera,[99] Maurizio Gasparri al Senato.[100]

Il 9 maggio il Governo Berlusconi IV entra in carica con il giuramento davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'incarico era stato affidato al leader del PdL il giorno precedente, e Berlusconi aveva accettato senza la consueta "riserva", come avvenuto solitamente nelle legislature precedenti. Dei 21 ministri complessivi del Governo, 17 appartengono al Popolo della Libertà. Il 12 maggio il Consiglio dei ministri nomina i sottosegretari del Governo.

Intanto, l'11 maggio 2008 il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lascia la presidenza di Alleanza Nazionale e affida a Ignazio La Russa il compito di portare AN, tra la fine dell'anno e l'inizio del 2009, alla definitiva confluenza nel PdL.

Dal 27 al 29 marzo 2009, quindi una settimana dopo il congresso (21 e 22 marzo 2009) che ha sancito lo scioglimento di AN, si è celebrato alla Fiera di Roma il primo congresso nazionale del PdL, a cui hanno preso parte anche i due alleati, Bossi e Lombardo. Il terzo ed ultimo giorno i 6000 delegati hanno eletto Berlusconi presidente del nuovo partito, all'unanimità e per acclamazione. Sono stati nominati anche i tre nuovi coordinatori: Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi.

La nascita ufficiale e le prime elezioni

Elezioni europee e amministrative 2009

Il 14 febbraio 2009 il Popolo della Libertà annunciò che Clemente Mastella, leader dell'UDEUR e già ministro della Giustizia del secondo governo Prodi, sarebbe stato candidato alle elezioni europee del 2009[101]. L'annuncio sembra non sia stato gradito dalla base del PdL[102]. Nelle stesse elezioni, Berlusconi si presentò come capolista per il PdL in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali italiane, attirando critiche di parte dell'opposizione, in quanto le cariche di parlamentare nazionale e membro dell'esecutivo di uno degli stati membri sono incompatibili con quella di deputato europeo. La scelta di Berlusconi fu comunque condivisa da Antonio Di Pietro, che parimenti si candidò in tutte le circoscrizioni come capolista dell'Italia dei Valori.

La maggiore polemica sulla formazione delle liste per il PdL fu comunque quella innestata dalla presunta volontà del Partito di candidare giovani attrici e donne di spettacolo, con scarsa o nulla esperienza politica, per attirare l'elettorato. La controversia nacque come conseguenza di un corso di formazione politica per potenziali candidate, aperto il 21 aprile da Berlusconi nella sede del partito in via dell'Umiltà, a Roma. Le partecipanti erano circa una trentina[103]. Diverse di loro avevano già alle spalle una carriera politica in Forza Italia, come Beatrice Lorenzin, Michaela Biancofiore, Laura Ravetto e Annagrazia Calabria. Tra le partecipanti erano presenti attrici e personalità televisive come Angela Sozio, già concorrente della terza edizione del Grande Fratello, Barbara Matera, ex annunciatrice Rai e ballerina Mediaset (che peraltro aveva svolto un'attività politica in Forza Italia), Camilla Ferranti, interprete di Incantesimo e Eleonora Gaggioli, attrice in molte fiction televisive. A queste Berlusconi disse «molte di voi non lo sanno ancora (...) alcune saranno candidate» perché «voglio volti giovani, facce nuove, per dare un'immagine rinnovata del PdL e dell'Italia in Europa».

Dentro Alleanza Nazionale, intanto, si celebrò il terzo e ultimo congresso che ne avrebbe sancito lo scioglimento. Fini tracciò un bilancio degli ultimi quindici anni di alleanza tra Fi e An: «con alti e bassi, con momenti difficili, ma senza mai una rottura insanabile»; ribadì tuttavia che il PdL «non è nato sul predellino di piazza San Babila» e che il nuovo partito «dovrà essere un partito ampio, plurale, inclusivo ed unitario», «non di una persona, ma di una nazione»[104]. Il 27 marzo 2009, nell'anniversario della prima vittoria ottenuta dall'allora Polo della Libertà nel 1994, si è aperto quindi il congresso che ha sancito la nascita ufficiale del Popolo della Libertà[105].

