Disambiguazione – "ping pong" rimanda qui. Se stai cercando altri significati del termine, vedi Ping Pong.

Il tennis tavolo, noto soprattutto col nome popolare di ping pong, è uno degli sport di maggior diffusione nel mondo ed una specialità olimpica.

Tennis da tavolo: racchetta e pallina
Tennis da tavolo: racchetta e pallina

Può essere svolto a scopo ricreativo a qualsiasi età e si può giocare in luoghi ristretti, al chiuso e all'aperto.

Per la pratica agonistica sono necessari luoghi attrezzati e spaziosi. Richiede, inoltre, un'opportuna preparazione psico-fisica a causa delle sollecitazioni, sia fisiche che di concentrazione mentale, espresse nei brevi tempi di ogni scambio.

Per questo l'atleta di tennis tavolo esprime in genere doti fisiche di coordinazione, rapidità di movimento e ottimi riflessi oltre ad una certa sensibilità nel tocco.

Dagli appassionati viene spesso detto che "il tennis tavolo è giocare a scacchi correndo i cento metri". Questa affermazione testimonia che l'elevata dose di concentrazione richiesta dal gioco va abbinata ad una fulminea velocità di movimento.

Storia

Nel 1884 si incontra per la prima volta il termine "tennis tavolo" in un catalogo commerciale del venditore di articoli sportivi F.H. Ayres.

Con l'avvento della plastica e della celluloide furono introdotte nuove palline, che sostituirono in breve tempo quelle in gomma e in sughero e proprio dal suono emesso dal rimbalzo delle palline di celluloide fu coniato il termine onomatopeico di PING PONG che è peraltro diventato un marchio registrato.

I due termini convivono ancora oggi ed infatti, anche se il termine corretto è tennistavolista, spesso il giocatore è chiamato pongista.

Alla conclusione dell'Ottocento cambia radicalmente anche l'attrezzo usato per colpire la pallina, che assomigliava più ad un tamburello, con la nascita delle moderna racchetta in legno. Successivamente ancora apparvero i primi rivestimenti alle superfici, in legno con sughero o tela gommata[1].

Nel 1951 si ebbe una nuova svolta tecnica, quasi una rivoluzione, con l'introduzione delle coperture cosiddette "sandwich" che, migliorando le prerogative dinamiche del gioco, ampliarono moltissimo la sua popolarità e il numero di praticanti a tutti i livelli.

In Asia il tennis tavolo[2] sembra si sia diffuso alla fine del XIX secolo, prima in Cina e successivamente in Giappone e in Corea. Nacque in Asia una grande scuola, con uno stile di impugnare la racchetta detto "a penna" perché ricorda il modo di tenere le dita durante la scrittura. Lo stile di gioco che ne consegue è la principale diversità tra le scuole d'Occidente e d'Oriente. Tranne rare eccezioni, i Campionati Mondiali di tennis tavolo sono sempre stati vinti da atleti asiatici. È la Cina la nazione che possiede oggi al mondo il maggior numero di praticanti, seguita da Giappone e Corea.

In Europa, nel 1926 nacque la prima federazione internazionale di Tennis tavolo, la I.T.T.F., grazie alle doti organizzative del tedesco George Lehmann. Nello stesso anno a Londra fu disputato il primo Campionato Mondiale cui parteciparono gli atleti di Austria, Cecoslovacchia, Danimarca, Germania, Svezia e India; grazie alla presenza di atleti asiatici, l'incontro si poté definire "mondiale". Le più importanti scuole europee sono ora in Germania, Svezia e Francia, seguite dalle nazioni dell'est quali Russia, Ungheria e Romania.

In Italia il Tennis tavolo si costituì come disciplina sportiva e apparato organizzativo, nel 1960 quando si svolse la prima Assemblea Generale. In seguito, nel 1979, il CONI riconobbe formalmente la Federazione Italiana tennis tavolo (F.I.Te.T.) al pari di federazioni sportive più popolari.

Tecniche di gioco

Esistono due differenti modi di impugnare la racchetta e quindi due diversi stili.

Lo "stile occidentale" consiste nel tenere il manico della racchetta con 3 dita, l'indice sulla gomma di un lato della racchetta, il pollice sulla gomma dell'altro lato della racchetta. Questa impugnatura consente di colpire la pallina sia col dritto che col rovescio.

Lo "stile orientale" consiste invece nel tenere il manico della racchetta nell'incavo della mano tra pollice e indice. In questo caso vi sono due varianti che appartengono a due diverse scuole.

  • L' "impugnatura cinese" costringe ad un maggior movimento per colpire sempre col dritto, ma consente più forza nel colpo e servizi più efficaci, grazie alla maggior mobilità del polso.
  • L' "impugnatura giapponese" somiglia a quella cinese, ma le dita dietro alla racchetta non sono contratte, bensì distese e questo limita il movimento del polso. Inoltre le racchette giapponesi sono tradizionalmente più grandi, di forma quadrata e col manico più lungo di quelle cinesi.

