Gentleman-driver

Pilota non professionista

Il gentleman-driver è un pilota automobilistico non professionista.

Tale definizione nacque, alla fine del XIX secolo, per indicare gli appassionati di automobilismo, appartenenti alle famiglie altolocate, che contrariamente alla consuetudine preferivano guidare personalmente l'automobile, attività considerata all'epoca scarsamente dignitosa per un aristocratico e generalmente affidata ad uno chauffeur.

A partire dagli anni pionieristici dell'automobilismo, e per molti decenni, i gentleman-driver furono i principali protagonisti dell'industria e dello sport automobilistici, spesso dilapidando immensi patrimoni nel tentativo di realizzare un'automobile più veloce delle precedenti o di applicarvi una nuova soluzione tecnica.

Il primo e il più importante gentleman-driver è certamente il conte francese Jules-Albert De Dion che si rivelò appassionato pilota, ma anche fervido inventore e valente imprenditore.

Tra i gentleman-driver italiani si ricordano gli amici torinesi Emanuele di Bricherasio e Cesare Goria Gatti che fondarono l'Accomandita Ceirano e la FIAT, o gli amici padovani Giacomo Miari e Francesco Giusti che fondarono la prima casa automobilistica italiana, nel 1894.

In capo sportivo, tra i moltissimi gentleman-driver, si ricordano il francese André Dubonnet che negli anni Venti si faceva confezionare, per le competizioni, automobili costosissime come la "Tulipwood" o, in tempi più recenti, il conte Giannino Marzotto, munifico cliente di Enzo Ferrari e valido pilota in gare prestigiose come la Mille Miglia, che vinse nel 1950 e nel 1953, precedendo sul traguardo temibili concorrenti del calibro di Fangio e Bonetto.

Il gentleman-driver è oggi semplicemente sinonimo di pilota non professionista, visto che lo sport automobilistico, per gli elevati costi che comporta, viene prevalentemente praticato da persone di famiglie altolocate che possano sostenerne l'onere economico.