Il 27 aprile il web magazine della fondazione di area finiana FareFuturo pubblicò l'articolo Donne in politica: il "velinismo" non serve[106] a firma di Sofia Ventura, docente di scienza politica all'Università di Bologna[107]. L'articolo analizzava l'annosa problematica, comune a molti paesi europei, della bassa percentuale di donne nelle istituzioni e confrontava le varie modalità per porvi rimedio, auspicando che un partito di governo come il Popolo della Libertà volesse interrogarsi seriamente sulla questione. La parte dell'articolo più citata dai media sarà però quella conclusiva, in cui la Ventura attaccava «la pratica di cooptazione di giovani, talvolta giovanissime, signore di indubbia avvenenza ma con un background che difficilmente può giustificare la loro presenza in un’assemblea elettiva come la Camera dei deputati o anche in ruoli di maggiore responsabilità». Secondo la Ventura, «il fenomeno del "velinismo" in politica, ancorché circoscritto, non aiuta certo a modernizzare una cultura ancora in parte diffidente verso il ruolo delle donne in politica e a promuovere la pari dignità dei sessi in ogni ambito della vita pubblica, piuttosto rilancia uno stereotipo femminile mortificanteche». Concludeva infine che «le donne non sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole, non sono nemmeno fragili esserini bisognosi di protezione e promozione da parte di generosi e paterni signori maschi, le donne sono, banalmente, persone. Vorremmo che chi ha importanti responsabilità politiche qualche volta lo ricordasse».

Fini ne prenderà subito le distanze parlando di «valutazioni comprensibili ma eccessive»[108]. Nella serata del 28 aprile, la querelle venne rilanciata dall'intervento a sorpresa della moglie di Berlusconi, Veronica Lario, che rispondendo a delle domande via e-mail all'Ansa, scrisse che «quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti. Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere»[109].

Il giorno successivo furono pubblicate le liste del PdL: in esse si ritrovarono solo tre "donne nuove", una sola delle quali, Barbara Matera, proveniva dal mondo dello spettacolo. Per alcuni organi di stampa, come il quotidiano la Repubblica, molte candidate erano state depennate dopo l'intervento della moglie di Berlusconi[110]. Tale ipotesi è stata comunque smentita dal PdL, e non ha mai trovato conferme.

Berlusconi presentò così le tre "nuove candidate": «Lara Comi è bravissima, la Ronzulli è la prima dei non eletti alle scorse politiche, candidate nelle Marche e lavora in una clinica e con i bambini del Bangladesh. La Matera, che ho conosciuto tramite Letta perché è fidanzata con il figlio di un prefetto amico di letta: è laureata ed è bellissima. Queste tre le porterò con me in campagna elettorale e dirò: "voi siete veline?, poi le lascerò parlare e questo sarà lo schema di ogni comizio»[111]. Per il resto venne confermata quasi al completo la squadra degli europarlamentari uscenti, con l'inserimento di Mastella.

Il partito ottenne il 35,26% dei voti, non raggiungendo la soglia auspicata del 40%[112]. Il risultato consolidò comunque il ruolo del PdL come primo partito italiano, in quanto il Partito Democratico, suo principale avversario, si attesterà su una percentuale molto inferiore, pari al 26,13% dei votanti. Dalle liste del PdL vennero così eletti 29 europarlamentari. Berlusconi mancò di poco l'obiettivo dei tre milioni di preferenze, totalizzandone comunque due milioni e settecentomila circa. Clemente Mastella, Laura Comi, Barbara Matera e Licia Ronzulli risultarono tutti eletti.

Nelle contemporanee amministrative il PdL riuscì a vincere in numerose amministrazioni precedentemente governate dal centro-sinistra; all'indomani delle elezioni, però, il Presidente della Camera Fini aprì un confronto interno denunciando il problema di un PdL troppo appiattito sulle posizioni leghiste[113].

In occasione delle elezioni regionali del 2010, la coalizione guidata dal PdL riesce a strappare al centro-sinistra quattro regioni (Piemonte, Lazio, Campania e Calabria), mentre si conferma alla guida delle due regioni in cui già governava (Lombardia e Veneto). Nonostante il successo ottenuto dalla coalizione, si evidenzia come, rispetto alle regionali di cinque anni prima, il PdL abbia ottenuto generalmente meno voti rispetto alla sommatoria FI e AN[114].

Scontri interni

PdL Sicilia

Nel novembre del 2009 il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché diede vita, insieme ai finiani, alla scissione del Pdl Sicilia[115]. Tra le motivazioni della rottura il continuo scontro con l'area del partito facente capo al Ministro Angelino Alfano, al Presidente del Senato Renato Schifani ed ai coordinatori Giuseppe Castiglione e Domenico Nania sulle posizioni nei confronti del Governo Regionale Siciliano guidato da Raffaele Lombardo. Dopo la scissione lo scontro all'interno della maggioranza siciliana si acuì al punto che i deputati del Pdl ufficiale votarono contro il DPEF del Governo[116], mettendo in crisi Lombardo che arrivo a dichiarare: "Con la bocciatura del Dpef, c'e' stata la dissoluzione della maggioranza"[117].