Si praticano diverse tattiche di gioco, determinate da altrettanti tipi di materiali:

  • Attacco
  • AllRound (completo)
  • Difesa

I giocatori di "attacco" usano perlopiù su entrambi i lati della racchetta gomme lisce a ricoprire uno strato di gommapiuma che a sua volta è incollato al telaio. Lo spessore della gommapiuma può variare da 0,5 a 2,2 mm circa; più la gommapiuma è spessa più la gomma liscia è adatta al gioco d'attacco. Queste gomme hanno la proprietà di imprimere forti rotazioni alla pallina.

Gli attaccanti europei prediligono le gomme morbide a quelle dure e appiccicose per lo più usate dai cinesi, questo fondamentalmente per tre motivi:

  1. le gomme appiccicose risentono maggiormente degli effetti impressi alla pallina dagli avversari;
  2. le gomme appiccicose solitamente sono più dure e pesanti di quelle morbide e quindi meno maneggevoli;
  3. le gomme morbide esaltano le peculiarità della "colla fresca" (il prodotto adesivo che mantiene la sua fluidità più a lungo ed è usata prima di ogni allenamento e più volte durante un torneo) e ciò permette alla pallina di "affondare" nella gomma permettendo un sensibile incremento dello spin e dell'effetto catapulta, e un lieve incremento della velocità e del "feeling".

I giocatori orientali che impugnano a penna utilizzano spesso gomme lisce, dure e appiccicose, perché grazie alla combinazione gomma-impugnatura riescono ad effettuare servizi molto efficaci; molto popolare, sempre tra gli orientali, l'uso di racchette puntinate corte da scambio con gommapiuma, che permettono attacchi rapidi, violenti e blocchi insidiosi del topspin avversario.

Nel gioco di difesa si individuano diversi stili:

I "bloccatori al tavolo" bloccano passivamente o attivamente il topspin (effetto catapulta) avversario rimanendo vicini al tavolo di gioco, aspettando il momento favorevole per un attacco, spesso con puntinata (corta, mediolunga o lunga con gommapiuma sul rovescio); appartengono questi ad una categoria di giocatori noti negli anni ottanta[3] ora sempre meno numerosi a causa della violenza dei colpi impressi da racchette con incollatura a colla fresca, che rende estremamente difficile il blocco del topspin al tavolo. L'ultimo importante giocatore di questo tipo è stato l'inglese Carl Prean.

I "giocatori con l'antispin" prediligono una gomma che annulla l'effetto impresso alla pallina dall'avversario. Anche questo genere di giocatori è praticamente scomparso a causa degli evidenti limiti di un gioco troppo passivo e l'uso di gomme che non consentono variazioni d'effetto, né attacchi veloci ed efficaci.

Gli "allround" sono giocatori molto abili che alternano difesa e blocco al tavolo con attacchi improvvisi. Si tratta in genere di giocatori che usano la gomma puntinata lunga, senza gommapiuma, sul rovescio e la liscia o la puntinata corta sul dritto. Cercano di dare fastidio restando vicini al tavolo; hanno un gioco molto vario fatto di palleggio, palle corte, spinte improvvise di puntinata specie sugli angoli e blocchi tagliati. La gomma puntinata, in particolare quella con la superficie vetrificata, consente l'effetto "a specchio". Il nome deriva dal fatto che consente di ritornare indietro all'avversario lo stesso da egli impresso alla pallina, spesso addirittura aumentato. Inoltre, tale gomma, quando usata con sollecitudine imprime una traiettoria a zigzag. Questo spesso porta l'avversario all'insicurezza nella posizione migliore per colpire la pallina in arrivo.

Fondamendo di tale modo di giocare è portare un violento attacco col diritto e, invertendo la superficie della racchetta, ricorre al topspin di rovescio. Infatti un gioco puramente passivo, sia lontano che vicino al tavolo, sarebbe attualmente, secondo alcuni teorici, improponibile. L'incremento nella velocità di gioco verificatosi negli ultimi anni ha infatti impedito a molti difensori di continuare a giocare semplicemente rimettendo la palla in campo; sono così oggi praticamente spariti giocatori cosiddetti "difensore classico", evoluti al modello "difensore moderno". Essi rimettono in gioco la pallina, imprimendo o togliendo effetto, rimanendo posizionati lontano dal tavolo, e facendo loro stessi e sempre più spesso ricorso ad azioni di attacco. Un esempio di difensore classico è il giapponese Matsushita, mentre difensore moderno è il coreano ed ex vicecampione del mondo Joo Se-Hyuk.

La gara

File:TT Table.gif
Tavolo da gioco
 
Racchetta da Ping Pong e palle di varie dimensioni

Poiché la pallina è molto leggera (mediamente pesa 2,7 grammi) e non vi devono essere alterazioni dovute a fattori ambientali, la disciplina del Tennis tavolo deve essere praticata necessariamente in ambiente chiuso.

