Grande gioco
Il termine Grande Gioco definisce lo strisciante conflitto, caratterizzato soprattutto dall'attività delle diplomazie e dei servizi segreti, che contrappose Gran Bretagna e Russia in Medio Oriente e Asia centrale nel corso di tutto il XIX secolo. Il "Grande Gioco" è invece chiamato dai russi "Torneo delle ombre".


Sebbene all'inizio del secolo Gran Bretagna e Russia fossero state alleate contro la Francia di Napoleone Bonaparte, ben presto tra le due potenze si scatenò la lotta per il controllo degli immensi territori tra i confini asiatici dell'impero russo e l'India britannica, che fino ai Moti indiani del 1857 (c.d. Indian Mutiny) fece capo alla Compagnia delle Indie orientali e poi appartenne direttamente alla corona britannica.
L'obiettivo dei russi, che erano alleati dell'Impero Persiano, era quello di guadagnare al loro impero nuovi territori verso est e verso sud, con la conseguente apertura di nuovi mercati ed eventualmente anche di uno sbocco diretto sull'Oceano Indiano: in particolare nel mirino dello zar era, o pareva essere, l'India britannica[1].
Per parte loro gli inglesi avevano l'obiettivo di creare un cuscinetto tra Russia e India a difesa di quest'ultima, alleandosi o, se necessario, conquistando gli emirati dell'Afganistan (in particolare Kabul e Herat, a lungo minacciata dai persiani) e i khanati del Turkestan (in particolare Khiva e Buchara, a lungo retta dal dispotico emiro Nasrullah Khan).
L'origine del termine è attribuita proprio ad un ufficiale dell'esercito britannico, Arthur Conolly, che lo utilizzò per primo nel 1829[2].
La vignetta riportata qui a destra, risalente all'epoca della seconda guerra anglo-afghana, ben rappresenta il ruolo dei paesi asiatici, stretti tra le ambizioni dell'orso russo e quelle del leone britannico.
Recentemente il termine è tornato in voga in Occidente per identificare le attività di Stati Uniti e Russia per il controllo dell'Asia centrale, dalle repubbliche dell'ex Unione sovietica (Azerbaijan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan) fino ad Afghanistan e Pakistan, ed anzi si è parlato di "Nuovo Grande Gioco"[3].
Bibliografia
- Peter Hopkirk, Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale, Adelphi, 2004