Nel marzo 2010 Gianfranco Micciché dichiara di essere disposto a lasciare il Popolo della Libertà per creare il Partito del Sud[118]. Ipotesi che invece viene esclusa dai "finiani", che continueranno a sostenere Lombardo, senza lasciare il PdL. [1]

Lo scontro Fini-Berlusconi

Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini ha inizio sin dall'annuncio della fondazione del PdL con il "discorso del predellino": Fini si oppose nettamente all'iniziativa, marchiandola come «plebiscitaria e confusa»[119]. Nel dicembre 2007 l'ex leader di An rimarca ancora una volta la contrarietà al nuovo partito unico, dichiarando:

«Non se ne parla proprio, An non si scioglierà per entrare nel nuovo partito di Berlusconi. Quella è un’iniziativa plebiscitaria e confusa[119]

Alle elezioni politiche del 2008 Fini però cambia idea e si presenta con il Pdl, le prime polemiche da Presidente della Camera col Presidente del Consiglio si hanno sulla proposta di Fini di dare il voto agli immigrati e sull'accusa di abuso da parte del Governo di decreti-legge e voto di fiducia[119].

Il 1º dicembre 2009 Fini critica aspramente Berlusconi in una conversazione privata con il magistrato Nicola Trifuoggi registrata a loro insaputa grazie ad un microfono inaspettatamente acceso. Fini accusa il premier di confondere la leadership con la monarchia assoluta ed il consenso popolare con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità[120][121]. Dal PdL arrivano richieste di chiarimenti sulle parole dell'ex An[122][123].

Il 2 marzo 2010 Fini ribadisce la mancanza di sintonia con Berlusconi dichiarando:

«Avendo io contribuito a fondare il Pdl, ci sono molto affezionato...ma se mi chiedi se il Pdl mi piace così come è adesso, la risposta credo l’abbiano capita tutti, non c’è bisogno di ripeterla[124]

L'apice dello scontro si raggiunge il 15 aprile 2010 con Gianfranco Fini che accusa Berlusconi di appiattirsi sulle posizioni della Lega Nord, minacciando di creare gruppi parlamentari autonomi[125]. La polemica è talmente forte che il Presidente del Senato Renato Schifani dichiara che le continue divisioni possono portare ad elezioni anticipate[125]. Nei giorni seguenti Bocchino annuncia la nascita di una corrente "finiana"articolata[126], mentre Berlusconi lo invita a lasciare il partito[127] e nella Direzione nazionale (la prima) convocata il 21 aprile, c'è un duro scontro tra i due dove Berlusconi chiede a Fini di lasciare la presidenza della Camera se vuol fare politica dentro il PdL[128]. Fini provocatoriamente risponde: "Altrimenti che fai? Mi cacci?". Al termine viene approvato un documento con il voto contrario di 11 "finiani". [2] Qualche giorno dopo viene ufficializzata la componente Generazione Italia[129], che riunisce tutti i finiani.

Gianfranco Fini, è diventato il più influente rappresentante dell'ala socialmente liberale del partito per le sue idee progressiste in materia di ricerca sulle cellule staminali,eutanasia,salute,assistenza e immigrazione. Fini è anche un esplicito sostenitore del principio della separazione tra Chiesa e Stato e di una organizzazione di partito più strutturato, mentre Berlusconi tende di far valere il suo carisma personale alla guida del partito dal centro e propone quindi di una forma più leggera di partito, che nella sua mente dovrebbe essere un partito-movimento che si organizza solo in periodi elettorali.

Le idee politiche di Fini, soprattutto su questioni morali e laicità sono condivisi dai liberali del partito dell'ex AN (Adolfo Urso, Italo Bocchino, Fabio Granata, Flavia Perina, Giulia Bongiorno, Carmelo Briguglio, tra gli altri), la Fondazione FareFuturo e da altre figure liberali all'interno del PdL, tra cui Benedetto Della Vedova e Alessandra Mussolini. Il caso della Mussolini è particolarmente interessante perché proviene dalla destra di azione sociale (AS) . Tuttavia, nonostante il suo carattere (prima come membro del MSI, poi di AN e poi come leader di AS), ha sempre avuto opinioni socialmente liberali su una serie di questioni. All'interno del PdL è ben presto diventato il leader della "ala pro-immigrati" del partito, spesso opponendosi ad alcune delle politiche del governo Berlusconi o prendendo una linea indipendente da esso.