Per un incontro regolamentare si deve disporre di un'area di gioco di 14 metri di lunghezza e 7 metri di larghezza (nel caso si tratti di competizioni internazionali,mentre occorrono metri 10 x 5 nelle gare nazionali e sono tollerati m 8,5 x 4,25 in gare regionali) , transennata da pannelli lungo l'intero perimetro; l'altezza del soffitto non può essere inferiore ai 5 metri.

Al centro dell'area di gioco è posto il tavolo in legno le cui dimensioni sono: lunghezza 274 cm, larghezza 152,5 cm e altezza 76 cm. Il piano del tavolo deve avere uno spessore compreso tra 16 e 24 mm e permettere un rimbalzo standard della pallina di circa 23 cm quando lasciata cadere da un'altezza di 30 cm.

Il tavolo è suddiviso in due metà (dette campo) da una rete in nylon alta 15,25 cm e lunga 184 cm, la rete e i supporti sporgono su due lati lunghi per 15 cm ognuno.

L'illuminazione dell'area deve essere uniforme in tutta l'area di gioco e non può risultare inferiore ai 400 Lux. L'intera area di gioco deve essere schermata da fonti di luce esterne.

La pallina, di celluloide, deve possedere precise caratteristiche tecniche: diametro di 40 mm, peso di 2,7 gr. e deve essere assolutamente sferica. Il colore delle palline utilizzate in gare ufficiali è arancione o bianco.

I giocatori possono utilizzare racchette di qualsiasi dimensione, forma e peso, ma il telaio deve essere piatto e rigido. Lo stesso deve essere composto almeno all'85% di legno ma può avere dei rinforzi interni in materiale fibroso tipo carbonio o fibra di vetro. I lati del telaio usati per colpire la pallina devono essere ricoperti. La copertura del telaio costituita da un foglio di gomma naturale o telata, sia essa liscia o con puntini sporgenti, è definita "semplice". La copertura costituita da uno strato di gomma-spugna posta tra il telaio e il foglio di gomma (naturale o telata, liscia o puntinata) è definita "sandwich".

Nelle competizioni le superfici di una racchetta devono essere una rossa ed una nera e devono possedere il marchio I.T.T.F (International Table Tennis Federation), il che significa che si tratta di gomme approvate dalla Federazione medesima. Fino a una ventina di anni fa, si potevano usare gomme di qualsiasi colore e anche di colore uguale. Non di rado, infatti, si vedevano gomme verdi, blu, arancione; i difensori con una gomma puntinata e una liscia, usavano spesso due gomme nere, in modo da ingannare l'avversario senza che questi potesse intuire con quale rivestimento veniva effettuato il colpo.

I telai possono essere usati di qualunque forma e senza marchi, cioè potrebbero essere anche fatti "in casa".

Regole del gioco

Il gioco ha inizio quando la pallina lascia la mano del giocatore che effettua il servizio. Un incontro si disputa in cinque partite, vince chi si aggiudica tre partite. Un giocatore vince una partita quando raggiunge 11 punti mentre l'avversario ne ha realizzati meno di 10. Se nella partita i giocatori raggiungono entrambi 10 punti vince chi riesce per primo a conquistare 2 punti sull'avversario.

All'inizio di un incontro si sorteggia chi batterà il primo servizio. Chi inizia a battere effettua 2 servizi consecutivi poi toccherà all'avversario, la sequenza di due battute si alterna sino alla fine della partita. In caso di parità sul punteggio di 10 punti la sequenza delle battute è limitata ad un solo servizio a testa.

Il servizio deve rispettare alcune regole: all'inizio del servizio, la palla deve essere tenuta sul palmo aperto della mano; la palla deve essere lanciata verticalmente verso l'alto ad un'altezza di almeno 16 cm e deve essere colpita nella sua fase discendente; la palla deve essere colpita oltre e al di sopra della linea di fondo.

Il servizio consiste nel colpire la pallina con la racchetta per farla rimbalzare una volta nel proprio campo e, superando la rete, farla ricadere nel campo avversario. Se durante il servizio la palla tocca la rete (supporti compresi) prima che tocchi il campo avversario si commette un fallo, senza penalità, e il servizio deve essere ripetuto.

La pallina è considerata "in gioco" quando lascia la mano del giocatore che effettua il servizio. Si ottiene un punto nei seguenti casi:

  • l'avversario non effettua un servizio valido
  • l'avversario manca o sbaglia un rinvio
  • l'avversario commette un fallo per cui non è prevista la ripetizione dello scambio.
  • la pallina è colpita senza che essa abbia rimbalzato una volta nel proprio campo (colpo al volo), purché il colpo sia eseguito all'interno del perimetro del tavolo.

