Linea Gotica

linea fortificata della seconda guerra mondiale
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Linea gotica (in ted. Gotenstellung) è il nome dato alla linea difensiva Pesaro-Apuania (oggi Massa e Carrara) lungo cui l'Asse intendeva arrestare l'avanzata alleata dopo lo sfondamento della Linea Gustav, nell'estate del 1944 e della linea del Trasimeno, durante la Campagna d'Italia.

Storia

 
Uomini del 370th Infantry Regiment in cammino verso le montagne a nord di Prato - 9 aprile 1945.

La linea tagliava la penisola italiana dalla Val Padana dalle alture a nord di Massa e Apuania a Pesaro e si estendeva per una lunghezza di 320 km e per una profondità (larghezza) che in alcuni punti raggiungeva i 30 km.

La Linea Gotica era una linea di resistenza costituita da una serie di difese fisse tracciate lungo i crinali dell'Appennino, costruita dai militari tedeschi e italiani a partire dal momento dello sbarco Alleato in Sicilia (9 luglio 1943)[senza fonte], per impedire che gli alleati raggiungessero la pianura padana, o comunque per rallentare il più possibile la loro avanzata: dalla pianura emiliana le Alpi e poi la Germania (attraverso il passo del Brennero) sarebbero state a portata di mano, inoltre la Val Padana - con le sue risorse agricole ed industriali era molto importante per lo sforzo bellico tedesco.

La Linea Gotica non aveva l'imponenza di mezzi e fortificazioni del Vallo Atlantico o della Linea Maginot: il sistema sfruttava le caratteristiche morfologiche delle montagne e barriere costruite con massi, legname, cemento armato, fossati anti carro, campi minati, reticolati, trincee, ricoveri, bunker per l'artiglieria e per le mitragliatrici. Le zone maggiormente fortificate erano quelle costiere ed il settore a cavallo del passo della Futa (dove era stato costruito un fossato anticarro lungo 5 km).

Nell'estate del '44 il tratto orientale della Gotica fu investito dall'8^ Armata Britannica, e le forze tedesche del LXXVI Panzerkorps dovettero arretrare di oltre cinquanta chilometri attestandosi su una nuova linea fra Imola e Faenza, lungo il fiume Senio, e sull'estrema propaggine nord dell'Appennino tosco-emiliano a 20 km da Bologna. Avendo anche raggiunto (in novembre) un obiettivo a cui gli inglesi tenevano molto, la liberazione di Forlì (ovvero la cosiddetta "Città del Duce" la cui liberazione aveva un indubbio valore propagandistico-psicologico), l'attacco alleato si esaurì prima dell'inverno e le esauste truppe di Kesselring poterono ricostituire una nuova serie di appostamenti difensivi che sarebbero durati fino alla primavera del 1945. Sul tratto occidentale, invece, i parziali insuccessi americani nello sfruttamento dello sfondamento dell'Arno, e la rapida distruzione della Repubblica partigiana di Montefiorino, consentirono a Kesselring di attestare la nuova linea più a sud - salvando così Apuania e accorciando il fronte. La nuova linea così ottenuta cambiò il nome in Linea Verde (Grüne Linie)[1].

Le pesanti perdite subite dal XV Gruppo di Armate alleato, le difficoltà nell'ottenere i rinforzi e gli approvvigionamenti necessari per continuare l'attacco e l'arrivo della cattiva stagione costrinsero gli alleati a fermarsi per tutto l'inverno a cavallo fra il 1944 ed il 1945. Non era ininfluente la circostanza che gli alleati preferivano un maggior impegno sugli altri fronti, considerando quello italiano solo un diversivo col quale attrarre forze tedesche per sottrarle al teatro francese e a quello orientale.

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Fortificazioni tedesche nella piana di Luni, tra Carrara (quartiere Battilana) e Marinella di Sarzana.

Quando con la ripresa dell'offensiva angloamericana la Linea Verde finalmente crollò, questa aveva già comunque adempiuto al compito attribuitole da Kesselring, ossia ritardare per il maggior tempo possibile l'avanzata alleata.

È stato calcolato[senza fonte] che vi furono circa 75.000 soldati dell'Asse (tedeschi, italiani della RSI, turkmeni, coscritti dell'Europa Orientale arruolati nella Wehrmacht) vittime dei combattimenti (tra morti, feriti e dispersi), mentre il tributo pagato dagli Alleati (americani, inglesi, indiani, sudafricani, neozelandesi, brasiliani, polacchi, italiani del Regio Esercito, ebrei) fu di circa 65.000 uomini.

Ancora oggi lungo la linea Gotica è facile vedere i segni delle fortificazioni e fare ritrovamenti di residuati bellici.

Note

  1. ^ La Linea Gotica sull'Appennino, su bibliotecasalaborsa.it, URL consultato il 20 gen 2010. Il nome Linea Gotica è assegnato dagli anglo-americani, con allusione alle storiche invasioni barbariche. I tedeschi la chiamano Linea Verde. Si tratta in realtà di più linee di difesa: alla Linea Verde 1, corrispondente ai passi appenninici tra Massa e Pesaro, si succede la Linea Verde 2, organizzata 20 chilometri più a nord.

Bibliografia

  • Harry Hoppe, Die 278. Infanterie-Division in Italien, 1944-1945, Bad Nauheim, Podzun, 1953.
  • Amedeo Montemaggi, Rimini S. Marino '44: la battaglia della linea gialla, San Marino, Arti grafiche Della Balda, 1983.
  • Amedeo Montemaggi, San Marino nella bufera : 1943-44 : gli anni terribili, San Marino, Arti grafiche Della Balda, 1984.
  • Amedeo Montemaggi, Linea Gotica 1944. La battaglia di Rimini (RN) e lo sbarco in Grecia decisivi per l'Europa sud-orientale e il Mediterraneo, Rimini, Museo dell'Aviazione, 2002.
  • Luca Villa, Arrivano i Gurkha (Ayo Gurkhali!).Dall'Himalaya all'Emilia-Romagna: storia della Brigata nepalese al servizio della Gran Bretagna (1814-1945), Bologna, Il ponte, 2007, ISBN 978-88-89465-19-6.
  • Gerhard Muhm. La tattica tedesca nella campagna d'Italia in Linea gotica avamposto dei Balcani a cura di Amedeo Montemaggi. Roma, Edizioni Civitas, 1993.

Voci correlate

 
Targa commemorativa nella piana di Luni, tra Carrara (quartiere Battilana) e Marinella di Sarzana.

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