Valori

«Quattordici anni dopo non c'è una parola da cambiare dei valori e dei principi fondamentali della nostra azione politica.»

I riferimenti ideali del partito si rintracciano nel conservatorismo, nel cristianesimo democratico e nel liberalismo. I gruppi di origine socialdemocratica si riconducono al filone liberale sociale. I principi cattolici sono quelli della dottrina sociale della Chiesa cattolica, con particolare riferimento all'importanza del ruolo della famiglia nella società, mentre i principi liberali si delineano nel sostegno dell'iniziativa privata, delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, nonché nella necessità di attuare sgravi fiscali per le piccole e medie imprese. Tra le tematiche care alla destra e ben rappresentate nel partito ci sono la priorità alla sicurezza del cittadino, la lotta all'immigrazione clandestina, il sostegno alle forze dell'ordine, come anche l'attenzione alle politiche sociali e l'importanza dell'identità nazionale. Il PdL infine sostiene la necessità di profonde riforme costituzionali che trasformino l'Italia in senso federalista e presidenzialista. Nel discorso tenuto il 9 febbraio 2008 a Milano, Silvio Berlusconi affermò che Il Popolo della Libertà sarebbe diventato il partito unico del centro-destra e che i valori che muovono il "popolo" che sostiene il movimento, sono gli stessi che Berlusconi stesso delineava nel discorso della discesa in campo del 1994 e che non ha mai mancato di sottolineare nel corso della sua azione politica. La politica per il leader di Forza Italia "deve essere al servizio dei cittadini", non i cittadini al servizio della politica ed essere "fondata più sui valori che sugli interessi".

E ancora:

«Le radici giudaico-cristiane dell’Europa e la sua comune eredità culturale classica ed umanistica, insieme con la parte migliore dell’illuminismo, sono le fondamenta della visione della società.

I valori nei quali ci riconosciamo sono in specie quelli condivisi dalla grande famiglia politica del Partito Popolare Europeo: la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l’eguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà.»

«Noi crediamo che la persona - con i suoi valori ed i suoi principi, con la sua morale e la sua ragione di esistere e di migliorarsi – sia il principio ed il fine di ogni comunità politica, la sola fonte della sua legittimità. E che non possano esistere un’autentica giustizia ed una autentica solidarietà, se la libertà di ogni singola persona non viene riconosciuta come condizione essenziale dallo Stato.»
«Il Popolo della Libertà è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale.»

Collocazione europea

Berlusconi ha spesso dichiarato che il PdL sarebbe stato l'equivalente italiano del Partito Popolare Europeo (PPE), il partito di tutti i moderati e liberali. La stessa Alleanza Nazionale, che fino al suo scioglimento ha fatto parte del gruppo Unione per l'Europa delle Nazioni (UEN), ha accettato con entusiasmo, a sentire i discorsi dei suoi esponenti al congresso fondativo del PdL, di aderire al PPE.

Il presidente del PPE, Wilfried Martens, che in precedenza si era espresso cauto o persino contrario ad accogliere l'adesione di Alleanza Nazionale[130], ha preso parte al primo congresso del PdL, dove ha sostenuto che "i valori del PdL sono quelli del PPE" e ha elogiato il percorso di Fini e il ruolo svolto da Berlusconi nel portare la destra verso il centro.[131][132] Tutto ciò sembra sembra essere il preludio di una veloce adesione del PdL nel PPE, dato che, come ha ricordato Martens, il PdL è il partito successore di Forza Italia, membro "di vecchia data" del PPE, un ingresso quello del PdL che permetterà al PPE di rimanere il gruppo di maggior peso nel Parlamento Europeo[133], nonostante la preannunciata dipartita del Partito Conservatore dal gruppo PPE-DE[134][135].

Tuttavia, secondo Piero Ignazi il PdL «esprime una agenda (e un modo d’essere) assai lontani da quelli dei partiti moderati europei»[136].