Un fallo è commesso nei seguenti casi:

  • la pallina rimbalza due o più volte nel proprio campo
  • la pallina non viene colpita e quindi rinviata
  • la pallina viene colpita o toccata con qualcosa di diverso della racchetta di gioco o dalla mano che la tiene
  • la pallina è colpita due volte consecutivamente

Inoltre un fallo è commesso nei seguenti casi:

  • il giocatore (racchetta compresa) tocca la rete
  • il giocatore tocca il tavolo con la mano libera
  • il giocatore sposta il tavolo di gioco.

Il "Let"

Errore molto comune tra i non addetti ai lavori è quello di confondere i termini "Let" e "Net".

Chi inizia il gioco e serve deve infatti far rimbalzare la palla nel proprio campo da gioco e poi in quello avversario e ha una sola possibilità prima che il punto venga assegnato al suo avversario. se la pallina tocca il nastro bianco che delimita la superficie della rete e cade nel campo avversario, il servizio deve essere ripetuto.

In molti lo definiscono erroneamente "Net": dall'inglese rete anche se in realtà la palla tocca il nastro e non la rete stessa. Il termine corretto è invece "Let" deriva dalla frase Inglese "Let's play again" cioè "rigiochiamo".

Il doppio

Nel Tennis tavolo si disputano anche incontri di doppio. Le regole sono le stesse previste per il singolare, tranne:

  • Il campo è diviso in due parti da una linea lungo il lato lungo del tavolo. La suddivisione è utile solo in occasione del servizio di battuta.
  • È obbligatorio battere il servizio dalla parte destra del proprio campo inviando la pallina nella parte destra del campo avversario.
  • I giocatori di una coppia devono alternarsi in uno scambio ribattendo la pallina una volta per uno.
  • Nel caso le coppie raggiungano entrambe i 10 punti il servizio è ridotto ad un servizio solo. Vince la coppia che raggiunge per prima un vantaggio di due punti sull'avversaria.

In un incontro di doppio assumono un diverso rilievo alcune considerazioni generali sulla forza dei singoli giocatori. Infatti non sempre due giocatori con miglior classifica individuale vincono contro una coppia che, sulla carta, è considerata complessivamente più debole. È infatti importante in questa specialità che i due della coppia si integrino vicendevolmente, che i due siano allenati e affiatati. Nel doppio risulta essenziale il movimento sincronizzato dei giocatori ed essere sempre nella posizione migliore per colpire senza ostacolarsi a vicenda.

La composizione ideale del doppio è considerata quella formata da un giocatore mancino e da un destro, in quanto in questo modo è necessario un minor movimento per raggiungere la posizione ideale per colpire la pallina.

Note

Sino a pochi anni fa il set di singolo o doppio veniva disputato sulla lunghezza di 21 punti, con 5 servizi consecutivi per ogni giocatore; in caso di raggiunta parità a 20 punti si effettuava un servizio solo (alternato) sino a quando si ottenevano due punti sull'avversario. Nel gioco amatoriale spesso i vecchi punteggi sono ancora quelli più utilizzati.

Era anche permesso nascondere il servizio con il braccio libero, ma ciò fu giudicato disonesto ed ingannevole nei confronti dell'avversario e quindi proibito.

Un'altra regola è il vincolo nel vestiario, infatti non si possono usare magliette dello stesso colore della pallina (bianca o arancione).

Evoluzione della racchetta

Da quando lo sport del tennis tavolo ha iniziato ad utilizzare le moderne racchette in legno e con il perfezionamento dei materiali e degli stili di gioco lo spettacolo è progredito, ma proprio l'avvento di prodotti sofisticati ha reso il gioco più rapido e ridotto il numero di scambi[4]. Questi avvenimenti penalizzano la godibilità del gioco. Se qualche decennio fa per veder aggiudicato un punto lo spettatore poteva assistere in media a 10/12 scambi, adesso non è raro che un punto sia ottenuto (sempre in media) dopo appena 3/4 scambi.

Le diverse "epoche" del ping pong sono ricordate in genere attribuendole al tipo di racchetta allora in auge. Volendo elencarle è possibile suddividerle:

  • l'era delle "puntinate corte su legno"[5]. Il gioco era costituito per lo più di colpi secchi ravvicinati al tavolo, la pallina non subiva importanti effetti di rotazione.
  • Il periodo successivo è quello delle "racchette con grossi strati di gommapiuma" che rendevano il gioco poco fluido perché la pallina era assorbita dalla gomma rendendo lo scambio più lento. Tale tipo di rivestimento è stato in seguito proibito.
  • l'avvento della "gomma sandwich", cioè uno strato di gommapiuma, questa volta regolamentato nello spessore, attaccato al telaio in legno a cui è sovrapposto uno strato di gomma con puntini esterni o interni, anch'essi regolamentati in quanto a forma e spessore è stata l'evoluzione successiva e ancora in auge. La particolarità di tali rivestimenti è la capacità di imprimere forti rotazioni alla pallina, tali da "allungare" il colpo quando la pallina tocca il campo avversario.
Nel primo periodo di avvento della "gomma sandwich" sono state ideate dall'industria del settore le gomme antispin: gommapiuma morbida e lenta con la superficie di gomma liscia poco o per nulla sensibile agli effetti.
  • le gomme puntinate lunghe vetrificate (non più regolari a partire dalla stagione 2008/2009), totalmente insensibili agli effetti ricevuti e in grado di restituire l'effetto (la forza cinetica della pallina) all'avversario con una traiettoria a zigzag sono state un'altra evoluzione nell'era della "gomma sandwich". Ci sono stati molti pareri ostili nei confronti delle gomme a puntini lunghi, lisci e vetrificati in quanto accusate di rovinare il gioco con effetti imprevedibili. In verità, gli effetti impressi da tali superfici sono prevedibili perché ogni gomma ha un proprio "funzionamento" che una volta compreso dall'avversario può essere contrastato senza molti problemi. Anzi, per alcuni giocatori avvezzi a giocare contro le "gomme trattate", la partita è tatticamente ancora più semplice in quanto le alternative dei colpi del proprio avversario sono limitati.
  • infine l'era della colla fresca, un ulteriore accorgimento tecnico non relativo al rivestimento ma alla sua attaccatura al telaio. Tale tecnica aumenta la forza propulsiva delle gomme, rendendo i colpi "esplosivi".

La pallina può giungere a velocità prossime ai 150 km/h e quindi sempre per quanto concerne la spettacolarità del gioco, si è cercato di renderla più visibile allo spettatore utilizzandone una più grande delle precedenti. In questo modo si era pensato che anche gli spettatori posti ad una certa distanza dal rettangolo di gioco, potessero percepire al meglio le azioni. La soluzione si è rivelata comunque inadeguata perché lo scambio al tavolo rimane, spesso, corto e a discapito della godibilità per i profani. Una nuova proposta è stata quindi quella di proibire l'uso della colla fresca. Questo con lo scopo di decrescere la rapidità dello scambio.

Il tennis tavolo in Italia

Origini

Nel 1960 si svolse la prima Assemblea Generale nazionale e fu eletto come presidente della nascente Federazione Italiana Filippo Dragotto. Quattro anni dopo fu la volta di Guglielmo Sineri, confermato sino al 1976. Dal 22 febbraio 1979 la Federazione Italiana tennis tavolo (F.I.Te.T.) inizia ad appartenere a tutti gli effetti alle federazioni sportive riconosciute dal CONI.

Lo sviluppo del Tennis tavolo Italiano si ebbe per lo più negli ultimi 40 anni. Infatti se nel 1970 i Campionati Italiani si disputarono al Teatro delle Terme Anticolane di Fiuggi[6], nel proseguo degli anni si è arrivati alla realizzazione di un centro specializzato, sempre a Fiuggi, dedicato alla preparazione tecnico-atletica degli atleti di interesse nazionale. Fu sostituito in seguito dal centro Aldo De Santis di Terni e, negli ultimi anni, si è cercato di fare dei Campionati Italiani una manifestazione itinerante, si è giocato per due anni a Jesolo (2005 e 2006), a Terni (2007), a Termeno (2008), a Conversano (2009) e Ponte di Legno (2010). Notevole traguardo è l'arruolamento di 2 nazionali pongisti nell'Aeronautica Militare.

Selezioni nazionali italiane

A livello maschile il divario rispetto ad altre compagini resta notevole. I risultati più apprezzabili della nazionale Italiana maschile sono stati sinora ottenuti grazie all'inserimento di un atleta cinese con cittadinanza italiana (Yang Min) e dall'azzurro Massimiliano Mondello, pluricampione italiano. Il risultato più prestigioso è stato raggiunto a Kuala Lampur nei Campionati del Mondo del 2000, quando la squadra allenata dal coach Patrizio Deniso conquistò uno storico bronzo. La rosa italiana era composta da Yang Min, Massimiliano Mondello, Valentino Piacentini e Umberto Giardina. Il futuro è rappresentato dal giovane Mihai Bobocica che dopo l'esperienza passata in Bundesliga e dopo i Giochi olimpici a Pechino è tornato a giocare in Italia presso la squadra mantovana dello Sterilgarda T.T. Castelgoffredo; oltre a lui la rosa della nazionale è composta da Niagol Stoyanov (CUS Torino) e l'attuale campione d'Italia Stefano Tomasi (Marcozzi Cagliari).