Adesioni

 
Le radici storico-politiche de Il Popolo della Libertà.
  • Hanno poi rinunciato all'adesione
    • Il PRI, per le elezioni politiche 2008, ha inserito propri candidati nelle liste del PdL (come già accaduto nel 2006 con Forza Italia per le elezioni della Camera e in parte del Senato) mantenendo però totale autonomia e non intendendo sciogliere il partito nel PdL.
    • I Liberal Democratici, che inizialmente avevano aderito al PdL, ne sono fuoriusciti poco dopo le elezioni del 2008. In dissenso Lamberto Dini e Giuseppe Scalera hanno lasciato il partito il 30 maggio 2008 rimanendo nel gruppo del PdL. Il movimento passa a Daniela Melchiorre e si colloca successivamente all'opposizione.
    • Il Partito Pensionati ha rinunciato a confluire nel PdL e ha ripreso la sua piena autonomia[138].
    • La Democrazia Cristiana, che mantiene la sua autonomia, rimanendo però alleata al PdL nelle elezioni amministrative.
  • Hanno presentato candidati nelle liste liste PdL:
    • Popolari Udeur. Il 14 febbraio 2009 Clemente Mastella ha annunciato la propria candidatura alle Europee nelle liste del Popolo della Libertà; inoltre l'Udeur si allea con il PdL per le elezioni amministrative del 2009. In seguito alle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 Mastella è stato eletto parlamentare europeo del Popolo delle Libertà. L'alleanza non sarà però rinnovata in vista delle regionali del 2010.[140]

Correnti

Il Popolo della Libertà non riconosce ufficialmente correnti[141] ma, vista anche la grandezza del partito, ci sono diverse aree interne che spesso sono "istituzionalizzate" tramite fondazioni. Tali fondazioni non sono però necessariamente sempre interne al PdL e quindi, per correttezza, si dividono le aree interne a seconda del maggior esponente politico di riferimento.

Un censimento interno al PdL individua sei aree, organizzate a loro volta in varie tendenze, per un totale di circa venti "correnti"[142]. Tale ricostruzione sarà confermata tre mesi dopo da Milano finanza[143]. Posizioni poi acuite dopo l'ultima riunione della direzione nazionale del PdL.

  • Berlusconiani ex-Alleanza Nazionale: al suo interno annovera le associazioni filo-berlusconiane Italia Protagonista di Gasparri e "La nostra destra" di Ignazio La Russa [3], L'Osservatorio Parlamentare - Fondazione della Libertà di Matteoli e il gruppo "Destra-PdL" di Domenico Nania [4].

In posizione autonoma i dirigenti raccolti intorno alla Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno.

Risultati elettorali

Il Popolo della Libertà Voti % Seggi
Politiche 2008 Camera 13.642.742 37,4 276
Senato 12.678.790 38,2 146
Europee 2009 10.807.327 35,26 29
Regionali 2010 5.994.741[145] 26,7 176

Precedenti aggregati

FI+AN Voti % Seggi
Politiche 1994 Camera 13.350.268 34,48 162
Senato nel Polo - 84
Europee 1994 14.197.809 43,09 38
Politiche 1996 Camera 13.582.640 36,23 157
Senato nel Polo - 91
Europee 1999 11.032.519 35,47 31
Politiche 2001 Camera 15.386.636 41,45 185
Senato nella CdL - 126
Europee 2004 10.542.851 32,42 25
Politiche 2006 Camera 13.756.102 36,06 208
Senato 12.438.098 36,41 119

Gruppi parlamentari del PdL

XVI legislatura
270 deputati
XVI legislatura
144 senatori

Struttura

Organi nazionali

Coordinatori regionali

Organizzazione giovanile

  Lo stesso argomento in dettaglio: Giovane Italia (PdL).

Movimento giovanile Giovane Italia[146]:

  • Presidente Nazionale: Giorgia Meloni
  • Coordinatore Nazionale: Francesco Pasquali