L'Italia è un paese di "immigrazione" per giocatori stranieri con discreta classifica europea, che oltre a incrementare lo spettacolo nei tornei, affiancano i compagni come allenatori. Se da un lato l'Italia è un paese di approdo per atleti stranieri è invece raro che atleti italiani giochino all'estero, (ad esempio in Francia, Germania o Svezia), questo proprio a causa della maggior caratura degli atleti di altri campionati. In campo femminile l'eccezione alla regola è rappresentata da Alessia Arisi e in campo maschile da Piacentini ed Erich Schuster (triestino, giocatore-allenatore). Questi giocatori hanno avuto delle chances per fare esperienza nel campionato tedesco, rispettivamente nello Steinhagen, Plüderhausen e Karlsruhe-Neureut.

Il livello medio dei giocatori italiani è comunque costantemente in aumento. Ad oggi l'Italia però si trova ancora in posizione di rincalzo nei confronti di altre nazioni europee e soprattutto di quelle non europee.

A livello femminile recentemente vi sono state soddisfazioni per i colori azzurri: titolo europeo nel 2003 e numerosi piazzamenti nei tornei internazionali. Da segnalare come giocatrici Nikoleta Stefanova (l'attuale campionessa italiana), Wenling Tan-Monfardini, Wang Yu, Tian Jing e Laura Negrisoli. Quest'ultima è l'unica italiana nata in Italia. Si aspetta ora che le nuove leve dimostrino che anche l'Italia può essere competitiva con atleti che non abbiano una tecnica "d'importazione".

Tornei e classifiche

In Italia si disputano ogni anno campionati a squadre e campionati individuali di categoria;

  • I tornei maschili a squadre si dividono in serie: "A1", "A2", "B1", "B2", "C1", "C2", "D1", "D2" e in alcune regioni "D3". I giocatori coinvolti sono tre per ogni squadra più le eventuali riserve. Per i maschili si disputano incontri al meglio delle nove partite (formula Swaytling), vince quindi chi arriva prima a cinque vittorie, questo avviene generalmente dalla "D3" fino alla serie B1. In A1 e "A2" sia maschile che femminile la formula è a 6 incontri, 3 contro 3 e i possibili risultati sono vittoria, sconfitta o pareggio (mini Swaytling). Nel reparto femminile dopo le serie "A1" e "A2" vi sono le serie "B", "C" e "D1" nelle quali come formula di gioco si usa la "courbillon" che prevede due singoli, un doppio e altri due singolari.
  • La prima categoria è riservata ai migliori 12 atleti uomo della classifica nazionale, per le donne le prime 8;
  • La seconda categoria è composta da un numero variabile di giocatori sino ad una massimo di 120.
  • La terza categoria è composta da 320 giocatori più i giocatori segnalati dai vari comitati regionali.
  • Tutti gli altri atleti sono quarta categoria

Ci sono tornei di livello nazionale e regionale di prima, seconda, terza e quarta categoria oltre a tornei giovanili. Si disputano incontri di singolo, doppio e doppio misto.

Vi sono inoltre gare riservate ai veterani, oltre i 40 anni (categorie 40-50, 50-60 e una categoria diversa ogni cinque anni di età) e gare per dilettanti. In ognuno di queste è possibile guadagnare dei punti classifica battendo i giocatori con classifica maggiore.

In Europa ogni anno si disputano la "Champions League" e la "coppa ETTU". Nel 2006 e nel 2007 una formazione italiana, lo "Sterilgarda Tennistavolo Castel Goffredo" di Mantova, ha conquistato la Coppa con la propria squadra femminile. Secondo alcuni osservatori ciò sarebbe avvenuto solo grazie all'inserimento nel gruppo di un'atleta cinese. Tra le componenti la squadra, ha riscosso apprezzamento la giocatrice di origine bulgara (ma cresciuta in Italia) Nikoleta Stefanova.

I campioni. A tutto il 2009, il pongista più titolato è stato Massimo Costantini, classe 1958: 24 titoli italiani, otto per categoria (singolare, doppio maschile e doppio misto). Il maggiore numero di titoli individuali, pero', li ha ottenuti Massimiliano Mondello: ben 10 (8 nel doppio misto e 4 nel doppio maschile) mentre l'attuale presidente della Federazione Europea e, dal 1990 al 2004 di quella italiana, Stefano Bosi, si e' aggiudicato 7 titoli individuali, 4 nel doppio e 3 nel doppio misto. Da non sottovalutare, infine il risultato complessivo di Giovanni Bisi: 2 singolari, 3 nel doppio e 9 nel misto.

Ma il fenomeno, o meglio "la fenomena", di questo sport in ambito nazionale e' Isabella Colombo con 27 titoli complessivi, di cui 7 nel singolo, 6 nel doppio misto e ben 14 nel doppio femminile, vinti tra il 1953 e il 1969! Alle sue spalle ci sono la Arisi e la Stefanova (7 individuali).


Scuole e Maestri in Italia

In Italia oggi come ieri, sono veramente pochi i "Maestri" di questa disciplina e altrettanto pochi sono i centri di formazione ove i soggetti in possesso di doti psico-fisiche indispensabili per allinearsi ai migliori valori tecnici nazionali, possano acquisire appieno "la mera" tecnica di gioco (tra i più famosi il Centro Olimpico Tennistavolo di Senigallia guidato da Enzo Pettinelli). L'insegnamento dovrebbe iniziare sin da piccoli (circa 7/8 anni). Trattandosi di uno sport unilaterale, cioè che impegna maggiormente la parte dove si impugna la racchetta da gioco, per evitare squilibrio nella crescita del bambino, occorre che gli istruttori integrino la preparazione fisica degli allievi con esercizi di ginnastica a corpo libero e curino l'aspetto aerobico (resistenza e potenziamento della struttura cardiovascolare).

L'insegnamento specifico inizia con:

  • l'impugnatura occidentale della racchetta (anche detta ortodossa o shakehand)
  • la posizione al tavolo
  • il movimento delle gambe
  • I colpi di base:
    • palleggio di diritto e di rovescio
    • scambio (o schiacciata) di diritto e di rovescio
    • servizio semplice

Proseguendo con l'allenamento specifico e colpi avanzati per attacco e difesa:

  • il back spin di diritto
  • il back spin di rovescio
  • il drop(palla corta)
  • lo smash (schiacciata)
  • il top spin di diritto
  • il top spin di rovescio
  • il controtopspin
  • il sidespin
  • il flip
  • il blocco al tavolo del topspin
  • la difesa di taglio (chop)
  • la difesa a pallonetto (lob)
  • il servizio

Materiali e linguaggio del pongista

A partire da dicembre del 2001 per rendere un incontro più rapido ma anche più spettacolare, oltre alla modifica nel conteggio dei punti (3 set su 5 a 11, anziché 2 set su 3 a 21), sono state apportate due modifiche:

  • le dimensioni della pallina di gioco sono state ritoccate passando dagli originari 38 ai 40 mm di diametro.
  • per ridurre l'efficacia del servizio, si impedisce agli atleti di "nascondere" la pallina col corpo prima di colpirla, nella fase di volo.

Una partita agli undici punti è chiamata "set" e un incontro, che di solito si svolge al meglio dei 3 set su 5, "match".

In genere i giocatori di Tennis tavolo usano riferirsi agli strumenti di gioco con termini familiari. La parte di legno della racchetta è detta "telaio", mentre i rivestimenti esterni sono chiamati semplicemente "gomme". Più precisamente ci si riferisce a gomme "lisce" o "puntinate" a seconda della presenza o meno di puntini sulla superficie, gomme da incollare con colle suggerite dai regolamenti internazionali.

  • Le gomme puntinate, che in origine hanno "grip", cioè una certa "aderenza", possono essere trattate spruzzandole con sostanze spray[7], rendendole lisce. Questo accorgimento consente alla gomma di imprimere un effetto alla pallina decisamente imprevedibile. Le gomme così trattate non sono però regolamentari e perciò vietate durante una gara. L'industria del settore proprio per soddisfare tutte le esigenze è però riuscita a produrre questi effetti in modo originale, producendo le gomme puntinate lunghe lisce, denominate "vetrificate" perché richiamano la insensibilità del vetro agli effetti e rotazioni impresse alla pallina. Le vetrificate sono gomme assolutamente regolari in quanto approvate dalla Federazione Internazionale tennis tavolo.
  • Anche le gomme lisce (prive di puntinatura) d'altronde possono essere trattate in modo irregolare, utilizzando spray commerciali prodotti per scopi differenti[8]. In quest'ottica anche l'uso della colla fresca (per incollare le gomme al telaio) può essere considerato un trattamento irregolare poiché cambia le caratteristiche originali delle gomme, rendendole capaci di impartire più propulsione e quindi velocità. Incollare a fresco sarà consentito dalla Federazione Internazionale tennis tavolo almeno per una stagione pongistica ancora.

I giudici arbitri di incontri ufficiali valutano la correttezza dei materiali utilizzati dai concorrenti. In caso si riscontrino irregolarità si può diffidare, ammonire o addirittura sospendere un giocatore che stia tentando di utilizzare materiale irregolare.

Esistono molti produttori e diverse marche e modelli di telai e gomme. Il legno può essere di vario tipo e a strati diversi, molto diffusi sono la balsa e il legno Hinoki giapponese. I telai sono costruiti anche con strati di carbonio, kevlar, titanio e fibra di vetro; I giocatori possono consultare appositi cataloghi dove queste attrezzature sono classificate in base a tre caratteristiche:

  • Controllo (control)
  • Velocità (speed)
  • Rotazione (o effetto) (spin)

Le gomme, più che altro quelle lisce, si consumano, perdendo grip (aderenza cioè possibilità di "agganciare" efficacemente la pallina) per produrre effetto; col tempo la gomma perde anche elasticità. Bisogna quindi sostituire periodicamente le gomme[9]. I professionisti che si allenano due volte al giorno (circa 4-5 ore), cambiano rivestimento ogni due settimane e anche, a volte, ogni settimana per avere il rendimento della gomma sempre al 100% e non "regalare" all'avversario neanche un 10% di rotazione in meno. Dispongono quindi di gomme sempre al massimo delle loro possibilità.