Congressi

Note

Template:Note scorrevoli

Bibliografia

  • Silvio Berlusconi. Verso il Partito della Libertà: l'identità, i valori, il progetto, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55839-3.
  • Maurizio Gasparri, Il viaggio del Popolo della Libertà. Il PdL e le sue idee, Koinè Nuove Edizioni, 2009.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Politica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di politica
  1. ^ "Il Polo partito unico? Troppo difficile"
  2. ^ Andrea Indini, Omaggio a Tatarella, su ilgiornale.it, Il Giornale, 11 febbraio 2009. URL consultato il 26-09-2009.
  3. ^ 'ATTENTO, SCALFARO, COMANDIAMO NOI'
  4. ^ Sei colombe e un falco su un campo di veleni
  5. ^ Raffaele Delfino, Prima di Fini: intervista su Democrazia nazionale, Bastogi, Foggia 2004, p. 53.
  6. ^ PINUCCIO, IL MINISTRO DELL'ARMONIA CHE CONQUISTAVA TUTTI CON LA SIMPATIA E L'ENTUSIASMO
  7. ^ RAI, BERLUSCONI PRONTO ALLA FIDUCIA
  8. ^ Addio al ministro dell'armonia
  9. ^ Il cavaliere: penso al partito unico
  10. ^ Martino sfida: governo ombra e destra unica
  11. ^ Colletti: il Polo è finito. Fini: no al partito unico
  12. ^ La proposta lanciata dal leader di Forza Italia bocciata dai quattro alleati
  13. ^ "La destra vince solo col partito unico"
  14. ^ Fini: partito unico del Polo? No...
  15. ^ Berlusconi promuove Fini ma boccia il partito unico
  16. ^ Opposizione unita al voto? Il Polo ne terrà conto
  17. ^ La Casa delle Libertà. Radici e valori di un’alleanza nuova in Italia e in Europa. Due giornate di confronto tra intellettuali e politici
  18. ^ «An cambi ruolo, facciamo la Federazione»
  19. ^ Cdl: federiamoci e partite
  20. ^ Berlusconi: "Non penso al Colle e non voglio elezioni anticipate"
  21. ^ Comunicazioni del Governo (26/4/2005)
  22. ^ Il nome è già pronto: sarà il «Partito della Libertà»
  23. ^ Cominciare il cammino
  24. ^ Documento Cominciare il cammino
  25. ^ Partono i «Circoli della libertà»
  26. ^ Sommario liberal n. 30
  27. ^ Assemblea costituente del Partito dei moderati e dei riformisti (con Fini e Berlusconi)
  28. ^ Oggi il via al partito unitario del Polo
  29. ^ La Costituente è nata, e praticamente morta
  30. ^ Manifesto dei valori
  31. ^ Berlusconi: Con Fini e Casini faremo il Partito del Popolo
  32. ^ Berlusconi, Faremo il Partito della Libertà
  33. ^ Fini: «An nel Ppe alle prossime Europee»
  34. ^ Ripensare il centrodestra nella prospettiva europea
  35. ^ Leadership del Polo, Udc all'assalto del Cavaliere
  36. ^ Berlusconi: tax day, la sinistra copia Stalin Prodi difende la manovra: aiuta le famiglie
  37. ^ «Lavoriamo per il partito delle libertà»
  38. ^ Berlusconi: l'Italia sia cattolica e degli italiani
  39. ^ Finanziaria. Berlusconi: "Il 2 dicembre in piazza contro il regime"
  40. ^ la proposta
  41. ^ Apertura del IV Convegno Nazionale de "Il Circolo Giovani" dal tema "Obiettivo Libertà"
  42. ^ A Milano nasce il Circolo della libertà
  43. ^ Un «Circolo della libertà» tra imprenditori e politica
  44. ^ Sito ufficiale della Manifestazione per la libertà
  45. ^ IL DISCORSO DI SILVIO BERLUSCONI IN PIAZZA SAN GIOVANNI
  46. ^ «Ma quel progetto è necessario Arriveremmo subito al 40%»
  47. ^ Ecco il partito della Brambilla/ Debutto alle Europee del 2009
  48. ^ Brambilla registra PdL. Berlusconi titolare
  49. ^ Michela, bufera al Giornale «Non vogliamo il suo foglio»
  50. ^ Silvio pensa alla base e prepara la Tv della Libertà
  51. ^ La Brambilla lancia la tv Elogi a Cremaschi (Fiom) «La penso come lui»
  52. ^ Arriva la tv della libertà della Brambilla
  53. ^ Prima pagina de La Stampa del 19/8/2007
  54. ^ Berlusconi: «Nuovo partito? Fantasie»
  55. ^ Berlusconi: voto in primavera «Forze eversive nel governo»
  56. ^ Berlusconi: crisi vicina, voto in primavera
  57. ^ Partito unitario, Fini a Berlusconi "Passiamo dalle intenzioni ai fatti"
  58. ^ E la Cdl si divide sul partito unico
  59. ^ Berlusconi: mai tentato di dare la «spallata»
  60. ^ PRODI VIA IL 14 NOVEMBRE
  61. ^ Governo, Bonaiuti (FI): Con Finanziaria al Senato allarme rosso
  62. ^ Se Prodi non cade addio centrodestra
  63. ^ Caro Silvio, adesso voltiamo pagina
  64. ^ Berlusconi: "La maggioranza è implosa Ma sono stato l'unico a darsi da fare"
  65. ^ "Cambio di strategia entro gennaio o ognuno andrà per la sua strada"
  66. ^ Convegno "Il tempo delle scelte" - seconda ed ultima giornata
  67. ^ Milano San Babila Nasce il PDL
  68. ^ Berlusconi: "Il partito del popolo"
  69. ^ Presentazione del neonato Partito del popolo della libertà
  70. ^ Lettera di Silvio Berlusconi sul nuovo partito
  71. ^ «Silvio è lo stesso che fece saltare la bicamerale»
  72. ^ Fini, stoccata al Cavaliere La replica: offeso dai sospetti
  73. ^ Partito del Popolo, Fini gela Berlusconi «Alleanza nazionale non vi confluirà»
  74. ^ «La Cdl ormai era un ectoplasma»
  75. ^ Conferenza stampa di Forza Italia per illustrare la prima delle mobilitazioni, fissata per l'1 e il 2 dicembre, per raccogliere le preiscrizioni al nuovo partito (Il Popolo della Libertà / Il Partito della Libertà)
  76. ^ Il Popolo della Libertà
  77. ^ Veltroni placa Mastella. D'Alema: non faccio trame
  78. ^ Giammarco Brenelli, Diffida "Partito della libertà" (DOC), su liberali.it, Sito Federazione dei Liberali, 5 ottobre 2007. URL consultato il 09-2-2008.
  79. ^ Citazione per danni "Partito della libertà", su partitodelleliberta.it, Sito Federazione dei Liberali, 3 gennaio 2008. URL consultato il 09-2-2008.
  80. ^ Fini: il Vassallum? Truffa L' ira di Forza Italia
  81. ^ «Vi spiego gli errori di Silvio»
  82. ^ Conferenza stampa di Clemente Mastella
  83. ^ L'Udeur toglie il sostegno al Governo Prodi - conferenza stampa di Clemente Mastella
  84. ^ Elezioni e alleanze Veltroni scuote il Pd
  85. ^ Veltroni sfida il Cavaliere: vada solo anche lui
  86. ^ Berlusconi: FI e An unite E dà l'ultimatum all'Udc
  87. ^ Berlusconi, schiaffo a Casini
  88. ^ Udc-Forza Italia, è rottura Casini: al simbolo non rinuncio
  89. ^ Fini: «Sciolgo AN»
  90. ^ GIOVANARDI LASCIA UDC E CON POPOLARI LIBERALI ENTRA IN PDL
  91. ^ CD: Adornato e Sanza lasciano Fi
  92. ^ Adornato: non entro nel Pdl
  93. ^ Meeting Nazionale dei Circoli della Libertà del Nord Italia
  94. ^ Elezioni, Berlusconi parte da San Babila
  95. ^ ATTO COSTITUTIVO DELLA ASSOCIAZIONE DENOMINATA "IL POPOLO DELLA LIBERTÀ"
  96. ^ Pdl, Berlusconi e Fini da soli dal notaio I "Piccoli" si infuriano
  97. ^ Politiche 2008: Silvio Berlusconi presenta il programma elettorale del PdL
  98. ^ 7 missioni per il futuro dell’Italia
  99. ^ Gruppo Popolo della Libertà, su camera.it, Camera dei Deputati. URL consultato l'8-5-2008.
  100. ^ Gruppo Il Popolo della Libertà, su senato.it, Senato della Repubblica. URL consultato l'8-5-2008.
  101. ^ Europee, Mastella corre con il Pdl «Riparto dopo le umiliazioni»
  102. ^ Mastella, rivolta sul sito di Forza Italia «Non vogliamo voltagabbana nel Pdl»
  103. ^ Attrici e veline, il Cavaliere cerca volti nuovi
  104. ^ Fini scioglie An nel Pdl: “Ma non sarà pensiero unico”, su blog.panorama.it, Panorama, 22 marzo 2009. URL consultato il 26-09-2009.
  105. ^ Andrea Indini, La nascita del Pdl, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 ore, 27 marzo 2009. URL consultato il 26-09-2009.
  106. ^ Donne in politica: il "velinismo" non serve
  107. ^ Sito web docente Sofia Ventura
  108. ^ Comprensibile, ma eccessivo
  109. ^ Lancio ANSA del 28 aprile