Un non professionista può utilizzare la gomma più a lungo, in ogni caso la perdita di effettività della stessa dopo, per esempio, due-tre mesi a due allenamenti alla settimana, non influirà sul suo rendimento in gara. Dopo 40 ore di gioco, la gomma ha comunque perso una certa parte del suo potenziale, anche se si può ancora usare. Tanti giocatori usano gomme logore per l'allenamento e tengono le più nuove per la gara. È necessario comunque fare attenzione che non ci sia troppa differenza tra le due gomme, questo perché significherebbe allenare un gesto tecnico quasi "a vuoto"; un gesto che non verrebbe poi usato in gara. La nuova gomma richiede infatti un certo movimento. Mentre in allenamento si è automatizzato tale movimento, quasi uguale ma non del tutto, la differenza, seppur non rilevante, può essere decisiva. Questo anche unito alla differenza di "feeling" dato dal contatto con una gomma "liscia" e con una gomma nuova, dal grip elevato.

I prezzi delle gomme variano in media dai 15 ai 45 euro ognuna. I telai costano dai 25 euro ai 100 e più dei telai al carbonio. Le gomme hanno prezzi molto variabili in base alle caratteristiche ed alla qualità di gioco.

Esistono vari produttori di materiale da gioco e per le racchette si evidenziano le fabbriche Butterfly, Donic, Tibhar, TSP, Yasaka, Joola, Stiga, Stag, DHS, Friendhip, Cornilleau.

Uno sport praticabile a qualsiasi età

La differenza fra la pratica amatoriale e quella agonistica è notevole, ma nella medicina sportiva il Tennis tavolo è considerato uno sport praticabile a qualsiasi età.

Grazie ad una attività aerobica, priva di stress da contatto (al contrario di altri sport come ad esempio il calcio) e senza gravare eccessivamente sulle articolazioni e la colonna vertebrale (come ad esempio nell'atletica), mantiene fluido il movimento del tronco e degli arti. Aiuta la circolazione (sforzo aerobico del cuore) e permette di mantenere riflessi veloci e buona coordinazione di movimento. [senza fonte]

Fra i primi giocatori di Tennis tavolo del mondo non è tanto semplice comunque trovare ultraquarantenni. Lo svedese Jan-Ove Waldner è un'eccezione. Ormai ultraquarantenne e dopo aver vinto molti tornei (campionato del mondo di singolo e a squadre, campione olimpico, più volte miglior classificato nei torneo del top 12), Waldner si trova oggi nella classifica mondiale dei migliori trenta; si allena e gioca in Germania nella prima Bundesliga, la più importante categoria di giocatori professionisti del mondo dopo quella del campionato nazionale cinese. Oltre al già citato Waldner anche i meno giovani Ma Wenge (cinese) e Jorgen Persson (svedese) praticano ancora il Tennis tavolo ad altissimi livelli.

Nel 2006 all'AWD Dom di Brema, in Germania, si è disputato il campionato del mondo di Tennis tavolo per veterani e tra i molti incontri i cultori di questo sport hanno potuto apprezzare due veterani e anziani giocatori: il giapponese Yukie Uchida, di anni 94, e l'australiana Dorothy De Low, che di anni ne aveva 95.

Alternative di gioco

Oltre al gioco singolo e al doppio esiste una variante quella a giro, che pur non essendo disciplina olimpica, riscuote un discreto successo poiché può essere giocata da 3 o più giocatori. Le regole del gioco sono simili a gioco classico, ma i giocatori devono girare attorno al tavolo e colpire la palla a turno.

Note

  1. ^ L'idea della tela gommata fu di E.C. Good
  2. ^ Abbreviato con la sigla TT
  3. ^ Per es. il tedesco Lieck, l'inglese Douglas, il ceco Orlowski
  4. ^ Cioè il numero di colpi effettuati da ogni giocatore per ottenere un punto
  5. ^ Cioè prive dello strato di gommapiuma
  6. ^ Una struttura non particolarmente attrezzata per questo sport
  7. ^ Come ad esempio la lacca per i capelli
  8. ^ Lo spray viene nebulizzato poco prima dell'incontro direttamente sulla gomma, imprimendo in tal modo alla pallina effetti assolutamente inattesi
  9. ^ Con una frequenza che dipende dalla quantità di allenamenti e dal livello del giocatore

Bibliografia

  • tennis tavolo - Il manuale tecnico del Ping Pong (Aldo Izzo) Ed. mediterranee - Roma

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Sport: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di sport

Template:Link FA