  110. ^ Contrordine nella notte da Varsavia Via le veline. E in lista ne resta una
  111. ^ Veline in lista, l'ira di Berlusconi "Veronica ha creduto alla sinistra"
  112. ^ Il Pdl e la paura del «ma anche»
  113. ^ Francesco Verderami, «Pdl fotocopia leghista, Sud deluso», Fini riapre il confronto nel partito, su corriere.it, Corriere della Sera, 9 giugno 2009. URL consultato il 26-09-2009.
  114. ^ Al Nord la Lega sfonda e il Pdl prende meno voti di An più Fi, in Il Sole 24 ORE, 29 marzo 2010. URL consultato il 16-04-2010.
  115. ^ La scissione di Micciché, nasce Pdl Sicilia, in Corriere della Sera, 03 novembre 2009. URL consultato il 19-12-2009.
  116. ^ L'Ars affossa il Dpef, governo verso la crisi, in La Repubblica, 11 novembre 2009. URL consultato il 19-12-2009.
  117. ^ Lombardo, bocciatura Dpef ha dissolto la maggioranza, in ANSA, 02 dicembre 2009. URL consultato il 19-12-2009.
  118. ^ Miccichè lancia il Partito del Sud "Sono disposto a dire addio al Pdl", in La Repubblica, 13 marzo 2010. URL consultato il 14-03-2010.
  119. ^ a b c Berlusconi & Fini, tre anni di tensioni, in Il Secolo XIX, 15 aprile 2010. URL consultato il 16-04-2010.
  120. ^ Fini, fuorionda su Berlusconi: "Ha il consenso per governare, ma non l'immunità assoluta", in La Repubblica, 1º dicembre 2009. URL consultato il 15-04-2010.
  121. ^ Fini e il fuori onda su Berlusconi: "Confonde consenso con immunità", in Corriere della Sera, 1º dicembre 2009. URL consultato il 16-04-2010.
  122. ^ Fuorionda Fini, l'ira del Pdl "Adesso spieghi come la pensa", in La Repubblica, 1º dicembre 2009. URL consultato il 16-04-2010.
  123. ^ Paola Di Caro, L'ira di Berlusconi su Fini:"Chiarisca o non voglio più vederlo", in Corriere della Sera, 15 aprile 2010. URL consultato il 16-04-2010.
  124. ^ Fini: "Il Pdl così com'è non mi piace", in La Stampa, 02 marzo 2010. URL consultato il 16-04-2010.
  125. ^ a b Fini: "Pronto a creare gruppi autonomi" Incontro e scontro con Berlusconi, in La Repubblica, 15 aprile 2010. URL consultato il 16-04-2010.
  126. ^ Pdl, Fini lancia la propria corrente Vertice Pdl e Lega: "Non ha senso", in La Repubblica, 20 aprile 2010. URL consultato il 21-04-2010.
  127. ^ Francesco Bei, Il Cavaliere chiude la porta a Gianfranco "Ha perso la testa, si faccia il suo partito", in La Repubblica, 21 aprile 2010. URL consultato il 21-04-2010.
  128. ^ Al. S. - G. Ant., Berlusconi-Fini, è rottura totale, in Corriere della Sera, 22 aprile 2010. URL consultato il 22-04-2010.
  129. ^ Generazione Italia, in generazioneitalia.it. URL consultato l'11-05-2010.
  130. ^ Cauti gli europopolari Watson: ora più difficili i rapporti tra Pse e Ppe
  131. ^ Elogi a Silviò e Gianfrancò «I nostri valori sono gli stessi»
  132. ^ [5]
  133. ^ EPP PRESIDENT WELCOMES FOUNDING OF NEW ITALIAN PARTY POPOLO DELLA LIBERTA (PDL)
  134. ^ In full: Cameron Euro declaration
  135. ^ http://www.parties-and-elections.de/news.html
  136. ^ Gianfranco Fini, Piero Ignazi, Discutono del futuro della destra, in il Mulino n. 4/09, Bologna 2009.
  137. ^ PDL: COORDINATORI INCONTRANO SANTANCHE' PER SUA ADESIONE AL PARTITO
  138. ^ PDL: FATUZZO (PENSIONATI), NON CONFLUIAMO NEL NUOVO PARTITO
  139. ^ PDL: PIONATI, PER ORA ADC NON ENTRA, VEDREMO DOPO ELEZIONI
  140. ^ http://www.newz.it/2009/11/30/regionali-2010-lista-comune-tra-nuovo-psi-pri-e-udeur/21958/
  141. ^ "Il Pdl non sarà un partito di correnti"
  142. ^ Venti Pdl in uno
  143. ^ La balena azzurra di Silvio
  144. ^ Salvatore Merlo, I manipoli del Presidente, in Il Foglio, 13-11-2009. URL consultato l'08-01-2010.
  145. ^ Riepilogo nazionale - Elezioni Regionali 28-29 marzo 2010, in La Repubblica. URL consultato l'11-04-2010.
  146. ^ Responsabili Nazionali di Settore PDL